Passa al Senato la legge bavaglio

faregolpePalazzo Madama ha approvato la richiesta del governo sulla legge bavaglio con 164 sì e 25 no.

I dipietristi hanno occupato i banchi del governo e sono stati  espulsi.

I Democratici hanno denunciato “il’ massacro della libertà” e sono usciti dall’aula non partecipando alla votazione.

Ora non resta che attendere la conferma della Camera, poi questo blog dovrà cessare di scrivere, almeno di scrivere ed informare liberamente come ha fatto sin’ora.

Questo blog porta il mio nome e  la mia faccia. Come tanti blogger e gli stessi giornali, nemmeno io posso rischiare anni di prigione e multe di milioni di Euro.

Tocca passare a strategie diverse.


Commenti
Sono stati scritti 5 commenti sin'ora »
  1. avatarBsaett - 10 giugno 2010

    Temo che tutti i blogger che fanno informazione, che dicono la loro sulla politica italiana, che si interessano di politica, laddove per politica intendo semplicemente premurarsi di verificare che i propri rappresentanti (per modo di dire, visto che ormai non li scegliamo nemmeno più noi) facciano quello che devono in maniera onesta, senza lucrare sulle commesse, sugli appalti, senza favorire gli amici degli amici, e soprattutto senza pretendere per ogni cosa dovuta un voto in cambio (commercio di voti), tutte queste persone che scrivono in rete, adesso dovranno avere paura di scrivere, perchè il primo che viene toccato in qualche modo da ciò che viene scritto, anche se è vero, potrà costringere il blogger alla rettifica nella 48 ore, pena una multa salatissima.
    I giornalisti non potranno più dire nulla o quasi delle inchieste in corso, non sapremo più degli sciacalli che hanno riso mentre la terra tremava in Abruzzo, non sapremo più della cricca, di calciopoli, dei furbetti del quartierino, non sapremo più nulla di nulla, e anche i giornalisti che vorranno disobbedire e sfidare la legge, nulla potranno contro il controllo dell’editore, che rischia anche lui multe salatissime (si è di fatto scardinata l’autonomia della redazione di un giornale, subordinandola all’editore).
    Insomma, è la fine dell’informazione in Italia. Mentre in Finlandia in questi giorni va in Parlamento un disegno di legge che protegge le fonti, e garantisce la libertà di informazione contro le denunce strumentali che mirano ad intimorire i giornalisti ed impedire il giornalismo di inchiesta, in Italia siamo come al solito contro tendenza. Nei giorni scorsi Reporters sans frontieres aveva annunciato di voler ospitare sul proprio sito le notizie vietate in Italia, il segretario di Stato Usa ci ricorda che le intercettazioni sono essenziali per la lotta alla criminalità (e negli Usa aumentano del 26%), in Italia le intercettazioni sono state pesantemente limitate.
    In un periodo di crisi, di grandi inchieste sulla corruzione, sugli appalti, in un periodo nel quale ogni giorno qualche magistrato scopre qualche episodio di corruzione pubblica, in un periodo in cui la crisi sta mettendo in ginocchio l’economia italiana costringendoci ad una manovra correttiva di almeno 25 miliardi di euro, al governo interessa “tagliare” le intercettazioni, ed è per loro talmente importante da porre la fiducia.

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  2. avatarZeitgeist - 11 giugno 2010

    L’UNICA SPERANZA E’ CHE A SINISTRA CI SI RIMBOCCHI VERAMENTE LE MANICHE PER PREPARARE UNA SERIA E VINCENTE OFFENSIVA PER SCALZARE DEMOCRATICAMENTE LO PSICONANO E TUTTI I SUOI LACCHE’, ALTRIMENTI CARI RAGAZZI,  NON CI RESTERA’ ALTRO CHE TIRARE FUORI LE ARMI COME HANNO FATTO I NOSTRI PADRI PARTIGIANI E FARE FINALMENTE QUELLA RIVOLUZIONE CHE GLI ITALIANI NON HANNO MAI FATTO.
    W LA RIVOLUZIONE, SIEMPRE!

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  3. avatarAndrez - 11 giugno 2010

    Ciao Zeitgeist.  :)

    Incitare i cittadini alle armi e alla lotta armata è contro la legge.

    Come ho scritto nel post d’apertura e come ha precisato molto bene Bsaett, con la nuova legge, se passerà alla Camera, il Blogger (io) che ospiti tali infrazioni potrà essere perseguito penalmente, arrestato e condannato ad alcuni milioni di €. di multa.

    ;Z

     

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  4. avatarMauri - 12 giugno 2010

    Carissimo Andrea, non” drammattizzare troppo” mi offro personalmente  di portarti le arance.Un abbracccio e un bacio , for ever and ever Mauri.
    PS.    Se riesco anche la”torta”.

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  5. avatarBsaett - 13 giugno 2010

    Il problema posto da Andre non è di poco conto. Secondo la normativa penale in un blog a partecipazione diffusa, dove ognuno si pubblica i suoi articoli (diverso sarebbe il caso di un blog dove c’è chi controlla e pubblica gli articoli di altri), il responsabile può essere solo chi scrive e pubblica l’articolo, non il titolare del blog o del dominio (a meno che non si riesca a provare che egli fosse a conoscenza dell’articolo medesimo). Questo poichè in base alla direttiva ecommerce non vi è obbligo di controllo.
    Nel caso della modifica alla legge sulla stampa derivante dal comma 29 (già comma 28), inerente l’obbligo di rettifica esteso a tutti i siti internet (nessuno escluso), il problema sta nel fatto che non si identifica il responsabile del sito, ma lo si addita come, appunto, “responsabile”. Questo è un problema di non poco conto, visto che la legge in questione è stata scritta per la stampa, e nell’ambito dei giornali vi è sempre un direttore responsabile dei contenuti, mentre in un sito/forum/blog questo non sempre accade, anzi è raro. Un blog unipersonale ha un titolare unico, quindi è facile individuare il soggetto obbligato per legge alla rettifica, ma in un blog a partecipazione diffusa ciò non è affatto evidente. Potrebbe essere tanto l’articolista, quanto il titolare del blog quanto il titolare del dominio. In un forum, inoltre, potrebbe essere il moderatore, l’amministratore, il titolare del forum…..
    Insomma, una legge che creerà solo problemi. Ma del resto l’impressione è che sia nata proprio per quello.

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