Il rigore prossimo venturo

In un’Europa in piena ripresa (il Pil della Germania + 5% tendenziale) stiamo scoprendo che non era vero che l’Italia era “tra i Paesi messi meglio” come da tempo ci assicura il puttaniere, ma che anzi ci stiamo pericolosamente avvicinando alla situazione di default della Grecia.

Nelle prossime ore anzi potremo assistere, a Pontida, alla decisione solenne sul  nostro prossimo destino: se cioè si deciderà per un aumento dell’Iva per consentire un taglio dell’Irpef ai ricchi o se partiremo beati anche noi verso la bancarotta.

Le soluzioni ci sarebbero eccome cari amici, ed anche noi cittadini notoriamente stupidi,  sapremmo molto bene come porre rimedio al disastro attuale.

Così, tanto per non dimenticarci le proposte che da tempo scriviamo:

A. al momento occorrono 40 miliardi di €. solo per ripianare il deficit.

B. un serio piano di rilancio del lavoro e dell’economia, degli investimenti e dei consumi, e di sostegno alle famiglie comporterebbe un costo di 60-80 miliardi di €.

C. una ben dosata riduzione della pressione fiscale, specialmente sul costo del lavoro, comporterebbe minori introiti per 30-40 miliardi di €. ma rilancerebbe occupazione, produzione e consumi.

D. il rilancio dell’economia porterebbe ad una crescita del Pil, quindi delle entrate fiscali, che consentirebbero una riduzione del debito pubblico e del pagamento dei relativi interessi.

Debito Pubblico Italiano

Il debito pubblico italiano

1. La corruzione in Italia è una tassa occulta da 70 miliardi l’anno, (fonte Il sole 24 ore),  ma è evidente che questo governo e questi partiti non hanno le condizioni per abbatterla.

 

2. L’evasione fiscale in Italia è stimata in 125 miliardi/anno,  (50,5% reddito non dichiarato). Solo nel 2010 ha registrato un aumento del 46% rispetto ai livelli dell’anno precedente ed è evidente che questo governo e questi partiti non hanno le condizioni per abbatterla.

3. Le Province, serbatori di clientele e di politici vari trombati e da tutti dichiarate inutili, costano 14 miliardi di €./anno.  E’  evidente che questo governo e questi partiti non hanno le condizioni per cancellarle.

4. La Politica costa circa  10 miliardi di €.  ( 1 miliardo e 83 milioni solo la Camera e 594 il Senato; oltre 1 miliardo rimborsi elettorali ai partiti).   Ad esempio,  in Emilia un dipendente regionale costa 18 euro a ogni cittadino contro i 70 della Campania,  i 173 del Molise e 353 della Sicilia.  – Ad esempio la campagna elettorale della Moratti è costata 20 milioni; quella di Pisapia 1 milione.    Riducendo del 50% i Parlamentari e i Consiglieri Regionali, riducendo loro del 50% lo stipendio (portandolo cioè alla media europea! ).     Riportando a media europea tutte le varie spese accessorie, gli accompagnatori, le auto blu, i voli di Stato e gli affitti dei locali, sarebbe possibile risparmiare oltre 5 miliardi di €. Ma è  evidente che questo governo e questi partiti non hanno nè la volontà, nè le condizioni per ridurre questi costi.

Dunque le condizioni, (i soldi) per rimettere in piedi l’Italia e farla ripartire ci sarebbero  eccome.

Ma è palese che per cambiare lo stato delle cose (del disastro) in Italia occorre evitare che questi partiti, questi uomini politici, sia di maggioranza che di governo, rimettano le mani nella gestione del bene pubblico.

Nessuno di loro, anche il meglio intenzionato, potrebbe permettersi di subire i feroci attacchi lanciati da ogni media da chi vedrebbe cessare i propri privilegi senza compromettere per sempre l’immagine politica loro e del  loro partito.

L’unica via d’uscita è un Governo transitorio composto da NON politici e sostenuto da tutti (o quasi) i partiti che, per un periodo limitato, attui le severe e ferme misure necessarie per risanare i conti pubblici, l’economia nazionale e l’immagine del Paese. Lacrime, sudore e sangue per molti e per un paio d’anni.

E poi riconsegnare l’ambaradan risanato ai partiti, che nel frattempo per sopravvivere si saranno per forza ampiamente ristrutturati.

E’ per questo che ogni qual volta si profila una crisi di governo, e subito i nostri D’alema e Veltroni accorrono con le loro infallibili  ricette salvapaese … mi viene l’itterizia.  :mrgreen:


Commenti
Sono stati scritti 5 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 19 giugno 2011

    Però la rete dovrebbe pur scrivere, perlomeno a Veltroni. Lui che può, vada ad abitare in Africa ( e magari compri casa alle figlie lì, anziché a New York).

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  2. avatarBsaett - 19 giugno 2011

    In questi giorno l’Europa sta facendo enormi pressioni sull’Italia perchè rientri al più presto nei parametri, il che vuol dire una manovra da 40 miliardi da fare subito, e non l’anno prossimo.
    Tralasciando le solite argomentazioni, cioè che sarebbe sufficiente combattere l’evasione fiscale (ma i politici non la fanno perchè forse sono i primi che se ne servono, non nel senso che evadono, ma soprattutto perchè in quel modo portano favori ai loro grandi elettori), oppure gli sprechi (in realtà li il risparmio non sarebbe sufficiente), ricordo che basterebbe far pagare le multe ai concessionari di Stato. Ad esempio i concessionari dei giochi (11 aziende private), hanno accumulato negli anni multere per quasi 58 miliardi di euro. Eppure nessuno gliele fa pagare, oppure un po’ alla volta le si diminuiscono, le si riducono con nuove leggi, ecc…
    Ma il punto essenziale è un altro. Il problema principale dell’Italia non è tanto il debito, bensì l’assenza assoluta di crescita. Gli altri paesi possono anche stare peggio, ma loro si possono permettere manovre di una certa grandezza, perchè crescono, noi no, perchè la nostra crescita economica è ferma da oltre un decennio.
    La riduzione del debito che noi proponiamo si basa su una crescita del Pil del 2% all’anno, ma questa crescita non la vediamo da decenni, una sola volta nel 2006, per cui già alla partenza la proposta italiana è insufficiente. Stiamo molto peggio di come ce la raccontano.

    Insomma, siamo in quella che gli economisti chiamano “trappola di liquidità“, cioè si vuole aumentare la produttività (vedi Fiat) senza però aumentare la domanda, per cui i nuovi prodotti non li comprerà mai nessuno. E quindi l’intero sistema economico Italia si avviterà in una spirale senza fine.

    Allora tutto è inutile se non si crea prima una domanda interna, ma visto che tutti, governo e sindacati (tranne qualche raro caso) sono concordi nel dire che si deve realizzare maggiore mobilità del lavoro, ridurre i vincoli legali, insomma ridurre salari e diritti dei lavoratori, qualsiasi provvedimento sarà preso, sarà assolutamente inutile. Servirà solo ad aumentare la rendita dei privati, ma non certo a migliorare la nostra economia.
    Secondo voi perchè la Fiat se ne sta andando dall’Italia?

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  3. avatarAndrez - 20 giugno 2011

    La trasmissione Report racconta di una votazione passata sotto silenzio nei Tg nazionali, riguardante la modifica della pensione dopo solo una legislatura ai parlamentari.

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  4. avatarTiziana Bisogno - 21 giugno 2011

    A me fanno rabbia (per non dire altro) quei tuttologi che si sgolano per convincerci che no, le cricche di oggi, a differenza di tangentopoli di ieri, non devasta e non saccheggia il denaro pubblico. Come se i miliardi spesi per il G8 alla Maddalena per una operazione di trasformazione della proprietà statale in proprietà privata fosse stata fatta coi soldini messi nel salvadanaio, centesimo dopo centesimo, dalla piccola Emma.
    La stessa operazione vogliono farla tramite la scuola Spa: investire un miliardo di denaro pubblico in favore di imprese private per ristrutturare le scuole di proprietà delle province che, però, si vedrebbero sottrarre quelle proprietà dalle imprese stesse a cui, successivamente, dovranno pagare l’affitto.

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  5. avatarAndrez - 20 luglio 2011

    Alle problematiche che citavo su:

    1. La corruzione 70 miliardi l’anno.

    2. L’evasione fiscale 125 miliardi/anno

    3. Le Province14 miliardi di €./anno.

    4. La Politica costa circa  10 miliardi di €.

    in questo interesante filmato di Grillo una nota economista, Nunzia Penelope, aggiunge alcune importanti voci:

    5. Economia illegale (il fatturato delle mafie, riciclaggio, paradisi fiscali ecc.) 350 miliardi di €.

    6. I crack finanziari (le truffe perpetrate dalle grandi aziende come Parmalat ai danni di piccoli azionisti) 55 miliardi di €.

    7. … ed altri interessanti.

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