Lettera aperta a un Senatore della Repubblica

Caro Senatore mi rivolgo a te con questa mia, un po’ perchè ti conosco, un po’ perchè ti ritengo un brav’uomo, un po’ perchè sono arrabbiato.
Voglio mettermi dalla tua parte, con tutta la buona volontà e l’obiettività di cui sono capace.
Sì è vero, FB non è un buon posto per dibattere di politica, troppe interferenze, troppi argomenti, troppa poca educazione, e non è nemmeno il mondo…
Il fatto è che è dall’inizio che non ti capisco:

Iniziamo con Bersani, l’hai visto anche tu che l’incontro con il M5S era strumentale, in pratica si sono chiesti i voti ma non si è voluto “condividere la governabilità”, forse per la dannata paura che si sostituisse a noi.
Però una serie di errori madornali in sequenza con una progressività spaventosa ci ha portato a governare con Berlusconi.
La seconda cosa che non capisco: sappiamo l’animale che abbiamo di fianco, eppure ci si racconta dei problemi del paese, con chi del paese non gliene frega un fico secco. Lo sappiamo e facciamo un passo avanti e uno indietro, in una mazurka che fa ridere il mondo intero.

Lo vedi anche tu no?
La terza cosa che non capisco è in che diavolo di partito siamo: Bersani pensava di essere ancora nel Grande e Glorioso Partito dove il verbo è uno e quello occorre votare, forse non aveva previsto le lottizzazioni che obbediscono alle leggi fisiche: mescolando più sostanze di densità e peso specifico diverse, al termine si riottengono le sostanze originali.
Quarta cosa che non capisco: in nome di una unità “salvaitalia”, ti poni il dogma di una “fedeltà di voto” agli intenti governativi, senza porti il problema del contenuto. Qui, caro Senatore ci sta un bel pezzo di coscienza, ma quella è tua e te la gestisci tu. Però, per piacere, non starmi a dire che sei in pace, perchè io non lo sarei.

Quinta e termino, so che il tuo impegno verso la tua terra è sincero, sincero e attivo, però non basta. A me che la politica sia l’arte del compromesso mi sta bene fino a mezzogiorno, perchè di compromessi si ammazza l’Italia. Preferisco il coraggio, tanto i pomodori ti arriverebbero comunque.
Una cosa mi spaventa: che questo paese non sia più governabile sia per l’ampiezza dei problemi ma sopratutto per i “governati” che non ci stanno più.

Non mi interessano le colpe, che le conosci bene anche tu, gli altri ne hanno una montagna ma anche noi siamo stati ben bravi sai?
Con cordialità, buon lavoro
Bif.


Commenti
Sono stati scritti 4 commenti sin'ora »
  1. avatarPersiceto caffè » Blog Archive - 18 luglio 2013

    […] Lettera aperta a un Senatore della Repubblica […]

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  2. avatarValeria Pritoni - 18 luglio 2013

    Irreparabilmente compromessi!

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  3. avatarAndrea Cotti - 18 luglio 2013

    Il Senatore in questione (Claudio Broglia) mi è sembrato decisamente provato e non mi ha fatto una buona impressione con i suoi ultimi interventi

    • Mica gliel’abbiamo chiesto noi di diventare Senatore. Ce l’ha chiesto lui, e pure promettendoci cose che poi diventato Senatore, al dunque, ha fatto l’esatto contrario.

    Dice che ha dovuto accettre una specie d’impegnativa che lo costringe a votare ciò che il Capogruppo gli ordina.

    Ma a parte che la Costituzione dice altro: (Art. 67: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato » … dell’impegnativa presa con gli elettori interessa niente?

    • Mica lo costringiamo noi a stare là e a votare tutte le porcate che gli propinano, … ad esempio c’è chi non le vota, e pure chi si dimette.

    Al “Senatore” abbiamo proposto più volte varie forme di iniziative che permettessero un franco confronto; Lui le accetta tutte, e subito: “…sono assolutamente disponibile ad un incontro dove si possa parlare di tutti gli argomenti da voi citati, anzi, ritengo doveroso da parte mia essere a disposizione. ” dice, … poi sparisce.

    Mah :(

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  4. avatarAndrea Cotti - 18 luglio 2013

    No, decisamente Broglia non è granchè in forma:

     

    • Claudio Broglia   Io non sparisco sono a Roma da lunedì mattina e tornò domani pomeriggio, mi scuserà Persiceto Caffè. Il fatto che io voti delle porcate e’ un giudizio di Persiceto Caffè io voto quello che ritengo giusto votare secondo mia coscienza e me ne assumo in pieno la responsabilità. Non ho estorto il voto a nessuno, mi sono presentato alle primarie, ho detto la mia in pubbliche assemblee aperte a tutti, non ho nulla di cui vergognarmi e cerco di fare il mio lavoro nel miglior modo possibile, e non ho fatto promesse a nessuno che non fossero l’impegno di capire, portare la mia modesta esperienza e cercare di rappresentare al meglio i territori e i cittadini per provare a cambiare in meglio questo paese. E non mi fermo anche se le difficoltà sono molte, perché se mi fermassi si tradirei il mio mandato elettorale e le persone che mi hanno votato.

    Sullo sparire, … appena ci confermermerà una data per una delle tante iniziative a cui ha già accettato di partecipare, (magari entro l’anno) saremo d’accordo con lui che “non sparisce”.

    Sul fatto che vota “le porcate” (tutte quelle che gli propinano) è senza dubbio una nostra opinione. 

    Te Claudio vota pure quello che ti sembra giusto, solo non venire più a chiederci il voto. Basta essere chiari, tutto lì.

    Sul “tradire il mandato elettorale“… stai scherzando vero?

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