L’ospedale chiude, anzi no

Il Decreto Berlusconi sulla Sanità e la seguente “legge di stabilità” hanno imposto un taglio al Servizio Sanitario Nazionale di 15 miliardi per il triennio 2012/2015.  Significa massicci tagli al personale, cancellazione di posti letto e sparizione di interi reparti.

Con la fine del Governo Berlusconi ci siamo un po’ tutti illusi che questi drammatici tagli fossero rivisti, cercando nell’evasione fiscale (120 miliardi/anno), nella corruzione (70 miliardi anno) e nella riduzione di spesa per gli armamenti (25 miliardi)  i fondi occorrenti a risanare i disastrati bilanci italiani.

E invece abbiamo visto che Monti, dopo fantastici proclami,  non solo non ha toccato evasione e corruzione, ma nella manovra che ha varato a dicembre ha inserito  nuovi ticket (10 euro su visite specialistiche e diagnostica e 25 euro per i codici bianchi al Pronto soccorso),  ed un ulteriore devastante taglio lineare al fondo sanitario nazionale di 3,5 miliardi per il 2012.

Ovviamente votato da Pd, Pdl e Udc.

Ulteriori tagli per oltre 2 miliardi sono poi stati imposti con la Spendig Review: tra il 2012 e il 2014, secondo calcoli delle Regioni, complessivamente il finanziamento del Servizio sanitario nazionale subirà così tagli per circa 22 miliardi di euro.

La nostra amata Paola Marani dalla Festa dell’Unità ci ha rassicurati  ipnoticamente (già il titolo era tutto un programma: “La sanità pubblica, tra innovazione e garanzia dei diritti“) con favolette romanzate sulle “prospettive per il sistema sanitario nazionale e per il modello di welfare emiliano-romagnolo“, quelle che fanno contenti i vecchietti dello zoccolo duro, le truppe cammellate insomma che battono sempre le mani ai “dibattiti”, spacciando i tagli che stanno per attuare (e che anche il suo partito ha votato) come “la necessità d’innovazione del settore”,  perchè è indispensabile  “innovare e abbattere tutti i costi evitabili, per dare nuove risposte a bisogni nuovi e diversi, che innovazione significa, in particolare, integrazione orizzontale e verticale, ovvero concentrare le prestazioni specialistiche in poli d’eccellenza” .

I vecchi militanti son proprio andati a casa contenti, fiduciosi e rassicurati.

Solo che contemporaneamente agli annunci ammalianti di Paola,  detti vecchietti hanno appreso dal Carlino e da Repubblica che è ipotizzata  la  chiusura  dell’ospedale  di  Persiceto  (Resto  del Carlino)  o dei reparti di chirurgia e urologia (La Repubblica) del nostro ospedale.

Son soddisfazioni insomma, se è questa l’innovazione.

E non è che ci abbia rassicurato più di tanto l’annuncio subito apparso nel sito del nostro Comune :

…l’ospedale non chiuderà e urologia e chirurgia rimarranno dove sono.  Quello che invece è vero è che in sede regionale e di Conferenza Territoriale Socio Sanitaria si stanno studiando e valutando gli effetti delle due manovre del governo Berlusconi e della Spending Review del governo Monti sull’organizzazione sanitaria del nostro territorio e si stanno studiando possibili interventi da mettere in campo per razionalizzare le spese e allo stesso tempo salvaguardare la qualità dei servizi. È prevista a breve una commissione consiliare sull’argomento; nel prossimo numero delle cronache vi daremo aggiornamenti…

Non ci resta che attendere sempre fiduciosi di conoscere l’entità dei “possibili interventi” per capire sia cosa li abbiamo pagati a fare i soldi del nuovo ospedale, sia dove dovremo andare a farci ricoverare la prossima volta.  :mrgreen:


Commenti
Sono stati scritti 4 commenti sin'ora »
  1. avatarGabriele Tesini - 14 settembre 2012

    L’Ospedale deve rimanere aperto con tutti i suoi servizi.

    E’ ora di finirla di far sempre pagare ogni cosa ai soliti noti che hanno sempre pagato le tasse. I soldi da oggi in poi li devono trovare altrove, dove ci sono e che nessuno vuole prenderli. Se andiamo avanti così, altro chè lacrime e sangue, ci rimane il carachiri, quello che sperano i soliti Monti, Berlusconi e compagnia cantanti, ma loro non sanno che il limite ha ormai raggiunto il massimo del livello e presto gliela faremo pagare, o con la matita nelle urne o sotterrando l’ascia di guerra…  😈

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  2. avatarPaolo Grandi - 14 settembre 2012

    L’articolo di Andrea si puo’ dividere in due parti per facilitarne l’analisi:

    la prima  che  riguarda in particolare le misure prese dal govermo Monti  per  “mettere in sicurezza ” il bilancio.
    Non sono un economista, ma  ero e sono fortemente  politicamente preoccupato per  i seguenti  motivi che  cercherò di richiamare  con i limiti della sintesi:
    a)  E’ vero che la situazione economica è fortemente peggiorata  con lo sciagurato governo Berlusconi, ma se si vuole essere oggettivi le cause sono dovute anche a colpe antiche: dove erano  i nostri politici e i nostri  sindacati che ora con le stesse facce  o quasi ci riempiono le orecchie con  i loro gridolini da  pudiche verginelle ?
    b) possibile che per rimediare a tanto disastro fosse ineviatabile ricorrere ad un commissariamento  della democrazia ?
    Se questo è avvenuto la colpa non è di Napolitano anzi !! La colpa è della classe politica che non è stata in grado di fare una proposta alternativa.
    c) ora tutti dicono che sono state fatte solo delle iniziative recessive, ma scusate, il governo tecnico ha proposto e voi cari politici dell’ una e dell’altra  parte l’avete votato, non solo, molte correzioni sono avvenute non per il bene dei cittadini, ma per fare favori a lobbies, vedi ad esempio quello che sta accadendo sulle scommesse.

    E da qui nasce la preoccupazione politica;  ora siamo commissariati,  fra poco  rischiamo di essere governati  da coloro che hanno contribuito in epoche diverse, con responsabilità  diverse al disastro economico, supinamente hanno votato manovre prevalentemente recessive e non sono neppure in grado di superare gli interessi privati e fare una legge  elettorale  adeguata.
    E poi salta  fuori il Grillo di turno, ma per forza (meno male che si sta facendo del male da solo).
    Da inguaribile ottimista io ci spero ancora, ma ci vuole fede tanta fede e un po’ di coraggio !

    La seconda parte  riguarda la sanità .
    Ho lavorato in sanità  dal 1974 al 2010; non posso non avere una mia idea fondata  su qualche conoscenza  e qualcosa  scriverò, però due cose le vorrei  segnalare:
    a)  E’ un gravissimo errore  presentare il problema  ospedale sì  ospedale no;  se lo fa un cittadino capisco, se lo fa qualcuno che a vario titolo  ha competenza sanitaria, bè mi sia comsentito accusarlo come minimo di mancanza di coraggio, ma se potessi scriverlo senza rischiare querela  direi ben altro.

    Chi ha un minimo di competenza  può naturalmente avere idee diverse, ma  non può pensare che la salute dei cittadini dipenda  principalmente  dai metri o km  a cui dista l’ospedale dalla propria casa !!! Non facciamo demagogia sulle cose serie !
    b) Quando leggo politici e non certo solo Paola Marani (che  fra l’altro stimo) che si epsrimono su questi temi in politichese stretto,  bè allora  mi dico basta, CAMBIAMO, perchè è vero  che al peggio non c’è un limite però !!!

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  3. avatarAndrea Cotti - 15 settembre 2012

    Complimenti Paolo per queste tue precisazioni e per i distinguo che ci presenti.

    Apri così un dibattito molto vasto sulla sanità, e credo che dovremmo lavorarci su parecchio nelle prossime settimane.

    Gli aspetti da dibattere che scaturiscono da queste prime osservazioni credo possano essere così riassunti:

     

    1. Ospedale vicino – ospedale lontano.

    Nelle Regioni a sanità efficente, questo è il problema primo avvertito dai cittadini. Per un lavoratore o una mamma di Persiceto, assistere il padre o un figlio ricoverato può diventare un problema se il ricovero è a un’ora di auto dall’abitazione.

     

    2. Tagli lineari alla sanità.

    Sia il puttaniere prima, sia il professore ora (con l’appoggio del Pd) hanno provveduto ad imporre tagli alla sanità e maggiori costi ai cittadini. Invece di tagliare le spese militari, di intervenire su corruzione ed evasione (ecc.) hanno preferito questo. 

     

    3. Sperperi e clientele nella sanità.

    E’ noto come da tempo la sanità sia preda di politici speculatori e saltimbanchi, malavitosi e clientele. L’Italia è costellata di strutture sanitarie incomplete ed abbandonate e la gestione di quelle funzionanti è spesso un monumento all’irrazionalità. Salvo poche Regioni dove il servizio continua ad apparire valido (come la nostra) nella maggior parte è da panico,  con costi dieci volte superiori alle regioni del sud paragonati a quelle del nord e servizi inesistenti.

    Andando oltre il servizio percepito dal cittadino e arrivando a chi opera nel settore (o vi ha operato) è evidente che l’irrazionalità e gli sprechi (quando non peggio) siano presenti abbondantemente anche dove la “sanità funziona”, come appunto da noi.

     

    Spero proprio caro Paolo che nei prossimi giorni tu possa trovare voglia e tempo per iniziare a sviluppare questo interessantissimo argomento.  :mrgreen:

     

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  4. avatarAndrea Cotti - 23 gennaio 2013
      • Ciao Renato, continuano tutti a dire che chiude l’ospedale di San Giovanni in Persiceto, ma è possibile che una struttura così si possa far chiudere? cosa possiamo fare noi cittadini?
    • Renato Mazzuca Ciao Loretta, chi dice questa cosa dice una falsità. L’ospedale non chiude assolutamente!!!
     
    Rimane un ospedale che si caratterizza per le sue specifiche internistiche e riabilitative, riorganizza le attività chirurgiche sfruttando i percorsi che assicurano al cittadino il miglior intervento, la migliore équipe e la struttura adeguata, organiz
    za l’assistenza infermieristica per intensità di cure, mantiene il pronto soccorso aperto 24 ore su 24, ospiterà in futuro anche la dialisi di Crevalcore… la qualità non mancherà, grazie in particolar modo ai professionisti… vera linfa vitale della nostra sanità.

     

    • Paolo Grandi Per me lo stanno chiudendo un po’ alla volta anzi in gran parte è già superato, ma non per responsabilità locale, non per carenza di fondi, ma semplicemete perchè in una moderna organizzazione della sanità un ospedale come quello di Persiceto non puo’ dare una buona risposta ai bisogni santaria e quindi è superato.

    • Ma sia chiaro se parliamo di ospedale come si è inteso fino ad ora, come la gente è abituata a vederlo, non di un contenitore denominato ospedale, ma che contiene un’altra tipologia di ospedale.
      Quello che oggi pensano praticamenente TUTTI quelli che si occupano di organizzazione sanitaria, INDIPENDENTEMENTE dalla parte partitica, è una organizzazione sanitaria basata su: 

    • a) pochi, ben distribuiti ospedali di media grandezza con adeguata tecnologia e personale con cultura ed esperienza quindi casistica sufficiente per trattarela patologia acuta reale.
      Persiceto non potrà mai avere queste caratteristiche per problem economici e per carenza di casistica amernochè non chiudano altri;
    • b) molti centri per la patologia cronica, nei suoi vari aspetti organizzativi (posta acuzie, lungodegenza, Hospice ed altro)
      Persiceto puo’/deve essere questo:
    • c) grande spazio alla prevenzione/educazione sanitaria e Persiiceto deve insistere su questo e puo’ averlo con importanti ricadute positive per la cittadinanza;
    • d) grande spazio per la Casa della salute/medicina di gruppo in maniera tale che i cittadini la notte, i festivi/prefestivi (e talora anche nei giorni feriali) abbiano una vera assistenza e stante il fallimento della guardia medica non siano costretti a recarsi in pronto soccorso per casistica minore;
    • e) una diffusa rete di ambulatotori specialistici per impedire che la gente sia costretta a lunghi, ingiustificati, costosi spostamenti  per esami semplici.
    • Ho provato a sintetizzare in maniera molto semplice un tema molto complesso, ma questo è quelllo che fino alla fne del 2009 quando dirigevo un reparto mi veniva detto un giorno si e l’altro pure dalla alta dirigenza politico/sanitaria della nostra Regione, e per me hanno ragione in teoria, l’errore è che non hanno il coraggio di dichiararlo e lo attuano come si diceva nei miltari di quel soldato “che avanzava indetreggiando”.
      Perchè è giusto cosi?
    • Perchèi ricoveri per patologia acuta sono fortemente ridotti rispetto ad un tempo e questo è certmente un bene, ma quando avvengono necessitano di tecnologia e profressionalità che è impossibile distribuire come un tempo.
    • La tecnolgia indispensabile per quando siamo colti da una reale patologia acuta (cardiologica o pneumologica, dismetabolica, nefrologica, neurologica, ematologica, chirurgica ecc. ecc.)
      non è possibile distribuirla in maniera così diffusa.
    • Ma se anche vi fossero le risorse, i professionisti devono aver sufficiente casisitica per avere sufficiente esperienza, e qui non c’è sufficiente domanda, per fortuna !!!
    • Perchè oggi e sempre più, aumenta la richiesta di assistenza cronica: si vive a lungo si superano malattie un tempo mortali e si diventa post acuti/cronici, e questo necessita di un’altra sanità ugualmente qualificata.
    • Postilla a titolo personale, due paroloni su cui la gente sorvola:
      Organizzazione in RETE: ottima idea assolutamente compatibile con quanto detto, ma che NON è sufficiente per il mantenimentoi di un ospedale per acuti come lo pensavamo fino ad oggi, poi la si può raccontare come si vuole, ma capitasse a me, se posso scegliere non mi fermo certo a Persiceto.

    • RICOVERO PER INTENSITA’ DI CURE: in Italia funziona bene nel privato perchè risparmia danaro, all’estero vi sono delle esperienze buone in particolare nel mondo anglosassone, ma hanno una cultura del lavoro in equipe anni luce lontano dal nostro, da noi fa solo confuisione, però si risparmia soldi, quanto al bene del paziente …

    • P.S.
      nella risposta del Sindaco vedo parole che da vecchio ospedaliero traduco in termini assolutamente in linea con quanto ho scritto , le parole :”specifiche internistiche è riabilitative, riorganizza le attività chirurgiche sfruttando i percorsi che assicurano al cittadino il miglior intervento, la migliore équipe e la struttura adeguata” ( chiarissimo dove si vuole andare a finire, quante volte le ho ascoltate quando con lievità venivano a chiuderti/ridimensionare strutture storiche) quindi:
    •  
      E’ vero che NON chiude.
    •  
      Ma è vero che è oramai già ben diverso da quello che pensiamo ancor sia un ospedale, molto diverso.
      Sarò smentito, ma la realtà nei fatti è questa, non perchè lo dico io, ma perchè così dicono e fanno gli organi decisionale oramai da molti anni e i risutati si vedono già.
    • Smettiamola di pensare che salvando l’INSEGNA ospedale si salvi la sanità locale, impegnamoci piuttosto per quanto richiamato ai punti b, c, d, di questo abbiamo bisogno e di questo siamo ancora carenti.
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