Silvio ci manchi

berlusconi-velineUn Premier che odia le donne.

Vent’anni di berlusconismo. E donne offese ed umiliate, disoccupate e precarie, troie e vergini stuprate.

Donne ministro per aspetto, culo e tette,  e bocca.

Extracomunitarie e minorenni, tante e bambine, carne fresca sui viali delle nostre città, prede facili da conquistare per Maschi arrapato-paganti nel completo disinteresse di istituzioni intossicate.

Veline e Miss varie che mostrano frattaglie erotiche in prima serata, ragazze di cui non verrà ricordato il sorriso, la voce o lo sguardo, ma solo i lombi, la vagina prominente ed il seno, vallette a fili interdentali tra le chiappe per programmi ‘culturali’, seminude comunque, anche aNatale, mercanzia gratta e fotti in offerta libera agli italiani, consapevoli e consenzienti aspiranti puttane del tubo catodico.

Donne sottopagate e quota rosa inesistenti. Figura femminile marginale, residuale ed esclusa dalle scelte e  dalla politica,  donna priva di diritti civili quando non benedetta dalla sacralità del matrimonio, priva di pensione anche se lavora 16 ore al giorno per tutta la vita, priva di spazi verdi per i figli e di asili,  perché son poi sempre ‘figli di donne’.

Corpo da palpare e non persona da parlare, solo un buco non pensante, più bello che intelligente, privo di spirito.

Oggetto d’uso per lanci pubblicitari, labbra a salsiccia e tette a canotto, plasmata sulle necessità e per il trionfo del membro maschile, padrone e signore della sua vita.

Non più persona ma solo oggetto, da usare e pure prestare, oppure strangolare e poi possedere.

Il berlusconismo dilagante, oramai fenomeno di massa, l’ha ridotta da essere vivente a cosa di normale disponibilità, donna a disposizione accessibile alla bisogna, che non può certo negarsi, che non ne ha più il diritto, come ci ricorda Grillo.

sarah-Donne costrette ad accettare palpate e libidini sul lavoro, prede delle voglie da macho rampante di delinquenti e  parenti, uccise dagli zii,  o da mariti ed amanti.

E donne buttate sulla strada, sfruttate e percosse da magnaccia, oppure  infilate nei letti di potenti come presente o tangente, per affari e corruttele.

Donne proprietà privata e pubblica, da strangolare in caso di rifiuto, oggetti appena al di sopra di una bambola gonfiabile, da possedere anche dopo morte, che un oggetto non è vivo nè morto.

E’ solo una cosa, una donna, niente di più di una donna.


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 8 ottobre 2010

    Legandomi al mio articolo sulla Bonino. Le quote rosa non vanno bene? Così invece, relegando la donna a cortigiana elevata dal satrapo allo scranno, per meriti di cunnilinguus, va meglio? I risultati sono evidenti.

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  2. avatarAndrez - 9 ottobre 2010

    Condivido le tue posizioni espresse nell’articolo sulla Bonino, anche sulle quote rosa.

    E aggiungiamoci il suo odio per le quote rosa. Le donne devono avanzare in base ai meriti, ripete un po’ ossessivamente la Bonino. Certamente, è sottinteso, lei lo merita. Risultato di questa nobile crociata, sotto gli occhi di tutti: tacchi e messe in piega in parlamento, molti; idee buone dalle donne, quasi nessuna: e men che meno a sostenere Emma.

    E’ vero che un popolo tenuto fuori dall’istruzione e nutrito a vallette e curve sud è stupido quanto fanatico,  incapace di pensare e destinato ad essere escluso da ogni forma di partecipazione. Ipotizzare quote stupidi non servirebbe a nulla, che quelli tali resterebbero, così come d’altra parte avviene oggi tra i peones italoforzuti, dipendenti lobotomizzati e stipendiati al fine di fornire dei per fortuna che silvio c’è.

    Per le donne le cose stanno invece all’opposto.

    L’attuale degenerazione delle Istituzioni garantisce l’accesso esclusivamente a tette e culi, e labbra, sempre se ubbidienti e non pensanti.

    Questo ha fatto si che donne in gamba ed esperte ma non a disposizione (indipendentemente dalla loro idea politica) siano semplicemente escluse, tagliate fuori da tutto.

    In questo modo saranno sempre e solo i maschietti a comandare. Ad oltranza.

    Perdendo tutti il formidabile contributo che tante donne in gamba potrebbero offrire in tutti i campi, sia aziendale che politico.

    Ha suscitato clamore e dissenso (tutti scandalizzati ad urlare “penalizza le donne!!”) la rigida legge svedese sulle quote rosa che impone assolutamente una presenza del 50% tra i sessi, dalle università alle aziende sino al Parlamento, ma recentemente sembra siano le Aziende stesse a constatare i brillanti risultati di questa operazione.

    Opinione tutta mia personale; uomini e donne sono assolutamente diversi, vedono il mondo, la vita e le cose da punti di vista spesso opposti e quando riescono a collaborare, a fondere questo enorme e differente patrimonio di conoscenza, possono ottenere risultati ineguagliabili.

    Quindi innanzitutto per una questione di eguaglianza e di rappresentatività, la presenza paritaria delle donne (e degli uomini) deve essere garantita, sempre ed ovunque, anche per legge.  E non mi interessa se l’uno o l’altro appare più o meno preparato ed efficiente. Che se in un’area esistono due differenti Etnie ed ognuna è il 50% della popolazione, esse con questa percentuale devono essere rappresentate, indipendentemente dal loro livello culturale e dalla loro preparazione.

    Si chiama democrazia; ciò che qui da noi non c’è ancora.

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  3. avatarBlog di Andrez » Blog Archive » Non sono razzista, ma… - 7 aprile 2011

    […] sulle donne è reale e drammatico. Anche qui non si può che ritornare all’esempio che il berlusconismo offre ai maschietti italiani sul rispetto alle […]

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