Su Renzi e la sinistra Pd

la unioneIeri (16/01/2017) ed anche l'altro ieri si è parlato molto dell'intervista che che l'ex primo ministro ed attuale segretario del PD Matteo Renzi ha rilasciato all'ex direttore di Repubblica Ezio Mauro e da quel quotidiano pubblicata domenica scorsa, e sono fioccati i commenti: poca autocritica, troppa autocritica e via celiando.

Anch'io avevo iniziato a ragionare in quei termini poi, complice anche un malessere stagionale che mi ha costretto a casa, ho iniziato a rifletterci sopra e la mia conclusione è che non è certamente un'intervista con un giornalista il "luogo" dove fare autocritica (ieri mattina in una trasmissione televisiva ho sentito un parlamentare del PD che affermava che a sinistra a volte di autocritica se ne fa troppa), e non so neppure se sia giusto ora fare "autocritica".

Per come la vedo io NON è ORA il momento di fare autocritica e non lo è per un motivo semplice e banale, NON è ancora stata fatta una analisi pubblica ed oggettiva sulle motivazioni che ha portato il PD a trazione renziana a, per usare un termine bersaniano, sbattere e sbattere violentemente, un'analisi aperta al contributo di tutti e non ricoscritta agli amici o agli amici degli amici. Non è stata fatta a livello di direzione del PD una disamina attenta e circostanziata della politica che questo partito ha proposto ed ha portato avanti, di come ha impostato i rapporti con i compagni di allenaza (N.C.D. di Alfano, A.L.A. di Verdini ecc.) e di come si sia appiattito sulle loro posizioni annicchilendo le voci critiche all'interno del suo stesso partito dimenticando che spesso sono più utili le critiche che i servilismi.

Forse non è questo il momento per un congresso del PD (credo che la sua data naturale sia il 2018), ma certamente ORA è il momento di definire che tipo di politica il PD vuole fare e che tipo di politici i militanti ed i funzionari del PD vogliono essere.

Ammiro quelle persone che pur essendo in disaccordo su tutta o quasi la politica proposta e fatta dalla segreteria Renzi, sia nel merito che nel metodo, rimangono all'interno di quel partito, questo per cercare col loro contributo di muovere la barra del timone un po più a sinistra, da quelle più visibili a quelle più nascoste che sono nei circoli periferici; e mi auguro che presto parta una disamina oggettiva della politica portata avanti dal PD almeno negli ultimi tre anni seguita da una discussione vera e seria che porti il PD a definire veramente una linea politica, quella linea politica che fin'ora non c'è stata o che io non ho visto dato che si percepivano solamente degli "spot", e che sarà poi compito del segretario, chiunque esso sia, portare avanti.


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