Scherzi pericolosi

Il persicetano è per tradizione e geneticamente un burlone. Fare il carnevale serve sì per i bambini ma quelli che si divertono per davvero sono gli adulti. Ogni scusa è buona per fare baldoria, per stare in balla, friggere salsicce, bere vino e fare scherzi.
Una volta gli scherzi fra amici potevano essere anche pesanti. Oggi potrebbero essere cosiderati atti di violenza, di sopraffazione, di bullismo.
Spesso se ne facevano di grosse..meglio non parlarne.
Qualche volta ci si aprofittava del personaggio un pò tonto, ridendo di lui. Ma non c’era cattiveria.
Magari poi ci si accorgeva di aver esagerato, ma che ci volete fare, eravamo cresciuti in quel contesto..per tutti era normale…Gli scherzi si facevano e si subivano.

Molta gente parlava esclusivamente dialetto, quindi sarò fedele riguardo ai dialoghi nella narrazione di questo episodio, evitando però per correttezza i veri nomi dei personaggi.
Frequentavo una compagnia di ragazzi che si trovavano tutte le sere al bar “De Toma” vicino alla Porta “di sotto” oggi bar Anna.
Uno di loro aveva un cugino contadino non molto sveglio con qualche anno in più di noi di nome Mario che saltuariamente veniva al nostro bar.
GIURO che non partecipai allo scherzo, ma mi venne raccontato tutto nei minimi dettagli.

Mario era un ragazzone rude una spanna più alto di tutti e aveva una forza fuori del normale. Qualche volta gli piaceva bere e si lamentava spesso di non avere successo con le donne.
Una sera, per prenderlo in giro gli dissero di conoscere una che ci stava con tutti e che gliela avrebbero presentata..
Fu un grande errore perchè da quel momento in poi avrebbe rotto le scatole a tutti per incontrarla.
Ormai la frittata era fatta…bisognava agire.

Fabio, uno di noi che Mario conosceva bene, si offrì di travestirsi da donna convinto che poi sarebbe tutto finito a risate.
Naturalmente (come si fa a carnevale) venne truccato ben benino con parrucca bionda, una ottava di reggiseno pieno di cotone, minigonna e calze a rete nere. Ma inevitabilmente sovrastavano due spalle da facchino, sapevamo che il gioco sarebbe stato scoperto molto presto.

L’incontro avvenne di sera, Il cugino si presentò in macchina con a fianco un amico, dietro c’era Fabio sorridente imbottito di channel N°37.
Mario che aveva anche un pò bevuto, venne fatto salire a fianco di Fabio e la macchina partì con destinazione macero “dei preservativi” in via Montirone.
Durante il viaggio (2 km) Fabio si presentò come “Isabella” e Mario non avendolo riconosciuto, incominciò a mettergli le mani addosso.

-Ma come zei rude con quelle manacce! Zerca di controllarti…azpetta almeno che arriviamo al laghetto….

Mario era caduto nella trappola, credeva davvero che Fabio fosse una donna e ce la stava mettendo tutta.

-Ma inzomma mi stai zgualcendo tutto il reggizeno..lazzia che me lo zlaccio da zola…

A quel punto incominciò a cercare di baciarlo e a Fabio il gioco piaceva sempre meno.
Mario gli ficcò una mano in mezzo alle gambe… ed esclamò:

-Soccia, che pèpa coulma ta ghè!
-…Ma dài ziocchino è il monte di venere!

In pochi secondi Mario era quasi nudo.Nessuno avrebbe immaginato di arrivare a quel punto.
La macchina si fermò giunta a destinazione, Fabio se la stava vedendo brutta e decise di buttare la maschera, smise di parlare in falsetto e urlò:
-a sòn un omen!

-….l’è listàs!

Si tolse la parrucca e gli disse:
-a sòn Fabio!

-….l’è listàs!
A quel punto i due seduti davanti accorsero in aiuto dell’amico cercando di tener fermo quell’ energumeno in piena tempesta ormonale.

Fabio riuscì a stento ad aprire la portiera e se la diede a gambe levate in mezzo ad un campo di “spagna”, la sua verginità era salva.


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarGabriele Tesini - 7 novembre 2011

    Che belle cose di una volta, io invece mi ricordo quella di un bulletto di campagna soprannominato “Buddo, il fighetto del ponte rosso” che un giorno arrivò alla baracchina dell’Oasi vestito di bianco proprio da “Fighetto” in procinto di andare a ballare e tutti noi incominciammo a girargli attorno e a dirgli:”Ma come sei ciccione, non vedi che il bianco ti ingrassa? Non lo sai che il nero invece smagrisce?
    Dopo un po si assentò con una scusa e tornò tutto vestito di nero come un beccamorto, ha ha ha.  

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  2. avatarFausto Cotti - 7 novembre 2011

    Con la bicicletta da donna con i freni a stanghetta.

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