Digital divide a Persiceto

Il digital divide (divario digitale) è il pesante divario che c’è tra quei cittadini che oggi possono accedere alle nuove tecnologie di comunicazione e scambio d’informazioni, come  internet ed i personal computer,  e chi invece questo accesso non l’ha.

I motivi di questa divisione in Italia sono prettamente politici. In scandinavia oltre il 90% dei cittadini usa internet; nei Paesi industrializzati la media si aggira sul 70%; in Italia non superiamo il 45% e siamo fermi a questo dato da sempre.  D’altra parte è noto come un Presidente del Consiglio che ha basato tutta la sua propaganda e tutta la fortuna delle sue aziende sulle TV (e quindi su di un livello di sviluppo, anche culturale, fermo agli anni ’80)  abbia fatto tutto il possibile per fermare lo sviluppo e la diffusione di internet in Italia.

Non ultimo la cancellazione dei fondi (800 milioni di €.) stanziati dal Governo Prodi nel 2006 per la realizzazione della Banda larga (voluta urgentemente anche da Confindustria in quanto consentirebbe una veloce trasmissione dei dati in modo simultaneo ma a costi molto bassi, aumentando l’effettiva velocità di connessione ed accesso) .

Recentemente il nostro Sindaco è stato invitato allo Smau di Milano per relazionare su progetti sperimentati nel Comune come, tra l’altro, proprio l’abbattimento del digital divide (l’estensione cioè della banda larga nel nostro Comune con le creazione di una rete wi-fi  [accesso senza fili] nelle aree pubbliche inizialmente del centro e quindi nelle zone industriali e fino alle Frazioni).

Riteniamo questo un argomento molto importante in quanto garantire un accesso alla rete veloce e a basso costo a tutti i cittadini significa offrire loro la possibilità di ottenere informazioni e dati, e in ultima analisi di comunicare e condividere conoscenza.

Cosa può significare questo progetto per i cittadini?
Un accesso veloce alla rete e a basso costo ma diffuso in tutto il territorio comunale, frazioni comprese, non consente solo ad esempio di vedere un video in alta definizione, ma significa che diventa possibile a tutti ricevere e spedire la posta, accedere ai Social, condividere immagini con familiari lontani o amici più vicini, diventando così parte dell’economia digitale.

Inoltre, con una banda larga minima aperta a tutti si possono spostare i pagamenti pubblici online da casa propria, senza dover andare in centro, fare code ecc. risparmiando soldi e tempo. Insomma, colmare il divario digitale, portare la Rete anche nelle nostre aree rurali e in quei luoghi dove c’è gente che semplicemente non ha ancora imparato ad usare il computer e consentire loro di partecipare, diventa un vero ed importante momento di democrazia.

Con un computer in casa o anche con Internet point in luoghi pubblici come i bar delle frazioni, diviene possibile per tutti pagare il bollo dell’auto online, o cercare un lavoro, ritrovare e contattare (parlare e vedere!) i parenti lontani, o mettere in vendita l’auto e ordinare un elettrodomestico,  fare cioè tutte quelle cose che oggi al 55% degli italiani non è ancora consentito fare con internet, e che ancora non sa fare online.

La scelta del nostro Comune non è solo una questione di altruismo o di buona amministrazione, ma si tratta di rendere la nostra città più operativa e funzionale. Che non è una città (o una Nazione) seria quella dove non si riescono a raggiungere contemporaneamente tutte le persone, e i cittadini non possono informarsi in tempo reale su quello che accade, o non sono in grado ad esempio di rispondere ad emergenze. Una città (o una Nazione) simile, semplicemente è un posto arretrato, dove NON investire.

Garantire l’accesso alla rete ad una percentuale altissima di cittadini offre anche all’Amministrazione un formidabile strumento di informazione in tempo reale sullo stato dei servizi (che Mazzuca ha in parte già messo in funzione nella sua pagina di Facebook). Sapere, ad esempio, se un certo treno è in funzione e sta viaggiando, quali strade hanno delle buche, dove si trova la posta più vicina, il numero di crimini commessi in una determinata area della città, dove sono custoditi i piani di emergenza anti-alluvione… Essere in possesso di questo tipo di informazioni in tempo reale può far prendere decisioni migliori insomma.

E poi c’è il discorso della trasparenza, che alcuni mettono al primo posto. In Gran Bretagna ad esempio sta diventando normale che i dati relativi alla spesa pubblica siano “aperti” e questo esempio è seguito dal nostro Comune che ad esempio pubblica in rete il Bilancio Comunale. Il Web diventa così il luogo dove tutti i persicetani possono verificare come vengono spesi i soldi dei cittadini … se possono usufruire di una connessione internet.

Altrimenti sono tagliati fuori da queste informazioni e servizi.

Ed ecco il digital divide.

Il divario digitale: c’è un vero abisso di opportunità e diritti tra coloro che hanno Internet e utilizzano il Web in modo efficace, e tutti gli altri che non possono fruire di questo servizio.

Di fatto, il collegamento alla Rete sta diventando così importante per l’umanità che ormai potremmo pensare all’accesso ad Internet come a un diritto universale


Commenti
Sono stati scritti 7 commenti sin'ora »
  1. avatarTiziana Ferrari - 16 novembre 2011

    Soprattutto chi vive nelle frazioni ha un grave problema con la connessione internet… e dalle scuole medie una parte dei libri sono sul web come voluto dall’ex ministro Gelmini (scusate se esulto per lex!)… questo crea proplemi abbastanza seri e costringe alcuni ragazzi ad andare in biblioteca… e dalle frazioni non è proprio comodo!!!

    Lascia un Commento
  2. avatarGabriele Tesini - 16 novembre 2011

    Mi sono informato presso il l’URP del Comune e gentilmente mi hanno informato che ancora non è operativo il progetto della connessione Wi-fi gratuito nei luoghi pubblici e ci vorrà ancora tempo. Ecco, il tempo, per l’Amministrazione anche quando ha belle idee da sviluppare, i tempi sono sempre biblici. Ma quando avremo la macchina pubblica che viaggia un po più spedita della posta tradizionale e che almeno si avvicini alla velocità delle e-mail?

    Lascia un Commento
  3. avatarTiziana Ferrari - 16 novembre 2011

    I tempi delle amministrazioni sono biblici, ma i ragazzi crescono veloci come la tecnologia… non si può restare indietro o saremmo sempre considerati “provincialotti”!

    Lascia un Commento
  4. avatarGiovanni Martini - 19 novembre 2011

    Gentilissima Signora Tiziana, l’ultima volta e unica che ho avuto la fortuna di incontrarla, mi sono lasciato scappare una frase di troppo e di questo chiedo venia, e mi cospargo il capo di cenere, scritto questo, hai tutte le ragioni di essere un po’ arrabbiata per la mancata connessione a internet, ma io sono fiero di essere considerato un “provincialotto”, siamo a detta di molti quelli che riescono a vivere una vita migliore dei cittadini, sempre chiusi in quei palazzoni a guardare televisione e a connettersi a internet, noi poveri paesani, ci basta andare in piazza e si trova sempre un amico con cui parlare, che è sempre meglio che stare a guardare il TG di Minzolini, o di Fede…….saluti…sono vecchio e vado all’antica, mi firmo sempre, “Giannino”

    Lascia un Commento
  5. avatarAndrea Cotti - 20 novembre 2011

    Il Progetto del Comune è davvero ambizioso ed innovativo:

    << “Una vita migliore e più semplice per i cittadini e gli utenti dei servizi”
    COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO –
    Internet per tutti: Pane e Internet

    – Il progetto Internet per tutti, promosso dal Comune di San Giovanni Persiceto, è un progetto che ha l’obiettivo da un lato di ridurre il digital divide nelle aree rurali e più isolate della città e dall’altro di offrire servizi di accesso gratuito wi-fi nelle aree di aggregazione come piazze, biblioteche, centri giovanili, stazione ferroviaria. Il tutto a costo zero per l’amministrazione che ha messo a bando infrastrutture (torri, tralicci, tetti) su cui gli operatori potranno installare i propri apparati e quindi commercializzare e fornire connettività a chi ne farà loro richiesta, soprattutto nelle zone che oggi più di altre accusano l’isolamento telematico. In cambio dell’uso di infrastrutture del Comune, l’Amministrazione chiede a chi si aggiudicherà la fornitura del servizio di installare e gestire punti di accesso gratuiti alla rete Internet in aree pubbliche dei centri abitati.” Gli accessi senza fili (wi-fi) permetteranno a tutti i cittadini di usare la rete gratuitamente senza che questo nuovo servizio comporti costi di gestione per l’Amministrazione. I punti di accesso wi-fi potranno poi essere incrementati con l’eventuale coinvolgimento di associazioni e commercianti che desiderino avere lo stesso servizio nelle proprie sedi o esercizi commerciali. Contemporaneamente alcune zone del territorio oggi in digital divide vedranno possibile la sottoscrizione di contratti di accesso a Internet a banda larga (con tecnologie wireless). Le richieste arrivate da quei cittadini che oggi non riescono ad ottenere un accesso Adsl ad Internet sono tante ma sul totale della popolazione si tratta di una minoranza, che però, giustamente, fatica a sopportare di non avere alcuna efficace possibilità di fruire del web in banda larga. Contemporaneamente, con la diffusione di smartphone e netbook, é sempre più prioritario offrire opportunità di accesso wi-fi nelle aree del paese più frequentate specie da ragazze e ragazzi. Internet però non è solo una cosa da giovani, ma una grande opportunità di conoscenza per tutti. L’innovazione tecnologica non può e non deve essere solo appannaggio di alcuni ed è proprio per questo che l’Amministrazione di Persiceto si sta impegnando per favorire l’accesso alla rete Internet per tutta la popolazione. Oltre ad estendere la banda larga dove oggi non arriva è altrettanto importante favorire l’apprendimento e l’uso del computer e di Internet per coloro che fino ad ora per età, professione o mancate opportunità sono rimasti esclusi. Per questo motivo il nostro comune, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, ha attivato il progetto Pane e Internet che prevede una serie di corsi gratuiti di alfabetizzazione informatica rivolti a persone oltre i 45 anni. I corsi partiti nello scorso settembre prevedevano due appuntamenti settimanali di 2 ore ciascuno per 5 settimane, per un totale di 20 ore di lezione, col supporto di diversi giovani studenti delle scuole persicetane che hanno fatto da tutor. L’alto numero di partecipanti e i loro commenti rilasciati alla fine del primo corso testimoniano il successo delle lezioni e l’entusiasmo degli allievi, tanto che l’amministrazione continuerà ad organizzarne altre edizioni anche nel 2011 e nel 2012 con l’intento di avere sempre più cittadini che visitano il sito internet del comune oltre che gli uffici e gli sportelli.

    Il Progetto del Comune, vincitore nella Categoria 1 del Premio-Egov PA Locale, secondo i loro calcoli doveva partire ad agosto scorso ed evidentemente qualcosa è andato storto.  :(

    Lascia un Commento
  6. avatarAndrea Cotti - 21 novembre 2011

    E anche con i Bimbi per il web siamo all’ultimo posto

    Nell’Italia berlusconizzata e paralizzata nei televisivi anni ’80, un genitore sa a che età è opportuno mettere i bambini davanti al web, e come regolarsi? Fino a che punto i genitori italiani sanno rapportarsi a questa nuova tecnologia? E la scuola e i professori fino a che punto sono preparati a fornire agli studenti un adeguato supporto nell’uso consapevole di internet? Un’indagine realizzata in 25 paesi europei dal Safer Internet Programme della Commissione Europea ha fornito alcune risposte.

    Bambini e adolescenti italiani hanno ben minori competenze digitali rispetto ai loro coetanei europei e ancor peggio i loro genitori. Pochissimi di fatto sono consapevoli dei rischi che corrono sul web i propri figli. Altri consapevoli di questa non conoscenza semplicemente si limitano a proibire il computer al figlio, ‘perchè è pericoloso’.

    Vediamoli i rischi dei bambini italiani:

    • L’81% dei genitori i cui bambini hanno ricevuto messaggi offensivi on line non ne è a conoscenza, contro il 56% della media europea;
    • il 67% dei genitori ignora che i propri figli hanno incontrato, faccia a faccia, persone conosciute on line, contro una media europea del 61%,
    • gli insegnanti italiani sono in Europa quelli meno coinvolti nelle attività on-line degli studenti (65% contro una media del 73%). 

    E’ evidente dunque l’esigenza di rafforzare le competenze digitali dei bambini e degli adolescenti italiani (e innanzitutto dei genitori) non solo per prepararli ad un futuro competitivo ma soprattutto per ridurre i rischi associati all’uso della rete. Per promuovere un uso più utile e sicuro del web appare centrale il ruolo della scuola sia per favorire una maggiore “alfabetizzazione digitale” sia per offrire un supporto conoscitivo ai genitori, spesso meno capaci dei figli di navigare sul web.

    Dall’indagine europea risulta infatti evidente come da noi si cominci a navigare più tardi (a 10 anni contro i 7 di Danimarca e Svezia) e da soli, nella propria stanza, senza la supervisione di un adulto. L’uso di internet nei bambini appare positivo: le attività riguardano per l’85% ricerche scolastiche, il 76% per guardare video, il 62% lo usa per comunicare con gli amici tramite messaggistica istantanea e in media il 59% degli intervistati (il 57% in Italia) ha un profilo personale su social network. Hanno profili personali il 26% dei ragazzi tra i 9-10 anni e il 49% tra gli 11 e i 12, fino ad arrivare al 73% tra i 13-14 anni e all’82% tra i 15-16 anni.

    E’ altresì evidente che non mancano le insidie. Il 41% dei ragazzi si è imbattuto in contenuti o contesti potenzialmente pericolosi, il 12% dichiara di esserne stato turbato. Pornografia, bullismo, sexting (messaggi o immagini a sfondo sessuale inviati da coetanei), incontri offline con persone conosciute online, contenuti inneggianti anoressia, odio, droghe, suicidio, internet addiction, riguardano una fetta altissima del campione.

    Ma purtroppo per quanto riguarda l’alfabetizzazione digitale e il possesso di specifiche competenze che garantiscono una maggiore sicurezza nella navigazione, i ragazzi italiani sono all’ultimo posto dopo la Turchia, preceduti da Romania, Ungheria, Cipro. Il dramma vero è quello dei genitori, in quanto al momento solo un 45% dichiara di usare internet e l’approssimazione e l’incompetenza nel fornire un PC ai figli dilagano.

    Due dati su tutti: il 73% dei genitori ritiene non vi siano nella rete pericoli di incontri che possano turbare i minori e nel complesso il 36% dei ragazzi ritiene di saperne di più su Internet rispetto ai propri genitori.

    E pure nulla scuola siamo ovviamente all’ultimo posto: il massimo coinvolgimento tra professori, rete e studenti si registra in Norvegia (97%) il minimo in Italia (65%). «Politiche orientate soltanto a limitare l’esposizione ai rischi online sono dannose perché rischiano di acuire il divario digitale – dicono dalla Sip – Occorre invece promuovere usi positivi della rete, fornire ai ragazzi le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare i rischi. La media education deve diventare una priorità dei percorsi formativi della scuola italiana».

    Occorre al più presto rendere la banda larga disponibile ovunque, mettere una lavagna interattiva multimediale in ogni classe, integrare i materiali didattici con gli e-book, avvicinare i bambini all’uso del PC fin dalle elementari, promuovere la formazione sulle nuove tecnologie di insegnanti e genitori, favorire e finanziare le lezioni sul web.

    Lascia un Commento
  7. avatarPersiceto caffè » Blog Archive » Che Persiceto vorremmo? - 26 novembre 2011

    […] Digital divide a Persiceto […]

    Lascia un Commento

Devi essere Registrato per poter laciare un commento!.