Ma chi è Persiceto Caffè ?

Persiceto Caffè è un gruppo di amici di Terred’acqua; operai e professionisti, casalinghe, studenti e pensionati tendenzialmente “di sinistra”, di quell’area cioè che va dal Pd al M5S passando per Sel e ciò che resta (o che sarà) dell’Italia dei Valori, che cerca con la discussione ed il confronto di meglio comprendere ciò che succede nel nostro martoriato Paese.

Siamo [ci piacerebbe essere] “àpoti”, …coloro che non se la bevono e la caratteristica che ci unisce è di tentare di vedere con occhio critico la politica dei leader e del partito a cui ognuno di noi si sente più vicino; da uno ad esempio che si sente particolarmente vicino a Sel,  ci si aspetta che sappia essere crudemente critico verso Vendola, quando fosse il caso. E così via.

Perchè Bersani (o Civati e Cuperlo) e Grillo, Di Pietro, Ingroia e Vendola non hanno “sempre & comunque” ragione, nè “sempre & comunque” dicono sciocchezze.

Ognuno di noi, (tutti) per età ed esperienza personale, cultura e conoscenza professionale, ha una propria capacità valutativa unica ed irripetibile e vede i fatti e gli eventi da un suo particolare punto di vista; poter confrontare in modo razionale e sereno questi differenti punti di vista diviene una formidabile occasione di crescita e un’immensa risorsa formativa.

Puntando dunque al confronto, schietto e costruttivo, apprezziamo sempre opinioni e punti di vista differenti dai nostri quando espressi in modo franco e sincero, – quando cioè non sono “propaganda partitica” e non si limitano a riportare acriticamente linee e dictat di qualche partito,- in quanto potenzialmente in grado di allargare (e migliorare) il nostro soggettivo punto di vista.

Per suscitare e stimolare il dibattito ed il confronto, spesso gli Autori di Persiceto Caffè riportano concetti e posizioni esasperandoli al limite, pensieri e sensazioni raccolte dalle nostre considerazioni più istintive, umorali e “viscerali” … discutibili insomma, per sottoporli al dibattito e appunto discuterli, così da poter cogliere commenti altrettanto istintivi e schietti, forse non prodotti da una ponderata e colta analisi, ma che rispecchiano il “sentire vero” di chi legge.

Persiceto Caffè è questo.

Comprendiamo che sia tutt’altro che facile sia capire che praticare questo bizzarro metodo, e che a volte può apparire persino fastidioso, … ma quando ci riusciamo, è davvero fantastico (e formativo) seguire i dibattiti sorti con i contributi di chi legge, e lasciarci aprire la mente ed allargare gli orizzonti dalle idee e dai punti di vista che ognuno di noi generosamente offre.

Fanatismo integralista, donne e democrazia

Abbiamo proposto alla discussione di Facebook questa immagine di una recente conferenza stampa svoltasi in Iran.

In essa colpisce il ghigno dei maschi e il capo chino delle donne giornaliste, costrette nei loro veli neri e sedute per terra.

Ne è nata una interessante discussione, tra razzismo, tolleranza ed emancipazione femminile e poi integralismo religioso, Islam e democrazia  che ci sembra doveroso  salvare in queste pagine.

 

 

 

 

  • Davide Zanichelli In italia ballano nude sui tavoli e diventano ministro

  • Persiceto Caffe Quindi? proponi di farle stare sedute in terra tutte intabarrate anche in Italy?

  • Beatrice Mariani una via di mezzo? rispettate senza farle sedere in terra nè svendute mezze nude in tv, dove quello che sanno dire è “voglio la pace nel mondo” (se va bene)?

  • Davide Zanichelli No, ma prima di giudicare è bene conoscere, e prima di ergersi a “migliori” è bene assicurarsi di avere la coscienza pulita. E “noi”(inteso come civiltà occidentale) non l’abbiamo (almeno secondo me)

  • Persiceto Caffe Beh … mi dispiace caro Davide che voi non l’abbiate la coscienza pulita. Noi invece, come dice Beatrice, riteniamo che siano tantissime le donne che hanno deciso di non svendersi mezze nude da qualche parte, e che possano essere e stare al pari degli uomini. E spesso pure più su.

  • Federica Soldati Della serie la donna vale zero, e noi li accogliamo a braccia aperte!!!
  • Mauro Giovanelli Ma un po’ di buon senso…. sedute in terra nude…. ma dai siate seri… questa non mi piace… ogni popolo ha le sue usanze e tradizioni…avete mai parlato con donne arabe integralite??? Per loro e’ normale questo e non le veline… a regola per noi e’ il contrario… loro sonofiere di pertare ilBurka…io loero di portare l’eskimo…chi ha ragione??? I cattolici amano gesu’ e loro Maometto chi ha ragione??? …. no non mi piacciono questi articoli… sono solo 2 mondi diversi… accettarlo secondo me e’ buon senso!!!
  • Simona Trinchera Credo siano le due facce della stessa ipocrisia. Occidentale o mediorientale (dove. per inciso, prevalgono le idee teocratiche, assolute per definizione e, per ciò solo, generatrici di scontri e disprezzo per chi è diverso – o donna-)

  • Beatrice Mariani Io sono d’accordo con Davide non siamo una società abbastanza rispettosa per poterci permettere di giudicare, resta cmq una discriminazione la nostra, il fatto che qui una donna possa scegliere di svendersi non vuol dire che è meglio, anzi è una società che considera una donna una merce di scambio e che glielo permette, quelle che vogliono diventare veline lo vogliono perché nella nostra cultura l’uomo considera la donna come mezzo attrattivo, e di conseguenza la donna(stupida) vuole attrarre, perché non esiste altra soddisfazione di essere guardate, il nostro meccanismo è molto più subdolo e meschino.

  • Beatrice Mariani (Nostro e loro entrambi sbagliati, ma noi non possiamo insegnare nulla a nessuno)

  • Simona Trinchera per chi non l’ha ancora visto propongo un documentario che si trova su you tube, di Lorella Zanardo, è “il corpo delle donne”. Si tratta di un’inquietante analisi di come le donne appaiono nelle televisioni italiane, da mediaset alla rai.

  • Stefano Querzè Tuto vero, ma credo che nel nostro caso si tratti di una libera scelta. Le donne possono agire in modo attrattive, ma anche no. Non tutte le donne si mostrano e cercano di attirare l’attenzione e quelle che lo fanno lo fanno per scelta (poi se vogliamo vediamo questa scelta da dove scaturisce). Nei paesi in cui vige un ordinamento di carattere religioso, ad esempio islamico, i comportamenti come quelli della foto sono stabiliti per legge. Non mi sembra che le donne della foto siano sedute per libera scelta. Questa credo che sia una differenza importante, anche se ritengo che comunque, come giustamente detto, prima di insegnare qualcosa occorre fare una attenta analisi sui costumi e sulle discriminazioni (comunque presenti) del nostro mondo.

  • Mauro Giovanelli Ma vi ricordte la massima ipocrisia di Mediaset…loro i primi a mostrare le signorine ochette e svestite(Colpo grosso) eprimaancora a Telemilano…a Striscia che dopo l’articolo ell’Espresso su come venivavista la donna dalla tv,attaccava qualsiasi immagine dell’Espresso stesso,perfino la pubblicita’cheovviamente era dello sponsor e non el settimanale??? Be’ la nostra cultura e’ questa,la lro e’ diversa ed e’ da rispettare comunque…e’ una loro integrazione secolare…

  • Stefano Querzè Colpo grosso non e’ mai stato trasmesso da Mediaset. Era trasmesso da Italia7. Non diciamo inesattezze che poi diventano boomerang.
  • Stefano Querzè Quanto al fatto che sia la loro cultura, molte donne la accettano come tale, ma bisogna andare ad ascoltare anche quelle che invece la subiscono.
  • Massimiliano Navacchia Io ho una figlia e voglio il massimo per lei: rivederla in una donna alla stessa altezza delle scarpe di un qualsiasi essere umano di differente sesso mi fa venire un groppo al cuore e il vomito.

    Non è perchè una cultura è diversa dalla nostra dobbiamo amarla: la cultura dei nazisti era diversa dalla nostra e mi sembra che, giustamente, sia stata trattata come meritava.

  • Davide Zanichelli e non è perchè una cultura è diversa dalla nostra dobbiamo disprezzarla.
    Ogni cultura ha i propri difetti.
    È sempre troppo semplice vedere i difetti negli altrui costumi.
    È ben più difficile riconoscere i propri. Ed è arduo correggerli.
    Per cui, certo, alcuni fondamentalismi islamici sono da condannare, in quanto ingiusti, ma nessuno, a mio avviso può ergersi a “migliore” sulla base degli altrui difetti, perchè i difetti, li abbiamo tutti.

    Forse sarebbe il caso, anzichè puntare il dito sugli errori altrui, di riconoscere, invece, i meriti di chi vive in modo differente da noi, e magari, umilmente imparare.

  • Mauro Giovanelli Stefano guarda che Colpo grosso era un programma di Telemilano diventata po Canale 5 indi Mediaset…po fatto Canale 5 il programma e’ passato ad altra emittente..e le spogliavano di piu’…sono sicuro perche’ una ia amoca do Pesaro era nel cast.a Telemllano….cmq queste son quisquiglie…e per quanto riguarda le donne he scelgono altro sono d’accordo con te…ma sono una netta minoranza,mache avrebbero diritto di scegliere come comportarsi e le leggi islamiche non lo consentono…vero….ma anchequi non si va in ufficio bikini….quelle giornaliste staano svolgendo un lavoro e doveano attenersi alle regole.
  • Maurizio Bigiani vi consiglio la lettura di un’ottima autrice iraniana Marjane Satrapi che, in ”Persepolis” ,libro a fumetti bellissimo affronta la questione del velo ,chador o burqa ,uno sguardo di una ragazza iraniana sulla societa’ in cui e’ nata

  • Simona Trinchera Secondo me bisogna capire quanto la donna sia libera di esprimersi o costretta dalla convenzioni della società in cui vive. Non credo che una cultura sia meglio dell’altra, ognuna ha le sue contraddizioni. Noi donne occidentali se vogliamo affermarci, oltre al fatto che dobbiamo comunque lavorare sodo, dobbiamo sempre essere attraenti, in forma perfetta, camminare su tacco 12 (che è una tortura) magari fare qualche ritocco sui nostri volti, scordarci di avere figli o di trascorrere del tempo insieme alle nostre famiglie, ecc. Secondo il sentire comune (anche di donne che lavorano) chi fa la casalinga è definita come una “che sta a casa a far niente” come se il lavoro svolto in casa sia inferiore o umiliante rispetto a quello remunerato. E’ da questi schemi che bisogna uscire, e soprattutto bisogna indignarsi sull’immagine femminile imposta dalle riviste e dalla televisione. Una donna deve essere libera di esprimersi così com’è, deve poter mostrare il volto nella sua evoluzione, senza temere le rughe o chissà cos’altro. Ed infine, se per una donna afgana residente in Italia indossare il burka è una condizione essenziale per uscire di casa ed inserirsi nel contesto sociale in cui vive, ebbene, che lo indossi, purchè si renda riconoscibile davanti alle forze dell’ordine, a garanzia che siano comunque rispettate le sue usanze.

  • Massimiliano Navacchia Hai ragione: impariamo umilmente dalle altre religioni e culture.

    Poi spendiamo 8 miliardi di Euro per bombardarle.

    Poi andiamo a confessarci.

  • Andrea Cotti Bella discussione, civile, su di un argomento delicato.
    … i miei 2 cent.
    – Discriminare le donne non è “una cultura”, ma è una bestialità da maschietti tanto potenti (e religiosamente fanatici) quanto complessati.
    – E la “nostra cultura” non è mediaset (forse lo è per qualcuno) ma è questa:

    foto di Andrea Cotti.

  • Andrea Cotti… e questa:

    foto di Andrea Cotti.

  • Davide Calzolari  Scusate ma criticare l’Iiran è non sense, che nessuno se la prenda. Loro, parte del paese, almeno, è fierissimo di quel che fa e son convinti davvero di quel che fanno da 30 anni in qua: peraltro nessuno li bombarda, l’Iran non è la Siria o la Libia, l’Iran è un osso duro da sempre… quanto al resto, mi pare che la esagerino, è ovvio, ma per favore basta col relativismo culturale.

 

  • Mauro Giovanelli Andra tuparli di cultur del pe e maari fosse daveo questa….ma nel quotidiano la donna e’ viste in altromodo e tnte si gestiscono di conseguenza…quante ne trovi su 100 che se escono la lela sera nn ensano a “farsi belle”??? E anche questa e’ la nostra cultura…anche come dice Simoa il tacco 12 oggi e’ notra cultura…io dico purtroppo,altri lo trovano normale,come del resto anche tante donne pensano sia normalita’ questo…nel mondo islamico,mole donne pensano sia normalita’ sedersi in terra o quando si beve il the gli uomin in una stanza e le donne in un altra…a me molte hanno detto”per fortuna”…qui s’incazzano….
  • Persiceto CaffeE queste:

    foto di Persiceto Caffe.
  • Simona Trinchera Caro Andrea Cotti, è anche mia la vostra cultura, quindi la definisco la Nostra Cultura, ma è essenziale diffonderla tra i giovani e i bambini, attraverso le scuole o i luoghi dove si incontrano, perchè temo che ci sia una grande confusione in merito. Le immagini e la TV mostrano il contrario ed è innegabile che queste possano avere un ruolo “didattico” per i giovanissimi. Io sono cresciuta con le reti di Berlusconi, che trovavo maggiormente attraenti rispetto alla Rai, ma sono stata fortunata perchè leggevo molto anche da bambina e i miei genitori mi hanno sempre insegnato a ragionare con la mia testa. Temo che molti miei coetanei non babbiano avuto la mia stessa fortuna…

  • Massimiliano Navacchia Non vedo cosa ci sia di male, quando non costretta, in una donna che vuole indossare un tacco di 12 cm, magari proprio per sovrastare di qualche cm l’immagine dell’uomo che le sta accanto. Chi ha detto che in una coppia l’uomo debba sovrastare in altezza la donna, nelle foto, nelle immagini e nel marketing di coppia?

  • Andrea Cotti Entrando nel tema … mi appare strano voler leggere nell’immagine (e nello sdegno da essa suscitato) un voler primeggiare o dar lezioni di civiltà.
    Come già detto, ogni civiltà ha aspetti positivi e negativi; conosciamo purtroppo bene quelli della nostra e nell’immagine d’apertura ne vediamo raffigurato uno tipico dei paesi islamici.
    L’argomento dunque, cari amici, mi sembra l’emancipazione femminile, i sacrosanti diritti delle donne e la parità di genere, non l’ergersi a fenomeni sputtananti altre civiltà.
    … E mi appare sospetto il deviare la discussione su questa ultima divagazione, che i modi di esprimere maschilismo e/o razzismo sono infiniti.

  • Simona Trinchera Massimiliano Navacchia (è per ridere) prova anche tu il tacco 12, poi dimmi come ti senti Anche se poi ognuno/a è libero/a di fare ciò che vuole, io non sono qui ad ergermi a moralista, ci mancherebbe altro… diciamo che ognuno ha diversi modi di godersi la vita, e per me c’è più gusto a ballare scalza, piuttosto che con i tacchi, perchè mi sento maggiormente libera di esprimermi o se voglio farmi un giro a Bologna (che amo) be’ preferisco godermela indossando jeans e scarpe da tennis, piuttosto che in ghingheri e poi, dopo poche centinaia di metri, soffrire con i piedi e non vedere l’ora di tornare a casa… sto uscendo dal seminato, lo so, ma questo mi fa un po’ interrogare su ciò che possano essere le priorità del singolo…
  • Beatrice Mariani Tutte donne onorevoli e magnifiche, ma oggi, nel 2013, di donne che non desiderano fare sfilate, concorsi, veline quant’altro si contano sulle dita di una mano. Scommetto sul fatto che ognuno di voi abbia sentito almeno una volta dire ad una ragazza, “voglio partecipare ad un concorso di bellezza”, “che figo sarebbe fare la velina”, adesso se sei una donna “normale” non esisti. Il problema è che difficilmente gli uomini se ne rendono conto perchè obiettivamente non lo vivono (e non è per fare sessismo), per esempio, i canoni di bellezza nella nostra società non vi sembrano un “imposizione” da parte di un pensiero malato? Bisogna ammettere che è più facile che un uomo si giri quando passa una donna sui tacchi e bella scollatura piuttosto che la stessa donna in scarpe da tennis e jeans, non vi sembra una mentalità sbagliata? Di conseguenza a questo ci e vi vendono donne nude come in macelleria per vendervi del dentifricio, che con un sedere o un seno non c’entra nulla. E’ proprio il principio di base che è sbagliato, nella maggior parte delle culture, bisognerebbe cambiare totalmente mentalità.

  • Persiceto CaffeSeppellire fino al collo una donna e poi lapidarla non è civiltà.

    foto di Persiceto Caffe.

  • Persiceto CaffeIn un Paese capace però di generare eroine:

    foto di Persiceto Caffe.

  • Beatrice Mariani (su questo non c’è ovviamente nulla da discutere)

  • Massimiliano Navacchia ma tu vuoi che non io non l’abbia mai provato?
    sai che male provare un tacco 12 girando in un negozio *alquanto* famoso con il mio piede 44/45 in un 43?
    Mi ha fatto male dopo 3 secondi.

    Io comunque parlavo per i ricevimenti ufficiali, in cui non ho mai visto nessuna donna in jeans e scarpe e comunque io vado (anzi andavo quando mi invitavano) ai ricevimenti in jeans e polo, quindi per me una donna può andarci come vuole, con i tacchi 12 o in stile “femen”

  • Simona Trinchera Che bello sapere di un uomo che sia entrato nelle scarpe di una donna

  • Persiceto Caffe Belli i contributi alla discussione scritti da donne islamiche, suggeriti da Maurizio Bigiani:                                                                                     http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=968

    http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=191

    http://www.atlasorbis.it/con-il-vento-tra-i-capelli/375-malala-il-simbolo-della-forza-delle-donne.html

    http://www.adelphi.it/libro/9788845903793#.Uhyqy6r_gRY.facebook


  • Marco Cotti Medioevo!
  • Mauro Serra Trovo questa foto drammatica. Questo è quanto accade quando uno Stato rinuncia ad una sua regola fondamentale: LA LAICITA’! Qualsiasi religione non può porre i suoi dogmi ad un popolo. E questo principio, che è il principio delle società occidentali, deve essere richiesto con intransigenza, a chi cerca nel nostro Paese una vita migliore.

  • Lucio Rizzi loro si avvalgono della democrazia x mantenere le loro tradizioni nell’occidente . laicità !!
  • Persiceto Caffe Condividendo quanto affermato da Mauro sulla laicità, sarei per osservare che questa mostruosità non è frutto della religione islamica, che in passato ha mostrato là posizioni tolleranti e civilissime, (e tutt’ora in molti Paesi del mondo) ma dalle sue degenerazioni integraliste e fanatiche, utili solo ai regimi dittatoriali che se ne servono per tenere soggiogati quei popoli.
  • Andrea Cotti La degenerazione integralista dell’Islam è lo strumento che il komeinismo ha usato (ed usa) nei Paesi arabi per tenere saldo il controllo delle masse. La Persia e ad esempio l’Afganistan pre komeinisti non mostravano certo queste devastazioni del senso etico e della civiltà e la conseguente ghettizzazione violenta della donna: http://www.ilfoglio.it/zakor/272

    foto di Andrea Cotti.
  • Persiceto Caffe Volendo quindi tentare una sintesi:

    * le differenti civiltà, le culture e le religioni sono rispettabilissime e vanno rispettate.

    * ghettizzare e sottomettere un genere, privandolo di diritti e dignità NON è civiltà.

    * le mostruosità imposte alle donne nei Paesi islamici non sono dovute a quella religione, ma alla sua degenerazione integralista, indispensabile e voluta dai regimi là dominanti per mantenere il potere e il controllo sulla popolazione.

    * tentare di “contestualizzare” o comunque accettare questo stato di cose è esserne complici.

    * strumentalizzare la degenerazione fanatico-integralista voluta e imposta dai Rais locali come condanna di un popolo … è razzismo.

:)

Del nano facciamo salsiccia

E’ bello qualche volta fare cenette a salsiccia in compagnia di amici e parenti. Noi che come tanti abbiamo lavorato una vita,  che  dopo più di quaranta anni di mal di schiena campiamo con una pensione che se non avessimo la casa di nostro non si sopravviverebbe.
Ci dissero che era inutile protestare in piazza per i nostri diritti, per i diritti dei proletari, degli sfruttati. Ci dissero che la rivoluzione armata era un’utopia, che c’era già una Costituzione che era stata guadagnata col sangue dei nostri padri i quali avevano combattuto per noi. Che gli italiani la rivoluzione non la volevano perchè tutto sommato la sera, dopo il lavoro, volevano guardare la partita in TV con mutandone ascellare, frittata megatronica e rutto libero tipo Fantozzi.

Era il periodo che De Andrè cantava “la storia di un impiegato”.
Anche il PCI ci disse che bisognava accettare il capitalismo, la NATO, la coca cola.
E allora lo abbiamo accettato.
Tanti di noi hanno iniziato con una azienda famigliare, facendo mutui, sacrifici, lavorando giorno e notte, accettando le “regole” del mercato, pensando al futuro dei nostri figli e cercando di garantirsi una vecchiaia che non fosse troppo miserevole.
Abbiamo avuto i nostri momenti di “gloria”. Le grandi aziende di robotica per cui lavoravamo, fiore all’occhiello della nazione, ci dicevano che eravamo indispensabili. Che la vera forza erano i piccoli artigiani, o meglio l'”indotto”.

Quando è arrivato il momento di chiudere bottega lo abbiamo fatto. Perchè la nuova frontiera era diventata la Romania. Perchè là c’erano degli ex comunisti che avevano voglia di coca cola  e che lavoravano a meno di metà stipendio,  disposti a respirare i gas della ghisa senza protestare.
Sapevamo che sarebbe potuto succedere,  abbiamo chiuso  e  non ci siamo impiccati.
Resta la rabbia della consapevolezza di tanta professionalità buttata nel cesso. Tanti artigiani, gente capace di costruire dal nulla miracoli di tecnologia segregati alla bocciofila e ad una misera pensione (per chi ci è arrivato).

Non abbiamo mai sognato vacanze a Saint Tropez, pellegrinaggi al casinò di Monte Carlo e serate al billionaire.
Ci basta ogni tanto la salsicciata col nocino a fine pasto e  quattro risate nonostante qualche pizzicotto di zanzara.
Ci consideriamo fortunati perchè abbiamo vissuto un periodo storico di pace, perchè abbiamo la salute e adesso ce ne stiamo a leggere e scrivere sui nostri blog e su FB col mal di schiena e le vene varicose.

Ci siamo molto arrabbiati quando siamo stati traditi dai politici in cui credevamo, quando abbiamo avuto consapevolezza della china oscura che stava attanagliando la nostra Patria.
Ma anche noi stiamo qui. Non ce ne andiamo.
Perchè i nostri padri non sono morti invano. Perchè la legge DEVE essere uguale per tutti. Perchè la polizia che oggi sta davanti a casa tua per proteggerti, quella polizia che hai usato per portarti  a casa i papponi e le puttane, quella polizia che tu hai mandato a massacrare i ragazzi della Diaz, quella polizia che ci menava nelle piazze degli anni ’70, deve essere quella polizia che deve applicare la legge.

E se non ti mette in galera lei, ti veniamo a prendere noi perchè siamo ancora vivi e vispi nonostante i trigliceridi e il colesterolo.
E stai tranquillo che del tuo “esercito” facciamo tutta salsiccia.
Siamo pratici.

Ai piddini che cadrebbero con lui

Berlusconi Silvio è stato condannato.   Il 9 settembre sapremo se decadrà dalla sua carica di Senatore. E’ d’obbligo in questo momento, però, ricordare ai Parlamentari PD che stanno tentando di tutto per salvarlo, tutte le 37 leggi ad personam che si è costruito dal 1994 fino ad oggi, cioè nel periodo di tempo che lui stesso ha definito come “la guerra dei vent’anni”  (e di cui i media di dimenticano SEMPRE). La guerra alla magistratura e alla legalità, ovviamente. Quelli che andremo ad elencare sono i provvedimenti, raccolti da “Libertà e Giustizia”, di cui hanno giovato le sue aziende o lui direttamente. E il quadro che ne esce è tutt’altro che edificante.

1994, DECRETO BIONDI – Si tratta di un provvedimento che fu approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I. Che prese il nome dell’allora ministro della Giustizia Alfredo Biondi. Nel testo di legge si vietava la custodia cautelare in carcere (trasformata negli arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, comprese la corruzione e la concussione. Avveniva mentre alcuni ufficiali della Guardia di Finanza confessano di essere stati corrotti da quattro società del gruppo Fininvest (Mediolanum, Videotime, Mondadori e Tele+) e sono pronte le richieste di arresto per i manager che hanno pagato le tangenti. Il decreto impedisce cioè di arrestare i responsabili e provoca la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 sono colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Pierr Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina).

1994, LEGGE TREMONTI – Il decreto n.357 approvato dal Berlusconi I il 10 giugno 1994 detassa del 50% gli utili reinvestiti dalle imprese, purchè riguardino l’acquisto di “beni strumentali nuovi”. Il tutto per avvantaggiare la neonata società Mediaset (che contiene le tv Fininvest scorporate dal resto del gruppo in vista della quotazione in Borsa).  Con questa  legge furono risparmiati 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per film d’annata: che non sono beni strumentali, ma immateriali, e non sono nuovi, ma vecchi. L’illegalità fu sanata  il 27 ottobre 1994 con una circolare “interpretativa” in cui si  , estendeva  il concetto di beni strumentali a quelli immateriali.

1997, LEGGE MACCANICO – La legge Mammì del 1994 viene dichiarata incostituzionale. Non si possono tenere più di due reti tv sull’analogico terrestre e Rete 4 dovrebbe passare sul satellite.Grazie però alla legge del ministro delle poste e delle telecomunicazioni Antonio Maccanico, in forza al Governo Prodi I l’ostacolo venne aggirato. Secondo questa legge gli editori di tv, come stabilito dalla Consulta, non potranno detenere più del 20% delle frequenze nazionali disponibili, dunque una rete Mediaset è di troppo. Ma a far rispettare il tetto dovrà provvedere la nuova Authority per le comunicazioni (Agcom), che potrà entrare in azione solo quando esisterà in Italia “un congruo sviluppo dell’utenza dei programmi televisivi via satellite o via cavo”.  E Rete 4 si salva in barba alla consulta.

1999, LEGGE D’ALEMA – L’Agcom si mette in opera solo nel 1998. Presenta il nuovo piano per le frequenze tv e bandisce la gara per rilasciare le 8 concessioni televisive nazionali. Rete 4 perde la concessione e la vince Europa 7Che fa il governo D’Alema? Concede un’abilitazione provvisoria a Mediaset per seguitare a trasmettere senza concessione e la tv di Francesco Di Stefano per dieci anni si vede negare le frequenze tv alle quali aveva diritto per legge.

1999, LEGGE PREVITI – Berlusconi e Cesare Previti erano imputati per corruzione nell’ambito dei processi Mondadori, Sme-Ariosto e Imi-Sir. Entrambi  vogliono liberarsi del gip milanese Alessandro Rossato, che ha firmato gli arresti dei magistrati corrotti e degli avvocati Fininvest Pacifico e Acampora e che ha pure disposto l’arresto di Previti (arresto bloccato dalla Camera, a maggioranza Ulivo). Rossato in veste di gup doveva svolgere le udienze preliminari dal 1999. Ed ecco che su proposta dell’avvocato Guido Calvi, legale di Massimo D’Alema, il centrosinistra approva una legge che rende incompatibile la figura del gip con quella del gup: il giudice che ha seguito le indagini preliminari non potrà più seguire l’udienza preliminare e dovrà passarla a un collega. Fu così le udienze preliminari Imi-Sir e Sme, già iniziate dinanzi a Rossato, proseguono sotto la sua gestione e si chiuderanno a fine anno con i rinvii a giudizio degli imputati. Invece quella per Mondadori, non ancora iniziata, passa subito a un altro giudice, Rosario Lupo, che proscioglie tutti gli imputati per insufficienza di prove. Su ricorso della Procura, la Corte d’appello li rinvierà a giudizio tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi, dichiarato prescritto grazie alle attenuanti generiche.

2001, LEGGE ROGATORIA – Siamo nel 2001 quando Berlusconi torna ufficialmente al governo. Anche se grazie a Massimo D’Alema sembra che non sia mai uscito da Palazzo Chigi. Il suo  però è un ritorno in grande spolvero. Infatti non appena rientra fa subito approvare una legge che cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani. Comprese quelle che provano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti e company. Erano ormai mesi che si chiedeva al Tribunale di Milano di cestinare i bonifici bancari svizzeri a causa di errori di forma. Il tribunale ha sempre respinto le loro istanze che magicamente però diventano legge. E tutto questo avviene con la scusa di  ratificare la convenzione italo-svizzera del 1998 per la reciproca assistenza giudiziaria (dimenticata dal centrosinistra per tre anni).  E’ il 3 ottobre 2001  quando la Cdl vara la legge 367 che stabilisce l’inutilizzabilità di tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano “in originale” o “autenticati” con apposito timbro, che siano giunti via fax, o via mail o brevi manu o in fotocopia o con qualche vizio di forma.

2001, MANDATO DI CATTURA EUROPEO – Il Governo Berlusconi, unico in Europa, si rifiuta di ratificare il mandato di cattura europeo solo relativamente ai reati finanziariIl tutto per sfuggire all’arresto per l’inchiesta spagnola su Telecinco. L’Italia recepirà la norma nel 2004.

2001, IL GOVERNO SPOSTA IL GIUDICE – Un provvedimento che arriva il 31 dicembre in piena distrazione dal CapodannoFu allora che il ministro della Giustizia Roberto Castelli su istanza dei difensori di Cesare Previti nega, contro ogni legge, la proroga in Tribunale al giudice Guido Brambilla che è membro del collegio che conduce il processo Sme- Ariosto. Il magistrato viene trasferito al tribunale di sorveglianze e i processi avviati devono ripartire da zero davanti a un nuovo collegio. E’ la Corte d’appello a evitare il tracollo rispedendo Brambilla in tribunale fino alla fine dell’anno.

2001, LA TASSA DI SUCCESSIONE – Il 28 giugno 2001 il governo Berlusconi abolisce la tassa di successione per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire.  Guarda caso il premier ha cinque figli e beni stimati in 25mila miliardi di lire.

2002, LA LEGGE SUL FALSO IN BILANCIO – Siamo al 2002 e Silvio Berlusconi ha cinque processi per falso in bilancio. Cosa si pensa di fare per evitare guai? La sua maggioranza già il 28 settembre 2001 pensa a come far approvare la legge delega numero 61 che chieda al governo la riforma dei reati societari.Che nel 2002 diventa realtà. Ecco le conseguenze dello scempio made in Berlusconi: pene abbassate da 5 a 4 anni per le società quotate e addirittura a 3 per le non quotate (prescrizione più breve, massimo 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per le non quotate; e niente più custodia cautelare né intercettazioni); rendono il falso per le non quotate perseguibile solo a querela del socio o del creditore; depenalizzano alcune fattispecie di reato (come il falso nel bilancio presentato alle banche); fissano amplissime soglie di non punibilità (per essere reato, il falso in bilancio dovrà superare il 5% del risultato d’esercizio, l’1% del patrimonio netto, il 10% delle valutazioni. Così tutti i processi al Cavaliere per falso in bilancio vengono cancellati.

2002, LEGGE CIRAMI – Spostare i processi a Brescia è una fissazione di Berlusconi e Previti. La prima richiesta arriva nel 2002. Già allora sostenevano che a Milano i giudici fossero prevenuti. Per farlo al meglio introducono il concetto di legittima suspicione.Che consiste nel traghettare i processi nei cosiddetti “porti delle nebbie” per motivi di ordine pubblico.  E’ la legge Cirami n. 248, approvata definitivamente il 5 novembre 2002. Ma nemmeno questa funziona: la Cassazione, nel gennaio 2003, respinge la richiesta di trasloco: il Tribunale di Milano è sereno e imparziale

2002, CONDONO FISCALE – La finanziaria 2003 varata nel dicembre 2002 contiene il condono tombale. Berlusconi sostiene che non ne farà uso ma tutto questo risulta essere falso. Mediaset ne approfitta per sanare le evasioni di 197 milioni di euro contestate dall’Agenzia delle entrate pagandone appena 35.  Berlusconi usa il condono per cancellare con appena 1800 euro. un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano.

2002, LEGGE SALVA MILAN – Con il decreto 282/ 2002 convertito in legge il 18 febbraio il governo Berlusconi ha consentito alle società di calcio , quasi tutte indebitatissime di ammortizzare sui bilanci del 2002. Il Milan così risparmia 242 milioni di euro.

2002, LEGGE FRATTINI – Il 28 febbraio 2002 la Casa della Libertà approva la legge Frattini sul conflitto di interessi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle. Unica conseguenza per il premier è quella che deve lasciare la presidenza del Milan

2003, CONDONO – Col decreto 143 del 24 giugno 2003, presunta “interpretazione autentica” del condono, il governo ci infila anche coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta. Cioè il governo Berlusconi salva anche i 9 coimputati del premier, accusati nel processo Mediaset di averlo aiutato a evadere con fatture false o gonfiate.

2003, LODO MACCANICO SCHIFANI – Ancora una volta è il tema giustizia a farla da padrone. Mentre le sentenze Sme e Mondadori si avvicinano, su proposta del senatore della Margherita Antonio Maccanico il 18 giugno 2003 la Casa della Libertà approva la cosiddetta legge Schifani che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del senato, del Consiglio e della Corte costituzionale. I processi a Berlusconi si bloccano in attesa che la Consulta esamini le eccezioni di incostituzionalità sollevate dal Tribunale di Milano. Ripartono nel gennaio 2004, quando la Corte boccia la legge.

2003, LEGGE GASPARRI – Arriva nel 2003 la terza legge salva Rete 4 ed ha la firma del ministro delle telecomunicazioni Maurizio Gasparri. Rete 4 deve essere spenta e passare sul satellite. Sappiamo bene che non avvenne. Cosa si inventarono?  Rete4 può seguitare a trasmettere “ancorchè priva di titolo abilitativo”, cioè anche se non ha più la concessione dal 1999. Il tetto antitrust del 20% sul totale delle reti non va più calcolato sulle 10 emittenti nazionali, ma su 15 (compresa Telemarket). Dunque Mediaset può tenersi le sue tre tv.

2003, SALVA RETE 4 – Mancano due settimane allo spegnimento di Rete4. Alla vigilia di Natale, Berlusconi firma un decreto salva-Rete4 (n.352) che concede alla sua tv l’ennesima proroga semestrale, in attesa della nuova Gasparri.

2003, PLUSVALENZE ESENTASSE – E’ il 2003 quando Tremonti ha varato una riforma fiscale che detassa le plus valenze da partecipazione. La riforma viene subito utilizzata dal premier nell’aprile 2005 quando cede il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di tasse.

2004, LEGGE GASPARRI 2 – La nuova legge approvata il 29 aprile 2004 è molto simile a quella bocciata dal Quirinale. Assicura che Rete 4 non sfora il tetto antitrust perché entro il 30 aprile 2004 il 50% degli italiani capteranno il segnale del digitale terrestre che garantirà loro centinaia di nuovi canali. Poi però si scopre che, a quella data, solo il 18% della popolazione riceve il segnale digitale. Ma poi l’Agcom dà un’interpretazione estensiva della norma: basta che in un certo luogo arrivi il segnale digitale di una sola emittente, per considerare quel luogo totalmente digitalizzato. Rete4 è salva, Europa 7 è ancora senza frequenze.

2004, DECODER DI STATO – Il tutto nasce per gonfiare l’area del digitale terrestre. La finanziaria per il 2005 varata nel dicembre 2004  prevede un contributo pubblico di 150 euro nel 2004 e di 70 nel 2005 per chi acquista il decoder per la nuova tecnologia televisiva. Fra i principali distributori di decoder c’è Paolo Berlusconi, fratello di Silvio titolare di Solaris (che commercializza decoder Amstrad). Anche nell’anno precedente c’è una nuova legge che per Mediaset si rivela un vero e proprio affarone. Mediaset trasmette partite di calcio a pagamento ma allo stesso tempo teme il mercato nero delle tessere taroccate. Il 15 gennaio 2003, il governo che ha depenalizzato il falso in bilancio porta fino a 3 anni con 30 milioni di multa la pena massima per smart card fasulle per le pay tv.

2004, AUTORIDUZIONE FISCALE – Nel 2003 Berlusconi risulta il 45esimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 5,9 miliardi di dollari.  Nel 2005 balza al 25° posto con 12 miliardi. Così, quando a fine 2004 il suo governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, “L’espresso” calcola che Berlusconi risparmierà 764.154 euro all’anno.

2004, VILLA ABUSIVA CON CONDONO – Mentre il 6 maggio 2004 la Nuova Sardegna svela gli abusi edilizia a Villa Certosa Berlusconi fa approvare due decreti.  Con il primo stabilisce l’approvazione del piano nazionale anti-terrorismo e contiene anche un piano (segretato) per la sicurezza di Villa La Certosa. Il secondo individua la residenza di Berlusconi in Sardegna come “sede alternativa di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio e per la continuità dell’azione di governo”. Ed estende il beneficio anche a tutte le altre residenze del premier e famiglia sparse per l’Italia. Così si bloccano le indagini sugli abusi edilizi nella sua villa in Costa Smeralda. E’ il 2008 quando il tribunale di Tempio Pausania chiude il procedimento per gli abusi edilizi perchè in gran parte condonati grazie a un decreto voluto dal mero proprietario della villa.

2005, AD MEDIOLANUM – Forza Italia nonostante l’opposizione del ministro del welfare Roberto Maroni ha imposto una serie di norme favorevoli alle compagnie assicurative nella riforma della previdenza integrativa. Fra le quali lo  spostamento di 14 miliardi di euro verso le assicurazioni a beneficio anche di Mediolanum, di proprietà di Berlusconi e Doris. Tra queste anche  lo slittamento della normativa al 2008 per assecondare gli interessi della potente lobby degli assicuratori (di cui Mediolanum è una delle capofila).

2005, AD MONDADORI 1 – E’ il 9 giugno 2005 quando il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ha stipulato un accordo con le poste per il servizio Poste Scuola. A beneficiarne la Mondolibri Bol che per il 50% è posseduta da Arnoldo Mondadori Editore di cui è mero editore.

2005, AD MONDADORI 2 – E’ l’otto febbraio quando scatta l’operazione E book per cui il governo stanzia 3 milioni di euro. I ministri Moratti e Stanca affideranno la sperimentazione proprio a Mondadori e Ibm: la prima è di Berlusconi, la seconda ha avuto come vicepresidente Stanca fino al 2001.

2005, LEGGE EX CIRIELLI – Il 29 novembre 2005 la Casa della libertà vara la legge ex Cirielli. A che serve? A niente altro che a ridurre la prescrizione per gli incensutati e a trasformare la detenzione in arresti domiciliari per gli ultrasettantenni quindi ad hoc per Berlusconi e Previti.  La legge porta i reati prescritti da 100 a 150 mila all’anno, decima i capi di imputazione del processo Mediaset (la frode fiscale passa da 15 a 7 anni e mezzo) e annienta il processo Mills (la corruzione anche giudiziaria si prescrive non più in 15, ma in 10 anni).

2006, LEGGE PECORELLA – Salvato dalla prescrizione nel processo Sme, grazie alle attenuanti generiche, Berlusconi teme che in appello gli vengano revocate, con conseguente condanna. Per questo motivo il suo avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, fa approvare la legge che abolisce l’appello, ma solo quando lo interpone il pm contro assoluzioni o prescrizioni. In caso di condanna in primo grado, invece, l’imputato potrà ancora appellare. Il presidente Ciampi respinge la Pecorella in quanto incostituzionale.

2006, SALVA DIRITTI TV – Siamo ai diritti del calcio. E’ qui che Forza Italia blocca il ddl appoggiato da tutti gli altri partiti di destra e di sinistra per modificare il sistema di vendita dei diritti tv del calcio. Tutto questo con la scusa di non penalizzare le società minori ma con un sistema tutto a vantaggio di Juventus, Milan e Inter.

2006, L’INDULTO – Era il luglio 2006 quando centrosinistra e centrodestra approvano l’indulto Mastella con il voto contrario di Idv, An, Lega, astenuto il Pdci. Si tratta di una norma che prevede  3 anni di sconto di pena a chi ha commesso reati prima del 2 maggio di quell’anno. Lo sconto vale anche per i reati contro la Pubblica amministrazione (che sul sovraffollamento della carceri non incidono per nulla), compresa la corruzione giudiziaria. Ne beneficia  Previti  che altrimenti resterebbe agli arresti domiciliari. Una nuova legge ad personam che regala anche al Cavaliere un “bonus” di tre anni da spendere nel caso in cui fosse condannato in via definitiva come è avvenuto ora per il processo Mediaset.

2008, LODO ALFANO – Siamo nel 2008 alla vigilia della sentenza nel processo Berlusconi Mills. Il pdl tornato al Governo e approva il lodo Alfano che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio. Soprattutto del Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta boccerà anche quello in quanto incostituzionale.

2008, PIU’ IVA PER SKY – Siamo al 28 novembre 2008 quando  il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%. L’anno successivo nel 2009 sempre il Governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot.

2009, PIU’ AZIONI PROPRIE – Era nel 2009 quando il Governo aumentò dal 10 al 20% la quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La norma viene subito utilizzata dalla Finivest per aumentare il controllo su Mediaset.

2010, AD LISTAM – Le liste del Pdl sono state presentate fuori tempo massimo nella regione Lazio  e senza timbri di autenticazione a Milano. E’ così che il governo vara un decreto “interpretativo” che stravolge la legge elettorale, sanando ex post le illegalità commesse per costringere il Tar a riammetterle. Ma non si accorge che, nel Lazio, la legge elettorale è regionale e non può essere modificata da un decreto del governo centrale. Così il Tar ribadisce che la lista è fuorilegge, dunque esclusa.

2010, LEGITTIMO IMPEDIMENTO – Berlusconi non sapeva  più come bloccare i processi Mediaset e Mills, Per questo fa approvare il 10 marzo 2010 una legge che rende automatico il “legittimo impedimento” a comparire nelle udienze per sé stesso e per i suoi ministri, il tutto per una durata di 6 mesi, prorogabili fino a 18. Basterà una certificazione della Presidenza del Consiglio e i giudici dovranno fermarsi, senza poter controllare se l’impedimento sia effettivo e legittimo.

2011, LEGGE CONTRO VERONICA – Tua moglie ti lascia perché non sopporta più il tuo stile di vita? Ebbene pagano i suoi figli. Con una modifica della norma sulla quota legittima che regola la gestione delle eredità, inserita nel decreto sviluppo. La misura voluta da Berlusconi, e non ancora approvata, prevede, che la metà della quota di 2/3 destinata ai figli dovrà essere divisa in parti uguali e l’altra metà potrà invece essere destinata dal genitore a uno o più figli a scelta. L’obiettivo di Berlusconi è quello di evitare che, ripartendo in quote uguali le azioni Fininvest tra Barbara, Eleonora e Luigi, pargoli di Veronica, possano unirsi e mettere in minoranza Marina e Piersilvio i figli di primo letto considerati i prediletti di papà.

Le ammazziamo per amore

Con il caldo la violenza degli uomini aumenta ancora di più.

Sparate o prese a bottigliate, strangolate o accoltellate, in questi giorni di agosto gli uomini stanno ammazzando 2-3 donne al giorno. Per amore dicono.

L’otto agosto il Governo Letta sostenuto dal delinquente abituale (e dalla Mussolini, dalla Santanchè, da Giovanardi e Gasparri, e poi da Brunetta ecc.) ha varato il Decreto Legge sontro il femminicidio, e difatti nei giorni subito successivi sono più che raddoppiati.

Ma davvero pensiamo che un Decreto accettato dal pregiudicato per prostituzione minorile, colui che fin dalle tette di Colpo Grosso/Smaila su Canale 5 di 35 anni fa umilia le donne e le impone ai maschietti come un prodotto commerciale da usare e gettare …  possa essere efficace?

Questo è un decreto repressivo e non si otterrà nulla se non si interviene sulla prevenzione. Dalla scuola alla formazione degli educatori, dai libri di testo delle elementari all’educazione al genere, all’affettività, alla sessualità, così da insegnare ai maschietti che non sono padroni delle loro donne e che esse non sono merce pubblicizzata in TV da comprare.  Ma di questo si guardano bene anche solo di parlarne.

In quel Decreto non si parla di centri antiviolenza, e ovviamente non si prevede nè che si creino dove non ci sono nè che si finanzino gli esistenti. Poi non si parla di centri di educazione per uomini violenti; non si vuole cioè fermarli, formarli e prevenire le  violenze, ma si spinge per una sempre comoda contrapposizione, alimentando la guerra dei sessi, fornendo a chi è solo infastidito dalla parola femminicidio ottimi argomenti per ritenere solo ostile quel Decreto.

Non si accenna ad osservatori per monitorare i femminicidi, rendendo pubblici i dati reali di quanti sono e come avvengono. Ad ora le indagini statistiche appaiono incomplete e generiche. E quindi manipolabili, … contestualizzabili.

Pericolosa l’imposizione della non revocabilità della querela che impedisce alla vittima di revocare la denuncia senza prevedere concrete garanzie di protezione alla querelante; se lo Stato non intende garantire la protezione della denunciante la mette seriamente a rischio, in quanto la stragrande maggioranza dei casi, dopo la querela la situazione per chi ha subito violenze comincia a peggiorare.

Disgustoso poi che in quel Decreto siano inserisce misure repressive nei confronti della lotta NoTav; il governo fa passare una misura meramente repressiva (finalizzata esclusivamente agli interessi della Coop CMC) con la scusa di norme in difesa delle donne.

E poi quel Decreto è uno spudorato fiore all’occhiello di cui si fregia (e cerca legittimità) un Governo incapace e conservatore, che con toni paternalistici, rassicuranti e consolatori  ha solo strumentalizzato la lotta di chi si oppone ai femminicidi e alla violenza sulle donne.

 

Dal 1975:                                                                                         A ieri:

  Come costruire un popolo di maiali

 

 

 

 

 

 

 

 

E come dare loro l’esempio

(da notare: ha una mano sotto il golfino, sul seno, e l’altra tra le gambe dell’altra ragazza)