Hamas: organizzazione terroristica islamica

Hamas1 Persiceto Caffè sta rispettando una pausa sabbatica, complici il periodo post elettorale e quello vacanziero.
Stiamo però cercando di identificare una nuova traccia d’intervento, da far partire fin da settembre, che vada nella direzione di stimolare e dare spazio agli “spiriti liberi di sinistra” ancora esistenti sul territorio (da Giustizia e Libertà a Impronta Persicetana, dal M5S a Sel e alla fascia di fuoriusciti del Pd) al fine di iniziare a creare una possibile alternativa percorribile alla attuale Amministrazione Comunale.

Nell’attesa ci sembra importante “salvare” un bel dibattito nato recentemente su FB riproponendolo qui, prima che si perda negli infiniti meandri di quel social.

Buona lettura.  :)

  Persiceto Caffe

“Al fine di suscitare e stimolare confronto e dibattito, come facciamo spesso, proviamo di andare un po’ controcorrente.
…qualcuno si arrabbierà, ma ce ne faremo una ragione,

<< Gaza, da Tel Aviv arriva il sì alla proposta egiziana di *cessate il fuoco*  ma Hamas dice no alla tregua e continua lancio di razzi su Israele.>>

Ma perchè Hamas per primo se ne strafotte di tutti i bimbi palestinesi morti sotto ai bombardamenti di cui stiamo riempiendo FB di immagini ?
Forse perchè Hamas è un’organizzazione terroristica islamica?
Ma il problema non è forse che i palestinesi sono tenuti oggi in ostaggio da Hamas e da chi lo arma? Hamas controllata  dai  Salafiti, quelli che hanno ucciso materialmente Vittorio Arrigoni?

Lo sappiamo vero che nel suo Statuto Hamas dice che:

Articolo 6: «Il Movimento di Resistenza *islamico* si sforza di innalzare la bandiera di Allah su ogni metro quadrato della terra di Palestina»
Articolo 13: «L’unica soluzione è la jihad ».

Gaza dunque non è solo un’enclave perseguitata da Israele, ma è un territorio in mano a fanatici criminali integralisti che agiscono in base a convincimenti straordinariamente inaccettabili usando il popolo palestinese come carne da macello per la loro jihad.

… che ne pensate? “


Commenti
Sono stati scritti 4 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 21 luglio 2014

     

    • Mauro Caselli  Ad Hamas non interessa nulla della Palestina e del popolo palestinese , sono terroristi e basta , vogliono una strage per poi fare la parte della vittima.
    • Carmelo Passante  Un analisi della questione palestinese, non può prescindere dal fatto che Israele ha occupato un territorio che non gli apparteneva. Senza voler assolutamente sostenere posizione antisemite, non si può ignorare che gli israeliani hanno usato la “Shoah” per portare avanti la loro politica sionista. Il risarcimento per la Shoah, infatti, é stato interamente addebitato al popolo palestinese, che lo sta pagando con la stessa moneta con cui i nazisti perseguitarono gli ebrei…quella che é in atto non é guerra, ma un genocidio degli israeliani nei confronti degli ebrei…i palestinesi, non hanno un esercito, un aviazione, una marina ecc… Sono padroni, solo, della loro disperazione, gli é stata tolta loro la terra, l’acqua, la libertà e soprattutto la dignità. Un popolo che non ha piú niente va incontro al proprio destino, l’ingiustizia genera violenza, quello che viene chiamato terrorismo non é altro che una disperata, RESISTENZA. Gli israeliani, a loro volta, sono la quinti potenza militare del pianeta, possiede le armi piú sofisticate, hanno esercito, marina ed aereonautica, hanno dalla loro, i gendarmi del mondo: gli USA. L’unica pace, che gli israeliani conoscono, é quella che vogliono imporre, la stessa che gli Usa imposero ai nativi americani, non c’é possibilità di accordo, se non quella per i palestinesi di rimanere chiusi nelle riserve, e a poco, a poco spegnersi…Nella dichiarazione di indipendenza dello stato di Israele è scritto:
      “Lo Stato di Israele si dedicherà allo sviluppo di questo paese per il bene di tutti i suoi cittadini; sarà fondato sui principi di libertà, giustizia e pace, e sarà guidato dalla visione dei profeti di Israele; garantirà pieni e eguali diritti, sociali e politici, a tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalle differenze di religione, di razza o di sesso; tutelerà la libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura”. Di fatto, invece, Israele, si è trasformata in una potenza brutalmente coloniale che opprime con continue violazioni dei diritti umani un popolo in crescente disperazione. Centinaia di risoluzioni dell’ONU contro questi eccessi sono finiti nei cestini della carta straccia premurosamente forniti dagli Stati Uniti, grazie al loro potere di veto. Nello stato ebraico sono presenti, distruttivamente, forze politiche che sognano di costringere gli arabi a un esodo definitivo dalla loro terra, altre, più numerose, che premono per la costruzione di un regime permanente di apartheid affidato all’esercito perché lo indurisca di quando in quando affinché i palestinesi “non creino problemi “, altre ancora disponibili alla creazione di uno stato arabo ma a pelle di leopardo: bantustan collegati fra loro da esili corridoi. Queste forze eversive si sono sempre schierate (esplicitamente o sotterraneamente) contro ogni piano di pace. Certamente, al riguardo, non mancano responsabilità palestinesi. Vergognosamente traditi dai paesi arabi, condizionati da una frammentazione della loro dirigenza politica, continuamente provocati dall’esercito israeliano, gli abitanti dei territori occupati hanno commesso anche loro profondi errori di valutazione e di azione.
      Quarant’anni di dominio militare con l’uso di punizioni collettive (le case abbattute, i blocchi stradali che per giorni e giorni isolano villaggi e città, impedendo il transito persino alle autoambulanze), la diffusione dell’uso della tortura, l’imprigionamento di ragazzi, la chiusura delle scuole, la devastazione degli uliveti, l’erezione di un muro che taglia paesi e li separa dai campi, il sequestro di terre per i villaggi dei coloni armati, hanno avvelenato l’anima dei due popoli. Da un lato (quello palestinese) la ferocia del terrorismo di Hamas che ha trovato terreno fertile nella disperazione e nella rassegnazione, una rassegnazione che spinge all’inerzia, alla corruzione di buona parte della dirigenza politica,ad un crescente fondamentalismo religioso. Dall’altro lato (quello israeliano) l’uso della paura e dei raid come strumento elettorale, una cultura violentemente razzista e nazionalista, la convinzione che gli arabi siano del tutto inaffidabili e persone senza dignità.
    • Persiceto Caffe  Grazie per questa bella analisi caro Carmelo.

      In essa appare discutibile soprattutto un aspetto: # Certamente, al riguardo, non mancano responsabilità palestinesi. … gli abitanti dei territori occupati hanno commesso anche loro profondi errori di valutazione e di azione.#

      Il *Popolo Palestinese* NON è Hamas, e non è stato nemmeno Al Fatah. La “responsabilità” di quei poveri disgraziati che da 60 anni muoiono in quella terra, le madri ed i bambini … è di aver cercato solo pace, come tutti i popoli.

      Ma vivono in un punto maledettamente cruciale del pianeta e per questo sono da 60 anni strumentalizzati/martoriati dalle varie fazioni finanziate per mantenere là il disordine, la tensione e la contrapposizione. Perchè è questo che serve (e servirà per ancora tanto tempo) agli opposti potentati mondiali.
    • Andrea Fantozzi… stavo osservando questa immagine… uno sputo in mezzo ad un mare di cultura ” Araba ” possibile che dal dopoguerra, abbiano fatto tutto sto casino……gli altri paesi stanno solo a guardare????

      foto di Andrea Fantozzi.
    • Gilberto Canu  Penso semplicemente questo: quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite Il 29 novembre 1947 nella Risoluzione 181 approva il piano di partizione della Palestina, che prevedeva la costituzione di due stati indipendenti, uno ebraico e l’altro arabo, non porta dal punto di vista dei risultati nessun beneficio. Semplicemente divide una terra, la Palestina con un atto d’imperio determinando in questo modo Il moderno Stato d’Israele che fu proclamato da David Ben Gurion il 14 maggio 1948, alla scadenza del Mandato britannico della Palestina stessa, trasformando quello Stato in una enclave occidentale con protettori potenti come gli USA. Non c’è stata mai negli anni successivi a quella risoluzione nessun intervento economico, sociale, di aiuto a ciò che rimaneva della terra palestinese. Ci si stupisce oggi che quella gente si incazzi e organizzi la guerra santa anti Israele, chi mi conosce sa che sono contrario ad ogni credo religioso ancor di più quando la religione diventa sinonimo di terrorismo. Si vuole la pace in quei territori? Allora bisogna che le condizioni del popolo palestinese diventino un problema della comunità internazionale. Se ad un paese si da lavoro e benessere e condizioni di vita civili allora nessun Hamas o chi per lui avrà più un seguito. Se invece le condizioni continuano ad essere quelle di reclusi in casa propria allora non ci si può stupire che la popolazione sostenga Hamas.
    • Carmelo Passante  Allo stesso modo, non si puó dire che tutti i siciliani sono mafiosi..Vick (Vittoro Arrigoni), usava questa similitudine, dicendo, che sarebbe come se per combattere la mafia, si bombardasse la Sicilia…Hamas é criminale, ma il vero terrorista é il governo di Israele, che ha in Hamas il suo migliore alleato, per giustificare la sua politica sionista. Rabin, che era ritenuto, un molle, una colomba ai tempi dell’Intifada invitava i soldati israeliani a non sparare ai ragazzi e ai bambini, ma semplicemente di fracassargli le braccia…
    • Carmelo Passante  Il mio pensiero era questo, non volevo certamente atribuire la colpa alla popolazione, che viene massacrata, ma l’esatto contrario….. Vergognosamente traditi dai paesi arabi, condizionati da una frammentazione della loro dirigenza politica, continuamente provocati dall’esercito israeliano, gli abitanti dei territori occupati hanno commesso anche loro profondi errori di valutazione e di azione…..la ferocia del terrorismo di Hamas ha trovato terreno fertile nella disperazione e nella rassegnazione, una rassegnazione che spinge all’inerzia, alla corruzione di buona parte della dirigenza politica,ad un crescente fondamentalismo religioso.
    • Andrea Cotti  Bel dibattito, finalmente oltre le emotività ma sulle “cose e i fatti”.
      Aggiungo i miei due cent.

      Come dice giustamente Canu, a seguito del crollo dell’Impero ottomano “l’Assemblea generale delle Nazioni Unite Il 29 novembre 1947 nella Risoluzione 181 – giusta o sbagliata che fosse – approva il piano di partizione della Palestina che prevedeva la costituzione di due stati indipendenti, uno ebraico e l’altro arabo. Questo non ha portato dal punto di vista dei risultati nessun beneficio”… perchè la nascita ufficiale dei due Stati in Palestina fissata dall’ONU per il maggio 1948 non ebbe mai luogo, in quanto non appena i britannici ebbero lasciato la zona, la Lega Araba [Egitto, Iraq, Giordania, Libano, Arabia Saudita, Siria] certa di poter spazzar via gli ebrei, scatenò una guerra “di liberazione” contro Israele che aveva appena proclamato l’indipendenza dello “Stato ebraico in terra di Israele”. http://it.wikipedia.org/wiki/Conflitti_arabo-israeliani

      Ma gli andò male, gli israeliani addirittura contrattaccarono ed occuparono gran parte della Palestina. Da allora la Lega Araba ha ritentato diverse altre volte l’attacco e la distruzione di Israele ma sempre fallendo, portando alla attuale situazione.

      Ognuno dei tanti tentativi di pace è sempre stato fatto fallire con la stessa tecnica: i leader si incontrano e ripromettono la pace ai loro popoli e al mondo (l’ultima volta poche settimane fa con Papa Francesco http://www.ilfattoquotidiano.it/…/papa…/1058814/) ma subito dopo entrmbe le parti organizzano attentati o atti criminosi capaci di sollevare gli animi e adeguate rappresaglie. (Vedi i 3 giovani israeliani rapiti e uccisi seguiti immediatamente da altrettanti giovani palestinesi massacrati e dall’ovvio e conseguente attacco militare reciproco)

      Il popolo palestinese e -ovviamente in minor misura- quello israeliano, soffrono da 60 anni l’interesse che le grandi potenze (occidentali e arabe) hanno nel mantenere viva la tensione in quell’area. Quattro anni fa ne parlavamo qui: http://www.persicetocaffe.com/pace-e-riconoscimento

    • Andrea Cotti  Scritto venerdì 3 settembre 2010:
      ” Pace (e riconoscimento) Israele Palestina.
      Il sospetto che si tratti di pantomina è forte.
      I tentativi di arrivare ad una pace tra Israele e Palestina, che comprenda il riconoscimento reciproco e due Stati indipendenti, durano da almeno una trentina d’anni, ma ogni tentativo è stato spento con l’intensificarsi di attentati e stragi di fronte ai quali non era più possibile parlare di pace e di riconoscimento reciproco.

      La faccenda è tanto complessa quanto semplice; Israele è supportato dagli USA (e da parte degli Stati europei) mentre la Palestina è sostenuta dagli Stati arabi che costantemente alimentano un fiume di denaro verso le organizzazioni palestinesi.

      Ad USA ed Europa andrebbe più che bene una soluzione del conflitto con il riconoscimento reciproco, ma gli Stati arabi (Iran in testa) vogliono la cancellazione di Israele ed i finanziamenti (e le armi) li inviano per questo fine.

      All’inizio i soldi arrivavano ad Al Fatah di Arafat che li gestiva a suo piacere. Quando pure lui iniziò a parlare di pace cessarono di inviarli a lui, i soldi e le armi, iniziando ad inviarli a Hamas, che mentre Arafat tentava di trattare la pace loro continuarono con gli attentati.

      E’ evidente che una potenziale pace va trattata innanzitutto con Iran e Siria, e poi con Arabia Saudita ecc.; perchè solo se loro cesseranno l’invio di armi e finanziamenti per le stragi si potrà parlare di pace. Ma questo non viene fatto e ancora una volta gli USA fanno incontrare i due leader carichi di promesse, mentre tutti attendiamo la serie di attentati e stragi che porrà fine a questo ennesimo tentativo.

      Mortificante non credete?
    • Andrea Cotti  E ancora con Gilberto ne scrivevamo due anni fa: Il crimine delle bombe su Gaza http://www.persicetocaffe.com/il-crimine-delle-bombe-su
      “Uno dei massimi artefici di questo perdurante e devastante scempio è Benjamin Netanyahu; primo ministro di Israele dal 1996 al 1999; leader del partito conservatore Likud e principale esponente dell’ala nazionalista, è stato Ministro delle Finanze fino al 2005 e dal 2009 ad oggi ancora Primo Ministro, senza consenso popolare ma grazie all’accordo concluso con il capo dell’estrema destra Avigdor Lieberman.

      Netanyahu ha accompagnato la conquista dei nuovi territori manipolando la costruzione di massicci insediamenti “in emergenza”, carichi di finanziamenti statali e privi di ogni controllo per business miliardari, che gli hanno portato una lunga serie di scandali e inchieste di corruzione presto insabbiate.

      *Una pace ed il riconoscimento della Palestina farebbe cessare tutto questo e finirebbe in breve tempo il suo attuale ampio potere.*

      Gli altri massimi artefici del perdurante e devastante scempio sono nell’ordine Yasser Arafat e la sua Al-Fath, poi Hamas (“Movimento Islamico di Resistenza”) e la miriade di fazioni più o meno estremiste che, dalla morte di Arafat, lottano senza tregua tra loro per spartirsi il grasso e ricchissimo grisby dei finanziamenti da Iran, Paesi Arabi e amici vari, (anche l’Europa) destinati alle poverissime popolazioni palestinesi che soffrono, ma alle quali arriva ben poco.
      Nel 2002 il patrimonio personale di Arafāt era stimato in 1,3 miliardi di dollari.
      Nel 2003 il Fondo Monetario Internazionale condusse un’inchiesta presso l’autorità palestinese da cui emerse che Arafāt aveva spostato 900 milioni di dollari di fondi pubblici su conti correnti bancari controllati direttamente da lui.
      Nel 2003 il ministro palestinese delle finanze, Salām Fayyād incaricò una società internazionale di revisione di analizzare la situazione dei fondi facenti capo all’Autorità Palestinese. Il team giunse alla conclusione che Arafāt disponeva di un patrimonio occultato di oltre 1 miliardo di dollari. Questo patrimonio era suddiviso in finanziamenti a un’azienda che imbottigliava la Coca Cola a Rāmallāh, una compagnia telefonica tunisina e capitali dislocati negli Stati Uniti d’America e nelle isole Cayman. Il team giunse alla conclusione che i fondi per le sue imprese commerciali erano pervenuti da fondi pubblici che Arafāt aveva stornato e posto sotto il suo controllo personale invece di utilizzarli in modo trasparente per la causa palestinese.
      Nell’ottobre del 2003 il governo francese ha aperto un’indagine contro Suhā Arafāt (moglie) per via di movimenti sospetti di valuta. L’accusa era di traffico illegale di valuta e, secondo gli inquirenti, con regolarità sarebbero stati trasferiti dalla Svizzera 1,27 milioni di dollari verso il conto personale di Suhā in Francia .
      Dopo la morte di Arafat (2004) il potere (e il controllo degli aiuti) viene preso dopo feroci scontri interni da Hamas, (elencata tra le organizzazioni terroristiche) il cui Statuto richiede la cancellazione dello Stato di Israele. Hamas controlla capillarmente la striscia di Gaza dove può contare su un numero sconosciuto di fedelissimi e su decine di migliaia di simpatizzanti e aiutanti pagati con i soldi degli aiuti, con i quali da vita a campi d’addestramento alla guerriglia.

      * Dovesse essere riconosciuta la Palestina e stipulata una pace, questi finanziamenti cesserebbero e con essi lo strapotere delle fazioni che oggi se ne appropriano.*

      E così, ogni qualvolta una pallida occasione, il pur minimo tentativo di pace appare all’orizzonte, c’è sempre un missile pronto ad essere lanciato per fermarla. Da ambo le parti. Da 60 anni. “

    • avatarAndrea Cotti - 22 luglio 2014

       

      • Filippo Boschetti  Uhm… il fatto che i “palestinesi” siano l’unico popolo che prende un vitalizio dall’ONU qualche pensiero maligno me lo fa venire.
        Inutile dire che anche il miliardo e mezzo di dollari di aiuti che ogni anno finiscono in armi invece che in sviluppo no
        n è che mi entusiasmino verso la causa palestinese.
        Non mi piace vedere la gente morire, non trovo giusto uccidere bambini e civili e sono persuaso che le colpe siano sicuramente da attribuirsi ai governanti e ai loro giochi di potere, motivo per cui non sottoscriverò mai la “causa” di chi usa il proprio popolo come ostaggio per suscitare interventi esterni (se per caso questo sembra quello che fa Hamas giuro che non lo sapevo).
      • Filippo Boschetti  Uh, l’Italia è il principale esportatore di armi nella zona. A noi CONVIENE che si pestino duro.
      • Franco Gambuzzi  Non si può bombardare la Sicilia per sconfiggere la mafia, non si può bombardare Gaza per sconfiggere Hamas, non si può bombardare Israele per sconfiggere il sionismo. Inutile prendersela con Balfour, l’Occidente e con tutti coloro che ne hanno realizzato il progetto, ormai bruciano all’inferno! Bene siamo arrivati alla fatidica domanda (di leniniana memoria) cui, prima o poi bisogna dare una risposta: che fare?
      • Andrea Cotti  Bella domanda Franco. Si potrebbe noi occidentali convincere i nostri governi a non finanziare più nè Israele nè Hamas e smetterla di vendergli armi (per riprendersi i finanziamenti appena erogati).
        Altrettanto dovrebbero fare i cittadini dei Paesi della Lega Araba.
        … ciao arrivederci.
      • Persiceto Caffe  Oppure scoprire una fonte energetica alternativa al petrolio, oltre ad un’alternativa al canale di Suez. Cosucce insomma…
        Gran bel dibattito … grazie davvero a tutti per le profonde e civili riflessioni.
      • Carmelo Passante  Trovare un soluzione alla questione palestinese, non conviene a nessuno, soprattutto, alle lobby delle armi…anche l’Italia da il suo contributo http://ilmanifesto.info/ecco-il-contributo-dellitalia-ai…/

         
      • Claudio TruzziOnestamente io prenderei il sangue dei bimbi, e ogni sera obbligherei i capi sia di una parte sia dell’altra a berselo, senza dirgli da che Nazione arriva il sangue … tanto sono bimbi sicuramente non volevano la guerra-
      • Persiceto CaffeOnestamente … berlo così, dry, o con un po’ di ghiaccio?
      • Persiceto Caffe  Tornando seri … Hamas è quella bella robina qui:
        ” Luxury villas and land deals: How Hamas got rich as Gaza was plunged into poverty” http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4543634,00.html

      • Persiceto Caffe  Ecco come vengono inviate le armi italiane ad Hamas, via Iran.
        “Armi dall’Italia verso l’Iran:
        http://www.focusonisrael.org/…/iran-traffico-armi-italia/
        Altro…

      • Carmelo Passante  C’é peró da fare alcune riflessioni ( il pignoletto mi fa venire sempre dei dubbi) : le armi arrivano ad Hamas…ok.. ma poi ? .azzo di fine fanno, visto che su Israele arrivano dei razzi artigianali (????)… non é che fanno come con gli f-35, pacco e contropacco..e ancora, Hamas criminale d’accordo, ma quanti israeliani sono morti, a parte quei tre ragazzi, rapiti e ammazzati vigliaccamente, puó essere stato “chiunque” ???? A me, mi sorge il dubbio, poi, che il terrorismo non passi mai di moda, si intona con tutto, con il palestinese, con l’afgano, con l’irakeno ecc..

        foto di Carmelo Passante.
      • Persiceto Caffe  Così, per dire:
        << Un accordo tra Israele e un governo di coalizione palestinese avrebbe anche obbligato Netanyahu a rivedere la sua politica di espansione nei territori occupati.
        “Infatti non ha mai preso in considerazione un’intesa con il governo di
        coalizione Fatah-Hamas, toglietevi questa convinzione dalla testa”. >> http://www.ilfattoquotidiano.it/…/levy…/1061425/

      • Carmelo Passante  Il fondamentalismo islamico, è stato favorito, finanziato e persino addestrato dall’America, ed Israele, ha costituito, e costituisce l’avamposto americano in medio oriente. Il fondamentalismo militante e armato, viene usato dallo stato a stelle e a strisce, dapprima in Afghanistan, in chiave antisovietica, con il sostegno e l’addestramento dei guerriglieri mujiaheddin. Successivamente, poi, viene sostenuto dagli Stati Uniti, per controllare il mercato delle risorse energetiche, del petrolio in particolare, e giustificando con l’alibi del terrorismo fondamentalista, gli interventi militari sotto lo “scudo legale” delle nazioni unite. Queste “missioni di pace”, oltre a garantire loro il controllo del mercato delle risorse energetiche, hanno garantito, anche, grossi affari alle multinazionali delle armi, e alle imprese, dei vari Stati alleati, che si sono occupati della ricostruzione.
         
        Il ricorso alla guerra, è spesso servito, a mettere “a posto” i conti dell’economia americana e occidentale, rafforzare e arricchire quei potentati economici, che sono stati, e sono tutt’ora i responsabili di quella che viene chiamata impropriamente “crisi economica”, ma che in realtà, bisognerebbe chiamarla, appropriazione indebita della ricchezza, sperequazione delle risorse e disuguaglianza sociale.
        La Palestina, prima del ricorso strumentale al fondamentalismo, da parte degli americani era uno dei paesi arabi più laici, ed il fronte anti-occupazionista era costituito da partigiani di sinistra e di estrema sinistra. Anche, oggi, non si può dire che il fronte antisionista palestinese, è per la maggioranza, costituito dal fondamentalismo, o che trovi la ragione ideologica nella religione. Tuttavia, proprio a partire dalla guerra in Afghanistan, si è assistito all’interno del fronte antioccupazionista ad una crescita dei gruppi integralisti, parallelamente ad una diminuzione del territorio, dei diritti e delle risorse dei palestinesi.

        La copertura della lotta al terrorismo fondamentalista, ha costituito e costituisce, anche per Israele lo strumento per esercitare il controllo di un territorio, e delle sue risorse, che ha sottratto alla popolazione palestinese, e giustificare all’opinione pubblica internazionale il massacro di civili inermi, che assume sempre di più le proporzioni di un genocidio e i connotati di un operazione di pulizia etnica. La definizione di scudi umani, mi sembra quella più appropriata, solo che a ripararsi e a nascondersi dietro quegli scudi fatti di bambini, anziani e civili, non sono pericolosi terroristi islamici, o non solo loro, ma soprattutto il sionismo criminale di Israele, che ha già usato lo scudo delle coscienze scosse dalla Shoah, per giustificare l’occupazione di un territorio e la creazione di uno stato che ha la radice ideologica in una religione, quella ebraica, e che sta dando vita ad un altro olocausto: quello di Gaza.
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    • avatarAndrea Cotti - 18 agosto 2014
      Roberto Musi:

      Ovviamente va letto con il cervello collegato e non col paraocchi. A mio avviso ci sono e ci sono state grossissime “porcherie” da entrambe le parti, ma consiglio la lettura.

      (dal sito iostoconoriana.it)

      – Egregio signore/a, sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la “Palestina” sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:

      1. Quando è stata fondata e da chi?
      2. Quali erano i suoi confini?
      3. Qual era la sua capitale?
      4. Quali erano le sue città più importanti?
      5. Qual era la base della sua economia?
      6. Qual era la sua forma di governo?
      7. Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?
      8. La “Palestina” è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
      9. Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei? Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C’era un parlamento o un consiglio? Hanno combattuto delle battaglie?
      10. C’è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data? Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
      11. Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
      12. Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo? Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
      13. Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?
      14. Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi “occupati”, mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?
      15. Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni?
      16. Perché datano l’”occupazione” dal ’67, se prima i “territori palestinesi” erano governati da stati “non palestinesi” come l’Egitto e la Giordania?

      Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un’invasione in terra d’Israele, come anche in Egitto e nell’attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l’invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. L’etimologia non è storia.
      Altre domande scomode:

    • Come mai non è nato uno Stato palestinese tra il ’48 e il ’67?
    • Come sono stati trattati i profughi palestinesi dai fratelli arabi prima e dopo il ’67, dopo ma anche *prima*?
    • Conoscete gli orrori del “Settembre nero” in Giordania? Conoscete il ruolo della Siria nel massacro del campo di Tal el Zatar?
    • Ma soprattutto: sapete che se i palestinesi avessero accettato il piano di spartizione dell’Onu, oggi avremmo due popoli e due Stati?
    • Non c’era bisogno di tante guerre e tanto spargimento di sangue se gli arabi e i palestinesi avessero accettato il diritto degli ebrei ad avere uno Stato. Questo pochi lo sanno. Pochi lo vogliono sapere. E’ possibile che 20 anni dopo Oslo, miliardi di dollari, miliardi di euro, aiuti da tutto il mondo, compreso Israele, l’Autorità Palestinese non sia stata capace di costruire un solo ospedale moderno, una qualsiasi struttura e continui a piangere miseria? Questa è la domanda che molti si fanno, per “molti” intendo le persone pensanti, non certo i pacifisti filopalestinesi o i sinistri antisraeliani che continuano il boicottaggio contro Israele, accecati dall’odio e dalla loro criminale ideologia. Allora?

      Qualcuno sa dirmi dove sono finiti i miliardi e perché l’ANP (per non parlare di Gaza) pullula di villone con piscina di proprietà dei capi e capetti palestinesi mentre non esiste un ospedale degno di questo nome, non esistono università se non quelle dove si allevano amorevolmente giovani fanatici destinati a diventare possibili terroristi, (es.: Bir Zeit)? Qualcuno sa dirmi perché, letteralmente affogati, alla Paperon de’ Paperoni, nei miliardi che il mondo manda da decenni all’ANP, miliardi che avrebbero potuto ricoprire d’oro ogni casa palestinese e rendere ricco ogni singolo abitante, miliardi che avrebbero potuto costruire atenei all’avanguardia, la popolazione palestinese vive male e chi ha bisogno di cure serie deve venire in Israele o andare in qualche altro paese disposto ad accoglierli e a curarli gratis?


      Alcune persone dicono che gli arabi sono “nativi palestinesi”, mentre gli ebrei sono “invasori” e ”colonizzatori”. Quindi, io ho letto le biografie dei leader israeliani e palestinesi e sono diventato confuso. Ecco chi tra i leader israeliani e palestinesi è Nato il in Palestina:
      Leaders israeliani:
      BENJAMIN NETANYAHU, Nato il 21 ottobre 1949 a Tel Aviv.
      EHUD BARAK, Nato il 12 febbraio 1942 a Mishmar HaSharon, Mandato britannico della Palestina.
      ARIEL SHARON, Nato il 26 febbraio 1928 a Kfar Malal, Mandato britannico della Palestina.
      EHUD OLMERT, Nato il 30 settembre 1945 a Binyamina-Giv’at Ada, Mandato britannico della Palestina.
      ITZHAK RABIN, Nato il 1 March 1922 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
      ITZHAK NAVON, Presidente israeliano nel 1977-1982. Nato il 9 aprile 1921 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
      EZER WEIZMAN, Presidente israeliano nel 1993-2000. Nato il 15 giugno1924 a Tel Aviv, Mandato britannico della Palestina.

      Leader arabi “palestinesi”:
      YASSER ARAFAT, Nato il 24 agosto 1929 al Cairo, Egitto.
      SAEB EREKAT, Nato il 28 Aprile 1955, in Giordania. Ha la cittadinanza giordana.
      FAISAL ABDEL QADER AL-HUSSEINI, Nato il 1948 a Bagdad, Iraq.
      SARI NUSSEIBEH, Nato il 1949 a Damasco, Siria.
      MAHMOUD AL-ZAHAR, Nato il 1945 al Cairo, Egitto.

      Quindi i leader israeliani, che sono nati in Palestina, sono colonizzatori o invasori. Mentre i leader arabi palestinesi che sono nati in Egitto, Siria, Iraq e Tunisia sono nativi palestinesi ???

       

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  • avatarPersiceto caffè » Blog Archive » Riparte l’attività di Persiceto Caffè - 26 febbraio 2015

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