Persiceto: il carnevale con l’antichissimo ‘spèll’

GufiDopo tanti anni ho avuto di nuovo l’occasione di rivedere il rito tutto unico persicetano degli spilli dei nostri carri, e mi sono lasciato languidamente emozionare dalla ancestrale magia che ancora una volta hanno riversato a piene mani nella nostra piazza.

E ancora mi ha colpito la personalizzazione sempre più atipica del nostro carnevale, che si distacca nettamente dai corsi mascherati più famosi e blasonati puntando sempre più alla rappresentazione teatrale coinvolgente-avvolgente tutta la piazza, con i carri che divengono fantasiose scenografie animate da tali rappresentazioni.

Questa tendenza di andare oltre lo spillo verso la performance teatrale sta dunque confermandosi come una specificità del carnevale persicetano, iniziata parecchi anni fa e consolidandosi sempre più ogni anno come una fantastica costante, amplificata quest’anno dalla recente scoperta nei cromosomi dei “partecipanti” persicetani di un ceppo longobardo arrivato da noi nell’ottavo secolo e che ha consentito di scoprire l’origine del termine “spell“, che in tedesco (longobardo) significa appunto “incantesimo, magia e trasformazione” e dando quindi origini ben più antiche al nostro carnevale.

…Nel corso dei secoli, i Longobardi, inizialmente casta militare rigidamente separata dalla massa della popolazione romanica, si integrarono progressivamente con il tessuto sociale italiano, grazie all’emanazione di leggi scritte in latino (Editto di Rotari, 643), alla conversione al cattolicesimo (fine VII secolo) e allo sviluppo, anche artistico, di rapporti sempre più stretti con le altre componenti socio-politiche della Penisola (bizantine e romane). La contrastata fusione tra l’elemento germanico longobardo e quello romanico pose le basi, secondo il modello comune alla maggior parte dei regni latino-germanici altomedievali, per la nascita e lo sviluppo della società italiana dei secoli successivi. …” (Wikipedia)

Longobardi che dopo un iniziale duro periodo, passarono ad una convivenza pacifica e serena:

« Erat hoc mirabile in regno Langobardorum: nulla erat violentia, nullae struebantur insidiae; nemo aliquem iniuste angariabat, nemo spoliabat; non erant furta, non latrocinia; unusquisque quo libebat securus sine timore pergebat. » (Paolo Diacono, Historia Langobardorum, III, 16)  –
« C’era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c’erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c’erano furti, non c’erano rapine; ognuno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore. »

Abbiamo quindi un Carnevale unico, originale, davvero di alto livello e pure con radici millenarie.

Credo proprio che i cultori e gli studiosi di queste forme espressive di arte popolare, vere e proprie “feste in piazza”, non ne abbiano ancora recepito e quindi riconosciuto gli ampi ed evidenti meriti artistico comunicativi, e che il Carnevale di Persiceto venga ancora ingiustamente considerato solo uno dei tanti corsi mascherati di secondo o terz’ordine. Così non è.

Complimenti davvero a tutte le società!


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