Elezione Consiglio della Partecipanza

Nella “Distinta degli Istrumenti esistenti nell’Archivio di S. Giovanni in Persiceto” sono elencati tra gli altri documenti una “locazione enfiteotica di Giovanni Vescovo di Bologna agli huomini di S. Giovanni“, databile 1170 e una “Concessione di Lottario III re de’ Romani agli huomini di S. Giovanni“, datata 1133.

La Partecipanza  di S. Giovanni in Persiceto nasce ufficialmente nel 1551. Prima del 1551 non vi sono documentazioni che attestino con certezza un sistema di divisioni e assegnazioni periodiche alle singole famiglie dei persicetani , ma si trovano attestazioni di assegnazioni collettive alla comunità, con ripartizione dei “frutti e dei redditi delle possessioni e dei beni del Comune”  in base al “testatico“, cioè al pagamento delle tasse e al fatto di essere “veri fumanti“, discendenti diretti dalle antiche famiglie originarie che da tempo immemorabile abitavano stabilmente nella terra di S. Giovanni in Persiceto. In sostanza, già dai primi secoli venivano esclusi dai benefici i nullatenenti , i forestieri e i nuovi arrivati, poichè non avevano contribuito agli oneri di pagamento dei canoni connessi alle concessioni, compere e riscatti effettuati per godere dei benefici.

Ma già dagli anni fra il 1470 e il 1475  si trova un primo Registro o Campione nel quale vengono iscritte le famiglie originarie aventi diritto all’assegnazione di terre, con ripartizione di appezzamenti maggiori o minori, in parte di terre incolte, in parte di terre già lavorative, a seconda della numero di teste (adulti tra 20 e 70 anni) e di bocche (donne e bambini) componenti la famiglia.

Ecco l’elenco delle antiche famiglie di fumanti tutt’ora presenti a Persiceto e che partecipano alla cavata delle parti:
1) Baranzoni
2) Beccari
3) Bencivenni
4) Bonasoni
5) Bongiovanni
6) Borghesani
7) Bussolari
8 ) Calzati
9) Cantori
10) Capponcelli
11) Castelvetri
12) China
13) Cocchi
14) Cotti
15) Dalferro
16) Forni
17) Goretti
18) Magoni
19) Manfredi
20) Manganelli
21) Manzi
22) Martinelli
23) Martini
24) Mazzacori
25) Melò
26) Minezzi
27) Morisi
28) Nicoli
29) Ottani
30) Quaquarelli
31) Risi
32) Rusticelli
33) Sacenti
34) Sassi
35) Scagliarini
36) Serra
37) Serrazanetti
38) Vandini
39) Vecchi

Nel gennaio del 2013 (se non ho sbagliato i conti) dovrebbe tenersi la prossima “cavata delle parti” e nei mesi precedenti le elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione della Partecipanza. Hanno diritto di voto tutti i Partecipanti capi,  cioè quelli che godono di pieno diritto. Il pieno diritto l’ottiene il primogenito dopo il decesso del padre. Nel mio caso ad esempio non ho ancora il pieno diritto (e quindi non potrò ancora votare) in quanto è ancora vivo mio padre che ha 90 anni. Lui solo potrà votare.

Da sempre appare evidente come,  specialmente ora con l’allungarsi dell’aspettativa di vita, l’elettorato della Partecipanza sia particolarmente anziano e dunque sensibile ad un certo tipo di tematiche e … di propaganda.

Che io ricorda l’Amministrazione della Partecipanza è stata sempre di Centrodestra, con un’unica eccezione della novena ’68 – ’77 (potrei sbagliare di un anno) che vide per la prima ed unica volta un’Amministrazione di Centrosinistra vincere le elezioni e governare 9 anni e, come sostenuto da tanti, anche in modo positivo e corretto.

Presidente di quella novena fu Giovanni Forni e Vice Presidente Alberto Cotti (il nostro Dartagnan).

Dopo nove anni di ottima amministrazione, apprestandosi alle nuove elezioni l’Amministrazione uscente di Centrosinistra fu convocata dai dirigenti del PCI di Bologna che di fatto imposero nel programma elettorale una modifica dello Statuto della Parteciapanza.  A nulla valsero i tentativi di Forni e Cotti di spiegare ai dirigenti PCI che in quel modo avrebbero senz’altro perso le elezioni; quei funzionari, certi con la loro verità in tasca (tipica dei funzionari-dirigenti) imposero la loro scelta e così fu.  Per il Centrodestra la campagna elettorale fu una pacchia; casa per casa andarono dai nonni elettori a spiegare loro, carte alla mano, che “i comunisti vogliono disfare la Partecipanza e prendervi la terra“.

E così il Centrosinistra perse le elezioni e l’Amministrazione e non la riottenne mai più.

Le ultime Amministrazioni si sono e si stanno distinguendo per scelte fortemente discutibili, a volte anche gravi e al limite della legge, tutte imperniate nello stile tipico berlusconiano che ha contraddistinto le scelte nazionali di questi ultimi due decenni.

Ora che sembra non vi siano più funzionari-dirigenti del PCI con la verità in tasca a imporre teoremi bizzarri …. vogliamo ritentare?

  1.  

    La Cavaziòn dal pèrt
    Ogni nov an la véin, l’è un patrimòni
    che i vìcc di nùstar vìcc i s’han lasè
    e al dé dla cavaziòn, col su t’stimòni,
    ogni partezipànt al véin ciamè.
    E ai tòca la so pèrt, un marcantòni
    l’é pronti a rilevèrla a bon marchè
    mo bisògna t’gnir dùr che l’é un stramoni
    vàndar la pèrt al prézi piò strazè.
    In ogni mod i én sàmpar miliulzéin
    che i véinan in aiùt dla nostra entrèda,
    par tant puvrétt un pécol cuciadéin.
    L’é al frutt d’una fadìga sàinza féin
    fata dai nùstar vìcc, ogni giurnèda,
    par sécol, sàinza mai un pusadéin.
    E i lavurén ste tera paludòusa
    rindàndla bona, fértil, generòusa.

    Carlo Capponcelli

  2. Guerda mò s’ai nè lè dal caparèl!
    Un caro ricordo il nostro bisnonno “furnèin” che ha sbarcato il lunario vangando la “pèrt” a mano fino oltre i 90 anni…altre generazioni… 

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