Luigi de Magistris
De_magistris_Chi è De Magistris
Luigi de Magistris è nato a Napoli il 20 giugno 1967. Si è diplomato al liceo classico “Pansini” di Napoli nel 1985 e a 22 anni si è laureato in Giurisprudenza con 110 e lode, presentando una tesi in diritto penale.
E’ entrato in Magistratura nel 1995 e dal 1998 al 2002 è stato magistrato presso la Procura della Repubblica di Napoli e successivamente diviene Sostituto Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro.
Ha lasciato la Magistratura nel 2009 e si è candidato alle elezioni del Parlamento europeo come indipendente per l’Italia dei Valori. E’ stato eletto con un altissimo consenso e a Bruxelles è subito eletto Presidente della commissione del Parlamento Europeo per il controllo del bilancio comunitario.
La sua è famiglia di Magistrati da tre generazioni; il bisnonno subì un attentato per aver perseguito la malavita organizzata nei primi anni dell’Unità d’Italia.

Cosa ha fatto
Inchiesta “Poseidon” – Nel 2005 fa partire un’indagine per un’ipotesi di illecito legato a finanziamenti comunitari per la depurazione per 800 milioni di euro.
La Procura di Catanzaro ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti del generale della Guardia di Finanza Walter Cretella-Lombardo, consigliere del vicepresidente Dell’Unione Europea e Commissario europeo alla Giustizia Franco Frattini.
Tra gli altri sono indagati il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa, socio di una ditta che avrebbe ricevuto il finanziamento per realizzare uno stabilimento per la produzione di dvd ma senza mai far partire la produzione; l’ex presidente della Giunta regionale della Calabria Giuseppe Chiaravalloti, vicepresidente dell’istituto Garante per la privacy;  l’ex assessore regionale all’Ambiente Domenico Basile, riferimento di Alleanza Nazionale in Calabria. Le indagini condotte dai carabinieri portano dalla relazione del 2004 della Corte dei Conti riferite all’utilizzo e alla destinazione di 200 milioni di euro.
Inchiesta “SbP” – E’ relativa ai contributi europei chiesti da prestanome per l’avvio di attività imprenditoriale in Calabria che avrebbe creato occupazione. Nell’inchiesta è indagato tra gli altri il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa.
Inchiesta “Why Not” – Prende il nome da una società di lavoro interinale per la quale vengono perquisiti indagati come Pietro Scarpellini, consulente della Presidenza del Consiglio. Nell’inchiesta sono indagati anche Luigi Bisignani, consulente della Ilte spa, ed il senatore Giancarlo Pittelli, di Forza Italia. Ruolo centrale nella vicenda è l’imprenditore Antonio Saladino, presidente della Compagnia delle Opere della Calabria. Negli atti dell’inchiesta appaiono intercettazioni telefoniche tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella e l’imprenditore Antonio Saladino.
Indagati nell’inchiesta sono il generale Paolo Poletti, capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, Nicola Adamo (Ds), in quella fase vicepresidente della Regione Calabria, Mario Pirillo (ex-Margherita, poi Pdm), assessore regionale all’agricoltura e un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri.

Il 19 ottobre 2007 con un vero colpo di mano, (fa aprire, a insaputa del PM, la cassaforte dell’ufficio, prelevandone tutti gli atti d’inchiesta), il Procuratore di Catanzaro Dolcino Favi (avvocato generale dello Stato, già attenzionato dal CSM e dalla Camera dei Deputati per « essere dedito a sistematiche violazioni di norme, in particolare di quelle poste a presidio dei diritti fondamentali dell’individuo»),  per presunta incompatibilità avoca a sé l’inchiesta, sottraendola a De Magistris.
Clemente Mastella in qualità di Ministro di Giustizia ha preteso il trasferimento di De Magistris e dopo un iniziale rimando, sia De Magistris che i suoi collaboratori vengono rimossi dall’inchiesta.

 

Inchiesta Toghe lucane.  Un “comitato d’affari” composto da avvocati, politici, magistrati, funzionari ed imprenditori avrebbe gestito importanti operazioni economiche in Basilicata. Le ipotesi di reato addotte da De Magistris sono quelle di abuso d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere e truffa aggravata. Nel 2007 la guardia di Finanza ha perquisito abitazioni e uffici del sottosegretario allo Sviluppo economico Filippo Bubbico (Ds, ex presidente della Regione Basilicata), del procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, dell’avvocato Giuseppe Labriola e della dirigente della squadra mobile di Potenza Luisa Fasano.
Nell’inchiesta vengono coinvolti uomini politici, amministratori, imprenditori, funzionari e magistrati in servizio in Basilicata, dei quali uno ha lasciato la magistratura, mentre altri sono già stati trasferiti in altre sedi dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Anche per questa inchiesta, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento cautelare d’urgenza di De Magistris, per presunte irregolarità nella gestione del caso Toghe lucane.
Dopo le dimissioni di De Magistris, in aprile 2009, il Gip di Salerno Maria Teresa Belmonte ha prosciolto Luigi De Magistris dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio nell’ambito di questa inchiesta.
Il 17 marzo del 2009 Luigi De Magistris annuncia il suo ingresso in politica come indipendente dell’Italia Dei Valori per le elezioni Europee del 2009.
De Magistris lascia l’attività di Pubblico Ministero:
« che non mi è più possibile esercitare da alcuni mesi. Quello che ancora mi inquieta di più, in questo momento storico, è l’attività di delegittimazione, di ostacolo e di attacco nei miei confronti e della mia professione, e nei confronti di tutti coloro che hanno cercato, in questi mesi, in queste settimane e in questi anni di accertare i fatti. Da ultimo, quello che è accaduto ai magistrati di Salerno che sono stati o sospesi o esiliati in altre parti del territorio nazionale.»
Luigi De Magistris viene eletto al Parlamento di Strasburgo risultando il più votato d’Italia dopo Silvio Berlusconi, con 415.646 preferenze.
De Magistris ha chiesto ed ottenuto d’essere messo in aspettativa dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Aldilà delle scontate polemiche dei giornalisti di destra, la scelta di non dimettersi gli consente di far procedere il procedimento disciplinare a suo carico presso il CSM. Se si dimettesse quel procedimento verrebbe meno, ma De Magistris intende invece affrontarlo a viso aperto per poter così provare finalmente le sue ragioni.

Cosa pensa
De Magistris ha più volte mostrato apprezzamenti verso Enrico Berlinguer, riconoscendosi nei valori e negli ideali portati avanti dal segretario del Partito Comunista Italiano. Ha anche affermato di essere stato un elettore del PCI.
“Ho accettato la proposta di Di Pietro di partecipare ad un progetto entusiasmante, che ha l’ambizione di cambiare il Paese nel percorso della legalità e della Giustizia, di contribuire a formare una nuova classe dirigente che possa sostituire il “sistema castale” che governa il nostro Paese, per difendere la Costituzione Repubblicana e contrastare il regime autoritario che va consolidandosi, interrompendo il progetto piduista di stravolgimento dello Stato di diritto, a cui preferisco l’attuazione dello Stato sociale in primo luogo a garanzia dei lavoratori, mettendo in pratica il precetto che l’Italia è una Repubblica che si fonda sul lavoro. Una sfida che prevede la battaglia contro il pensiero unico e la teoria del consumatore universale, scegliendo al contrario la strada di un nuovo rapporto tra economia ed ambiente e prediligendo la pratica degli ideali di libertà, uguaglianza e solidarietà, avendo a cuore soprattutto le esigenze dei più deboli e considerando la cultura punto essenziale per ogni azione riformatrice. Questo progetto non può ovviamente trascurare la difesa assoluta dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura e della libertà di informazione e di manifestazione del pensiero: entrambi baluardi di ogni compiuta democrazia.”

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