Napolitano: “non per capriccio…”

Non per Capriccio…
“La nascita dei governi Letta e Monti non sono stati un capriccio del Presidente della Repubblica”
” Le politiche di AUSTERITY non reggono più”.

Musica e parole di Giorgio Napolitano bis, che bisogna riconoscergli non ha mai mancato di metterci personalmente la faccia, anche, se poi, a dire il vero, i cittadini, mettevano a monte altro… mentre lui, scusatemi il gioco di parole metteva, Monti (ma non per capriccio!!! lo nominava prima Senatore a vita e poi Pres. del Consiglio).

Adesso, all’improvviso, il vecchio migliorista si accorge che le politiche di austerity, hanno provocato una recessione senza precedenti, e se ne accorge, proprio, alla “vigilia” delle elezioni europee.
Napolitano, infatti, più che un Presid. della Republica Italiana, è stato il rappresentante, e sostenitore, delle politiche economiche europee, in Italia, applicate attraverso il fiscal compact, e legittimato con l’introduzione nella ns. Costituzione (di cui il P.D.R. dovrebbe essere custode) del pareggio di bilancio.
Le dichiarazioni di Napolitano, “basta austeriy”, giungono poi, dopo il decreto Bankitalia, da cui è scaturita la “donazione” ad alcuni istituti bancari e assicurativi privati, da parte del Governo delle larghe intese (che “non per capriccio…” lui ha fortemente voluto e sostenuto) di 7,5 miliardi di euro. Risorse, attinte dalle riserve ordinarie e straordinarie della Bankaitalia, per ricapitalizzare le banche private azioniste, e che con “l’obbligo”, fatto a questi, di alienare le quote in eccedenza, rende di fatto “commerciabili” quote che prima non lo erano, per di più rivalutate. Il decreto Bankitalia, dunque, potrebbe dare vita ad un mercato speculativo delle quote in eccesso, e mettere a rischio le riserve pubbliche di Bankitalia.

Tale decreto, è la raprresentazione di quelle che sono state le politiche economiche europee di cui Napolitano è stato rappresentante e fiero sostenitore: aiutare le banche, i grandi gruppi industriali e finanziari, senza ricevere niente in cambio. Abbiamo, assistito, in questi anni ad una sorta di dittatura finanziaria, un governo unico delle banche, della finanza, dei grandi gruppi industriali e dei manager, che ha imposto le sue decisioni a tutti i governi, sia di destra che di centrosinistra. Una dittatura, che in Italia, come in Europa, ha portato all’impoverimento dei pensionati e dei lavoratori, alla disoccupazione di massa e alla precarizzazione, alla negazione di diritti acquisiti e consolidati, frutto di anni e anni di lotte dei lavoratori, ai ricatti occupazionali (Electrolux è l’ultimo esempio).

In ultima analisi, l’austerity, tanto invocata, non ha riguardato, se non in maniera marginale i costi della politica e della rappresentanza istituzionale. In particolare, e lo dico, “non per capriccio”, il Quirinale dove è insediato Napolitano da più anni di chiunque altro Presidente, costa ai cittadini italiani, quasi il doppio di quel che costa ai cittadini americani la Casa Bianca, costa il doppio dell’Eliseo per i francesi e quasi il quasi il quardruplo di quel che costa Buckingham Palace agli inglesi…

Non per capriccio è avvenuto tutto ciò, ma per scelte politiche consapevoli;  ha fatto bene a ricordarcelo Presidente!!!


Commenti
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  1. avatarMariapia Forni - 6 febbraio 2014

    Carmelo,  hai fatto una bella  analisi. Mi piace.

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