Più tasse

tasseDall’OCSE apprendiamo che il fisco in Italia tassa gli italiani per il 43,5% del Pil, terzo posto tra i paesi industrializzati.

Solo l’anno scorso ci informa Il Sole 24 Ore che in tasse abbiamo pagato 1.000 euro pro capite in piu’; lo scorso anno il fisco si e’  preso 1.374 dollari, cioe’ 1.030 euro in piu’ rispetto al 2007 e quasi tre volte tanto rispetto al 1990.

Sappiamo per esperienza che i Governi che promettono la riduzione delle tasse in campagna elettorale e poi non sono in grado di mantenere la promessa, vengono duramente puniti dal loro elettorato; ma questo com’è noto non sembra il caso dell’utilizzatore finale, che nonostante abbia promesso clamorosi abbattimenti ma in realtà ha portato la tassazione al terzo posto tra i paesi industrializzati, mantiene saldo il consenso del suo elettorato.

Come mai?

Credo che la chiave per comprendere l’arcano sia sui concetti di “suo elettorato” e “chi paga più tasse“; perchè sono perlopiù due cose diverse. :mrgreen:

In un gioco a chi usa più spudoratamente l’ipocrisia della menzogna, quando il nano prometteva meno tasse ai suoi, in effetti intendeva mantenere la promessa, semplicemente consentendo loro di evaderle.  Il suo ragionamento è stato semplice; consento l’evasione alle fasce sociali che operano più vicine al limite dell’illegalità (oltre a quelle che sono da sempre già ben oltre) ed abbatto drasticamente i servizi e l’assistenza sociale. In questo modo l’elettore medio Pdl si è trovato mano libera, e non solo nell’evasione, mentre le categorie sociali che tendenzialmente si muovono nella correttezza non hanno ottenuto nessuna riduzione. Ma non essendo queste ultime parte del bacino elettorale del Caimano, non hanno minimamente intaccato il di Lui consenso.

Senonchè, quando tra due competitor l’uno paga il 43,5% di tasse e l’altro le evade, (e magari evita anche di pagare cosine come i contributi ecc.) è facile comprendere che per l’imprenditore che paga non ci sia futuro, non può essere competitivo sul mercato, non può abbassare il costo del suo prodotto come chi non paga nulla, e salta.

O inizia ad evadere pure lui.  :mrgreen:

Difatti siamo arrivati al primo posto in Europa nella classifica dell’evasione fiscale; subiamo un  54,5% del reddito inevaso, sotto a noi c’è la Romania al 42,4%, la Bulgaria al 39,8% e l’Estonia col 38,2%.

Noi ovviamente siamo i primi del gruppo UE con distacchi sfacciati. Grazie alla politica fiscale del nano, ben assistita da Tremonti, nel 2010 l’evasione è aumentata del 10,1%.  Chi evade di più sono gli industriali del Nord, non del sud, con il 32,8%.  Questa è stata la reazione subito conseguente allo Scudo Fiscale che ha bonificato con un clamoroso 5% di tassazione ogni forma di delitto fiscale, offrendo inoltre l’anonimato ai capitali mafiosi, agli introiti da droga, dal traffico d’armi e d’organi, e ovviamente agli evasori totali che, in massa, hanno regolarizzato il malloppo lasciandolo poi all’estero.

Doveroso è ricordare che lo Scudo Fiscale è una legge bipartisan, voluta dal Pdl e appoggiata dal Pd con l’astensione sul voto di fiducia che il Nano impose. In quell’occasione anzi, 25 Piddini non votarono:

Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Carra, Codurelli, D’Alema, D’Antoni, Esposito, Farina, Fioroni, Gaione, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri (in visita guidata a Madrid per il partito), Misiani, Pistelli, Pompili, Porta, Portas.

Fantastica la motivazione che D’Alema diede alla sua non presenza al voto:  perché non aveva capito che “era importante“.

Se il PD avesse votato contro compatto, il governo sarebbe caduto e più di un anno fa.

E così gli imprenditori hanno imparato la lezione, anche chi ha sempre pagato le tasse;  l’evasione paga sempre. Resta pur sempre  responsabile di un reato, ma in questo caso il mandante è il Governo.

Poi scopriamo che sono tanti tra gli stessi parlamentari e tra i loro familiari ed amici ad aver usato lo Scudo Fiscale. Il conflitto di interessi e il mercato delle vacche non sono dunque un copyright del solo nano, ma un comune sentire trasversale tra le caste partitiche.

Ed ora che il livello degenerato d’evasione non consente più di far quadrare i conti, nonostante i drammatici tagli ad ogni forma di assistenza e servizi, per non scivolare sempre più verso situazioni devastanti come la Grecia e l’Irlanda, a  Tremonti non resta che far pagare di più a chi già paga. Agli operai innanzitutto, ma questa non è una novità, e poi ad artigiani, commercianti e piccoli industriali. L’ultima furbata creativa del nostro genietto per recuperare soldi ma mantenendo inalterata l’attuale evasione arrivata a superare i 120 miliardi di euro all’anno è lo “spesometro“.

Difatti dal 2011 ogni acquisto oltre i 3.500 €.  dovrà essere denunciato al fisco dal venditore; anche per i servizi. Le spese divengono dunque parte del profilo fiscale del contribuente. Il venditore sarà costretto a richiedere all’acquirente il codice fiscale per poi inviarlo all’Agenzia delle Entrate, sia per l’emissione di fatture, ricevute fiscali e scontrini; chi non lo fa incorre in pesanti sanzioni.

Per gestire la porcata dello spesometro lo Stato dovrà pagare alcune migliaia di dipendenti pubblici e coinvolgere qualche milione di operatori privati (commercialisti, revisori dei conti ecc.) per raccogliere ed inviare i dati. Il cui costo graverà ulteriormente sui contribuenti.

Non c’è che dire, era proprio quanto artigiani, commercianti e piccole imprese chiedevano da tempo per poter riuscire a non fallire e sopravvivere alla peggiore crisi finanziaria della storia.


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarPiù tasse- Rivistaeuropea - 18 dicembre 2010

    […] Vai alla fonte Condividi questo post: […]

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  2. avatarPiù tasse | Informare per Resistere - 19 dicembre 2010

    […] per poter riuscire a non fallire e sopravvivere alla peggiore crisi finanziaria della storia.Fonte: http://www.andrez.cotti.biz/piu-tasse-4177.html var Taggable_iWpVersion='6410';var […]

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