Siamo un popolo immaturo?

B-pazzoideIn un interessante articolo di Scalfari, il popolo italiano viene da lui definito ancora all’infanzia.

Siamo già decrepiti e questo significa che non siamo mai stati maturi. Siamo civilmente immaturi, anarcoidi, politicamente cinici, generosi, laboriosi, bugiardi, malleabili, intransigenti. Anime belle e anime morte. Siamo tutti così, chi più chi meno. Adesso è arrivata l’ora di maturare. La scommessa è questa. La memoria del Risorgimento ci può aiutare ma tutto dipende da noi, qui e ora.

In effetti è questa l’immagine che il popolo italiano offre di sè. Se non peggio.  Ma come abbiamo scritto tante volte, una Nazione ed un popolo sono l’espressione dei propri governanti. Se è vero che ogni popolo ha il governo che si merita, all’opposto è anche vero che, in modalità cane che si morde la coda, ogni regime tende a far esprimere il popolo a propria immagine e somiglianza.

La storia dell’Italia dell’ultimo secolo è stata caratterizzata da un Re fellone, cinico e schivo, bugiardo e rancoroso, circondato da cortigiani capaci di essere espressione di questo solo stile di vita, e poi dal dittatore fanfarone,  circondato dai suoi fanatici gerarchi da operetta. Il tutto era immerso nel bigottismo dela Chiesa e nella capillare diffusione del religioso senso di colpa e di espiazione.   L’ambientino era questo e questo il modello da seguire che era offerto agli italiani nei loro rapporti interpersonali e professionali.

Nel periodo postbellico molti degli esponenti di questa linea di pensiero divennero democristiani e se pur in modo meno esasperato non fecero che rilanciare il precedente stile di vita;  falso, borghese e bigotto.

Con il nascere del berlusconismo il ‘potere’ è passato definitivamente nelle mani di mascalzoni affaristi, tanto ignoranti quanto arroganti, e si è di fatto tornati a indicare nella peggiore immagine di cittadino l’esempio da seguire. I  vari Cicchitto e Prestigiacomo, Gasparri e La Russa, Gelmini e Brunetta, Scajola e Verdini, ben coordinati dallo stesso Berlusconi, ogni giorno ci mostrano la loro sboccata e devastata  concezione di Stato ed Istituzioni, plasmando quotidianamente il loro modello di cittadino: lo Stupido. Un buzzurro ignorante e furbetto, privo di valori etici e bramoso di soldi e apparenza ad ogni costo, ma facile da manipolare, convincere e controllare.

In fin dei conti Scalfari ha anche ragione, è questo il cittadino italiano che i media a tutte le ore mostrano e che, ad ogni livello, ha in mano le redini di comando del Paese.

Ma diciamo sempre che esiste anche un’altra Italia, anche se sofferente essa stessa di questi sintomi infettanti.  Non lo so se la memoria del Risorgimento ci può aiutare, ma senza dubbio è arrivata l’ora di maturare.  La scommessa è questa e tutto dipende da noi, da quelli che non si sono lasciati instupidire,  qui e ora.


Commenti
Sono stati scritti 9 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 19 marzo 2011

    Boh Scalfari avrà anche ragione, figurarsi se metto in dubbio l’analisi del grande vecchio per eccellenza. Io so come sono io, non è che mi vada più tanto di subire etichette.  ‘spetta che ci scrivo qualcosa,… 

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  2. avatarBsaett - 19 marzo 2011

    Nonostante le analisi di Scalfari siano sempre puntuali, raramente mi trovano d’accordo, perchè Scalfari vede il paese dall’alto della sua posizione privilegiata di agiato signore in doppiopetto che non frequenta il volgo. Quindi le sue analisi, per carità ricche di spunti interessantissimi, peccano spesso di un paternalismo tipico delle classi dirigenti, e vede il volgo come qualcosa caratterizzato sempre da mancanze che talvolta, invece, dovrebbero essere ricercate altrove.
    Io credo che la questione sia più semplice e complessa allo stesso tempo. In realtà non sono mai stato convinto della massima ogni popolo ha il governo che si merita, perchè ciò implicherebbe la possibilità concreta, non meramente teorica, di sceglierselo, il governo, cosa che, ed è sotto gli occhi di tutti, in molti paesi non esiste.
    Voglio dire, se noi non abbiamo le informazioni giuste sui nostri politici, non siamo in grado di esercitare la sovranità popolare compiutamente, ed è proprio su questo che le campagne politiche italiane dell’ultimo “ventennio” si basano, impedire che le informazioni fluiscano verso il popolo.
    Siamo probabilmente il paese, tra quelli definiti democratici, che ha l’informaizione peggiore (basti vedere i rapporti di RSF.org o di Freedom House), ed è un dato di fatto che parte dell’informazione non fa nulla per curarsi, anzi (basti pensare ai tanti pseudo giornalisti accusati di gravissimi reati, per i quali non viene preso alcun provvedimento). Siamo forse l’unico paese, tra quelli definiti democratici, dove il popolo non può scegliere i propri rappresentanti, ma solo sottoscrivere le scelte delle segreterie di partito. Siamo un paese dove la scuola pubblica è stata smantellata pezzo dopo pezzo, e questo incide moltissimo sulla capacità critica del popolo.
    Io credo che una pericolosa commistione di potere economico e politico, stia letteralmente plasmando l’italiano medio, non per farlo scendere al livello del politico di turno (non è quello il punto), quanto piuttosto per renderlo facilmente permeabile a metodi di indirizzamento dall’alto. Il più semplice, tanto per capirci, è la disaffezione alla politica che si inculca nella gente, mostrando quanto è cosa da persone col pelo sullo stomaco, che comporta un sempre più ricorrente assenteismo al voto. Ebbene, è risaputo che meno gente vota più è facile controllare (anche con metodi poco legali) il voto dei rimanenti.
    Per fare un altro esempio semplicissimo, la nostra società è caratterizzata dall’assoluta assenza di possibilità di lavoro, complice anche una politica che si è impegnata (operazione simile ha compiuto al sud mafia e camorra) a smantellare tutte le aziende e le opportunità di impiego. Ebbene tali politiche sono strumentali alla realizzazione di un diffuso clientelismo, cioè io posso ottenere un lavoro solo se voto quel tale politico, e lo ottengo alle sue condizioni (lavoro precario in modo che sono costretto a rinnovare il mio voto negli anni e a non potermi mai staccare dalla sua dipendenza). In tal modo è difficile dire che la “scelta” della classe dirigente sia voluta dal basso, e quindi l’attuale sfascio sia una conseguenza esclusivamente delle pessime scelte politiche. La situazione è molto più complessa, secondo me.

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  3. avatarcarmengueye - 19 marzo 2011

    Dalla prima parte del commento di BSaett, prendo spunto; rifletto sul rischio di non andare a votare, ma…in pratica è proprio qui il focus.
    Se io so che è tutto un sistema clientelare ( magari anche da più di vent’anni), perché dovrei alimentarlo con il mio voto? Quando a suo tempo me ne sono accorta, ho iniziato a prendere le distanze.

    Bene inteso, io dovrei forse  ringraziare il clientelismo, e per questo ho votato per anni  quasi per riconoscenza. Ecco una mia esperienza.

    Giugno 1981, concorso a Roma per il ministero dell’Interno. Ho studiato come una pazza, materie di diritto che non sono le mie, la famiglia mi paga il treno, a Roma alloggio da parenti.
    EUR, siamo circa in cinquemila sotto il sole. Intorno, commenti aleggiano ” ma voi de fori che cce venite a ffa?” ” ma che, conosci quarcuno?” ” e’ già tutto deciso, credi a me”.
    ( mi perdoni Massimo,  adoro sempre i romani e poi molti erano anche di altri posti)

    Faccio la mia prova al meglio che posso, torno a Genova e dimentico. Ma dopo qualche mese, ecco la magica letterina: ho preso ottimi voti, sono ammessa all’orale.
    Non è che fossi senza occupazione, ma il posto nello stato…yummm…fisso, orari buoni…

    Arrivata nella sala ministeriale , subito mi accorgo dell’atmosfera, commissari che abbracciano candidati, gomitate d’intesa…mi deprimo.

    Mi presento comunque al tavolo, buonina buonina, con l’aspetto da educanda , tranquilla ( mi sono svegliata prima dell’alba, veramente, ma da giovani si recupera no?).
    Sono preparata? Così e così, perche alcuni testi sono introvabili : li hanno solo i romani, non circolano in Italia (capito?), quindi mi manca qualche pezzo.

    Tuttavia l’orale va bene, ma il presidente non mi molla.

    “Lei è parente del dr…..X?”
    “No..no…sarà un’omonimia..” farfuglio
    ” Ma figuriamoci, lei è sicuramente parente, nipote…ce lo dica….”
    ” Ma le assicuro…io sono di Genova…non lo conosco neppure…”
    Mi tormenta per un pezzo, poi finamente mi molla, esausta, circa con un “Si, si vabbé….”.

    Ero tenera, pensavo si dovesse negare, ma l’ho fatto con tanta sincerità ( per forza, era vero, chi caz.. lo conosceva quello) che sono sembrata sinceramente bugiarda, e quindi ho vinto il concorso. Per la mia preparazione??? Voi che dite?????
    E c’ è un seguito, anzi molti…ma per ora mi fermo qui.

    Grazie dottor X,  mi sa che ho mangiato grazie a te.

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  4. avatarMassimo Domenici - 19 marzo 2011

    Ho incontrato Scalfari al bar Rosati a P.zza del Popolo in occasione della manifestazione “Se non ora quando”. Avevo lì un appuntamento con altre persone per partecipare tutti insieme alla protesta. C’era una bolgia incredibile di gente talmente accalcata da rendere quasi impossibile percorrere pochi passi. In questo contesto mi sono accorto di essere accanto a Eugenio Scalfari, un signore dall’apparenza distinta, elegantemente vestito che comunque aveva scelto di essere lì.
    Ho pertanto vinto la mia inguaribile timidezza e gli ho chiesto, o per meglio dire gli ho raccomandato imperativamente, di tenere duro, di continuare a scrivere per noi, di continuare questa sua incessante azione di contrasto nei confronti di coloro, che come hai giustamente ricordato tu Andrea, sono i mascalzoni affaristi, tanto ignoranti quanto arroganti, e si è di fatto tornati a indicare nella peggiore immagine di cittadino l’esempio da seguire”.
    Quei politici e quella scuola di pensiero insomma, che tendono a costruire proprio quello stereotipo di persona da te molto ben definito: il cittadino stupido. Quel cittadino profondamente necessario ai loro porci comodi che è perfettamente in linea peraltro, con quanto asserito nei due ottimi articoli di Karmen “Stupidi?” e “No alla stupidità Nucleare”. Scalfari, quasi ad accogliere il mio amichevole ma accorato appello, mi ha messo una mano sulla spalla e con un sorriso bonario mi ha detto con accento romano “Stamo qui apposta, vedrai che lo stroncamo!”.
    Ecco io voglio dire che ho due buoni motivi per cercare di non perdere mai occasione di leggerlo: il primo è che scrive divinamente e il secondo è che mi trova praticamente sempre d’accordo con ciò che scrive.

    Pertanto anche nell’ultimo suo editoriale “Un Paese in cerca dell’età adulta”, mi trova d’accordo, soprattutto quando nell’epilogo dice “Per certi versi siamo ancora all’infanzia, per altri versi siamo già decrepiti e questo significa che non siamo mai stati maturi. Siamo civilmente immaturi, anarcoidi, politicamente cinici, generosi, laboriosi, bugiardi, malleabili, intransigenti. Anime belle e anime morte. Siamo tutti così, chi più chi meno. Adesso è arrivata l’ora di maturare”. È un modo di vedere le cose se vogliamo provocatorio, ma che fa il palio con quanto asserisce Fabrizio Rondolino http://www.thefrontpage.it/2011/03/17/litalia-non-esiste/ che dice che l’Italia non esiste perché, benché giovane nella sua storia, non avrà il tempo di maturare in un’epoca in cui il concetto di nazione è al tramonto e si affaccia all’orizzonte (fortunatamente) una mentalità europea più marcata; è forse una sua speranza, ma in fondo lo è anche la mia.
    È vero Scalfari è un uomo egocentrico e narcisista, anche ultimamente ha avuto modo di dimostrarlo a 8 e mezzo dalla Gruber, asserendo che lui non andrà mai ad un contraddittorio con Ferrara perché non lo considera un suo pari. Ma obiettivamente, ha torto? Io francamente credo di no proprio perché sono dell’idea che è ora di farla finita che persone di cultura, di integrità intellettuale, di bon ton etico, di moralità politica debbano essere strapazzate dall’arroganza e dalla prepotenza di individui cretini privi di valori che non si fermano dinanzi a nulla pure di giustificare il loro fine con qualsiasi mezzo. Questi sono zozzoni per come la direbbe anche lui. E poi è una persona anziana, ha 86 anni e a me hanno insegnato che alle persone anziane si porta rispetto.

    Per quanto sin qui detto non posso essere d’accordo con Bsaett per il suo riferimento al giornalista, perché vedere il Paese dall’alto non significa averne una visibilità scorretta o comunque deformata. Evidentemente la sua non subalternità al clientelismo diffuso, lo proteggono dall’essere ricattabile e quindi di opporre idee non politicamente corrette apprezzabili anche dal “volgo”. Apprezzo e faccio mia invece, anche se solo in linea di principio, la sua analisi sulla corrispondenza popolo/governo. Sotto il profilo più meramente pratico, non si può non ammettere che noi italiani siamo conformisti, perbenisti, intolleranti, furbi, razzisti, prepotenti, ignoranti; tutti epiteti in fondo coerenti con la nostra classe politica, e in particolare, con la classe dirigente che ci governa. Ma resta comunque ragionevole dire che la faccenda è molto più complessa di quanto sembri.

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  5. avatarAndrez - 19 marzo 2011

    Senza dubbio la faccenda e’ piu’ complessa di come sembra, ma parliamone pure, che siamo qui per questo.

    Pero’ mi piace l’idea  che Scalfari rifiuti un contraddittorio con Ferrara perché non lo considera un suo pari.

    Dovrebbero farlo in parecchi, invece di considersi loro pari, invece di farsi strapazzate in mondovisione ogni  sera dall’arroganza e dalla prepotenza di individui cretini privi di valori che non si fermano dinanzi a nulla pure di giustificare il loro fine con qualsiasi mezzo.

    Ai ragione Massimo, questi sono zozzoni per come la direbbe anche lui.

     

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  6. avatarBsaett - 19 marzo 2011

    Ringrazio Massimo che si dice d’accordo con me, anche se in piccola parte. In genere è più di quanto solitamente mi aspetto :mrgreen: . Nel caso specifico si parlava di Scalfari, ma lo stesso appunto potrei farlo a molti altri giornalisti, politici, imprenditori, ecc…. Criticavo l’eccessiva semplificazione, se avesse ragione lui basterebbe riformare, ma per bene, la scuola pubblica per risolvere i problemi italiani.

    Comunque, la posizione di una certa classe dirigente, sfrondata dai formalismi e da ammenicoli vari, è sostanzialmente questa: i cittadini sono troppo immaturi, sono ignoranti, bugiardi, di loro non ci si può fidare, perchè la massa porta alla luce i peggiori istinti, quindi non si può dire loro i veri pericoli del nucleare perchè non capirebbero, non gli si può dire che fa B. quando va in Russia, non devono sapere cosa fa il governo per loro, perchè non capirebbero, la protezione civile ha il diritto di agire senza dare spiegazioni a nessuno, ecc….. e soprattutto ci vuole qualcuno che li diriga e li controlli.
    Ovviamente quel qualcuno è la medesima classe dirigente, ma questo omettono di dirlo.
    E’ molto diverso da quello che dice Scalfari? A me pare che la sua posizione ricalchi esattamente, se andiamo al nocciolo, il punto di vista della classe dirigente. L’unica differenza è che Scalfari ha in mente un’altra classe dirigente rispetto a quella attuale, ma non diversi principi di funzionamento…..

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  7. avatarcarmengueye - 19 marzo 2011

    Oddio, in altri termini, qui si finisce a concordare con Mussolini, che considerava gli italiani senza speranza. Oppure mi viene in mente Alberto Radius con la sua “Nel ghetto” : “l’intellettuale usa come paravento la congiura dell’isolamento”. Io sogno che la massa salga u nfilo (che diamine, quattro studi ormai li hanno tutti) e loro, gli incliti, non dico scendano, ma abbassino ogni tanto le orecchie verso di noi..

    ANDRE, quella frase di Scalfari era godosa, anche perché il maialone non ci pensa due volte a insultare i suoi colleghi più deboli (come fece anni fa con Luca Telese cui disse davanti a tutti ” è negato per la professione, cosa volete”). Schifoso.

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  8. avatarAndrez - 20 marzo 2011

    Dibattito interessantissimo, incrociato con quest’altro di Carmen dai quali possiamo estrarre una breve sintesi:

    1. Scalfari, Bocca e gli altri grandi vecchi del giornalismo (come fu Biagi e in modo meno diretto Montanelli) rappresentano importanti punti di riferimento nella considerazione dei fatti e degli eventi.

    2. Essendo giornalisti, scrivere opinioni settimanalmente è il loro mestiere, sia che le notizie siano scialbe, sia che essi siano indisposti e quindi meno attenti (hanno quasi 90 anni) e capaci della loro proverbiale lucidità.

    3. Spesso lapidario e netto nei giudizi, il partigiano Bocca non esita alla critica diretta, spesso a colpi di sciabola, ma come ha ricordato Carmen, non possiamo dimenticare il suo scivolone verso la lega, se pur superato.

    4. Molto più sottile ed analitico, agiato signore in doppiopetto, Scalfari ricama le sue profonde e dotte analisi con micidiali fendenti se pur di fioretto, quasi sempre sostenendo (spesso anticipando) le posizioni del Pd.

    5.  Dall’alto della loro esperienza entrambi mostrano saccenza, a volte elegante altre ruvida, nel commentare la quotidianità,  e sempre dall’alto vedono e commentano il nostro essere di cittadini in affanno, e spesso in contraddizione.

    6. Dobbiamo noi cittadini non esserlo in affanno?  Siamo noi tenuti ad avere l’adeguata conoscenza di ogni risvolto degli eventi (ma potremmo mai con questi media?) e di conseguenza un comportamento consono ad essi?  Come loro sono giornalisti  e quello è il loro mestiere (stare sulla notizia e sulla società e commentare entrambi) ognuno di noi ha altri mestieri e quelli innanzitutto dobbiamo curare; così come critichiamo ad esempio il puzzone lardoso (Ferrara :mrgreen: ) di non saper fare il giornalista ma di essere solo uno dei tanti giocolieri stipendiati dal nano, altrettanto dovremmo criticare noi quando non sappiamo essere bravi avvocati o operai, massaie o scrittrici. Che questo è il nostro dovere, di questo siamo tenuti a rispondere di fronte alla società, e se non lo facessimo saremmo cacciati o comunque isolati.

    7. Da cittadini ci aspettimo di essere ben informati da chi di mestiere fa il giornalista, ed  apprezziamo quando alcuni di loro, per capacità, correttezza ed esperienza, riescono a farlo molto bene il loro lavoro. Così come invece siamo pronti a commentare negativamente quando lo fanno così così, o quando capita loro di andare sopra le righe.

    8. Da cittadini non è nostro dovere fare politica ‘attiva‘, almeno non direttamente, che per questo deleghiamo (e paghiamo) altri ai quali, avendo dimostrato affinità con le nostre idee e un progetto condivisibile, affidiamo l’incarico di esprimerli e portarli avanti.

    9. quando questo sistema degenera, quando i giornalisti non raccontano più le notizie ma messi a libro paga da qualcuno comunicano  menzogne artefatte e finalizzate a sostenere gli interessi dei potenti paganti; quando i politici da noi ‘assunti’ cessano di esprimere il progetto per cui sono da noi pagati ed iniziano a portare avanti un altro progetto, opposto al nostro, perchè han trovato chi li paga meglio di noi … allora tocca a noi muoverci, rifiutare la degenerazione e cacciare o almeno isolare i venduti.   E trovarne dei nuovi.  :mrgreen:

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  9. avatarcarmengueye - 20 marzo 2011

    Ormai ne ho abbastanza del vincolo di mandato. Gente come Razzi e Scilipoti, ma non solo, una volta passata al governo dopo essere stata eletta ( o nominata, ma sempre mediante voto) all’opposizione, deve andarsene, in automatico.

    Quanto a Scalfari, che vogliamo: è cresciutoa Sanremo a fianco di persone come Italo Calvino, noblesse oblige, mica come me che ci avevo a fianco la casalinga di Voghera ( e lei me, s’intende!).   :mrgreen:

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