Pd: una gita a Marzabotto

A un mese e mezzo dalle elezioni la situazione politica italiana è ancora estremamente fluida, di quella fluidità di cui abitualmente si occupano gli autospurghi.
Chi volesse distrarsi da quello sconsolante panorama e prendersi una boccata d’aria buona potrebbe farsi una gita sulle nostre colline, a Marzabotto per esempio.

Marzabotto lo sappiamo tutti dov’è. E sappiamo tutti che è un simbolo, e sappiamo tristemente il perchè. Una passeggiata nel parco di Monte Sole è l’ideale per schiarirci i polmoni e, soprattutto, le idee. Poi, una volta ripreso fiato, potremmo tornare a pensare alla politica. No, non quella di Roma. Quella di Marzabotto.

A Marzabotto ha sempre amministrato il PCI. Poi il PDS. Poi i DS. Poi il PD.

Poi, nel 2009, il PD ha perso le elezioni comunali. Poffarre. Chi è stato? La destra? Per cortesia. Grillo? Acqua. No, ha vinto ha una lista civica. Guidata da un signore che era già stato sindaco per due mandati con il PCI, negli anni 80. Ops. Una lista civica il cui programma è stato stilato in tavoli tematici aperti alla cittadinanza e distribuendo ai cittadini questionari sulla priorità da attribuire ai problemi. Con candidati senza trascorsi politici e amministrativi (tranne come detto il sindaco), ma molto attivi e legati al territorio.

Hanno battuto il PD. A Marzabotto.

Il PD se l’è cercata, va detto. Ha mandato per dieci anni a scaldare la prima poltrona municipale un rampollo d’allevamento senza alcun legame con la città. E ha tentato di far passare d’imperio decisioni (tipo la costruzione di una centrale a turbogas) devastanti in un territorio già sufficientemente provato dalla variante di valico. Tutte cose che nei comuni circostanti gli riescono senza troppa fatica. A Marzabotto invece è andata buca.

Qui evidentemente sanno bene che politica, democrazia, partecipazione non sono parolacce, ma attrezzi da prendere in mano. E in più questi attrezzi sanno pure come si maneggiano, cosa che per troppi rivoluzionari dell’ultimo minuto sembra essere di poco conto.
Insomma: fatelo, un giro a Marzabotto. C’è dell’aria buona. In tutti i sensi.


Commenti
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  1. avatarAndrea Cotti - 17 aprile 2013

    Ciao Stefano, benvenuto come Autore di Persiceto Caffè e grazie davvero per questo tuo bellissimo articolo, che rispecchia in pieno la nostra filosofia di critica costruttiva, incitamento e stimolo alle nostre Amministrazioni Comunali.  😀

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