Mastella. Per l’ex ministro sette ipotesi di reato

A un anno e un mese dagli arresti e gli avvisi di garanzia che determinarono le dimissioni di Mastella da ministro della Giustizia e la caduta del governo Prodi, l’inchiesta sulla presunta lobby di potere che avrebbe favorito le nomine targate Udeur è finalmente alle battute finali. I magistrati della procura di Napoli, che il giorno stesso dell’emissione delle misure cautelari avevano ereditato dai colleghi di Santa Maria Capua Vetere il voluminoso fascicolo dopo la dichiarazione di incompetenza territoriale da parte del gip casertano, hanno emesso oggi gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Un atto che consente agli indagati di presentarsi dai pm per rendere dichiarazioni o depositare memorie scritte, prima che la procura si pronunci sulle richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione.

Secondo la Procura Generale di Catanzaro Romano Prodi appare estraneo ai fatti e non coinvolto nelle «manovre affaristiche di Antonio Saladino», l’ex presidente della Compagnia delle Opere calabrese.
Così la Procura di Catanzaro ha chiesto l’archiviazione per l’ex premier coinvolto nell’inchiesta “Why not” assieme all’allora Ministro della giustizia Mastella, che come noto, operò per sollevare dall’incarico il Giudice Luigi De Magistris che seguiva il caso.
Le accuse a Prodi, scrivono i magistrati, si basano su dichiarazioni «generiche e vaghe».

Antonino Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere in Calabria, è stato l’origine del terremoto giudiziario definito dal Presidente della Repubblica, “senza precedenti” nella storia italiana.

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