Perchè la storia non si ripeta

ITALY POLITICSAsor Rosa ritiene che stiamo vivendo una profonda crisi strutturale di sistema.

Stiamo arrivando all’apice di un totale snaturamento delle regole imposto in nome della «sovranità popolare». L’utilizzatore finale ed i suoi sodali stanno ponendo in essere la fine della separazione dei poteri, la mortificazione di ogni forma di «pubblico» (dalla scuola alla giustizia, dalle forze armate alle forze dell’ordine, fino agli apparati dello stato), e stanno imponendo la creazione di un nuovo sistema autoritario-populistico dal quale non sarà più possibile uscire, se non arrivando ai limiti e oltre i confini della guerra civile.

La storia ci insegna che non sempre i sistemi democratici, quando arrivano ad essere preoccupati della propria sopravvivenza, reagiscono per mettere fine alla manovra che li annienta. Esempi eloquenti ci mostrano anzi che i sistemi democratici a volte purtroppo subiscono impotenti questi attacchi, e soccombono.

Quando nell’autunno del ‘22 le milizie fasciste imposero la marcia su Roma alla giovane democrazia italiana, nessuno avrebbe potuto criticare Vittorio Emanuele III se avesse schierato l’Armata per bloccarla. E lo stesso sarebbe stato se Hinderburg nel gennaio 1933 avesse continuato a negare il cancellierato a Adolf Hitler, chiedendo alla Reichswehr di far rispettare la sua decisione.  Furono due momenti della storia di queste democrazie in cui esse collassarono per la propria debolezza e non per la forza altrui. La forza altrui servì così a svelare le debolezze dei due sistemi democratici, rendendoli subalterni alla dittatura.

Possiamo quindi ritenere che le democrazie non collassano solo per attacchi esterni nè con i medesimi modi. Le situazioni cambiano e portano nuove forme d’attacco ai sistemi democratici;  l’Italia poi appare da sempre fertile di tali drammatiche esperienze. Difatti oggi vediamo che in Italia accade di nuovo perché (dall’opposizione innanzi tutto) il potere è stato messo nelle mani un gruppo affaristico-delinquenziale; pensiamo solo a cosa ha significato non affrontare il «conflitto di interessi» quando si poteva! Questo gruppo affaristico-delinquenziale oggi può contare su di una maggioranza parlamentare corrotta al punto che sarebbe disposta a votare che gli asini volano se il Capo glielo chiedesse. I mezzi del Capo sono in ogni caso di tali dimensioni da poter allargare a macchia d’olio ogni giorno l’area della corruzione, sia al centro che in periferia: la situazione appare talmente infetta che all’interno delle istituzioni parlamentari i margini del consenso alla lobby affaristico-delinquenziale invece di diminuire, come sarebbe ovvio aspettarsi, aumentano.

Si è tentato per via parlamentare di arrestare il degrado democratico ma si è avuto un fallimento, esperienza che ha anzi aumentato vertiginosamente i rischi del degrado con la sfacciata compravendita dei parlamentari. La situazione appare dunque complessa e difficile, se non tragica;  potremmo dire che la democrazia in Italia oggi si dissolve per via democratica.

La democrazia si sta dunque annulla da sè stessa invece che per una violenta spinta esterna; possiamo forse impedirlo?

Certo l’alternativa è: per garantire il rispetto formale delle regole democratiche si lascia che tutto proceda senza intervenire, accondiscendendo ai voleri e all’esistenza di una maggioranza parlamentare infetta,  priva di dubbi e disponibile ad ogni possibile vergogna e malaffare; oppure si decide di incidere il bubbone, (se pur nel rispetto dei valori democratici come la separazione dei poteri e lo Stato di diritto, la difesa e la tutela di ciò che è «pubblico» in ogni sua forma, e la prospettiva sempre presente, dell’alternanza di governo), chiudendo di forza questa fase esattamente allo scopo di aprirne subito dopo un’altra tutta diversa.

Nella nostra Italia di oggi è arrivato quel momento fatale in cui, se non si arresta il processo e si ripristinano i valori democratici, poi non resterà che assistere mortificati senza più rimedi né vie d’uscita alla fine della nostra democrazia.  Come arrestare tale processo?  Innanzitutto la pressione della parte rimasta sana del Paese è una fattore indispensabile di questo processo, ma sappiamo bene che è tutt’altro che sufficiente.

Occorre dunque una prova di forza che, autorevole e dalle ragioni inconfutabili, espressione della difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, arrivi dall’alto, dalla Presidenza della Repubblica, e instauri ciò che potremmo definire un normale «stato d’emergenza», e che avvalendosi, oltre ai manifestanti generosi di Polizia e Carabinieri,  congeli le Camere, sospenda tutte le immunità parlamentari, restituisca alla Magistratura le sue funzioni, stabilisca d’autorità nuove regole elettorali, rimuova risolvendolo per sempre il conflitto d’interessi e con esso le cause di affermazione e di sopravvivenza dell’attuale lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del più che prevedibile appoggio europeo, restituisca l’Italia alla sua vocazione democratica, portando il Paese ad una grande, onesta e seria consultazione elettorale, e soprattutto alla pari.

Il momento mi sembra dunque tale da dover salvare la nostra democrazia anche forzando le regole. Abbiamo ancora poche occasioni davanti per evitare che la storia si ripeta, e stanno rapidamente svanendo ogni giorno. Se non sapremo cogliere queste occasioni, la storia si ripeterà. E se si ripeterà ce la saremo voluta e non ci resterà che maledire la nostra indolenza.


Commenti
Sono stati scritti 7 commenti sin'ora »
  1. avatarMassimo Domenici - 14 aprile 2011

    Il Presidente della Repubblica ha la capacità istituzionale per prendere certe decisioni, ma non sono così sicuro ne abbia la forza. Mi domando inoltre se Mario Monicelli, quando parlava di rivoluzione, cosa intendesse veramente! Se avesse voluto intendere quanto auspicavo, soprattutto in coincidenza con le manifestazioni di piazza, forse il Presidente della Repubblica avrebbe potuto esercitare “meglio” le sue prerogative.

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  2. avatarcarmengueye - 14 aprile 2011

    Forzare le regole è il primo passo; l’altra parte lo ha fatto. Considero la legge elettorale porcata un colpo di stato.

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  3. avatarAndrez - 14 aprile 2011

    Napolitano:
    “Non so se firmerò questa legge” – “Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell’approvazione definitiva in Parlamento”.

    “Nulla, infatti, potrebbe essere piu’ lontano dall’idea di una democrazia temperata e funzionante dell’idea di un corpo sociale indistinto, in grado di esprimersi solo elettoralmente, cui corrispondano ristrette oligarchie dotate di poteri economici e sociali senza contrappesi, resi piu’ insidiosi dagli effetti del progresso tecnologico, impensabili solo sessanta anni fa”.

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  4. avatarRita Martinelli - 14 aprile 2011

    Buona sera e bentrovati.  Dietro invito di Massimo, volentieri mi sono iscritta.
    Vi seguo attraverso i link dei vostri articoli che Massimo pubblica nella sua bacheca su facebook.
    In merito a quest’articolo, trovo che sia una lucida e corretta analisi. Priva di qualsivoglia posizione di parte. Oggettiva e chiara. Senza via di scampo e senza nascondersi dietro un dito.
    La verità, semplicemente detta.
    Quello che più mi intristisce e mi lascia l’amaro in bocca è la consapevole constatazione che:   il potere è stato messo nelle mani un gruppo affaristico-delinquenziale;
    questo, per quelli che sono i miei valori e quelli di molta altra gente, è la cosa che fa più male ammettere. Due volte sconfitti.
    Io mi auguro, perchè vie d’uscita davvero non ne vedo, che la situazione si possa ribaltare attraverso quelle poche opportunità che ancora ci restano. Ho il terrore a pensare a cosa potrà essere se queste occasioni andrannno perse.
    Grazie per lo spazio. Rita Martinelli

    (p.s.: scusate se non appare una mia immagine, ma non riesco a inserire una foto)

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  5. avatarAndrez - 14 aprile 2011

    Ciao Rita, benvenuta nel blog e grazie per le tue cordiali osservazioni.  :)

    … la fotina dell’Avatar puo’ andare ? :mrgreen:

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  6. avatarRita Martinelli - 14 aprile 2011

    Oh, si, certo…grazie! Muy bonito! :-)

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  7. avatarMassimo Domenici - 14 aprile 2011

    Anch’io ringrazio Rita di aver raccolto l’invito a intervenire, i suoi commenti sono sempre motivo di riflessione. 😀
     

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