Fiat & Philip Morris: venditori di fumo

MattacchioniForse non tutti sanno che Sergio Marchionne, Amministratore delegato della FIAT ha fatto parte anche del Consiglio di Amministrazione della Philip Morris. Il colosso statunitense, successivamente, è riuscita a piazzare il suo uomo Marchionne a capo della FIAT grazie alla sponsorizzazione della Ferrari con il marchio Marlboro. Per incassare i denari della sponsorizzazione, Luca Cordero di Montezemolo ha accondisceso a cedere il potere aziendale a Marchionne, e così il Montezemolo è stato pian piano costretto a defilarsi.

L’acquisizione della Chrysler da parte della FIAT è stata presentata dai media come un trionfo del genio italico di Marchionne, il quale peraltro ha una doppia cittadinanza, è infatti svizzero e canadese. In molti si erano chiesti come fosse stato possibile che si spalancassero le porte degli Stati Uniti ad una azienda italiana; ed infatti l’azienda non era più italiana, dato che era un uomo della Philip Morris a gestire i finanziamenti che lo Stato italiano versava alla FIAT, usandoli per rilevare un’azienda statunitense.
Se si facesse il confronto tra il gigante Philip Morris – una delle più grandi multinazionali del mondo – e la pulce FIAT, si capirebbe immediatamente a chi vada davvero la fedeltà di Marchionne, collegandone inoltre il nome a losche vicende di illegalità e di contrabbando.

La Philip Morris può infatti vantare una storia interessante, un vero romanzo criminale. Il 3 novembre del 2000 è stata denunciata davanti alla Corte Distrettuale USA Distretto Orientale di New York, insieme con un’altra multinazionale del tabacco, la Reynolds Nabisco. L’accusa contro le due multinazionali era quella di essere a capo del contrabbando mondiale di sigarette, quindi di costituire la cupola di tutte le organizzazioni criminali che operano nel settore. Chi ha sporto questa denuncia? Qualche banda di “teorici della cospirazione”? No, a sporgere la denuncia è stata la Commissione Europea , a nome della Unione Europea.

Sul sito del Parlamento italiano, è reperibile la relazione della Commissione Antimafia del marzo 2001, in cui sono documentate tutte le accuse alla organizzazione malavitosa denominata Philip Morris, e che porta in allegato anche il testo della denuncia della UE. Dal testo della relazione si apprendono anche i nomi di tutti i maggiori trafficanti di sigarette, che all’epoca avevano il loro domicilio in Svizzera, dove si trova, per pura combinazione, anche la sede della Philip Morris, ed è dislocata persino la maggior parte della sua produzione di sigarette.

Chi ha vinto questo epico scontro tra la UE e la Philip Morris ? Ovviamente la Philip Morris , dato che la denuncia è stata insabbiata e le evasioni fiscali plurimiliardarie delle multinazionali del tabacco sono state condonate in cambio della promessa di cifre irrisorie e dilazionate nel tempo; l’anno dopo la stessa Philip Morris è riuscita addirittura ad ottenere una Direttiva Europea a proprio favore, quella famosa direttiva in cui si concedeva di produrre cioccolata senza metterci il cacao.

La succitata relazione della Commissione Antimafia conteneva anche altre notizie interessanti. La base in Europa del contrabbando di sigarette della Philip Morris veniva individuata in Montenegro, e ciò da prima dell’aggressione alla Serbia da parte della NATO nel 1999. Quindi la Philip Morris, in collaborazione con la CIA, aveva fatto, per molti anni prima, da battistrada per l’aggressione della NATO alla Serbia del 1999.

Oggi, Matteo Renzi, dopo il soggiorno americano di qualche settimana fa, e il feeling intenso tra lui e Marchionni, era in visita a Zola Predosa, in provincia di Bologna, per la posa della prima pietra del nuovo stabilimento della Philip Morris. Ad attendere il premier alla Philip Morris di Zola c’era anche l’ex premier Romano Prodi. Alla “prima” del nuovo stabilimento della multinazionale americana che sorgerà a Crespellano, anche tre ministri: Gian Luca Galletti, Federica Guidi e Maurizio Martina. “Io ho molto apprezzato l’idea che una grande azienda mondiale investa sull’innovazione e non si limiti a mantenere la sua grande nicchia ma innovando. E’ un messaggio bello. Il futuro è oggi per un’Italia che ha bisogno di attrarre investimenti e tornare a immaginare che il futuro non è soltanto domani. Immagino il futuro oggi del nostro Paese e penso che se si faranno le scelte giuste tra vent’anni sarà un Paese leader: abbiamo tutte le caratteristiche per farlo” ha detto Renzi.

Ma anche chi é andato a protestare contro Renzi, e la “riforma” del diritto del lavoro, sulla quale proprio ieri guarda caso, ha incassato la fiducia al senato, ha tenuto a precisare, che la protesta non riguardava la multinazionale.
La Philiph Morris, insomma, e benedetta anche dal versante sinistro, Fiom, Sel, rifondazione, “L’altra Emilia Romagna”. Sembra, che non si voglia guardare in faccia la realtà, non si vuole correre il rischio di risultare impopolari e dire le cose come veramente stanno.

La job act e la riforma dell’art. 18, sono precise richieste delle multinazionali per investire, che uniti alla contrattazione aziendale o di secondo livello accettata anche dai sindacati, e sopratutto alle politiche di privatizzazioni dei grandi enti, imporranno in Italia, un modello economico neo-feudale, e ad un conseguente maggiore impoverimento dei cittadini. Ma la riforma del mercato del lavoro è solo un effetto, nemmeno il più significativo di un tentativo di riforma più globale: quello del sistema economico capitalista e liberista. Tale sistema, sta esprimendo, in questo momento storico, la sua forma più estrema, contemporaneamente, in cui è giunto al suo grado massimo di stagnazione. Le multinazionali, i poteri finanziari, i grandi capitali industriali, gli stati imperialisti, stanno gestendo questa fase, con il solo scopo di perpetuarsi e mantenere l’egemonia. Quello che hanno messo in moto, è una macchina del tempo, che ci riporta indietro, verso un nuovo feudalesimo, e ad una visione degli stati come latifondi, governate da esigue oligarchie finanziarie.

La philip Morris é una di quelle multinazionali che hanno creato la crisi e imposto questo modello iper-liberista attingendo dal Fondo Monetario Internazionale, oltre ad essere, anche, una delle maggiori sostenitrici del sionismo finanziario internazionale e di Israele. Contro di essa, inoltre, sono state sollevate un gran numero di class action per i danni causati dal fumo, che hanno rappresentato, anche, costi altissimi nei sistemi sanitari degli stati.

Renzi, é solo un umile servitore delle multinazionali, che dalle trivelle dello sblocca Italia, alle politiche di privatizzazioni, alla demolizione dello statuto dei lavoratori, alle riforme costituzionali e legge elettorale gli sta servendo l’Italia che diventerà, il loro latifondo. Con la Philiph Morris, Renzi , si conferma ancora una volta per quello che è : un venditore di fumo… del resto, tra venditori di fumo ci si intende bene !!!


Commenti
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  1. avatarPiergiorgio Chinaglia - 12 ottobre 2014

    Bravo Carmelo! Condivido l’ottimo articolo. L’unico problema è che ora sono nervoso. Quando mi parlano di Minchionne mi girano! Non mi stancherei mai di prenderlo a sberle!

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