Perchè vincerà il SI a Marchionne

landini-Giovedì e venerdì  gli operai Fiat di Mirafiori saranno chiamati ad esprimersi con un referendum sul futuro dello stabilimento.

Sono tornati in fabbrica oggi dopo tre settimane di cassa integrazione e da mercoledì  tutti i 5.500 operai saranno nello stabilimento. Al rientro hanno trovato i volantini dei vari sindacati.

La Fiom come sappiamo considera il referendum un ricatto dopo le parole di Marchionne che ha dichiarato che in caso di vittoria del NO chiuderà lo stabilimento.

La Cisl e la Uil dal canto loro ricordano ai lavoratori che l’accordo darà diritto a posti di lavoro, più prospettive per il futuro, e più salario.

Inoltre la CGIL della Camusso non condivide la posizione rigida della Fiom. Ieri, dopo unariunione fiume delle segreterie, il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha ribadito che in caso di vittoria dei sì la Fiom non apporrà alcuna firma tecnica.

Voteranno dunque il referendum 5.500 lavoratori che rientrano dalla cassa integrazione, preoccupati per il loro posto di lavoro e per il futuro delle loro famiglie e la vittoria del SI appare scontata.

Ma non saranno la paura e il ricatto a far votare SI, o almeno non completamente.

Un recente sondaggio del Fatto ci conferma dati già conosciuti presentando questa tabella:

*  Il 45,8% degli operai oggi voterebbe per il governo.  (26,4% PDL e 19,4% Lega)

* Il  46,5% dei disoccupati oggi voterebbe per il governo.   (27,1% PDL e 19,4% Lega)

* Gli stessi mostrano valori simili a quelli nazionali per UDC e FLI

E’ ritenuto che queste percentuali possono essere facilmente gonfiate del 6-8% in campagna elettorale da un mirato utilizzo dei media.

Una classe operaia che appare per oltre un 60%  ipnotizzata dai valori effimeri e illusori di questa destra e che, informata da Fede e Vespa ed acculturata da Grandi Fratelli e De Filippi,  non cessa di rincorrere il sogno furbetto di diventare come lui.  (l’utilizzatore finale)

Per questo vincerà il Si.


Commenti
Sono stati scritti 18 commenti sin'ora »
  1. avatarQuora - 10 gennaio 2011

    Al referendum sindacale di Mirafiori vincerà il si?…

    Ne parliamo qui; http://www.andrez.cotti.biz/perche-vincera-il-si-a-marchionne-4423.html

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  2. avatarLorenzoGT - 10 gennaio 2011

    Ciao Andrea.
    Premesso che per quanto riguarda la vicenda referendum non concordo assolutamente con la posizione FIOM e quindi voterei SI, vorrei dare però un parere personale su quel sondaggio che vede una (alta?) percentuale di operai schierata a destra.
    Senz’altro esiste un tot di persone cerebrolese che si fanno abbindolare dai vari Vespa – Fede – Minzolini – De Filippi – Marcuzzi, ecc; è innegabile che l’ago della bilancia in campo elettorale sia negli ultimi anni rappresentato dai Media di Berlusconi (di proprietà o in comodato d’uso).
    Sarebbe azzardato però dire che tutto il campione (quasi il 50% degli operai e degli italiani in generale) sono dei cerebrolesi.
    Mi chiedo: se si andasse a votare domani mattina, quale alternativa avremmo a Berlusconi? Casini e ammucchiati terzopolisti dell’ultim’ora? Bersani? 😯  Rifondaroli e compagni? Dipietristi con annessi scilipotiani?
    C’è poco da fare… per quanto mi possa stare sulle scatole Berlusconi e la sua politica non posso non ammettere che al momento non esiste alcuna alternativa e dobbiamo tenercelo.
    Per chiudere mi chiedo: per quale motivo un operaio di Mirafiori (o di Pomigliano, ecc) o comunque  un italiano in generale dovrebbe votare un politico come Bersani (ed un partito come l’attuale PD)? E’ cambiato qualcosa nella politica del PD rispetto allo scorso Sanremo in cui Mister-lenzuolata si è preso delle sonore pernacchie?

     

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  3. avatarCotti Fausto - 10 gennaio 2011

    Bè ..considerando che l’Italia è da anni in una crisi economica mai vista prima (e di cui non si vede sbocco) e il risultato dei sondaggi del “fatto”, possiamo tranquillizzarci sulla permanenza a vita (e successioni da LUI scelte) del caimano…amen:
    la classe operaia non va piu’ in paradiso, va al cesso.
     

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  4. avatarZeitgeist - 10 gennaio 2011

    Vincerà il sì perchè siamo diventati tutti delle oche morte e gli operai in cassa integrazione non hanno partecipato a nessuna lotta per far finire questo scempio dei diritti.
    Cosa ci dovevamo aspettare da questo governo? Nulla in difesa di tutto ciò.
    Cosa ci dovevamo aspettare dalla sinistra? Tanto, ma nulla è stato fatto.
    Allora bisogna smantellare, oltre a questo governo, anche questa sinistra dalemiana per ricominciare tutto da capo, mettendoci anche anni, ma dobbiamo ricominciare a costruire quell’identità di sinistra condivisa ormai persa.  😈

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  5. avatarcarmengueye - 10 gennaio 2011

    LorenzoGT.@Avessero ragionato così settant’anni fa, ci terremmo ancora Hitler o similari. Questa è una macchina in corsa senza freni guidata da uno squilibrato e va fermata. Il resto si vedrà. Sempre che uno lo voglia, s’intende.

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  6. avatarLorenzoGT - 10 gennaio 2011

    @Carmengueye.
    Non ho ben capito se ti riferisci a Marchionne o a Berlusconi; la tua risposta è un pò ambigua.
    Se ti riferisci a Marchionne, la tua opinione è rispettabilissima, come lo è – mi consenta – anche la mia. La FIOM non è il vangelo e ritengo presuntuoso ritenersi depositari della verità assoluta, oltre che apostrofare Marchionne come “squilibrato”.
    Se ti riferisci a Berlusconi con me spalanchi una porta aperta. Il fatto però che, ritenendolo uno squilibrato, va fermato a tutti i costi non mi trovi d’accordo nella maniera più assoluta. Non è con le bombe e con il terrorismo che si risolvono i problemi ma con la politica non violenta. Il fatto che non ci sia attualmente un’alternativa a Berlusconi perchè il maggior partito dell’opposizione – che tra l’altro se non si è ancora capito è il partito in cui io mi identifico o meglio vorrei identificarmi – è governato da vecchi rincoglioniti attaccati solo ai loro privilegi non favorisce di certo di voltare pagina una volta per tutte.
    Quindi prima di guardare in casa d’altri direi di guardare in casa nostra!

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  7. avatarMassimo - 10 gennaio 2011

    L’intervento di Lorenzo, mi fa capire che ancora una volta quanto non si abbia chiaro la portata del problema.
    Nel suo commento, ho contato più volte la parola “cerebroleso” con cui s’identificano un numero imprecisato di persone, ma non è chiaro il perché di una sua pozione favorevole al famigerato referendum fondato sulla paura e sul ricatto e che ricordo, trova comunque il benestare del governo, nonostante il ruolo richiederebbe una posizione equidistante e superpartes.
    Nell’accordo sono previste clausole che, col pretesto di aumentare la produttività, riducono i diritti degli operai in materia di sciopero, malattia e condizioni sul posto di lavoro.
    Quest’arroganza e questo attacco al mondo del lavoro è significativo; si fa forte di una spalla come quella dell’attuale governo il quale, lo riporto per memoria, ha assunto nel suo esordio all’indomani della caduta del governo Prodi, la sciagurata scelta di affidare alla cordata dei “Patrioti” la Compagnia Alitalia. Risultato: oltre 10.000 persone a casa tra cassa integrazione e licenziamenti; 3 miliardi di euro sulle spalle dei cittadini; una compagnia comunque indebitata che a breve sarà ceduta ad Air France. Questo fu lo spartiacque che fece da linea di demarcazione tra la regolamentazione del mondo del lavoro e il Far West.
    Pertanto caro Lorenzo, domandarsi ancora quale alternativa possa esistere a berlusconi e più in generale al berlusconismo, quando nell’opposizione hai identificato così spregiativamente i nomi di Bersani e di Di Pietro, sarà evidentemente molto difficile per te trovarla. Mi dispiace ma ho trovato molti luoghi comuni nel tuo ragionamento..è un peccato.

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  8. avatarcarmengueye - 10 gennaio 2011

    La vicenda ALITALIA va ricordata agli smemorati.
    La compagnia di bandiera si avvaleva di personale piloti di eccellenza e copriva tutte le rotte intercontinentali. In ogni aeroporto del mondo vedevi aerei Alitalia, molti Boeing 747. Il servizio a bordo era eccellente, anche nelle brevi tratte nazionali.
    Con la scusa di salvare l'”italianità”, questo disgraziato e i suoi compari hanno, nell’ordine:
    – non salvato affatto la predetta, in quanto Air France è comunque dentro e, a breve, chiunque potrà scalarla
    -scaricato la bad company, ossia i debiti (che tutti hanno, da Fiat al commendator Carugati, oggi si lavora sul disavanzo) sugli italiani tutti
    – affidato la compagnia a una ristretta cricca, che si è presa il bucato fatto di fresco solo per lucrarci
    – a quanto si sa in questi giorni, ingannato gli investitori
    – ridotto la compagnia a una dittarella di navette per le principali capitali europee, niente più voli intercontinentali
    – abbassato la qualità del personale (dentro c’è il figlio del ministro – piuttosto defilato e poco efficiente- Matteoli –  assunto di fresco)
    salutato definitivamente il mercato – ma non è un governo per chi lavora e compete , questo? Infatti, Alitalia non è nel settore low coast
    dulcis in fundo: i biglietti restano alquanto costosi.

    RISULTATO: LA GENTE SCEGLIE LA CONCORRENZA.

    E’ una vicenda così abietta, che solo per questo, in un paese appena decente, questo squilibrato di premier verrebbe preso per le orecchie e accompagnato alla porta. Un qualunque clochard, in stile “Una poltrona per due” potrebbe sostituirlo.

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  9. avatarLorenzoGT - 10 gennaio 2011

    Ciao Massimo,
    il termine “cerebroleso” l’ho utilizzato in risposta al topic aperto da Andrea, che ho detto di condividere anche se solo in parte. Ho specificato che non si può apostrofare come “cerebroleso”,  o “lobotomizzato”, o “ipnotizzato da valori effimeri” (o altro termine che preferisci)  il 50% degli italiani, ma per capire le ragioni della disaffezione dell’ex elettorato di sinistra vanno eseguite analisi più profonde. Il dato di fatto inconfutabile è che la classe operaia che fino a vent’anni fa trovava nella sinistra il suo interlocutore principale oggi si sente più tutelata dai partiti di destra. Ognuno farà le proprie valutazioni ma lo spostamento a destra di quella fascia di elettorato è evidente.
    Io principalmente lo addebito allo sfascio completo della sinistra, che da anni non riesce più a “scendere in mezzo al popolino” e a comprenderne le reali esigenze. Oltre anche ad un’indubbio ed indebito vantaggio mediatico di Berlusconi che non metto di certo in dubbio.
    Questa è la mia posizione. Puoi star tranquillo che in caso di elezioni, come ho sempre fatto, mi turerò il naso e voterò PD; ma potrò avere la liberta di affermare che non mi sento soddisfatto di come vanno le cose in quel partito ed in generale a sinistra? E che non mi sento rappresentato da un leader come Bersani?
    Mi spiace che nella mia posizione hai trovato “molti luoghi comuni”; esprimere delle perplessità equivale a venir apostrofato come qualunquista?
    Per concludere, il mio SI sull’accordo Mirafiori è perchè  ritengo che in tempi di vacche magre ci si debba mettere a tavolino e studiare delle soluzioni condivise che possano da una parte assicurare la sostenibilità del sistema economico e dall’altra garantire le adeguate tutele ai lavoratori. Non mi sembra che con tale accordo raggiunto ci sia stato chissà quale attentato alle tutele dei lavoratori.
    Non condivido la posizione della FIOM che trovo antagonista a prescindere: (NO, NO, NO e comunque NO)! ma come rovescio della medaglia non concordo nemmeno con l’atteggiamento di Marchionne; per garantire un clima costruttivo nella trattativa e quindi richiedere ai lavoratori di fare la loro parte è necessario confontarsi e non scendere all’ out-out ed al ricatto.
    E’ così strana la mia posizione? Ossia richiedere serietà, impegno al confronto ed al dialogo ad ambo le parti? E vedere se sono possibili soluzioni, anche richiedendo sacrifici, senza rimanere sul NO per partito preso?
     

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  10. avatarMassimo - 11 gennaio 2011

    Scusami ma non capisco: fai notare che la debacle della sinistra, sia da addebitare ad un allontanamento della stessa dalla gente, e contestualmente, non condividi la posizione (a tuo modo di vedere oltranzista) della FIOM che nel merito di questa vicenda, triste vicenda, cerca di difendere ciò che rimane di una dignità dei lavoratori calpestata da coloro che io chiamo i nuovi padroni.
    C’è quindi una contraddizione evidente nelle tue parole, le quali trovano la magnificenza quando dici ”non concordo nemmeno con l’atteggiamento di Marchionne; per garantire un clima costruttivo nella trattativa e quindi richiedere ai lavoratori di fare la loro parte è necessario confrontarsi e non scendere all’ out-out ed al ricatto”.
    Ma scusa confrontarsi su cosa?? Marchionne provi a tener fede ai contratti in essere, ed eviti di fare referendum che hanno soltanto l’unico scopo di mettere l’uno contro l’altro i lavoratori. La gente che lavora non può prendersi carico sempre in prima persona delle responsabilità di scelte manageriali sbagliate!

    Una grandissima responsabilità negativa, su Pomigliano prima, su Mirafiori adesso ma anche sull’Alitalia prima ancora, ce l’hanno avuta e continuano ad averla i sindacati cisl e uil da cui purtroppo la CGIL, non ha dimostrato di avere la necessaria capacità delle proprie idee e posizioni.
    È su questo tavolo che Marchionne sta giocando la sua partita, su un tavolo dove è protetto e assistito dal governo e dai sindacati sopra citati e, tutti insieme, stanno massacrando la FIOM.
    Caro Lorenzo, perdona la mia enfasi dialettale, ma ti prego basta con questi perbenismi preconfezionati: i lavoratori non hanno bisogno di sacrifici, perchè ne hanno sempre fatti…hanno bisogno di un lavoro che possa permettere loro di vivere dignitosamente insieme alle loro famiglie e non di entrare in fabbrica o in ufficio sotto l’arma del ricatto.

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  11. avatarAndrez - 11 gennaio 2011

    Innanzitutto voglio ringraziare LorenzoGT per le sue benvenute osservazioni “non allineate”; punti di vista differenti sono assolutamente una risorsa e consentono di vedere la questione in modo ben più ampio.    😉

    Senz’altro esiste un tot di persone cerebrolese che si fanno abbindolare dai vari Vespa – Fede – Minzolini – De Filippi – Marcuzzi, ecc; è innegabile che l’ago della bilancia in campo elettorale sia negli ultimi anni rappresentato dai Media di Berlusconi (di proprietà o in comodato d’uso).
    Sarebbe azzardato però dire che tutto il campione (quasi il 50% degli operai e degli italiani in generale) sono dei cerebrolesi.

    Senz’altro. :)
    E’ evidente (e lecito) che una parte di operai possa avere idee conservatrici indipendentemente dalla sua condizione sociale. Così come può averle di sinistra un imprenditore.
    Diverso invece è quando masse di lavoratori non istruiti, disinformati e lobotomizzati vengono manovrati contro il loro interesse.
    Appare difatti difficile da spiegare come oltre il 60% dei disoccupati voti per questo governo o per chi gli sostiene le manovre più sporche, no?

    Poi, come ci ricorda spesso Bsaett, siamo solo cittadini noi,  e qui non siamo tenuti a presentare proposte concrete alternative, che altri sarebbero eletti e pagati per questo.  Qui possiamo distenderci nel nostro salotto virtuale, in bella e buona compagnia, (… ora arriva Silvior a fare complimenti alle signore 😀 ) sorseggiando qualcosa di gustoso e … chiacchierare amabilmente dei fatti quotidiani, così da sentire le opinioni degli altri e aprire le nostre.

    Quindi non temiamo mai di esagerare nell’esternare posizioni anche apparentemente discutibili o al limite del ragionevole, che è questa la funzione del Blog di Andrez.  😉

    Detto questo, credo che Marchionne sia un dirigente (e azionista) di una grande azienda e come tale debba comportarsi. I suoi referenti sono gli azionisti, non i cittadini, ed il suo target è l’interesse dell’azienda, non degli operai. Questo è indiscutibile ed assodato.

    Se negli anni ’70 gli Agnelli hanno ritenuto di seguire la concezione Fordista (pagare agli operai stipendi tali da consentire loro di acquistare anche le auto che producevano) lo hanno fatto non per filantropia o per sensibilità sociale, ma solo perchè hanno ritenuto che quello fosse in quel momento l’interesse della loro azienda.

    Se oggi Marchionne fa l’opposto, significa che gli interessi dell’azienda sono cambiati. Tutto lì.

    Da sempre, dall’inizio della conflittualità tra padronato-borghesia e forza lavoro-proletariato, i rapporti di forza e le conseguenti contrattualità (sia normative che salariali) sono stati determinati dal mercato come qualsiasi altro valore, costo o prezzo.

    Penso dunque che quando trattiamo di situazione operaia, si debbano distinguere almeno due aspetti: quello padronale ed operaio, cioè delle due parti in causa che, giustamente, tendono a salvaguardare i propri interessi, e quello sociale;  se il mercato tende a creare condizioni particolarmente favorevoli ad una delle parti, l’altra va in crisi, mettendo in difficoltà tutta la società.

    1. Quando a fine anni ’70 il sindacato era forte (ed unito) erano frequenti situazioni di ingestibilità nelle aziende determinate dall’esasperazione dei diritti sindacali; nella realtà chi tentava di intraprendere e portare avanti un progetto era costantemente frenato (e spesso bloccato) dalla costante conflittualità sindacale, (non solo quella ovviamente), questo metteva in crisi l’azienda e quindi in prospettiva l’occupazione stessa.

    2. Quando invece (come ora) i rapporti di forza volgono a favore del padronato, se esso arriva a togliere ai lavoratori non solo il minimo salariale necessario alla sopravvivenza ma, con la complicità delle Istituzioni, anche il Welfare, (e non solo l’assistenza sanitaria e pensionistica, ma anche l’istruzione e servizi come trasporti, asili ecc.) ecco che masse importanti di cittadini entrano nell’indigenza, comportando un problema sociale.

    Credo dunque che si debba guardare alla disputa tra Marchionne e Landini con questi presupposti.

    Altra cosa invece è l’atteggiamento del Governo; … del berlusconismo.

    Diceva Vendola l’altra sera che Ministri del Lavoro democristiani come Donnat Catin o Fanfani  non avrebbero mai consentito a Marchionne ciò che oggi  Sacconi tranquillamente concede.

    Ecco, questo è il vero dramma.

    Questa, come ha amabilmente descritto Carmen, è la macchina in corsa senza freni guidata da uno squilibrato che va fermata.

    Va fermata non perchè teniamo le parti della Fiom (…magari anche :mrgreen: ) ma perchè questa è una delle tante manovre di abbattimento delle nostre Istituzioni e della nostra civiltà.

    Il berlusconismo non ha bisogno di operai capaci di comprare ciò che producono; lui (il berlusconismo) produce TV e gli occorrono solo telespettatori, o produce in modo delocalizzato e si rivolge ad un mercato globale.  Si muove quindi come Marchionne, senonchè all’opposto di Marchionne è eletto dal popolo, ha giurato sulla Costituzione e dovrebbe salvaguardare gli interessi del Paese tutto, non solo quelli di una parte favorendo il saccheggio del resto.

    E allora ecco che mi ritrovo dalla parte di Landini, e non per operaismo settario, ma perchè se non siamo noi cittadini a bilanciare questa situazione degenerata, a fermare questa macchina in corsa senza freni guidata da uno squilibrato, tutta la nostra civiltà sarà presto annientata.

    Così, tanto per parlare di sinistre berlusconizzate e di annientamento della civiltà in corso:

     

    – La conferenza dei Capigruppo al comune di Torino boccia la richiesta di incontro con la FIOM.
    Il presidente Castronovo ha presentato la richiesta, affinchè al termine dei lavori (alle h.16.30 circa) una ristretta delegazione composta da alcune unità di operai e impiegati venisse ascoltata dalla conferenza capigruppo stessa. La richiesta è andata ai voti. E’ stata respinta.

    Hanno votato contro PD, UDC, API e Futuro e Libertà (23 Voti)

    .

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  12. avatarLorenzoGT - 11 gennaio 2011

    Scusami ma non capisco: fai notare che la debacle della sinistra, sia da addebitare ad un allontanamento della stessa dalla gente, e contestualmente, non condividi la posizione (a tuo modo di vedere oltranzista) della FIOM che nel merito di questa vicenda, triste vicenda, cerca di difendere ciò che rimane di una dignità dei lavoratori calpestata da coloro che io chiamo i nuovi padroni.

    E’ semplicemente una questione di punti di vista. Tu e la FIOM ritenete tutta questa storia lesiva della dignità dei lavoratori. Comprendo che il mio punto di vista possa non piacervi, ma è un punto di vista che reputo comunque degno di rispetto.

    C’è quindi una contraddizione evidente nelle tue parole, le quali trovano la magnificenza quando dici ”non concordo nemmeno con l’atteggiamento di Marchionne; per garantire un clima costruttivo nella trattativa e quindi richiedere ai lavoratori di fare la loro parte è necessario confrontarsi e non scendere all’ out-out ed al ricatto”.
    Ma scusa confrontarsi su cosa?? Marchionne provi a tener fede ai contratti in essere, ed eviti di fare referendum che hanno soltanto l’unico scopo di mettere l’uno contro l’altro i lavoratori. La gente che lavora non può prendersi carico sempre in prima persona delle responsabilità di scelte manageriali sbagliate!

    Scusa, continuo a non capire perchè continui a parlare di “contraddizioni”, di “luoghi comuni”, ecc.
    Io sono abituato a osservare le situazioni con spirito critico e a non sposare cause per partito preso. Dalle tue parole invece ne deduco che il tutto o è bianco oppure nero, bianco se proviene dalla propria fazione e nero se dagli avversari. Prima di criticare i partiti con cui non mi identifico guardo dentro casa mia, visto che sono quelli da cui mi aspetto delle risposte.
    Qui vedo invece una posizione oltranzista, a sostegno dei lavoratori senza se e senza ma, a sostegno della Fiom senza se e senza ma, e contro Marchionne, gli altri sindacati e tutte le altre voci dal coro senza se e senza ma.
    Mi pare di aver chiarito a sufficienza la mia posizione: non vedo perchè il fatto di non condividere la posizione della Fiom mi dovrebbe precludere dall’affermare che Marchionne non sta avendo un atteggiamento proprio “elegante” nei confronti dei lavoratori.

    Caro Lorenzo, perdona la mia enfasi dialettale, ma ti prego basta con questi perbenismi preconfezionati: i lavoratori non hanno bisogno di sacrifici, perchè ne hanno sempre fatti…hanno bisogno di un lavoro che possa permettere loro di vivere dignitosamente insieme alle loro famiglie e non di entrare in fabbrica o in ufficio sotto l’arma del ricatto.

    Per concludere permettimi di togliermi dei sassolini dalla scarpa :)
    Qui state facendo una battaglia oltranzista in difesa dei diritti dei lavoratori della FIAT e mi sta bene; sono scelte legittime e le rispetto.
    State facendo una battaglia oltranzista contro le politiche di questo governo che rispetto, anzi sottoscrivo.
    Parlate di “dignità dei lavoratori calpestata da coloro che io chiamo i nuovi padroni” MA MI CHIEDO E TI CHIEDO, dove erano i sindacati quando a minare in maniera gravissima la dignità dei lavoratori erano i partiti di sinistra?
    Vi ricordate il pacchetto Treu che ha creato gli interinali, i cococo, i lavoratori a chiamata ed altro ed ha dato il colpo di grazia ad un’intera generazione, introducendo di fatto il precariato in Italia? O secondo voi i cococo li ha creati Berlusconi?
    Vi ricordate le lenzuolate di Bersani che hanno messo letteralmente in mutande i lavoratori libero professionisti, abrogandogli di fatto i compensi minimi, sottoponendoli quindi al ricatto dei committenti (in particolar modo gli enti pubblici che hanno richiesto spesso ribassi fino all’80% sui compensi). O tali lavoratori non meritano di portare a fine mese la pagnotta a casa?
    Queste categorie di lavoratori, oltre a tutti i lavoratori privati delle microimprese, non hanno diritto a nessuna tutela? Hanno diritto a tutele solo alcune tipologie di lavoratori, mentre gli altri possono tranquillamente morire di fame ed essere continuamente sfruttati? Com’è che in questi casi i sindacati non vedono?

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  13. avatarMassimo - 11 gennaio 2011

    Le logiche aziendali rispetto alle quali un AD deve rispondere del proprio operato agli azionisti, sono comprensibili, ma perdono di significato nel momento in cui il campo in cui si gioca la partita, è fortemente in disequilibrio. Qui ripeto, le parti sono tutte contro una soltanto e la posta in gioco è altissima, tanto da travalicare i confini della Fiat. Quest’azienda si muove sulla scorta di una logica ricattatrice; a Pomigliano ha contattato ogni singolo dipendente per invitarlo ad essere presente alla marcia pro accordo. Dove mai si è visto un’azienda organizzare un referendum pro-accordo, che di fatto è stato sottoscritto solo da una parte sindacale. C’è un regredire che ha tanto il sapore di autoritarismo, dove i lavoratori non possono pronunciarsi liberamente perché sono sotto minaccia di licenziamento.
    Non voglio pertanto ribadire con parole diverse gli stessi concetti già espressi, e soprattutto, non voglio togliere a nessuno la voglia di credere e sognare in qualcosa che ognuno ritiene essere un valore. Pongo soltanto un problema: è in atto sotto diverse forme, l’esigenza di influenzare i cittadini nell’indicarne le tendenze e i modelli a cui fare riferimento. Le percentuali citate all’inizio da Andrez, lasciano intendere che la classe operaia non è esente da responsabilità e che ha contribuito e contribuisce ahimè, a non far crescere culturalmente e quindi anche civilmente questo Paese. C’è una sorta di rassegnazione ad occupare un ruolo di minorità ad esclusivo favore dei soliti noti. Lo scopo è il controllo. Ho lavorato per molti anni dentro una grande azienda e ho avuto modo di notare molte storture, proprio in virtù della mia posizione aziendale che rappresentava un livello di rango elevato, sono stato testimone di scempi gestionali che hanno avuto sempre l’unico scopo di allontanare il dipendente e mai … dico mai, di fidelizzarlo.
    Credo si debba favorire una mentalità che vada in direzione di interventi che orientino il mercato verso uno sviluppo equilibrato e non speculativo; che l’economia sia misurata non solo dall’aumento del Pil, ma dalla crescita delle persone e delle comunità, che sia in buona sostanza basata su obiettivi d’interesse generale. Questa è l’economia a cui mi piacerebbe si facesse riferimento. Sono le persone e le comunità a cui appartengono che contano, non i soliti noti. Quindi io non posso dare per indiscutibile e assodato il principio rispetto al quale Marchionne, in qualità di dirigente e azionista di una grande azienda, debba rispondere solo a perseguire interessi che vanno a favore dell’azienda stessa e non della gente che vi lavora. Razionalizzare selvaggiamente non avvicina, semmai divarica in maniera esponenziale le distanze.
    Questi sono i motivi per i quali sono con la FIOM.

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  14. avatarAndrez - 11 gennaio 2011

    Ciao Massimo.  :)

    Come vedi, preparando le tue note in word, poi con il copia-incolla si trasferisce anche pacchi di codice.

    Puoi usare il Blocco Note o pagine di Outlook, che non presentano questo problema.

    (Ti ho scritto una email ma evidentemente è finita tra lo spam)

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  15. avatarMassimo - 11 gennaio 2011

    ciao  Andrez…evidentemente si perchè non l’ho trovata…
    ok allora proverò con il blocco note 😳 ..grazie dell’informazione

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  16. avatarAndrez - 11 gennaio 2011

    … nell’email c’era anche l’informazione che ora ai poteri di Autore; puoi inserire Articoli tuoi.

    Ti consigliavo pure di dare un’occhiata alle Istruzioni per l’uso.  😉

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  17. avatarcarmengueye - 11 gennaio 2011

    Mi pare che sia pericoloso farsi trascinare in una polemica pro o anti FIOM. Sotto accusa c’è un governo che se ne infischia. Mettiamo pure che Marchionne faccia solo il manager (ma esterna in modo beffardo, del tutto fuori luogo); piuttosto, in quale paese si ha così poco a cuore il destino del lavoro?
    Tra l’altro, in altro thread, io non sono stata tenera con la FIOM, quindi invito a non usare sempre quel “voi” che accomuna senza costrutto.
    La nostra battaglia oltranzista, se esiste, qui ( mi spingo a parlare per molti, almeno) è contro questa marionetta di premier.
    Non abbiamo mai attirato investimenti stranieri, ed è già stato un danno. Facciamolo ora! Se devo perdere dei diritti, che almeno io possa lavorare con chi voglio e non subire gli sberleffi ricattatori di un mio connazionale che ci rema contro peggio di un cinese.

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  18. avatarAndrez - 15 gennaio 2011

    Il referendum passa ma di misura: 54%.

    Determinante il voto degli impiegati, che l’intesa e’ bocciata nei seggi degli operai.

     

    … ma allora c’e’ ancora qualche speranza  😈

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