La Thailandia confisca i beni al suo "Berlusconi"

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Nella storia recente Thailandia ed Italia sono state accomunate dalla conquista del Governo posta in essere da ricchi tycoon che hanno conquistato il consenso con l’uso di giornali e TV di loro proprietà. Silvio Berlusconi in Italia con le sue 3 reti e numerosi giornali e Thaksin Shinawatra in Tailandia, proprietario di 2 reti nazionali ed altre locali, oltre ad un imprecisato numero di quotidiani e periodici vari.

Thaksin, osteggiando una politica pseudo liberista ha vinto sulla coalizione nazionalista appoggiata dall’amatisssimo Re. Ma quando poco tempo dopo ha mostrato le sue vere intenzioni affaristiche, perpetrate al solo fine di arricchire sè stesso a scapito del Paese (e dei gruppi economici legati al Re), in poco tempo è stato fatto cadere e costretto a rifugiarsi all’estero (a Singapore, l’Hammamet della Thailandia) inseguito da un ordine di cattura.

I Poteri forti dunque, assieme alla popolazione, lo hanno costretto alla fuga.

In questi giorni il Tribunale Thailandese ha chiuso il conto con Thaksin facendosi pure restituire il malloppo.

Former prime minister Thaksin Shinawatra the court’s verdict seizing 46 billion baht of his assets, after which the funds will be confiscated, Pongpanu Sawetrun, director-general of the Comptroller General’s Department, said.

Evidentemente l’attuale politica del nostro Premier non è in contrasto con quella dei Poteri forti italiani, Chiesa innanzitutto, che nonostante l’evidente degenerazione generale del Paese e delle Istituzioni non muovono un dito.

A titolo di paragone, i 46 billion baht confiscati a Thaksin corrispondono circa a 1 miliardo di €.

Quando Berlusconi è sceso in campo (gennaio ’94; «Se non vado in politica, mi mandano in galera e mi fanno fallire») aveva una perdita di circa 5.000 miliardi di lire (2,5 miliardi di €.)

« […] la situazione della Fininvest; 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all’epoca era l’amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d’uscita: “Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale”. – “I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l’inchiesta della P2, andò in carcere e perse l’azienda »
(Marcello Dell’Utri, intervistato da Antonio Galdo; l’intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti?. Spergling & Kupfer, 2003. ISBN 8820035014))

Nel 1992 il gruppo Fininvest controlla 168 società (di cui 44 all’estero) . L’utile netto è di circa 21 miliardi; l’indebitamento creditizio supera i 3.400 miliardi; i debiti totali ammontano ad oltre 6.000 miliardi. Il patrimonio netto è di 1.200 miliardi. Nel 1993 la Fininvest risulta essere la seconda impresa italiana per indebitamento: in base ai bilanci 1992, Mediobanca calcola che Fininvest ha debiti per 3,4 volte il capitale (Wikipedia)

Quando Bossi fece cadere il primo Governo Berlusconi (dicembre ’94) il Cavaliere presentava un attivo di circa 3.500 miliardi di lire (1,75 miliardi di €.)
Solo in quei sette mesi di governo aveva fatto cambiare posto a 7,5 mila miliardi di lire; dalle tasche dei cittadini alle sue.

Il patrimonio del nostro Premier oggi è stimato in 6 miliardi di €. (escluse tutte le proprietà intestate a figli e parenti vari) e, dalle sue ultime iniziative fissate per legge, (ovviamente ad personam) sembra intenzionato ad impadronirsi di ben altro.


Commenti
Sono stati scritti 4 commenti sin'ora »
  1. avatarBsaett - 3 marzo 2010

    Oh, che bello, vuol dire che l’Italia ha raggiunto un altro primato!! :-(

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  2. avatarZeitgeist - 4 marzo 2010

    Ancora una volta superati da un paese del terzo mondo.

    Purtroppo in Italia esiste una schiera di Italioti che non vedono o non vogliono vedere le malefatte di Berlusconi e lo votano nonostante tutto.

    Se Berlusconi è lì è anche per colpa di una sinistra che non seppe fare la legge sul conflitto di intressi.

    Se Berlusconi, dopo tanti anni, è ancora lì è solo perchè ci sono tanti Italioto che lo votano.

    E queste son brutte cose perchè ci rimettiamo anche noi che lo vorremmo vedere sul lastrico sia economico che politico.

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  3. avatarAndrez - 4 marzo 2010

    La Thailandia era un Paese del terzo mondo.

    Oggi il potere d’acquiso di un lavoratore Thai e’ superiore a quello di un italiano, cosi’ come la qualita’ della vita.
    In questi ultimi 4-5 anni e’ stato mortificante ritornare e vedere il continuo declino del nostro Belpaese.  

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  4. avatarZeitgeist - 4 marzo 2010

    Mi fa piacere sapere che la Thailandia ha meno THAILANDIOTI che l’Itali ITALIOTI. 

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