Wikileaks, cosa pensa Obama di Berlusconi

Domani appariranno i file segreti della diplomazia americana sul nostro Paese, con tutta la verità su quello che Washington pensa di Berlusconi.

Si tratta di 4 mila pagine che rivelano senza piu’ segreti la verità sui rapporti tra Italia e Stati Uniti dal 2002, con Berlusconi premier, all’aprile 2010, sempre con Berlusconi a Palazzo Chigi.
Sono documenti riservati e sino ad ora tenuti top secret che trattano minuziosamente ogni minimo aspetto della vita del nostro Paese vista da Washington, riportando colloqui diretti con parlamentari e ministri, top manager e funzionari.

Gli argomenti trattati sono ampi ma il riferimento principale e’ Silvio Berlusconi.
I cablo riservati inviati dall’ambasciata USA di Roma direttamente a Barack Obama e al Segretario di Stato Hillary Clinton svelano cosa realmente pensano gli americani del nano: raccontano del suo modo di fare politica e delle sue debolezze. Ammettono ad esempio di aver ottenuto grazie a lui risultati altrimenti insperati in Italia. E poi le analisi riservatissime sulla nostra politica estera dal Libano all’Afghanistan, dall’Iran ai rapporti aziendali con la Russia.

La vera sorpresa sembra pero’ venire dalle descrizioni dettagliate delle nostre figure politiche: Fini e Napolitano, Letta e La Russa, Bossi e Frattini, Prodi e D’Alema, Ciampi e Veltroni vengono raffigurati minuziosamente in relazione ai passaggi importanti delle loro vicende nazionali e gli incontri riservati con i diplomatici Usa ed altri funzionari.

Documenti insomma capaci di riscrivere la storia dell’Italia contemporanea.

Ci attende uno squarcio impressionante di verità sinora segrete sulla nostra politica estera e sui rapporti di forza dello scontro politico nel nostro Paese.


Commenti
Sono stati scritti 8 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 17 febbraio 2011

    Ecco un’anteprima:

    Obama, Berlusconi, Chuck Norris

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  2. avatarcarmengueye - 17 febbraio 2011

    Non credo che avremo sorprese. Il nano è stato il fantoccio di Bush, forse l’unico insieme al sopravvalutato Blair, che solo i radicali potevano esaltare mentre falciava bambini iracheni. Obama a me piace, non gli importa di nulla se non del suo paese e se potesse si ritirerebbe da tutto, inoltre è tipo di poche parole e si vede che B gli mette la nausea. Che venga rieletto o no, io dico che è uno giusto, e per questo i tea party cercano di farlo fuori. Ma l’esperienza rimane e finalmente ho visto un pezzo di America che mi piace.

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  3. avatarZeitgeist - 17 febbraio 2011

    Non credo più che Wikileaks possa impensierire il mondo con le sue fantastiche rivelazioni.
    Non è successo nulla sulle prime e non credo che succeda qualcosa ora.
    Wikileaks è un’altra trovata dei potenti per poter far emergere dichiarazioni scomode che se escono da un Assange qualunque, non provocano nulla di efficace, non cambiano nessun corso delle cose, tutti sono perdonati e vissero felici e contenti continuando a inculare allegramente noi sudditi globali lasciandoci credere di essere liberi ma che è solo la “Libertà dei servi”.  😈

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  4. avatarcarmengueye - 17 febbraio 2011

    E sommessamente aggiungo che la sua candidatura al Nobel per la Pace sta offuscando l’inziativa NOPPAW che  marciava piuttosto bene. L’Africa deve sempre soccombere????

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  5. avatarTweets that mention Blog di Andrez » Blog Archive » Wikileaks, cosa pensa Obama di Berlusconi -- Topsy.com - 18 febbraio 2011

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  6. avatarAndrez - 18 febbraio 2011

    Ed ecco le anteprime:

    febbraio del 2009  – (prima di Noemy e D’Addario) Ronald Spogli, ambasciatore americano in Italia.  – “What can we ask from a a strong allied”

    “Il premier Silvio Berlusconi con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata delle parole ha offeso nel corso del suo mandato quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader politico europeo, mentre la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa ed ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell’Italia in molte branche del governo degli Stati Uniti”.

    “Il premier danneggia l’Italia ma ci è utile e non dobbiamo abbandonarlo, alla fine ne trarremo vantaggi”

    “Il lento ma costante declino economico dell’Italia compromette la sua capacità di svolgere un ruolo nell’arena internazionale. La sua leadership spesso manca di una visione strategica. Le sue istituzioni non sono ancora sviluppate come dovrebbero essere in un moderno paese europeo. La riluttanza o l’incapacità dei leader italiani a contrastare molti dei problemi che affliggono la società, come un sistema economico non competitivo, l’obsolescenza delle infrastrutture, il debito pubblico crescente, la corruzione endemica, hanno dato tra i partner l’impressione di una governance inefficiente e irresponsabile. Il primo ministro Silvio Berlusconi è il simbolo di questa immagine,  gaffes e preminenza per gli interessi personali, assieme al frequente uso delle istituzioni pubbliche per conquistare vantaggi elettorali sui suoi avversari politici, la sua preferenza per soluzioni a breve termine hanno danneggiato la reputazione dell’Italia in Europa. Un’immagine che Berlusconi tenta di rivitalizzare con iniziative che lasciano perplessi gli Usa. L’Italia fa molti sforzi, alcuni seri altri meno, per mantenere una posizione di rilevanza e influenza. Come quando si propone nel ruolo di grande mediatore delle crisi mondiali, un ruolo autoconferitosi che alcuni politici, specialmente il premier Silvio Berlusconi, pensano possa conferire grande visibilità senza praticamente spendere alcunché. O come quando, senza alcun coordinamento, ritiene di avere i titoli per mediare tra la Russia e l’Occidente, impegnarsi con Hamas e Hezbollah, stabilire nuovi canali di negoziato con l’Iran, espandere l’agenda del G8 con mandati al di là di ogni riconoscimento”.

    Spogli Ronald  apprende in una puntata di “Porta Porta” che Berlusconi annuncia il ritiro dall’Iraq: svegliati in piena notte i generali Usa a Baghdad e mandata la trascrizione della puntata tv al Pentagono. Esterrefatto l’ambasciatore registra che mentre Israele bombarda Gaza il Cavaliere rilancia l’idea del tutto estemporanea di costruirvi alberghi e resort, annunciando che potrebbe “trovare investitori”. Allibito informa Washington che il premier ha una sua strategia per la Siria, visto che l’allora moglie Veronica “ha conosciuto la consorte di Assad a Damasco”, e dice: “Dovremmo coinvolgerla…” 
    Ma a Washington sono pragmatici.

    “Si deve abbandonare un alleato pasticcione, in declino economico e inviso alle cancellerie europee per idiosincrasia politica? No,  non dobbiamo. Dobbiamo anzi riconoscere che un impegno di lungo termine con l’Italia e i suoi leader politici ci darà importanti dividendi strategici adesso e in futuro”.

    “L’Italia ci permetterà di consolidare i progressi fatti faticosamente nei Balcani negli ultimi vent’anni, le loro forze armate continueranno a giocare un ruolo importante nelle operazioni di peacekeeping in Libano e in Afghanistan, e, infine, il territorio italiano sarà strategico per l’Africom (United States African Command)” – ( l’organismo costituito nel 2008 dalla Difesa Usa per coordinare gli interventi militari in Africa: comando a Stoccarda, ma bombardieri di stanza a Vicenza, nella base Dal Molin, e portaerei della VI flotta a Napoli.) – ” Se useremo una forte pressione – sostiene inoltre Spogli – l’Italia eserciterà la sua influenza economica in Iran per mandare a Teheran un chiaro segnale che potrebbe influire sulla loro politica di sviluppo nucleare”.

     

     

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  7. avatarRigassificatore di Livorno, secondo Greenpeace ci sono le premesse per un disastro | La Sinistra Europea - 18 febbraio 2011

    […] [FONTE: Consulta l'articolo originale] Filed Under  ambasciata usa, barack obama, hillary clinton, italia contemporanea, palazzo chigi, Silvio Berlusconi […]

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  8. avatarcarmengueye - 18 febbraio 2011

    Ma sì, sapevamo che era un servo sciocco o un utile idiota per loro, ma che ci consola? Qui lo abbiamo.

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