Se perde i soldi

BerlusconiPassionIn un Paese normale, il puttaniere sarebbe scomparso dalla vita politica già da anni.

Il nostro però non è un Paese normale,  perchè da oltre un ventennio, fin dal Decreto Berlusconi, emesso nel  1984 da Craxi, non è più la politica a decidere le sorti dell’Italia, ma la corruzione, gli assegni insomma e guardacaso emessi sempre dalla stessa persona, che guardacaso è il più ricco d’Italia (e tra i più ricchi del mondo) e sempre guardacaso da oltre dieci anni è quasi ininterrottamente pure Presidente del Consiglio.

Tutte le condizioni politiche per far cadere il governo si sono verificate da tempo, ma il diversamente alto ha sempre saputo aggirarle e neutralizzarle, e sempre con un unico metodo: staccando assegnini. A destra e a ‘sinistra’.

Abbiamo assistito a lunghe polimeche tra i diversamente opponenti su come fosse opportuno battere l’utilizzatore finale, e a chi cercava di sostenere e dare spazio alle sue vicende giudiziarie si diceva che “il Cavaliere deve essere battuto politicamente, non giudiziariamente“.

Abbattere il puttaniere per via giudiziaria non sarebbe certo stato un grande risultato, ma come battere ‘politicamente‘ un avversario se la politica l’ha cancellata?

La prova inconfutabile l’abbiamo avuta il 14 dicembre scorso.

Quasi tutte le forze politiche si sono mosse politicamente, hanno ottenuto il risultato di spaccare il popolo delle libertà mettendolo in minoranza,  creare un nuovo partito all’opposizione e di fatto costruire le condizioni per una crisi di governo che avrebbe spazzato via definitivamente il trapiantato.

Com’è finita l’abbiamo visto: si è lasciato il tempo al trapiantato di trovare soggetti ‘sensibili’  e di staccare in loro favore  i suoi bei assegnini. E il gioco è fatto.  Niente  più politica, nada confronti e programmi, ma pra e spietata corruzione.

Soldi & assegni.

E allora penso che sia lì che si debba colpire, nei suoi soldi, che politicamente il puttaniere resta lì a vita.

Leggiamo in questi giorni commenti e considerazioni sulla situazione finanziaria dei gruppi di Fininvest-Mediaset e sul patrimonio del trapiantato:  Fininvest è la holding che raggruppa le proprietà della famiglia Berlusconi, ha un patrimonio di 2,5 miliardi e ha registrato utili nel 2010 per 87,1.  L’intero gruppo che fa capo a Fininvest conta utili per 160,1 milioni. A fine anno aveva un indebitamento netto di 1,3 miliardi.

A fronte di un capitale netto di 1,2 miliardi, il puttaniere si trova di fronte ad alcune difficoltà:

*  ieri la corte d’appello lo ha condannato a pagare 560 milioni alla Cir di De Benedetti.

*  è in corso un contenzioso fiscale che presto potrebbe costringere Fininvest a pagare allo Stato 300 milioni.

* si lamentano inoltre le richieste di Veronica Lario (4 milioni/mese – 50 milioni/anno) vicine solo queste a tutto il netto generato da Fininvest.

Se è vero che a titolo personale l’utilizzatore finale può vantare un patrimonio personale di  circa 5,5 miliardi di euro, è pur vero che come manager è considerato un incapace fallito da tutto il mercato globale, e ovunque si ritiene la sua fortuna dovuta puramente agli intrallazzi corruttivi del suo potere politico; dovesse cessare quest’ultimo, la sua fine economica sarebbe solo questione di tempo.

Non a caso Mediaset ha perso il 25% solo in quest’ultimo mese, dal giorno dopo i risultati delle elezioni amministrative.


Commenti
Sono stati scritti 4 commenti sin'ora »
  1. avatarSe perde i soldi | Informare per Resistere - 11 luglio 2011

    […] Fonte: http://www.andrez.cotti.biz/se-perde-i-soldi-7046.html   […]

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  2. avatarcarmengueye - 16 luglio 2011

    Vabbé, pure Al Capone aveva i soldi. Il punto è che l’opposizione doveva condizionare l’approvazione della finanziaria alle dimissioni del padrone del mignottificio, invece… 

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  3. avatarAndrez - 17 luglio 2011

    Vero.

    L’opposizione doveva condizionare l’approvazione della finanziaria alle dimissioni del padrone del mignottificio, invece… evidentemente han cuccato l’assegnino pure loro.

    O più semplicemente i peones Piddini che hanno votato per “senso di responsabilità” (e sono stati elogiati dal Capo dello Stato), sono gli stessi che si sono assentati pochi giorni prima per l’abolizione delle Province, che ricevono un miliardo di contributi pubblici per i loro partiti e che maturano allegramente la pensione dopo una legislatura.

    Poi così, tanto per essere cattivi, fino a ieri sera Bossi urlava “…in galera! ” rivolto a Papa.  Stamattina invece apprendiamo che secondo lui “niente manette senza processo“, che non si può mandare in galera un innocente.

    Che sarà mai successo stanotte?  ;Z

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  4. avatarcarmengueye - 17 luglio 2011

    Carcere preventivo, che molti italiani si fano, non in galera un innocente. Bossi dice che leggerà le carte: lui??? Ma manco una pagina di Topolino sa leggere… e così il suo cerchio magico di buzzurri semianalfabeti.

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