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ministriLe fanno come meglio gli aggrada, a piacere, adattandole alle loro varie esigenze, sono il popolo delle libertà e sono liberi di fare tutto quello che gli pare.

Il Consiglio dei Ministri, con un Decreto tristemente subito firmato dal Presidente della Repubblica, ha cambiato di fatto una legge elettorale a favore del governo,  e durante la campagna elettorale.

Leggiamo con attenzione:

  • Storace: “E’ una partita a carte truccate,  qui si gioca sporco, la campagna elettorale va combattuta ad armi pari”
  • Giovanardi:  “procure e uffici preposti escludano le liste presentate in modo irregolare!”
  • Tajani: “Le autorità competenti facciano controlli a campione sull’autenticità delle firme!”
  • Landolfi: “E’ una truffa agli elettori!”
  • Martusciello:  “Ha raccolto firme false, è finita.  Quando ci sono le elezioni bisogna rispettare le regole”
  • Gasparri:  “Diamo un premio ai pochi che han messo la firma vera”
  • La Russa: “Possono capitare 2, 3, 10 firme contestabili, ma qui si parla di centinaia! Pecioni! Dicono di aver dietro falangi, poi non mettono insieme 4 firme regolari”
  • Ancora Gasparri  “E’ un reato associativo, un attentato alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire?”
  • Calderoli: “Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi ricorrono a mezzucci”
  • Formigoni: “Le regole vanno sempre rispettate. E’ giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”
  • Maroni: “Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale”
  • Alemanno: “Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la democrazia”
  • Capezzone: “S’impongono controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali (chiedendo un intervento immediato dell’Ocse), su tutte le liste presentate in tutt’Italia”
  • Matteoli: “Falsari”
  • Bondi: “Comportamento disgustoso e immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi”
  • Castelli: “Le firme van raccolte onestamente secondo la legge”
  • La Russa: “Bastava che la Mussolini raccogliesse qualche migliaio di firme in più”
  • Di nuovo Gasparri: “Non è una vicenda politica, ma giudiziaria. La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate. Il capo dell’associazione si chiama Prodi”.

Carini vero?

Sono i commenti dei nostri eroi del popolo delle libertà in occasione di un fatto molto simile accaduto alla Mussolini durante la campagna elettorale del 2005, quando qualcuno l’accusò di aver presentato liste con firme irregolari.

Senonchè i giudici scoprirono che le firme false le aveva inserite qualcuno dello staff Storace accedendo in modo abusivo all’anagrafe della regione.

Il Consiglio di Stato fu dunque costretto a riammettere la lista della Mussolini.

Ed ecco le reazioni dei nostri eroi, gli stessi che abbiamo sentito in questi giorni urlare alla piazza e alla democrazia:

  • Landolfi: “Sconcertante”
  • Bartolini: “I giudici stabiliscono il principio di illegalità, gli elettori puniranno i truffatori”
  • Cicchitto: “Forzatura gravissima”
  • La Russa: “Abnorme”
  • Gasparri: “Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio”
  • Giovanardi: “Pagina vergognosa della storia italiana”
  • Berlusconi: “Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo”

Difficile immaginare con che stomaco ieri sera questi personaggi abbiano riammesso per legge le liste fuorilegge di Polverini e Formigoni.
E lo hanno fatto infrangendo la legge 400 del 23 agosto 1988, che vieta al governo di toccare la legge elettorale:

L’articolo 15 secondo comma, legge n.400 del 23 agosto stabilisce che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale).

“La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi”.

Non conoscono nè coerenza nè decenza questi e semplicemente stanno smantellando Stato ed Istituzioni.


Commenti
Sono stati scritti 5 commenti sin'ora »
  1. avatarLorenzoGT - 6 marzo 2010

    Ciao Andrea,
    a parte tutti gli improperi del caso mi chiedo una cosa, autodenunciando la mia ignoranza: questi ostri governanti, con la complicità del Presidente della Repubblica, hanno varato questo Decreto Legge. Se non erro il D.L. va convertito in Legge entro 60 per essere valido.
    Se per caso vincesse la Bonino, come mi auguro, o nel caso in cui la destra uscisse sconfitta, cosa succederebbe in caso di mancata conversione del D.L.? Le elezioni verrebbero invalidate?
    Oramai bisogna aspettarsele di tutti i colori! Come siamo scesi in basso!

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  2. avatarAndrez - 6 marzo 2010

    Ciao Lorenzo.  :)

    Questa e’ una delle diverse possibili complicazioni causate da questo anomalo decreto-abuso di potere.
    Tra le altre il conflitto che nascerebbe dalle eventuali sentenze contrarie del TAR, la prima attesa per le 17 di oggi.
    La situazione e’ in costante aggiornamento, quindi tocca stare informati.  😉  

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  3. avatarZeitgeist - 7 marzo 2010

    Ancora una volta il Napolitano firma decreti legge deliranti inventati dal delirante Berlusconi.

    La cosa peggiore è che prima disse che per fare un decreto del genere ci voleva il consenso di tutte le parti politiche in Parlamento, poi all’improvviso, di notte firma tutto.

    CHE SCHIFOOO, E QUESTO ERA UN COMUNISTA? CHE SCHIFOOOOO!

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  4. avatarAndrez - 8 marzo 2010

    La Bonino ieri ha sollevato il tuo stesso problema Lorenzo; nel caso il risultato delle elezioni sia sfavorevole al Governo, gli basterà non convertire il Decreto entro 60 gg. e quel risultato sarà annullato.

    Ma vi sono diverse altre incongruità che potrebbero far decadere quel Decreto.

    Innanzitutto la Costituzione (articolo 72), che esclude l’uso dei Decreti in materia elettorale.

    Poi riferita a quell’Art. 72 vi è una legge specifica;  la 400 del 23 agosto 1988,  che vieta ogni decretazione in materia elettorale:

    L’articolo 15 secondo comma, legge n.400 del 23 agosto stabilisce che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale).

    “La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi”.

    Inoltre, Il Decreto tratta un argomento che è di spettanza delle Regioni come l’intera materia elettorale.  I Consigli Regionali al momento sono decaduti ed è in questo vuoto che si inseriscono il Governo ed il Presidente, ma detti Consigli Regionali potranno intervenire sul decreto quando rinominati; la Bonino se vincente potrà quindi modificarlo o cancellarlo.

    E sono  già partiti i ricorsi; la giunta regionale del Lazio al completo in seduta straordinaria ha approvato all’unanimità una delibera che dispone il ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Interpretativo:

    “Le norme varate dal governo sono illegittime e gravemente lesive delle competenze che la Costituzione riserva alle regioni. Si ravvisa dunque la necessità di promuovere in via di assoluta priorità ed urgenza la questione di legittimità costituzionale avanti la Corte Costituzionale per declaratoria di incostituzionalità delle disposizioni del decreto, previa sospensione cautelare dell’efficacia delle medesime”.

    Il Pd ha presentato questa mattina una diffida alla Commissione elettorale del Tribunale di Roma ad ammettere alla competizione elettorale le liste che il PdL sta per consegnare: “Nessun deposito può essere effettuato oggi, in particolare quello del Pdl: nel Lazio si applica le legge regionale elettorale 2/2005 che non è interessata dal dl. Quindi non c’è nessuna novità legislativa“. (ANSA).

     

    Un bell’articolo di Bsaett che ci spieghi un po’ la situazione dal punto di vista legale sarebbe davvero benvenuto ora.  ;Z

     

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  5. avatarLorenzoGT - 10 marzo 2010

    Tra l’altro la sentenza del Tar, con la bocciatura della lista del PDL nella provincia di Roma, sembra abbia invalidato anche l’ormai famoso decreto interpretativo. Spero di aver capito che al PDL come ultima spiaggia rimarrà il ricorso al Consiglio di Stato… oltre alla possibilità di rinviare le elezioni.
    Di una cosa sono certo! Non ci sto capendo più niente! Quindi immagino che la tattica del PDL di buttarla in caciara stia funzionando.
    Veramente una campagna elettorale surreale!

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