Mali: se non ora quando?

 MALI
Un’altra guerra per fare cosa ?
E la sinistra tace; dove è la sinistra ?
Bersani, Vendola, Ingroia, Cattolici di sinistra, Movimenti per la Pace perché tacete ?
Ancora guerra per portare la sicurezza nel mondo ?
Con le armi ?

Allora perché non dichiarare guerra a gran parte del mondo e a quale mondo ?
Sono tornati  i Crociati, ma dove è il Santo Sepolcro ?
In tanta parte della terra in Africa, in Asia, in Sud America, addirittura in Europa esistono dittature sanguinarie, popoli oppressi culla di estremismo terrorista.

Che facciamo bombardiamo tutti !!??
E poi dopo aver bombardato tutti, in maniera “intelligente “ naturalmente, la pace, la giustizia, la democrazia, un benessere accettabile per tutti illuminerà il mondo?
E poi chi le decide queste guerre?
Un organo sovranazionale o non piuttosto una nazione o un gruppo di nazioni che inizia per poi coinvolgere tutti ?

Cosa c’è di morale dietro questi crimini ?
Economia, interessi di grandi potenze e basta !
Oggi il Mali, e ci vogliono far credere che la Francia con tutti i problemi che ha si erge a difensore di tutti e va alla guerra santa?
Ma dai !!
Guardiamo la carta geografica, sfogliamo qualche pagina di storia, qualche giornale economico  e forse troviamo che gli ideali hanno un nome poco… ideale.
La Francia di Hollande, quello che tassa i super ricchi, bravo questo sì  che è di sinistra!
E poi che ne fa di questi soldi fa la guerra in Mali ?
La mia amata Europa, ancora una volta deludente!! Assente! Anzi no, notizia di stamattina si  sono uniti urgentemente (urgentemente !!??) per decidere cosa non è chiaro.

Gli USA che non vorrebbero, ma che poi alla fine ci stanno!
E gli altri silenzio, muti, interessati spettatori se non  addirittura venditori di armi.
E la nostra povera Italietta, prossima alle elezioni, PARTECIPA !!
Con pochi uomini, per ora con supporto logistico o forse più si dice con prudente diplomazia sinonimo di ipocrisia.
“il governo italiano che in fase preelettorale deve limitarsi all’ordinaria amministrazione ha escluso per bocca del ministro degli esteri Terzi qualsiasi intervento diretto sul terreno”.
( da republica 18 gennaio 2013 pag 3)

Se non ci fossero tante vite umane in gioco sembrerebbe humor nero: ma la guerra aspetta le nostre elezioni ?
Ma se la Francia non ce la fa ad ammazzarne un numero sufficiente poi chiede aiuto anche a noi per ammazzarne altri e allora … brutto film già visto.
In molti commentatori politici ed economici, gente misurata, non stralunati pacifisti parlano  di alto rischio di nuovo Afganistan, evviva !
Ma per che cosa collaborare a portare morte ?
E’ di questo che quelle miserabili popolazioni hanno bisogno o non sono i nostri miseri interessi economici a chiederlo ?

Lo so possiamo fare poco, ma sinistra italiana: BERSANI, VENDOLA, INGROIA; CATTOLICI DI SINISTRA volete spiegare a noi elettori con qualche problema economico dove sta la convenienza di partecipare a questa ennesima guerra, non vi è bastato dire sì di fatto  allo sciagurato acquisto di tanti aerei da guerra ?
Lo so possiamo fare poco, ma sinistra italiana: BERSANI, VENDOLA, INGROIA; CATTOLICI DI SINISTRA, Movimenti per la Pace volete spiegare a noi elettori, malati di utopia pacifista, dove  sta L’ETICA di questa guerra e l’acquisto in corso tanti aerei da combattimento, perché anche questo va ricordato?
Lo so possiamo fare poco,ma sinistra italiana: BERSANI, VENDOLA, INGROIA; CATTOLICI DI SINISTRA, Movimenti per la Pace volete spiegare a noi elettori preoccupati per la mancanza di finanziamenti nella scuola, nella giustizia, nelle forze dell’ordine, nella sanità  la scelta di privilegiare una nuova  partecipazione ad una guerra e  l’acquisto in corso tanti aerei da combattimento, perché anche questo va ricordato ?

Fra poco molto probabilmente sarete al governo, forse chiederete altri sacrifici, questo danaro non potrebbe servire ?
Fra poco molto probabilmente sarete al governo e per verniciarvi di purezza parlerete di pace  nel mondo, questa pace ?
E per favore non veniteci a dire: noi non eravamo al governo;  VOI SIETE ORA AL GOVERNO IN TANTI, VOI  SIETE ORA IN PARLAMENTO IN TANTI, VOI SIETE ORA TUTTI NELLE PIAZZE, NEI GIORNALI  NELLE TELEVISIONI, NELLA COMUNICAZIONE VIRTUALE !!!

BERSANI, VENDOLA, INGROIA; CATTOLICI DI SINISTRA, Movimenti per la Pace è ora il tempo di combattere una guerra per la pace usando le armi che la democrazia concede alle vostre parole e se avete un minimo di credibilità internazionale USATELA ! ORA !
Questo sì che sarebbe di sinistra.
SE NON ORA QUANDO ? ( perdonate i furto dello slogan)

P.S:
il 24 febbraio vorremo votare  senza  morti sulla coscienza e la consapevolezza di avere politici degni del nostro voto.


Commenti
Sono stati scritti 9 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 18 gennaio 2013

    Bell’articolo caro Paolo, che condivido in larga misura.

    In Mali, Il 22 marzo 2012 un gruppo di soldati ha preso il potere in un colpo di Stato, la cui causa poggia sulle difficoltà nel fronteggiare i ribelli tuareg del nord del paese. La Costituzione democratica è stata sospesa ed è stato dichiarato il coprifuoco. Ne è scaturita una guerra civile che ha portato la componente tuareg fondamentalista – che ha poi assunto la denominazione di al-Qa’ida nel Maghreb islamico – a prendere il controllo del settentrione del Paese. Dall’aprile 2012 è presidente a interim Dioncounda Traoré, designato dalla giunta militare, fino alle prossime elezioni.

    Il 10 gennaio 2013 il presidente Diacounda‚ in un discorso alla nazione, ha comunicato di aver chiesto e ottenuto un intervento aereo della Francia, in accordo con l’Ecowas, la comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale, contro i ribelli jihadisti che occupano il nord del Paese. L’EU appoggia l’intervento; ll 17 gennaio l’Italia offre supporto logistico all’operazione militare francese e la Germania si dichiara pronta a farlo.

    In Mali c’è petrolio e bauxite, gas e uranio. Tra le aziende coinvolte nell’esplorazione si può citare il gigante francese Total e l’algerina Sonatrach. L’italiana Eni – è una notizia delle ultime ore – avrebbe deciso di “restituire le licenze a causa del basso potenziale di produzione”. Secondo il presidente Giuseppe Recchi si tratta di “una scelta che coincide con questo momento, ma non è la conseguenza necessaria” della guerra in atto.

    Giusto al fine di allargare la discussione ed offrire spunti al dibattito, vi proporrei alcune osservazioni.

    La prima è di Bruno Pezzato che scrive:

    Rispondo alla prima domanda : per fare cosa? Risposta : per non lasciare in mano ad altri ( più o meno pericolosi dei nostri?) il controllo delle materie prime, preziosissime, per la produzione di energia nel futuro… l’uranio .

    In effetti, se la Jihad/Al Qaida del Mali dovesse prendere il potere, come si apprestava a fare, ed usare i proventi di petrolio, gas ecc. per acquistare missili, … poi potremmo scoprire a che serve il centinaio di caccia bombardieri che stiamo acquistando, perchè i jihadisti è a noi che comincerebbero a tirarli.  

    La seconda, è una riflessione mia.
    Credo vi sia una distinzione tra “esportare la democrazia” con i carri armati, ovviamente in un Paese ricchissimo di petrolio Bush style in Iraq, e compiere un’azione di polizia contro malavitosi e terroristi.
    Paghiamo ed addestriamo corpi dei Carabinieri e della Polizia affinchè siano in grado di fronteggiare le mafie e, casomai, protestiamo perchè non lo fanno abbastanza. Nel compiere la loro missione è previsto che queste Forze usino le armi e quando avviene fa parte del progetto, inclusi i caduti da ambo le parti.

    Al-Qaida è un’organizzazione criminale che non si prefigge libertà ed indipendenza di popoli ed etnie,  ma solo la strumentalizzazione fondamentalista della religione islamica al fine di controllare ed occupare aree e Paesi con la violenza. E questo dall’Indonesia alla Somalia, passando appunto dal crocevia magrebino del Mali (oltre che della Siria).  

    Dovessero avere successo in Mali, ben presto diverrebbero influenti sull’instabilità dei Paesi confinanti (Libia, Tunisia, Egitto, e poi Ciad, Sudan ecc.) interagendo con i campi di addestramento là già infiltrati, e creando le condizioni per una incredibile minaccia per tutta l’Europa.

    Fermare al più presto le operazioni sotto casa nostra di questa organizzazione criminale è un’operazione di polizia, non un’aggressione ad un Paese Indipendente o esportare democrazia per sottrarre petrolio.

    Parafrasando Mao Tze Tung, la libertà (e aggiungerei la democrazia) nasce dalla canna del fucile; dipende da chi lo usa per primo e meglio.

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  2. avatarAndrea Cotti - 18 gennaio 2013

    D’altra parte, è davanti a noi ciò che sta accadendo in queste ore in Algeria.

    Al-Qaida occupa una stazione petrolifera nel deserto e trattiene 7-800 ostaggi, tra i quali molti tecnici europei.

    A seguito del’operazione delle Forze algerine c’è stata una strage, e ancora non è finita: 30 ostaggi e 11 terroristi sono morti, molti altri sono rimasti feriti e almeno 40 persone sarebbero ancora nelle mani dei terroristi islamici.

    Tra le vittime, sette stranieri: almeno due britannici, due giapponesi e un francese, ma ancora non si conosce la nazionalità delle altre vittime.
    L’operazione, considerata “urgentissima”, avrebbe permesso di eliminare un gran numero di terroristi, con i quali Algeri rifiuta di negoziare.

    Secondo le forze di sicurezza algerine, “l’azione degli estremisti mirava a destabilizzare l’Algeria e a spingerla nel conflitto in corso in Mali, anche se secondo l’intelligence l’attacco a In Amenas è stato deciso prima dell’intervento francese nel conflitto maliano”. I terroristi, arrivati in Algeria dalla Libia, erano guidati da Abou al Bara, rimasto ucciso nel blitz. Gli altri islamisti uccisi erano egiziani, libici maliani e anche un cittadino francese.

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  3. avatarGabriele Tesini - 18 gennaio 2013

    Ottimo articolo Paolo e ti copio la frase che ripeti ma che è significativa del fatto che almeno ci indignamo.

    “Ci posso fare poco”, ma sono e siamo indignati per quanto sta succedendo in ogni parte del mondo:”Guerre solo per interessi economici e giochi di potere”.

    Altro ché “Lotte per la Democrazia”, che secondo me non si deve esportare, ma ogni popolo se la deve conquistare.

     “BERSANI, VENDOLA, INGROIA; CATTOLICI DI SINISTRA, Movimenti per la Pace dove siete”?

    Proprio così, caro Paolo, dove siete? Cosa ne pensate? Cosa pensate di fare?

    Triste l’intervento mascherato di un fantomatico appoggio tecnico logistico, che in pratica vuol solo dire, che adesso mettiamo dentro solo un piede, per poi entrare a piedi pari in un altra guerra inutile e devastante come sono tutte le guerre.

    Io pensavo che qualcuno, speravo da parte dei nostri, in Campagna Elettorale, dicesse che non avremo, qualora andassimo al governo, comprato aerei, carri armati e ci saremmo ritirati dall’Afghanistan, ma nulla di tutto ciò, anzi…

    Peccato, perchè oltre a dire e fare qualcosa di sensato e giusto, abbiamo perso un altra occasione per prendere un pacco di voti…  😈
     

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  4. avatarPaolo Grandi - 18 gennaio 2013

    Riprendo  il tuo concetto “Fermare al più presto le operazioni sotto casa nostra di questa organizzazione criminale è un’operazione di polizia, non un’aggressione ad un Paese Indipendente o esportare democrazia per sottrarre petrolio.”
    Certamente  quello che tu richiami ha un fondamento ed è quello che sostengono i Crociati dei giorni nostri : il loro Santo Sepolcro
    Peccato che manchino alcuni punti importanti per una posizione davvero trasparente
    – queste operazioni di polizia vengono sempre fatte sull’onda  degli interessi economici mai del dramma dei popoli
    lo sappiamo tutti che la finanza di un certo mondo non vicinissimoalla nostra necessità di posti di lavoro  domina il mondo ,ma allora gridiamo sottovoce  contro questo mondo della finanza e facciamo meno i puri a perchè anche noi …
    basta dirlo cosa si vuole .
    – se quello che tu richiami è vero e temo che un po’ lo sia  perchè non dire chiaramente che NON STIAMO DANDO AIUTO ALLA MISERIA DI UN POPOLO O AD UNA DEMOCRAZIA IMPROBABILE ma ai nostri interessi ?
    – se quello che tu richiami è vero e temo che  un pò lo sia perchè  non dirlo chiaramente e  gradirei una DICHIARAZIONE  FORTE,UNA PRESA DI POSIZIONE FORTE DA PARTE DI CHI ORA CI STA CHIEDENDO IL VOTO SE  TACCIONO ACCONSENTONO E DIVENTANO CORRESPONSABILI
    – se così è sappiamo che queste operazioni possono portare ad escalation imprevedibili compreso attentati in casa  nostra o a nostri connazinali all’estero
    CARI POLITICI DITELO
    – infine ,ma è un punto fondamentale nel 2013 sarebbe opportuno che certe dichiarazioni di guerra non nascessero da una singola nazione con nostalgie coloniali e forti interessi economici ,ma dalle istituzioni sovranazionali tipo ONU , NATO , EUROPA  ecc, diversamente che ci  stanno a fare?
    BERSANI , VENDOLA,INGROIA MOVIMENTI DELLA PACE SE CI SIETE ANCORA  BATTETE UN COLPO , grazie
    E non dimenticatevi degli aerei ( per la verità oggi Ingroia  su questo oggi si è esprrsso chiaramente per un NO , gli altri ci stanno pensando rimaniamo in trepida attesa )

     

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  5. avatarLeonildo Roncarati - 18 gennaio 2013

    Belle parole caro PAOLO, memtre leggevo il tuo articolo, mi veniva il magone.

    Non mi aspettavo, che i politicanti di Destra, criticassero queste ROBE.

    MA BERSANI, VENDOLA, INGROIA, VERDI, CATTOLICI DI SINISTRA;

    quando erano di SINISTRA, si sarebbero attivati subito.

    ORA che sono solo dei politicanti, per le loro TASCHE, queste  ROBE non GLI interessano  più.

    PECCATO….           

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  6. avatarAndrea Cotti - 19 gennaio 2013

    Interessante anche l’opinione di Prodi:

    «Su tanti episodi bellici, tra cui la guerra in Libia, ho manifestato profondi dubbi. Stavolta posso dire che non vi erano altri strumenti di intervento, se non quelli militari, per evitare che si consolidasse una zona franca terroristica nel cuore dell’Africa». Così Romano Prodi intervistato dall’Unità.

    Presidente Prodi, iniziamo dalla più stretta attualità. Un’attualità di guerra. L’intervento militare in Mali era l’unica soluzione, ha ribadito più volte Francois Hollande. Condivide questa affermazione?
    «Per risponderle, partirei da una testimonianza personale. Mi trovavo a Bamako (la capitale del Mali, ndr) ed ero a colloquio col presidente maliano Traorè, quando è scattato l’attacco dei ribelli, un attacco imprevisto e dirompente, alla luce del quale non credo che vi fossero alternative all’azione militare. Non sono un “bellicista”, e in passato di fronte ad altri episodi di guerra, come quello in Libia, ho manifestato i miei dubbi. In questo caso, lo ripeto, non mi pare vi fossero altri strumenti da mettere in campo per evitare il peggio. Ciò non vuol dire che in prospettiva la politica debba abdicare al proprio ruolo. Tutt’altro. Occorrerà fare di tutto per riprendere i colloqui, e il mio impegno va in questa direzione».

    C’è chi paventa il rischio che il Mali possa trasformarsi nell’Afghanistan di Hollande, altri mettono l’accento sull’isolamento francese.
    «Isolamento? Semplicemente non esiste. Di certo, non sul piano politico e diplomatico. Ribalterei il ragionamento. E mi porrei un’altra domanda…».

    Quale, presidente Prodi?
    «Perché tutto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, unanimemente, ha autorizzato, con la risoluzione 2085, azioni di contrasto all’insorgenza terroristica? Se guardiamo ad altre crisi in atto, una tra tutte quella in Siria, emerge una divisione tra i Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Così non è stato per il Mali. E la ragione è molto semplice: era chiaro che si stava consolidando una zona franca terroristica nel cuore dell’Africa, e tutti hanno convenuto che occorresse agire per contrastare questo disegno. Cosa sarà nel futuro, si vedrà. In tutta la mia vita politica, non ho mai trovato tanta unità nel Consiglio di sicurezza dell’Onu come in questi giorni. Il fatto è che le spinte indipendentiste, presenti nel Nord del Mali, sono state soppiantate da quelle marcatamente jihadiste. I rivoltosi sono diventati jihadisti».

    I ministri Terzi e Di Paola hanno annunciato la disponibilità dell’Italia a fornire sostegno logistico aereo ma no truppe di terra. Come valuta questa posizione?
    «La posizione italiana è in linea con quella delle altre cancellerie europee. Anche qui, in chiave europea rare volte si è manifestata un’analoga convergenza di intenti».

    Per restare all’Europa. L’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Catherine Ashton, nei giorni scorsi ha ringraziato la Francia per il suo intervento in Mali, precisando, però, che Parigi dovrà fare tutta da sola perché, parole testuali, «non esiste una forza militare europea». Da europeista convinto, non ritiene che questa considerazione di Mrs.Pesc segnali un limite strutturale dell’Europa?
    «La signora Ashton ha fotografato la realtà. E la realtà testimonia, per l’appunto, che non esiste una forza militare europea. Ma la realtà può essere modificata, e io mi auguro che si vada con decisione verso un sistema integrato di sicurezza europeo. Al momento, però, questa è materia dei singoli Stati e, per tornare al Mali, i segnali sono concordanti e positivi. C’è una volontà comune di inviare istruttori per le forze governative nel Paese africano ed è significativo che questo impegno sia condiviso anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, così non era stato per la Libia».

    Presidente Prodi, vorrei che allargassimo l’orizzonte. Per molti, anche tra le leadership politiche ed economiche europee, l’Africa sembra restare un continente «dimenticato». Invece?
    «Invece è vero l’esatto contrario. L’Africa non potrebbe, l’Africa è un’area strategica. È il Continente unico al mondo che ha un enorme territorio e una popolazione ancora relativamente contenuta. L’Africa ha risorse, materie prime, potenzialità enormi. È il Continente in cui nel futuro cercheremo cibo, materie prime ed energia. Purtroppo questa consapevolezza stenta ancora a manifestarsi come dovrebbe, in Europa e in Italia. La sfida che abbiamo davanti è di portata epocale…».

    Quale è questa sfida?
    «Far sì che l’Africa sia sempre meno, nei fatti e nella nostra percezione, un campo di battaglia, e sempre più un campo di cooperazione. Ciò che non può più essere è un campo dimenticato. Investire sull’Africa e investire in Africa, è un investimento sul futuro. Così come va rafforzato, in qualità e quantità, l’impegno europeo, e italiano, negli aiuti umanitari: solo così dimostreremo ai popoli sofferenti che si vuole fare sul serio».

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  7. avatarPaolo Grandi - 19 gennaio 2013


    Prodi ,come tante altre volte non mi convince!
    Dei Mali ve ne sono tanti al mondo ,ma ad ognuno si da una risposta diversa , in una cosa sola si è sempre d’accordo : la salvaguardia dei propri interessi economici di politici
    Se veramente gli stati v
    olessere aiutare i popoli meno fortunati ne capisco la difficoltà di fare una azione comune , ma intanto potrebbero avere una attegiamento come singoli più solidale ,piu’ “disinteressato” verso di loro
    E non è proprio cosi
    Comunque se la priorità per l’Italia e imbarcarsi in una nuova guerra, con tutte le ricadute economiche e in vite umane che ne derivano. è comprensibile per un semplice cittadino come me non capire , è meno accettabile che non me lo dica con cruda chiarezza chi è al governo o si candida a farlo .
    Nel concreto leggevo oggi i tagli al bilancio sanitario della Regione Emilia Romagna per il 2013 ( come per tante altre regioni ) e ho pensato al Mali … e non capisco ,ma io sono un semplice cittadino loro ( forse ) sono dei Cavour che partecipano alla guerra di Crimea

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  8. avatarAndrea Cotti - 23 gennaio 2013

    Barbara Spinelli:

    ” … Il Mali è un caso esemplare di guerra necessaria e umanitaria. In questo decennio l’aggettivo umanitario s’è imbruttito, ha perso l’innocenza, e annebbia la storia lunga: le politiche non fatte, le occasioni mancate, le catene di incoerenze. Era necessario intervenire per fermare il genocidio in Ruanda, nel ’94, e non si agì perché l’Onu ritirò i soldati proprio mentre lo sterminio cominciava. Fu necessario evitare l’esodo – verso l’Europa – dei kossovari cacciati dall’esercito serbo. Ma le guerre successive non sono necessarie, visto che manifestamente non fermano i terroristi. Non sono neppure democratiche perché come si spiegano, allora, l’alleanza con l’Arabia Saudita e l’enormità degli aiuti a Riad, più copiosi di quelli destinati a Israele? Il regno saudita non solo non è democratico: è tra i più grandi finanziatori dei terrorismi.

    La degenerazione del Mali poteva essere evitata, se gli Europei avessero studiato il paese: considerato per anni faro della democrazia, fu sempre più impoverito, portandosi dietro i disastri delle sue artificiali frontiere coloniali. Aveva radici antiche la lotta indipendentista dei Tuareg, culminata il 6 aprile 2012 nell’indipendenza dell’Azawad a Nord. Per decenni furono ignorati, spregiati. Per combattere un indipendentismo inizialmente laico si accettò che nascessero milizie islamiche, ripetendo l’idiotismo esibito in Afghanistan. Sicché i Tuareg s’appoggiarono a Gheddafi, e poi agli islamisti: unico punto di riferimento, furono questi ultimi a invadere il Nord, all’inizio 2012, egemonizzando e stravolgendo – era prevedibile – la lotta tuareg.

    È uno dei primi errori dell’Occidente, questa cecità, e quando Prodi approva l’intervento francese dicendo che “non esistevano alternative all’azione militare”, che “si stava consolidando una zona franca terroristica nel cuore dell’Africa”, che gli indipendentisti “sono diventati jihadisti”, dice solo una parte del vero. Non racconta quel che esisteva prima che la guerra fosse l’unica alternativa. I Tuareg non sono diventati terroristi; blanditi dagli islamisti, sono stati poi cacciati dai villaggi che avevano conquistato. La sharia, nella versione più cruenta, è invisa ai locali e anche ai Tuareg (sono tanti) non arruolati nell’Islam radicale. Vero è che all’inizio essi abbracciarono i jihadisti, e un giorno questa svista andrà meditata: forse l’Islam estremista, col suo falso messianismo, ha una visione perversa ma più moderna, della crisi dello Stato-nazione. Una visione assente negli Europei, nonostante l’Unione che hanno edificato…”

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  9. avatarPaolo Grandi - 23 gennaio 2013

    Hai fatto molto bene Andrea  a publicare l’articolo di Barbara Spinelli che  in altre parti dice cose altrettanto importanti.
    Non mi stupisce la posizione di Prodi a  cui riconosco tanti meriti, ma nella cui carriera si trovano ombre preoccupanti .
    MI delude  IL SILENZIO DI BERSANI .
    Forza  Presidente, hai cominciato con gli aerei  CONTINUAAAAAAAAAA non lasciare  campo libero ad altri, non confonderti con la prudenza del centro  o  lo squallore dell’Innominabile

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