Ritorna la volgarità di Luttazzi

luttazziPer una sera Luttazzi è tornato. Avevo già visto questo spettacolo che aveva come ospiti anche altri personaggi conosciuti svoltosi al palazzetto di Bologna nel periodo in cui il programma di Santoro era stato silurato dalla TV.
E Santoro dopo 5 anni lo ha voluto mostrare ancora oggi perchè nonostante tutto, per Luttazzi la tV è off limits.
Il motivo è molto semplice, la TV di oggi non è diversa da quella di allora, quella per intenderci dell’editto bulgaro e non lo sarà nemmeno dopo la riforma della RAI sbandierata tanto dal PD.
Durante lo spettacolo, Luttazzi racconta con dovizia di particolari le tre fasi di una sodomia fra un uomo e una donna paragonandolo al rapporto Italia-Berlusconi.
Non lo ha mai fatto nessuno? Nessuno ha mai saputo cosa faceva Rocco Siffredi prima di andare sull’isola dei famosi che oggi vediamo in TV camminare nudo sull’isola con la proboscide nemmeno tanto celata? Nessuno ha mai sentito il desiderio (non voglio essere volgare), di “possedere l’amante in modo alternativo”, o di essere posseduta da lui in quel modo?
Quello che dà fastidio alla gente è il modo di raccontare.
Luttazzi non piace perchè dice la verità. Ma non lo fa candidamente usando frasi soavi e sottintendimenti, lo fa crudelmente e “volgarmente”. Il suo messaggio è un pugno allo stomaco.
Ma cosa è volgare? Chi lo decide?
Se Luttazzi non piace, è perchè alla gente non piace proprio questa “volgarità”, lui oltre ad essere scomodo non fa abbastanza audience in una Italia bigotta, rimbambita, violenta, furbetta e ruffiana.

Mi viene in mente il primo Benigni, quello che in un film, passa dieci minuti attraversando un campo arato a bestemmiare in toscano dicendo decine di parolacce sconce e volgari:

“La merda della maiala degli stronzoli nel culo delle poppe pien di piscio co’gli stronzoli che escan dalle poppe de budelli de vitelli con le cosce della sposa che gli sorte fra le cosce troppe seghe dentro il cazzo troppi cazzi dentro il culo…”
Mi viene in mente quel Benigni che palpando in diretta il culo e le tette della Carrà, a “fantastico’91” elenca le decine di modi di chiamare il sesso (la verga, la patonza, la gnocca, la minchia…).
Quel Benigni bestemmiatore che era scomodo perchè faceva politica e diceva la verità ma non era troppo crudo per disgustare la gente, facendo per questo grandi ascolti, quel Benigni che oggi a parte qualche frecciatina a Berlusconi, si limita a raccontarci Dante e la bibbia diventando improvvisamente religioso.

Luttazzi fa schifo a quella gran parte di italiani che in autostrada dopo ore di fila perchè un km più avanti c’è un incidente e arrivando lentamente sul luogo, si ritrovano la polizia che gli fa segno di procedere e loro invece rallentano perchè vogliono vedere il sangue ed eventuali brandelli di cervello spiaccicato sull’asfalto.
Quegli italiani che preferiscono sentirsi raccontare i particolari degli efferati omicidi raccontati coi plastici di Vespa, quegli italiani che seguono i TG dove ogni giorno c’è un imbecille che taglia una testa con un coltellino ma che “non si può mostrare la crudezza dell’intero filmato”. Dove ogni giorno ti raccontano delle violenze sui minori da parte di genitori e preti, ma che i particolari non si dicono perchè sono “volgari”, e loro se li vanno a cercare sul web insieme alle decapitazioni.
Quei TG che per narrare la violenza degli integralisti islamici sono pronti a diventare paladini di Charlie Hebdo, giornale irriverente francese che al suo confronto Luttazzi è una suora.

Come diceva Brando in apocalypse now, “i nostri ragazzi devono scaricare tonnellate di napalm sui contadini vietnamiti ma non possono scrivere la parola cazzo sull’aereo”
Cosa è volgare e cosa non lo è, lo decide la TV. Di solito evito di guardarla e mi scandalizzo ogni volta che mi succede di farlo, non certo per gli spettacoli di Luttazzi.


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