Le mafie

Processo a Totò Riina

Processo a Totò Riina

La mafia è un termine diffuso a livello mondiale che si riferisce a particolari tipologie di organizzazioni criminali.
Il termine è stato inizialmente usato per indicare un’organizzazione criminale Sicula definita come Cosa nostra.

Tutte le Regioni del Sud Italia hanno proprie organizzazioni mafiose; la ‘Ndrangheta in Calabria, la Sacra corona unita in Puglia e la Camorra in Campania.

Sono a tutti gli effetti “organizzazioni criminali di potere” in quanto la loro principale garanzia d’esistenza non è tanto nei proventi delle attività illegali, quanto nelle collaborazioni e alleanze con politici e funzionari dello Stato, oltre al supporto di alcuni strati sociali della popolazione. Per questo il termine mafia è spesso usato per indicare la loro complessa e ramificata organizzazione di attività illecite.

Nel linguaggio comune, il termine “mafioso” viene comunemente utilizzato per definire un professore universitario che fa ottenere borse di studio solo a persone a lui legate, o un sindaco che offre concessioni edilizie solo ad “amici”, ma anche la nomina da parte di un governo di altissimi dirigenti solo se “politicamente vicini” alla maggioranza politica di cui il governo è espressione.

I numeri delle organizzazioni mafiose:
Cosa nostra: 186 cosche, 5.400 affiliati, 65.000 fiancheggiatori.
Camorra: 236 cosche, 7.200 affiliati, 82.000 fiancheggiatori.
Sacra Corona Unita: 47 cosche, 1.600 affiliati.
‘Ndrangheta: 160 cosche, 6.000 affiliati, 72.000 fiancheggiatori.

L’azienda mafie è la prima azienda italiana come introiti; il suo fatturato è pari al 9% del PIL con circa 150 miliardi di Euro di utili l’anno in quanto le organizzazioni criminali di stampo mafioso, con la complicità di politici, amministratori e funzionari dello Stato, esercitano il loro pesante condizionamento praticamente in tutto il tessuto economico del Paese.

Le Mafie controllano i traffici illegali detenendo quote di maggioranza nelle “famiglie”, nelle “‘ndrine” e nei “clan” che trafficano in esseri umani e droga, armi e rifiuti.

Tra le attività criminali più diffuse troviamo:
1. traffico di stupefacenti. Il giro rende alle cosche oltre 50 mld di euro e colpisce oltre un milione di cittadini.
2. l’usura. Rende 32 mld di euro e colpisce 150 mila commercianti.
3. l’abusivismo commerciale frutta 14 mld di euro
4. il racket con 10,5 mld
5. l’agromafia con 7,7 mld
6. la contraffazione e la pirateria con 7,7 mld
7. furti e rapine con 7,3 mld
8. appalti e forniture con 6,7 mld
9. truffe con 4,7 mld
10. giochi e scommesse con 2,6
11. contrabbando con 2,1 mld.

Gli imprenditori e i commercianti subiscono 1.350 reati al giorno, ovvero 51 ogni ora.

In questi ultimi anni, grazie al progressivo degrado delle istituzioni e dei suoi rappresentanti, il peso della criminalità organizzata si è diffuso ed è cresciuto sia come numero di reati che come costi per la collettività.
Nell’anno corrente tutti i reati predatori sono aumentati e le rapine, il reato più odioso e pericoloso, alla fine del 2008 hanno superato quota 52.000 con un trend di crescita che non conosce interruzioni da oltre un decennio.