Wikipedia per protesta si censura

protesta di WikipediaSiamo alle battute finali, forse, relativamente al ddl di riforma delle intercettazioni, e quindi del famigerato comma 29, cosiddetto ammazzablog, e quindi anche la più diffusa enciclopedia gratuita online si pone il problema. Dopo una discussione che si è potuta leggere nel forum dedicato, una ragionata discussione, gli amministratori della versione italiana di Wikipedia hanno convenuto di autocensurarsi. Da oggi alle ore 19,30 Wikipedia non è più visibile, tranne un breve comunicato, per protestare contro il comma ammazzablog che introduce la rettifica a tutti i siti informatici.
Il comunicato recita così: “in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero”, per concludere con un invito: “Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?”.

E questa la rete che vogliamo?


Commenti
Sono stati scritti 10 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 5 ottobre 2011

    Per dovere di cronaca, questa è la versione di Massimo Mazzucco su Luogo Comune
    ………………

    Rimbalza in rete la notizia che Wikipedia Italia si è autosospesa – bloccando l’accesso alle proprie pagine – per protestare contro la proposta di legge che porterebbe, secondo loro, alla fine della libertà di informazione in Internet.

    Già da ieri Wikipedia Italia presenta una pagina unificata, su cui si legge: “Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita. Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni. Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato. Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.”

    Da “Repubblica” a “La Stampa”, dal Corriere alla stessa RAI, tutta l’informazione mainstream rilancia la notizia in grande stile, supportando compatta il “grido di libertà” lanciato da Wikipedia.

    E già questo dovrebbe dare da pensare.

    Perchè mai – ci si domanda – tutte le grandi testate italiane si preoccupano improvvisamente di difendere la “libera informazione” della rete …

    … da quella che ormai è stata definita la “legge ammazza-blog”? Non sarà che per caso temono loro stesse di non potere più continuare a raccontare bugie a piacimento, senza essere obbligate ogni cinque minuti a pubblicare rettifiche e correzioni?

    Se infatti si va a guardare la proposta di legge più da vicino, scopriamo [pag. 24 del PDF] che le modifiche apportate dal Senato al testo originale della Camera riguardano proprio le grandi testate giornalistiche, e non i blog della rete.

    La famosa frase incriminata, che nel testo originale leggeva: “Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono», viene modificata con l’inserimente delle parole: “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”. La stessa frase viene inserita per ben 3 volte ai punti “d” ed “e” della pagina seguente, che riguardano i termini di adempimento dell’obbligo di rettifica.

    Ohibò, guarda che coincidenza. Proprio nel momento in cui ci si vuole assicurare che anche le grandi testate debbano sottostare rigidamente all’obbligo di rettifica – obbligo peraltro già sancito solennemente dalla legge originale del 1948 – tutte queste testate si scoprono improvvisamente paladini della libertà di informazione dei “poveri blogger”.

    Ed ecco che spunta proprio Wikipedia – percepita dalla maggioranza degli internauti come il simbolo supremo della correttezza e della neutralità – a condurre la crociata in difesa della libera informazione.

    A rafforzare il senso di strumentalizzazione che emana da questo battage pubblicitario è la ripetuta sottolineatura della presunta “arbitrarietà” che verrebbe introdotta dalla “legge ammazzablog”. In proposito Wikipedia scrive: “Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.”

    Io non faccio l’avvocato, però ho provato a rileggere più volte il comma 29, e non sono riuscito a trovare niente che autorizzi questa presunta arbitrarietà “indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive”. Ho solo trovato una reiterazione del sacrosanto diritto alla correzione, già sancito dalla legge originale, che viene ora esteso anche alla rete.

    Quindi, se già ti comporti correttamente, cosa c’è da preoccuparsi?

    Inoltre, facciamo bene attenzione ai giochi di parole (tanto cari agli amici cicappini, fra l’altro): non esistono “informazioni” che possano essere di per sè “ritenute offensive”: le informazioni, sono fatti nudi e crudi, fino prova contraria. Sono casomai le conclusioni che se ne traggono, che possono “risultare offensive”.

    Ma anche se così fosse, si presume che “chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog” abbia un buon motivo per sentirsi offeso in primo luogo. Altrimenti non si capisce perchè dovrebbe chiedere la correzione.

    Quindi, perchè non rispettare questo diritto, che fra l’altro è già sancito – guarda, nuovamente, le coincidenze – dai fondatori stessi di Wikipedia. Riguardo alle biografie delle persone esistenti (BLP), Wikipedia USA dice chiaramente:

    Le pagine non supportate dalle fonti e di tono negativo, specialmente se sembrano essere state create per denigrare una persona, debbono essere immediatamente cancellate.

    Non utilizzate verbali di tribunale, altri documenti processuali o comunque pubblici, per supportare affermazioni riguardo ad una persona vivente.

    Ogni materiale potenzialmente controverso, non supportato o scarsamente supportato, che riguardi una persona vivente – che sia negativo, positivo, neutrale o anche soltanto discutibile – deve essere rimosso, senza nemmeno veniore discusso.

    Quindi, cari amici di Wikipedia Italia, che cos’è che vi disturba veramente? La difesa della libertà di informazione, o forse il fatto che non potrete più scrivere impunemente frasi come questa: “Attivissimo ha individuato nel filmato [di Mazzucco] manipolazioni di dati, omissioni e tagli, mancanza di documentazione a supporto e contraddizioni interne”?

    Lo sanno tutti che Attivissimo non ha “indviduato” un bel niente, in quei filmati, ma questa frase appariva di recente sull’ultima versione della mia “biografia” su Wikipedia Italia. E in ogni caso andava rimossa comunque, per il semplice fatto che la frase fosse controversa, non supportata, e chiaramente intesa a denigrare la mia persona. Invece, come molti ricorderanno, avevo provato più volte a rimuovere affermazioni come quella, ma i “difensori della neutralità dell’informazione” – che evidentemente vanno molto d’accordo con quelli del CICAP – sono tornati a pubblicarla ripetutamente, fino a minacciarmi di “essere bannato” dall’accesso a Wikipedia se avessi provato nuovamente a rimuoverla. [1]

    Che cos’è che vi disturba veramente, cari amici di Wikipedia Italia? La difesa della libertà di informazione, o forse il fatto che non potrete più scrivere frasi come questa: “Tullio Simoncini, ex medico radiato dall’ordine e condannato in primo grado per omicidio colposo e truffa aggravata proprio per la morte di un uomo a cui erano state fatte tali iniezioni”, che appariva sull’ultima versione della mia “biografia”, quando le regole delle BLP dicono charamente che non si possono citare documenti processuali, quale appunto la condanna di un tribunale, nel caso di una persona vivente?

    Che cos’è che vi disturba veramente, cari amici di Wikipedia Italia? La difesa della libertà di informazione, o forse il fatto che non potrete più scrivere frasi come questa: “Nel gennaio 2009, Mazzucco ha pubblicato una video-intervista a una paziente di Simoncini, intitolando l’articolo «Cura il cancro per email». Nel corso del dibattito che segue alla pubblicazione all’articolo viene dimostrato, sulla base dei documenti mostrati nell’intervista, che la paziente aveva subìto degli interventi chirurgici precedenti alla terapia col bicarbonato, contrariamente a quanto affermato nel video stesso, vanificandone quindi il valore come testimonianza a favore, tanto da evidenziare come scorrette le affermazioni del video, e confermando che la guarigione della donna era stata ottenuta tramite trattamenti terapeutici ordinari”, che appariva nell’ultima vrsione della mia “biografia”, quando sapete benissimo che il video non affermava affatto quello che voi dite, mentre nella discussione citata non veniva assolutamente “dimostrato” quello che dite voi?

    Anche in quel caso avevo provato a rimuovere queste menzogne vergognose, ma anche in quel caso gli amici di Wikipedia Italia erano tornati a ripubblicarla immediatamente.

    Quindi, cari amici di Wikipedia Italia, cominciate a dare il buon esempio, se volete davvero risultare credibili nella vostra gloriosa lotta per la “difesa dell’informazione neutrale”. Fino ad oggi l’unica persona che siete riusciti a convincere della vostra “neutralità” è un certo Gianni Riotta, che ha avuto l’infelice idea di citare in diretta Tv un’altra “verità” da voi pubblicata su di me, finendo per fare la figura del pagliaccio.

    Massimo Mazzucco

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  2. avatarLorenzoGT - 5 ottobre 2011

    A me sembra che questo Pinco Pallin Mazzucco parli a vanvera, visto che ce l’ha con Wikipedia per questioni personali.

    Inoltre trovo infantile dare contro le testate giornalistiche “più blasonate” perchè hanno appoggiato wikipedia, e perchè da quanto dice si sono accorte che è stato modificato il comma a loro svantaggio:

    Ohibò, guarda che coincidenza. Proprio nel momento in cui ci si vuole assicurare che anche le grandi testate debbano sottostare rigidamente all’obbligo di rettifica – obbligo peraltro già sancito solennemente dalla legge originale del 1948 – tutte queste testate si scoprono improvvisamente paladini della libertà di informazione dei “poveri blogger”.

    Non ricorda l’eclatante battaglia dei post-it che Repubblica sta facendo da anni.

    Credo che in Italia di tutto abbiamo bisogno, tranne che di personaggi come questo

     

     

     

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  3. avatarcarmengueye - 5 ottobre 2011

    Beh, Mazzucco non è proprio un pinco pallo, ma un giornalista di fama internazionale. Mi pare giusto riferire il suo parere, che peraltro è confutabilissimo su Luogocomune.net, dove il dibattito è in corso e anche io intervengo di tanto in tanto. Senza di lui in Italia non si sarebbe parlato delle ambiguità dell’11/9. Non si deve esere d’accordo a tutti i costi, ma è una voce informata.

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  4. avatarBsaett - 5 ottobre 2011

    Rispetto le opinioni di tutti, ma la discussione sul comma 29 è pacificamente andata molto oltre le argomentazioni di Mazzucco, già da parecchio tempo, e le sue argomentazioni sono state confutate, basta ricercare in rete qualche articolo scritto da giuristi. Il problema di Mazzucco, evidentemente, è che è un giornalista, sicuramente ottimo, ma con non sufficiente competenza giuridica, forse. 
    Purtroppo ritengo complesso dover riargomentare per l’ennesima volta tutti i motivi che chiariscono ampiamente di cosa realmente stiamo parlando, e sono costretto a linkare vari articoli dove i visitatori di questo sito ben potranno formarsi la propria opinione in tema. Osservo ulteriormente che gli ultimi articoli su ValigiaBlu, che si trova nelle prime file a combattere contro questo comma 29 e il ddl intercettazioni, sono stati scritti da me o con il mio supporto, e che inoltre nella medesima discussione del forum di Wikipedia che ha condotto alla sofferta decisione di oscurare il sito c’era il richiamo proprio ad un mio articolo. Questo penso possa essere una prova che almeno mi si ritiene competente per poter discutere sul tema.
    Per cui consiglio i visitatori di questi sito di leggere i seguenti articoli, dove è già ampiamenta data una esaustiva risposta ai dubbi di Mazzucco.

    NO Legge Bavaglio alla Rete http://www.andrez.cotti.biz/7765-7765.html
    Comma ammazza-blog. Post dedicato a Gasparri & C. http://www.valigiablu.it/doc/538/comma-ammazzablog-post-dedicato-a-gasparri-c.htm (qui trovate ampie argomentazioni di risposta ai dubbi di Mazzucco)
    Diciamo No alla Legge Bavaglio non solo all’ammazza-blog http://www.valigiablu.it/doc/541/diciamo-no-alla-legge-bavaglio.htm
    Ritorna il ddl intercettazioni e il comma Ammazzablog http://brunosaetta.it/attualita/ritorna-il-ddl-intercettazioni-e-il-comma-ammazzablog.html
    L’importante è informarsi senza fermarsi alla prima opinione :-)

    Un’ultima ossservazione. Mazzucco fa riferimento a Wikipedia Usa, però non dice che l’oscuramento di Wikipedia Italia non può avvenire ad opera degli amministratori italiani, ma deve essere effettuata da e con il consenso degli amministratori Usa. Mi pare evidente, come del resto si raccontava nella discussione sul forum di Wikipedia Italia che ha portato all’oscuramento, che Wikipedia Usa sia d’accordo con tale forma di protesta. Per cui il problema appare ben più complesso di come lo si presenta.

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  5. avatarLorenzoGT - 5 ottobre 2011

    Comunque un articolo di oggi su Repubblica parla anche di carcere per i giornalisti.

    C’è un clima di censura e di santa inquisizione che mette a repentaglio l’intera democrazia italiana. Se viene messa in discussione la libertà di stampa crolla tutto il castello della democrazia, o di quel che rimane della nostra democrazia dopo vent’anni di regime berlusconiano.

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  6. avatarAndrez - 5 ottobre 2011

    Situazione davvero pesante.  

    Sembra che sia passata “l’udienza filtro”. Il comitato dei nove della commissione Giustizia della Camera ha dato parere favorevole a maggioranza all’emendamento che vieta la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. E  Paniz vuole il “carcere per i giornalisti”.

    Sembra superata la norma Ammazza blog. Difatti avranno obbligo di rettificare entro 48 ore solo le testate on-line che risultano registrate.

    Questo è l’accordo bipartisan raggiunto in Comitato dei Nove, che sta esaminando il ddl Intercettazioni. La proposta è il frutto di alcuni emendamenti presentati da Zaccaria (Pd) e Cassinelli (Pdl).

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  7. avatarcarmengueye - 5 ottobre 2011

    Chiudo un attimo l’argomento Mazzucco, evidenziando che Wiki ha sposato una tesi e questo evidentemente egli contesta. Lì mi pare che si acquistino crediti quanto più si intervieme. Per sorridere un po’, io ho trovato alla voce Romeo e Giulietta il link del mio romanzo “Black Romeo” come voce correlata e non so chi ce l’abbia messo, senza spiegazioni; ben lieta, ma… sarebbe forse ora che fossero un poco più scrupolosi. Alla voce di un noto rapper americano, c’era tempo fa  la definizione di gay; costui ha 5 figli. Com’è noto, non è gay, ma aveva provocatoriamente baciato un collega. Va tutto bene? Finché si tratta di argomenti futili, amen, ma se si va su altro, magari, si potrebbero riscrivere le regole.

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  8. avatarAndrez - 5 ottobre 2011

    Lo diciamo da sempre che a questa banda bassotti governativa occorrono utenti-votanti  lobotomizzati e privi d’informazione, che altrimenti col piffero che li votano, ma non credevo si arrivasse alla spudoratezza attuale: secondo Il Tempo difatti Wikipedia è Meglio che scompaia, definendola come un crogiolo di strafalcioni da far impallidire studiosi e accademici. Insomma: meglio chiuderla con un ddl.

    E ci va pure giù duro: «(Wiki) ha fatto impallidire studiosi, spaventato accademici e depistato studenti convinti di avere a portata di mouse una Treccani» –  «dove hanno fallito professoroni e curatori di tomi a cinque stelle, potrebbero arrivare le norme anti-intercettazioni allo studio del Parlamento. […] c’è da sperarci, con forza».

    La nuova legge sulle intercettazioni potrebbe dunque avere un merito inaspettato: far scomparire quella maledetta Wikipedia che con pochi click fornisce a tutti informazioni, riscontri e dati. Che non se ne può più di questo popolino-web acculturato e saccente eh!

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  9. avatarBsaett - 5 ottobre 2011

    La Treccani piace di più ai politici, infatti ai tempi di Mussolini la voce Fascismo veniva scritta sotto lo stretto controllo del governo. :-))

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  10. avatarAndrez - 6 ottobre 2011

    Curioso.

    Il Tempo di ieri (oggi non più), nella pagina dell’articolo che invitava ad usare la Treccani,  mostrava la pubblicità dell’Eni.

    Proprio come la mostra (anche oggi) la pagina di Treccani.

    …poi dice che uno va a pensare male. – Che bastardi malelingue che siamo.  ;Z

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