Mondo coop e dintorni

proteste coopMONDO COOP E DINTORNI

Gli arresti e l’inchiesta sull’Expo di Milano 2015, confermano che la prima, la seconda e terza repubblica, sono in perfetta continuitá tra di loro, e che  le larghe intese, con cui si identifica la terza repubblica, diventano piú strette, quando si tratta di gestire affari, appalti e mazzette.

Le analogie con la prima repubblica, e “tangentopoli” le riscontriamo, non solo nelle modalitá, ma anche nel coinvolgimento di personaggi, che erano stati giá protagonisti, vent’anni fa, come Frigerio, segretario della Dc lombarda degli anni ’80 e Primo Greganti, ex funzionario di Pci e Pds.

Il “compagno G.” ai tempi di tangentopoli, fu arrestato e condannato a tre anni per la tangente Enel, intascata dal gruppo Ferruzzi, e tenne la bocca chiusa sul coinvolgimento del suo partito, nonostante agisse e rivestisse, come dissero i magistrati, un ruolo di “fiduciario”, per il partito stesso. Nell’inchiesta expo 2015, Greganti, finisce in manette con l’accusa di associazione a delinquere e i magistrati scrivono che “abbia  coperto e protetto” le coop rosse”, per le quali, risultano indagati, anche, alti dirigenti, come Claudio Levorato presidente della bolognese Manutencoop.

Levorato e Manutencoop, finiscono nello scandalo per il maxiappalto della città della salute di Sesto Sangiovanni, un progetto di 323 milioni di euro che prevede la fusione dell’Istituto Nazionale dei Tumori con la Fondazione Besta, per la quale, gli inquirenti ritengono che dietro ci sia la cupola degli appalti truccati, il cui referente é Frigerio. Un altra tegola per Levorato e Manutencop arriva anche da Brindisi, dove la procura ha chiuso l’inchiesta sull’appalto per l’ospedale Perrino. Levorato, qui, viene chiamato in causa per la presunta raccomandazione di soggetti segnalati da consiglieri regionali del Pd pugliese. Inchiesta aperta, per turbativa d’asta, anche a Bologna, nell’appalto per la costruzione e la gestione della centrale tecnologica del Sant’Orsola.

Il “caso” Manutencoop, le cui eventuali responsabilità sono, comunque, ancora da da accertare e chiarire, ci fa capire le dimensioni che le Coop hanno raggiunto, di come queste agiscano, ormai, su tutto il territorio nazionale.
Dopo tangentopoli, infatti, il volume degli affari delle Coop è aumentato notevolmente, e questi, rientrano in quasi tutti i grandi appalti e opere pubbliche nazionali, come la Tav o le Olimpiadi di Torino ad esempio; gestiscono, inoltre, numerosi servizi pubblici (sanità, anziani, scuola, immigrazione ecc..), e hanno creato un vero e proprio “sistema”.

E’ quanto meno anomalo, vedere come le Coop siano state impermeabili, almeno sino a qui, alle inchieste sugli appalti, (tenendo conto della quantità degli affari che esse gestiscono), godendo anche, nelle loro attività d’impresa, di vantaggi, sia dal punto di vista normativo che fiscale, che gli derivano dalla natura di imprese “mutualistiche.
Le Coop infatti, grazie al loro carattere di imprese “speciali”, che gli deriva dall’originario scopo mutualistico, riescono a derogare al diritto del lavoro e previdenziale, cosí come la contrattazione collettiva é speciale, ed è stata sempre vista con occhio di riguardo, da parte dei sindacati, politicamente vicini alle stesse cooperative, siano esse bianche, che rosse.

Tutto ció comporta che un lavoratore Coop costa meno ed é piú flessibile dal punto di vista giuridico, rispetto ad un lavoratore ad esso equivalente, aprendo per il mondo del lavoro nuovi scenari.
Le Coop diventano, infatti, lo strumento più efficace per i datori di lavoro (pubblici e privati), per contenere il costo dello stesso, ció si inquadra e si interseca perfettamente con le politiche di privatizzazioni e di esternalizzazione dei servizi, che é la vera svolta del Pci, ancor prima della Bolognina.

La conferma dello stretto “legame” tra il mondo delle Coop e la legislazione del lavoro, viene oggi rafforzata e formalizzata, con la nomina dell’ex presidente regionale di Emilia Romagna Lega Coop e nazionale dell’Alleanza Coperative Giuliano Poletti nel Governo Renzi, proprio come Ministro del Lavoro. Un riconoscimento per le Coop, all’egregio lavoro svolto in tutti questi anni, in un momento in cui l’economia liberista diventa sempre piú selvaggia, e la competizione con Paesi come India, Cina ecc… sempre piú feroce.

La competitività si fonda, infatti, sull’abbassamento del costo del lavoro e dei suoi diritti, quello cioè che le Coop sono riuscite, come abbiamo visto, a fare in questi anni. Si inquadra, in quest’ottica, il job act di Renzi e Poletti, che renderà, ove fosse ancora possibile, il lavoro, ancora più precario, e i lavoratori ancora più ricattabili.
Verrà, introdotto infatti, il contratto di lavoro a termine senza indicazione di alcuna causale, e con una durata, lunghissima, sino a tre anni, che farà vivere il lavoratore sotto il ricatto permanente della mancata proroga, e non potrà rivendicare alcunchè.

Viene dato così al datore di lavoro, un potere di imperio che potrà disporre del lavoratore come meglio crede, con buona pace dello Statuto dei lavoratori e della dignità che i lavoratori erano riusciti a conquistarsi nel corso della storia…

Il futuro che si prospetta, sarà così sempre più precario e sappiamo a chi rendere grazie; a degli impostori …!!!


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarFausto Cotti - 13 maggio 2014

    Di solito siamo abituati a sentire questi discorsi pronunciati dal puttaniere e dai suoi servi e queste verità, proprio per questo motivo, fanno doppiamente male.

    Quando ero un ragazzino e credevo nel PCI di allora, le coop sembravano una grande speranza poste in contrapposizione al mondo capitalistico.

    Eppure già allora ricordo che c’era qualcosa che non quadrava. Ogni volta che parlavo con qualcuno che ci lavorava, mi dicevano tutti che con la scusa dell’essere “di sinistra” del “la coop sei tu” dell’associazionismo, della partecipazione ecc..si lavorava comunque di più e si prendeva meno. Inoltre la cosa più pesante era la responsabilità di cui eri caricato.

     

    L’anno scorso è morto di infarto il mio migliore amico che lavorava alla manutencoop, aveva 55 anni. Aveva cominciato come giardiniere di cui aveva avuto già esperienza di lavoro. Dopo qualche anno lo costrinsero alla gestione dei cantieri e delle squadre dei giardinieri mettendolo in ufficio e caricandogli le spalle di responsabilità.

    Ha passato la vita ad alzarsi alle sei e tornando alla sera alle otto. Fregandosi anche i sabati.

    Sono sicuro che lo hanno ucciso loro.

     

    Lascia un Commento
  2. avatarCarmelo Passante - 13 maggio 2014

    Nell’articolo sottolineo che la vera svolta del pci, non é stata quella della bolognina, ma quella di trasformare le coop, in imprese…con tutte le agevolazioni del caso, che hanno introdotto per primi il precariato, contribuito in modo determinante a contenere il costo del lavoro…con buona pace dei sindacati…!!!

    Lascia un Commento

Devi essere Registrato per poter laciare un commento!.