Papa Francesco rispetta i non credenti

A metà febbraio eravamo molto perplessi su quanto avrebbe potuto fare il nuovo Papa, vista l’eredità immane e drammatica che riceveva da chi lo aveva preceduto.

Drammaticità che elencavamo in 17 angosciosi punti, e che fotografavano il fallimento della Chiesa di questi ultimi decenni, una Chiesa rancorosa e crudele, che allontanava i fedeli invece di parlare loro.  Una Chiesa che esprimeva il “buio della superstizione” a cui non ho più sopportato di appartenere, sia pur passivamente, e che mi ha spinto a sbattezzarmi, a non voler essere più contato tra le file di quella che oramai era sempre più vista  come una fanatica associazione a delinquere.

Papa Francesco fin da subito ha mostrato di volere e sapere cambiare tutto questo, di muoversi per voltare finalmente pagina, di volere una Chiesa umana e giusta, e soprattutto onesta. Tra le sue volontà spicca la ferma intenzione di non voler più interferire con la politica italiana e ovviamente con nessun’altro Paese. Questo lascia orfani i tanti pasdaran integralisti del Vaticano presenti in Parlamento, le Binetti col cilicio, i Casini e i Giovanardi, tutti destinati all’estinzione, e finalmente cambierà profondamente in senso laico la politica italiana.

Ma nonostante tutto questo, ieri mi hanno colpito le sue parole, rivolte all’ateo Scalfari,  di rispetto verso chi come me non crede:  “Dio ama chi segue la propria coscienza”.

E’ un messaggio rivolto ai fedeli questo, a chi cerca “di seguire Gesù nella luce della fede“, perchè parla del loro Dio,  ma è rivolto anche ad atei e agnostici, ai quali Francesco esprime rispetto quando seguono la propria coscienza.

   “La questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro la coscienza”.

Credo proprio che abbia parecchio da dire e da dare e che riuscirà presto a stupirci di nuovo questo Papa.


Commenti
Sono stati scritti 5 commenti sin'ora »
  1. avatarFausto Cotti - 11 settembre 2013

    Dalla scomunica per i comunisti che mangiavano i bambini a oggi, è un passo non indifferente. Sta a vedere che sulle stragi di Stato non sapremo mai niente e magari sugli intrallazzi di Sindona e Marcinkus impareremo qualcosa…speriamo bene.

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  2. avatarYari Deserti - 11 settembre 2013

    Bel post Andrea.
    Anche io, oramai stanco per mille motivi, della Chiesa e per coerenza personale in quanto ateo mi sono sbattezzato anni fa.
    Non so, sinceramente questo Papa mi lascia perplesso in positivo, nel senso che il mio pensiero “appoggiato” su una bilancia immaginaria, la fa sempre sbilanciare dalla parte “negativo” ma d’altro canto vedo un minimo spiraglio.
    Le telefonate a gente normale e foto da Facebook insieme a giovani (mancano cappello storto e lingua fuori…) mi sanno tanto da operazione commerciale: stile politico che va a trovare i bimbi malati per poi combinarne di tutti i colori.
    La frase in questione mi colpisce parecchio però. Perché detta dal Papa.
    “La questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire”.
    Questa frase, tranne qualche inezia, avrei potuto benissimo dirla io, da ateo sbattezzato.
    Caro Papa Francesco, per adesso complimenti, ma vedremo il resto.
    Tante questioni mooolto più spinose di una dichiarazione, attendono da decenni.
    Yari

    PS
    Francesco, se ti va (posso darti del tu, vero?) di farmi una telefonata o di incontrarci non c’è problema 😉

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  3. avatarAndrea Cotti - 11 settembre 2013

    Grazie Yari. :)
    Sono in parecchi ad urlare alla “operazione mediatica” peggio del ”santo subito“, ritenendo le posizioni e le iniziative di Francesco  vere e proprie manovre di marketing persuasivo lanciate solo per attrarre consensi. 

    Per i non credenti, tutto ciò che è espresso dalle religioni appare pretestuoso, finalizzato unicamente al controllo speculativo della credulonità di masse di individui.

    Ma anche fosse, dato per assodato che un’altissima  percentuale di persone ha la forte ed innata necessità di credere nel soprannaturale e, specialmente per chi soffre, quando questa necessità viene soddisfatta con l’offerta di un Dio – e di tutto ciò che lo circonda – essa diviene un’enorme consolazione per le loro sofferenze,  queste loro “assistenze” non possono che ottenere il nostro rispetto.     

    Anche i Papi che hanno preceduto Francesco, con le loro iniziative ritenute da noi discutibili, non hanno fatto altro che promuovere “operazioni di marketing persuasivo”,  rivolte però ad un differente target, ad una fascia di popolazione più conservatrice, chiusa e fondamentalista. L’obiettivo – al di là dei risultati ottenuti – era sempre di allargare il consenso alla Chiesa, ma su basi rigide e confessionali.

    Ammesso che anche questa di Francesco sia una manovra mediatica, essa è rivolta a gente aperta e pensante, offre spunti ragionevoli, solidaristici e dialoganti, e questo influirà parecchio sulla nostra società, da sempre vittima delle imposizioni evangeliche  del Vaticano. Per questo non può che farci piacere, manovra o meno che sia.

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  4. avatarArmando Turrini - 11 settembre 2013

    Si potrebbe riassumere tutto con una battuta “aria nuova in Chiesa”.

    Sono molto contento di questi cambiamenti  perché sta indirizzando la Chiesa, alla quale appartengo ed alla quale sono legato, verso la strada che gli è propria, la strada dell’accoglienza senza giudizio, dell’amore senza fraintendimenti. E’ vero, le azioni del papa destabilizzano taluni ambienti cattolici, ma tolgono spazio anche ai cosiddetti “atei devoti” (vedi l’ex. ministro Sacconi) e poi portano respiro a tutti quei cattolici, impegnati e non, che usano la loro testa, il loro pensiero ma soprattutto la loro libertà per leggere i segni dei tempi alla luce del Vangelo. Un maestro in questo senso è il compianto don Andrea Gallo.

    Non a tutti piace un papa che dice: “… chi sono io da poter giudicare? “. Un papa che non giudica ma che lascia a te persona il compito di farti un’idea usando la forza della tua libertà di pensiero. Un papa così è un papa scomodo, ma soprattutto toglie gli alibi a coloro che si mettono dietro la parola “obbedienza”.

    Secondo me è questa la vera forza dirompente di questo papa e del suo messaggio, forse più delle aperture di archivi segreti o chissà che cosa, questo perché in questo modo si sta modificando, io dico in senso positivo, una cultura che si è sedimentata nei secoli e che neppure il vulcanico Woityla ha potuto o voluto fare. E la forza di questo messaggio sta nel portare avanti questa azione senza rinnegare la proposta Cristiana.

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  5. avatarAndrea Cotti - 11 settembre 2013

    … senza rinnegare la proposta Cristiana,  ma anzi rinnovandola e dandogli ancor più forza nella sua iniziale essenza, quel del Cristo.

     

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