Protesta civile

Parte da radio 24, l’ennesima protesta, con raccolta firme, contro una interpretazione della Rai scandalosa!!!

Non paghe-RAI sul pc di chi lavora!
Non paghe-RAI sul pc di chi lavora!
Imprese e professionisti sul piede di guerra contro il canone speciale Rai, quello dovuto per gli esercizi pubblici, i locali aperti al pubblico e per i contesti fuori dell’ambito familiare.
Oltre che per il possesso di apparecchi radio-televisivi in molti hanno ricevuto l'”invito” a pagare anche per il solo possesso di un pc. E monta la protesta!
A Nove in punto, Silvestro Scotti, vice segretario nazionale Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale), Marco Melosi, presidente Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), Giuseppe Dell’Aquila, responsabile ufficio legislativo di Confesercenti e Vincenzo Vita, senatore del PD e componente Commissione Vigilanza Rai.


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 21 febbraio 2012


    Appare assurdo chiedere il pagamento del canone anche ai possessori di Pc, smartphone o table.

    Senza voler discutere della legittimità di una norma che pure è piuttosto datata (1938), e senza neanche voler mettere in relazione l’obbligo di pagamento del canone RAI con l’obbligo della RAI di prestazione un servizio pubblico che in realtà fin qui abbiamo visto a fatica, il punto principale che fa davvero trovare singolare l’iniziativa della RAI è che RAI è perfettamente consapevole della circostanza che il proprio diritto a esigere il canone da soggetti che siano proprietari di PC, di Tablet, di Smartphone o comunque di dispositivi diversi dalla televisione, è da anni sub iudice, tutt’altro che certo.

    Tutti gli enti e le autorità ai quali è stato chiesto di pronunciarsi in relazione all’effettiva obbligatorietà del canone RAI da parte di un soggetto che disponga di un dispositivo diverso dal televisore, come un PC e un Tablet, sin qui si sono palesemente dichiarati incapaci di trovare una risposta.
    La cosa più assurda di tutta questa vicenda è che esista un soggetto che appartiene allo Stato come la RAI, interamente controllata dal governo, che chiede il pagamento di un importo nell’assoluta consapevolezza che in realtà il suo credito è tutt’altro che certo.

    Un creditore che agisce chiedendo un importo che probabilmente non gli compete (e lui ne è a conoscenza) non è certamente un creditore che agisce nel rispetto delle regole. Dunque, l’aspetto più sconvolgente è proprio di etica dello Stato, lo Stato attraverso la RAI non può e non deve permettersi il lusso di bussare a casa di imprenditori e di andare a chiedere delle somme come se queste somme fossero certamente dovute quando sa perfettamente che tutto sono, fuorché certamente dovute!

    E’ una decisione che andrà a creare un intoppo burocratico notevole, considerato che la maggioranza non lo pagherà questo canone, e si creeranno le solite e lunghissime vie legali.  Questo rischio in realtà è un obiettivo quasi scientifico da parte della RAI che è un’azienda assolutamente al tracollo e che come fa qualsiasi azienda al tracollo ha tutto l’interesse a fare anche artificiosamente lievitare i propri crediti, così da poter domani raccontare in ipotesi anche nei propri bilanci che ha sì perdite e debiti importanti, ma ha anche crediti assolutamente importanti. Poco conta poi che questi crediti siano, come in questo caso, assolutamente inesigibili perché manca il presupposto normativo. E’ ovvio che domani non si arriverà a capo di questa vicenda, non fosse altro perché si cerca di arrivarci a capo ormai da anni.

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  2. avatarAndrea Cotti - 22 febbraio 2012

    Rai, retromarcia su tablet e pc:  ‘Canone si paga solo per tv’

    Evidentemente far scoppiare i casi in rete,  coinvolgendo alcuni milioni di utenti in poche ore … conta.


    [Pietro … ricordiamoci che questo blog tratta casi “parsicetani”. Per tematiche generali meglio usare l’altro blog  😉  ]

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