Primarie, perchè dico sì

Primarie, perché dico sì.

Finisce la II guerra mondiale;  l’Italia era distrutta economicamente, ferita da una dittatura che aveva plagiato la mente di tanti, vecchi e giovani, da una guerra civile che ora ci sembra incomprensibile, la breve esperienza democratica del primo dopoguerra era lontanissima, sembrava non esserci speranza e invece… !

Invece nacquero i partiti, alcuni continuando la grande tradizione laica del risorgimento, altri ridando voce alle varie anime socialiste di inizio secolo o al progetto di dare una presenza politica, ma democratica, ai valori cattolici; la freschezza della giovane democrazia non negava neppure la voce ad una ideale monarchico che gli italiani avevano rifiutato .

Seguirono anni non solo di crescita economica, ma anche di grande impegno politico basato su valori ideologicamente ben definiti .
Tanta passione, certamente tanti errori, ma democrazia !!

Inizio anni novanta, anni difficilissimi, il sogno sembra finire, gli uomini a cui avevamo affidato la nostra passione le nostre utopie cadono sotto il peso delle loro colpe .
Cadono loro, ma cadiamo tutti, correi in qualche modo nelle piccole o grandi cose di quel sistema in cui “l‘idea” era stata troppe volte usata per l’interesse privato .

Cadono,  scompaiono senza quasi che ce ne accorgiamo, i partiti che avevano dato speranza a chi era rinato alla democrazia dopo la dittatura fascista e avevano accompagnato noi che nella democrazia eravamo nati .
Cambiano i simboli trascinando con sé le ideologie come se fossero loro i colpevoli e non gli uomini che li avevano strumentalizzati: oggi di quella epoca prima del 1990 non sopravvive nulla se non in alcuni spazi della politica romanticamente di nicchia o nelle bancarelle di modernariato di alcuni mercatini domenicali delle cose del passato .

Gli ultimi venti anni: nascita e morte di formazione politiche troppo spesso create ad immagine degli uomini che li fondano per interessi personali, incapacità di dibattito su contenuti di lungo periodo.
Uomini politici singoli o in gruppo che nei cosidetti partiti entrano, escono, rientrano, si alleano, si separano, in una tale confusione che non credo sia facile per tanti ricordare i molti partiti e i molti leader che hanno ottenuto voti, visibilità e potere negli ultimi anni.

E i valori, e l’ideologia o più semplicemente la linea politica fondante delle varie formazione politiche ?
Non voglio apparire qualunquista; è sbagliatissimo confondere tutti in un unicum di degenerazione, le differenze vi sono state e ci sono, ma il “clima “ è questo .
In gran parte delle nazioni democratiche la politica è regolata da un numero limitati di partiti che riescono a rappresentare l’ispirazione conservatrice o progressista o in alcuni casi sono sensibili, ma non sudditi di fedi religiose, partiti in cui leader si alternano, non si identificano con il partito.
Noi no !
L a storia darà un giudizio non passionale di quello che avvenne all’inizio degli anni 90, io credo che sia stato un bene che alcuni uomini politici siano stati allontanati, ma sia stata una sciagura cancellare i partiti storici e non invece, ripuliti dalle tante umane scorie, conservarli per le nostre libere scelte elettorali.

Fra poco ci saranno le elezioni politiche, le più strane che io ricordi: una legge elettorale che tutti condannano, ma che non cambiano, interessati più alla convenienza personale che a quella di una democrazia compiuta, partiti fatti a misura di singoli uomini destinati a vivere e morire con loro, la tradizione progressista, conservatrice o di ispirazione religiosa immersa in una palude senza apparente speranza di bonifica.

Voglia di ritorno ad un governo politico, ma anche paura di rimanere senza la guida di questo “ strano “ governo.
Una criticità come questa non può trovare una soluzione forte nei pochi mesi che ci porteranno alle nuove elezioni, serve una nuova organizzazione della nostra vita democratica che necessita di tempo e di un clima più sereno, ma molto possono fare le formazioni politiche che vogliono essere partito nella accezione positiva del termine, cioè testimoni di una precisa idea della società civile: le primarie.

Sì le primarie, ma perché ?
Una legge elettorale che ridia al singolo cittadino la possibilità di scegliersi la classe politica è un obiettivo da raggiungere, ma realisticamente è improbabile che vi sia ora sufficiente consenso in parlamento.
I singoli partiti se vogliono riavere la credibilità perduta possono invece organizzare al loro interno un sistema in cui i propri iscritti/simpatizzanti/possibili elettori scelgano i leader e i candidati.

Cosa serve? una inezia (!!??) : il coraggio di esporsi al giudizio della gente con alcune regole semplici:

– Fare capire i valori fondanti del partito che si rappresenta, le ragioni del riconoscersi in un simbolo in
un progetto comune pur nelle inevitabili differenze che non devono essere causa di divisione, ma di crescita.

– Esprimere progetti realizzabili, non libri dei sogni.

– Per chi ha avuto ruolo di potere, fare una analisi onesta dei propri errori, non solo degli errori degli altri, prima di proporsi come classe di governo; solo chi è consapevole dei propri inevitabili errori può avere capacità di migliorarsi, chi al contrario vede solo negli altri la causa del male, difficilmente saprà ben operare.

– Contrastarsi anche duramente fra candidati, ma sempre nel massimo rispetto .

– Se sconfitti accettare il vincitore e aiutarlo nella lotta elettorale nazionale perché anche nella differenza della contesa delle primarie vi deve sempre essere e sopravvivere il senso di appartenenza politica.

Libro dei sogni ? In Italia forse sì, all’estero No ! Perchè?

Libro dei sogni ? Non so, ma se vogliamo ritornare una nazione normale, quale altro sogno possiamo fare ?

Non mi sembra opportuno in queste confuse righe dichiarare le mie scelte personali, ma una posizione mi sento di esprimerla: guardo con interesse alle formazioni che danno l’opportunità ai cittadini di scegliere gli uomini che avranno il compito di rappresentarli, al contrario vedo in chi la nega un segnale di arrogante debolezza.

La maturità democratica di una nazione si esprime anche in questo .


Commenti
Sono stati scritti 6 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 12 settembre 2012

    Le primarie sono senza dubbio un formidabile momento di democrazia; la partecipazione dei cittadini a determinare i loro leader.

    E al momento il Pd sembra sia stato, e forse cotinui ad essere, l’unico partito capace di questo alto e democratico momento organizzativo.

    Che ad esempio, nel Movimento 5 Stelle, tra i suoi militanti di base, (i bravi ragazzi puliti e preparati eletti dal popolo insomma, che mostrano forme aperte ed innovative di gestione democratica), appare assolutamente impossibile parlare di primarie e nessuno potrebbe mai permettersi di sussurrare il solo termine senza essere immediatamente defenestrato.

    Ora si tratta di capire se il PD riuscirà a riproporle anche questa volta, che non dobbiamo dimenticare che molti suoi dirigenti stanno facendo tutto il possibile per affossarle, Presidente in testa.

    Senza dubbio una grande manifestazione di democrazia e partecipazione dunque, ma non dobbiamo dimenticare le lunghe file di persone anziane, le truppe cammellate dello zoccolo duro, che più o meno irregimentate si apprestavano a votare ciò che i loro dirigenti di fiducia gli avevano indicato, sibilanti severi ai pochissimi giovani presenti “mea sbaglièret ah!“. Pochissimi giovani evidentemente convinti che la politica (ed il destino dell’Italia) non si potessero decidere lì.

    Senza dubbio una grande manifestazione di democrazia e partecipazione che, ammesso venga riproposta, non può certo farci dimenticare che il Pd è il partito dei Giusy la Ganga, Bassolino e Loiero; che tessera killer della camorra che uccidono consiglieri del PD, che a Npoli e nel sud le primarie le fa gestire dalla camorra, e che fa alleanze con Cuffaro e Lombardo. 

    E poi che è il partito dei Lusi e Penati, Boni e Tedesco, e di Errani e Goracci, dei fratelli Degennaro e di Bonanini, di Emiliano e Caravà, e poi Ponzato e Del Bono …e De Luca. :roll:

     

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  2. avatarPaolo Grandi - 12 settembre 2012

    Il primo commento d’istinto che mi viene a questa “purtroppo” condivisibile riflessione è il veccho adagio
    ” Non è il fucile ad essere pericoloso , ma chi lo usa ”
    E se stavolta non adassimo a caccia di frodo !!

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  3. avatarGabriele Tesini - 13 settembre 2012

    Primarie? Uno strumento interessante ma inutile in Italia con le teste e le regole vigenti.

    Inutile perchè si sa già chi le vincerà per le ragioni che adduce Andrea, e perchè con il sistema elettorale vigente, e con quello che verrà, la singola persona che si proporrà non potrà mai essere un vero leader scevro dai condizionamenti di partiti che ormai sono solo delle S.P.A. che guardano solo al loro interesse e non a quello del Paese.

    Quindi, prima delle primarie, a mio avviso, bisogna risvegliare nei giovani e nelle persone la voglia e la volontà di uscire dalle logiche di questi partiti-non-partiti e rispettare i primi tre punti di “Cosa serve”? Ben descritti da Paolo, poi si può ripartire.

    Oggi in Italia, credo che la Democrazia e gli strumenti democratici non esistano più.

    Sono forse le elezioni uno strumento democratico?
    Non credo per il solo fatto che sappiamo bene che in mezza italia i voti sono letteralmente comperati con la complicità della politica collusa con le Mafie, le Cosche e Andranghete.

    Sono forse le regole dell’informazione uno strumento democratico?
    Non credo fino a che la politica non fa nulla per regalare e concedere ben tre+due TV private allo stesso gestore, e sappiamo bene cosa voglia dire.

    E così via per altre tante regole e leggi scritte ma che ognuno disattende per il solo fatto che nessuno volutamente controlla affinchè ognuno possa fare quello gli pare con il risultato che dopo almeno questi venti anni la decadenza morale e civile ha toccato i livelli più bassi dal dopoguerra.

    Caro Paolo, il tuo interrogativo:Libro dei sogni ? In Italia forse sì, all’estero No ! Perchè? Provo a risponderti:
    “Libro dei sogni in Italia, inevitabilmente sì”, semplicemente per il fatto che la maggioranza degli Italiani, a differenza dei Francesi, dei Tedeschi o degli Olandesi, insieme alla non democrazia del voto e dei media, hanno scelto di rimanere mafiosetti, superficiali e fregarsene altamente della dignità e del vivere in modo dignitosamente civile.

    Bene, noi non siamo tra questa maggioranza e per questo soffriamo e ci danniamo per capirne i “Perchè”?
    Finchè non diverremo maggioranza, possiamo solo sperare e continuare a lottare perchè sappiamo di essere dalla parte della ragione.  😈

     

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  4. avatarFausto Cotti - 13 settembre 2012

    Concordo il tuo sfogo Gabriele, tutti sappiamo i motivi storici che hanno portato il nostro paese a questa deriva. Guardando gli ultimi 20 anni, fatti di promesse fatte agli italiani che tutti insieme (o quasi) sognavano soldi e gnocca, mi viene in mente quando il duce dichiarò guerra alla Grecia sicuro delle potenti armate che i gerarchi gli avevano fatto credere di avere. Lui le andava a visitare di città in città, ignaro che erano sempre gli stessi carri e gli stessi aerei che i gerarchi trasferivano in fretta e furia prima che Mussolini arrivasse a visitare.

    Anche a quel tempo, gli italiani andarono da pecoroni a farsi ammazzare in Africa, in Grecia e in Russia invece di ribellarsi a quel potere. 

    Poi i nodi vennero al pettine quando la disfatta fu totale. 

    Qualcuno dice che successe perchè c’era ignoranza. Oggi non vedo grandi miglioramenti, la mamma dei cretini è sempre in cinta.

    Oggi credo che l’Italia sia ad un punto simile a quello. Non si tratta tanto di chi governerà o di chi ha o avrà il potere.

    Sono decine di anni che si vende aria fritta, che si lega i cani con la salsiccia, si gozzoviglia, si spreca, si inquina, si ruba e si porta denaro all’estero facendo finta di niente. Anche se il popolo defraudato non reagisce, credo che il sistema non possa durare comunque. 

    Non può durare un paese dove vengono prodotte automobili che valgono meno delle altre, che nessuno vuole comprare ma che costano uguale. Un paese dove il capo della polizia prende uno stipendio 4 volte quello di Obama. Dove chiesa, mafia, banche e multinazionali la fanno da padrone.

    Al di là di tutto questo, a votare ci vado. Se tutti si rifiutassero di farlo significherebbe non fare nulla per abbattere quel potere. Nel passato, qualche volta è servito a qualcosa, come quando i nostri padri scacciarono la monarchia, come per l’aborto e il divorzio. Alla faccia dei preti.

     

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  5. avatarPaolo Grandi - 13 settembre 2012

    E’ vero la legge elettorale attuale è una palude per chi crede nelle democrazia  è vero ” la maggioranza degli Italiani, a differenza dei Francesi, dei Tedeschi o degli Olandesi, insieme alla non democrazia del voto e dei media, hanno scelto di rimanere mafiosetti, superficiali e fregarsene altamente della dignità e del vivere in modo dignitosamente civile.” dopotuto siamo  il paese del “viva la francia , viva la spagna  basta che se magna ” è vero tutto quello  che avete detto ,ma non so  quanti siamo  a vivere con sofferenza  questa situazione  , so che ci siamo e che anche nel nostro piccolo combattiamo
    La sinistra  purtroppo   non sta dando un buon esempio e un contributo sufficiente non solo su alcuni  grandi temi oggi di attualità concreta su cui  mi riprometto di scrivere qualcosa anche rischiando disapprovazione  ,ma anche alle cose apparentemente minori  tipo lunedi’ a Bologna quando è venuto  Renzi.
    Io c’ero ad ascoltarlo   non sono ancora pronto per schierarmi voglio ancira ascoltare , valutare , riflettere,ma non mi è piaciuto l’ostruzionismo che  ho vissuto  in diretta , non è la sinistra  che voglio .
    Però noi  che crediamo nell’uomo , noi che crediamo nella  democrazia , noi che crediamo che una sinistra  inevitabilmente  diversa dal passato , ma sinistra  sia ancora  possibile noi dobbiamo  essrci  quindi faccio mio quanto conclude Fausto  “Al di là di tutto questo, a votare ci vado. Se tutti si rifiutassero di farlo significherebbe non fare nulla per abbattere quel potere. Nel passato, qualche volta è servito a qualcosa”
    Con  una modifica : nel passato è servito MOLTO tocca a noi ora  ( ma l’è dura !! )

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  6. avatarAndrea Cotti - 14 settembre 2012

    Bellissimi commenti, grazie a tutti.  :)

    E aggiungo i miei 2 cent., giusto una perplessità:

    Renzi: «Non ho paura di chiedere voti a destra»
    Per farlo e riuscirci tocca fare una politica e programmi “di destra”.
    … e perchè mai dovrei votare un partito simile, io che sono “di sinistra”?

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