La Scuola Pubblica, il PD e il caso Scamarcio

Quello che io chiamo “il caso Scamarcio” sta diventando interessante. E non solo per la cittá e la provincia di Bologna.

Non tanto perché io ami i testimonial (tra i firmatari “A” favore della scuola pubblica ci sono anche persone come Daverio), né quell’attore di cui non ho mai visto un film.
A dire il vero credo anche che la questione dei testimonial, così come la conosciamo noi, sia in contrasto con le moderne forme di partecipazione e forse anche con la sinistra, ma questo é un altro discorso, anche perché é stato il PD e i suoi avi, partiti di c.d. sinistra, a lanciarne la moda come se il fatto che un cantante o un comico, magari anzi possibilmente raccomandato, debba avere un intelletto superiore alla media…

Tornando “in topic”, il fulcro del caso é che, a causa dei testimonial e della pessima comunicazione che da anni infesta (ci ho provato in tutte le maniere a dirlo loro, il Signore sa quanto ci ho provato) il PD sia a livello locale che in seguito nazionale, e a cascata della amministrazione comunale di Bologna, ora il referendum di Bologna pro scuola pubblica é diventato di rilevanza nazionale.

Di rilevanza nazionale vuol dire non solo che ovviamente il referendum avrá valore di sondaggio, per quanto riguarda Merola e il PD, in termini di gradimento, ma che con tutto il can-can e le manifestazioni porta a porta a tappeto in ogni angolo della cittá che stanno facendo Donini e la Giunta, il valore numerico assoluto del voto “B” sarà comparato sia con i voti presi dal PD alle amministrative e alle politiche.

Quindi, infine, grazie a qualche mente illuminata ora nei fatti in Italia il PD é visto *contro* la scuola Pubblica e il referendum ha assunto un valore assoluto sia in favore della stessa sia contro l’anacronistico modo di far politica, senza ascoltare le persone, del Partito Democratico.


Commenti
Sono stati scritti 9 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 15 maggio 2013

    Ciao Massimiliano e benvenuto come Autore di Persiceto Caffè.  :)

    E’ davvero incredibile l’autogol che il Pd si sta confezionando con le sue stesse mani a Bologna; comunque vada il referendum, resterà loro appiccicata per sempre la posizione di essere contro la scuola pubblica e … sensibili solo alla spartizione del milione e passa di Euro al momento destinati dal Comune alle private e tolti alla scuola pubblica:

     295.000 euro nel 1995,

    445.671 euro nel 2001,

    895.500 euro nel 2005,

    1.043.500 euro nel 2008 

    1.188.585 euro nel 2011.

    Oltre a Scamarcio, sono in parecchi i nomi noti che hanno aderito all’appello del Comitato Articolo 33 contro i tagli alla scuola pubblica e i finanziamenti a quella privata: da Giulietto Chiesa a Gino Strada, Riccardo Scamarcio e Isabella Ferrari, Amanda Sandrelli e Valeria Golino, e poi Neri Marcorè e Andrea Mingardi, Roberto Freak Antoni e Emidio Clementi, Paolo Nori,  Pino Cacucci, Michele Serra e Philippe Daverio.

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  2. avatarMassimiliano Navacchia - 15 maggio 2013

    Ciao, ho citato Scamarcio per 2 motivi. Il primo perché molti esponenti della mozione B del Pd hanno voluto denigrare l’appello con la motivazione che i testimonial della mozione A non erano intelletuali (e radical chic) tanto quanto quelli della mozione B.
    Il secondo per assonanza con il caso Scafroglia 😀 

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  3. avatarAndrea Cotti - 15 maggio 2013

    Il citato  “caso Scafroglia” immagino sia poi questo:

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  4. avatarFausto Cotti - 16 maggio 2013

    Ciao Massimiliano, concordo il tuo pensiero.
    Non ho ancora capito se il PD insegue la politica del PDL per interesse cercando di mascherare l’essere al suo servizio, o perchè crede ingenuamente che facendo la stessa politica gli si possa rubare voti.
    Forse ambedue. Ma chi vota PDL non lo fa perchè preferisce una politica di destra, ma perchè è un partito delinquenziale.
    Questo porterà inevitabilmente Berlusconi ancora una volta alla vittoria e il PD nel cesso. 
    Con bene placido dei suoi elettori che sono tutti arrabbiati, che lo votano da sempre col naso otturato e che continuano a lavorare per lui, zoccolamente duri.
     

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  5. avatarAndrea Cotti - 24 maggio 2013

     

    Da laici facciamo una domanda provocatoria: ma se le 25 scuole paritarie di Bologna fossero musulmane anziché cattoliche, … quanti sostenitori avrebbe la risposta B?

    • Mauro CaselliPari a zero.

    • Fabio RoveriSiamo un paese diviso da idee politiche, da cultura, da modo di vestire, da religione e da quel cazzochetamazza, dai, dai, dividiamoci già dai 4 anni !!!

    • Germana Malavoltachiediamolo però anche agli amministrati di Pizzarotti e Pisapia! A Parma l’amministrazione paga la differenza nella retta a chi per scelta o per forza frequenta una scuola paritaria privata e si tiene ben stretto il protocollo d’intesa comune-scuole paritarie

    • Persiceto CaffeMa (Fabio) .. veramente la domanda proponeva proprio l’opposto: di UNIRE.
      Siamo pronti a tenere UNITI i bambini di 4 anni tutti assieme laici, atei, cattolici, buddisti ed islamici in un bell’asilo musulmano, con delle belle “suore” islamiche in chador a recitare preghiere musulmane 5 volte al giorno tutti rivolti verso la Mecca?

    • Fausto Cottianche a lavarci la faccia senza acqua tutti a cul busoni?

    • Fausto CottiDel resto qual’è l’alternativa? Negli asili pubblici si insegnano le canzoni della resistenza, a salutare col pugno e a mangiare i bambini stessi medesimi…rischi di ritrovarti la bambina con i braccini tutti smangiucchiati…

    • Mauro CaselliUnire significa non accentuare le differenze culturali , la religione , ed il sesso e il ceto sociale ed è questa è la funzione della scuola pubblica . Mentre le scuole private sono contraddistinte da almeno uno dei fattori sopra elencati , io credo che prima di tutto bisogna far funzionare bene la scuola pubblica e poi se si può si pensa alle altre .

    • Fabio RoveriGiusto Caselli! E’ proprio così
    • Barbara CovezzoliMa scusa siamo in Italia o no?
    • Fausto CottiQuando avevo 4 anni c’era solo l’asilo delle suore, non ho un bel ricordo. Ho fatto dei figli solo quando ho saputo che c’e ne erano di pubblici. A pensare che con le mie tasse pago quelli privati mi vien la nausea.

    • Lice MuzziDa laica dico che se questo referendum si swvolgesse nella nostra cittadina io voterei B. perchè il sistema misto sta funzionando e bisogna tutelare il plurarismo. Col controllo del pubblico il plurarismo è il futuro. non per ultimo i cittadini possono poi scegliere tra scuole di orientamenti diversi.

    • Germana MalavoltaSono d’accordo che prima di tutto bisogna far funzionare bene la scuola pubblica, però sono anche consapevole che nella fascia di non-obbligatorietà quale è la 0-6 (e solo per la fascia di scuola facoltativa) siano inevitabili- oggi – le realtà di integrazione. Chiaramente solo con scuole paritarie riconosciute. Che significa personale che fa formazione e aggiornamento insieme a insegnanti del pubblico, significa controllo da parte dell’ente, significa condivisione di finalità e obiettivi. Ho lavorato tanti anni nelle strutture pubbliche e devo ammettere che un buon nido e una buona scuola li fanno un buon gruppo di insegnanti preparati e motivati. Ho visto orrori anche nella pubblica. Ho visto eccellenze anche nel privato.

    • Mirko Serrasono d’accordo con quanto scritto da Lice (le materne paritarie non sono solo quelle cattoliche tra l’altro).. sceglierei B semplicemente perché l’alternativa altrimenti è quella di un sacco di bambini che rimangono a casa!! (leggevo tra l’altro che già così circa 500 bambini a Bologna non hanno trovato posto da nessuna parte!)..poi possiamo anche discutere dei principi, però qui si tratta prima di tutto di “sopravvivenza”..

    • Fausto CottiCerto che il sistema misto funziona. Negli anni 80′ le private non erano sovvenzionate e non c’erano problemi di disponibilità.. Si poteva liberamente scegliere fra le due opzioni senza esservi costretti dalla mancanza di posti. Forse se i soldi dati alle private fossero investiti nelle pubbliche ci sarebbero più posti disponibili o no?

    • Mirko Serradi questo non sono così certo Fausto, perché questa è una condizione che si è creata nel tempo e penso che tornare indietro richieda tempo (chi ha figli piccoli adesso che fa, aspetta qualche anno?) e molte più risorse rispetto a quelle che ad esempio il comune di Bologna mette in campo nel sovvenzionare le scuole paritarie…

    • Fabio RoveriScusate, ma di che si sta parlando? Innanzitutto occorre che la pubblica dia i servizi a tutti. Poi chi vuole qualcosa di diverso se la paga no? Io credo che chi va in chiesa si paghi la sua chiesa, chi sostiene il partito si paghi il proprio partito, chi vuole la scuola paritaria se la paga. Perchè dovrei pagare la chiesa, il partito e la scuola con le mie tasse. Con le mie tasse pago la “laicità”

    • Fausto CottiNon veniamoci a raccontare fregnacce. L’Emilia Romagna fino a 20 anni fa aveva i migliori asili pubblici del mondo. Venivano da noi a imparare come si gestisce un asilo. Se adesso siamo in questa condizione non è certo per colpa della crisi. La verità è che per 20 anni (guarda caso) si è tolto denaro alle regioni e in tutti i campi si è dato danaro al privato e salassato il pubblico. Capisco coloro che adesso si trovano in una situazione diversa di allora, ma non è continuando a dare soldi ai privati che si risolve. I soldi dati dallo stato ai ladri del monte dei paschi o per comprare aerei da guerra non potevano servire a fare asili?
    • avatarAndrea Cotti - 24 maggio 2013

       


      • Andrea GhelfiNon sono molto d’accordo con il Sig. Fausto Cotti, quando dice che se avessero fatto più Asili ora non ci sarebbe bisogno che certe Famiglie, paghino degli Asili privati se vogliono che i propri figli o nipoti possono frequentare gli stessi.questo perchè: anche se sono cose dette e ridette che non fanno parte almeno per me di un pensiero razziale. ma la problematica si è accentuata nel momento che la maggior parte dei posti disponibili sono stati assegnati ai figli di Extracomunitari.Quindi di che cosa stiamo parlando? Se io ora avessi dei figli sicuramente le manderei in un Asilo privato cattolico, cosi sarei sicuro che certi principi e valori sarebbero rispettati.

      • Fausto CottiSì, in effetti anche l’asilo Nicoli dietro casa mia, è pieno di sporchi bambini negri e quelli bianchi sono abbandonati nella spazzatura…non li mettono nemmeno nella differenziata..senza fare un pensiero razziale naturalmente

      • Fausto CottiComunque io preferisco che le cose stiano così. Si da il caso che i bambini negri saranno quelli che lavorando mi pagheranno la pensione. Mentre i bianchi faranno i figli di papà.

      • GFanin Mcl-sala Bolognese CircolobaseMa la rifondarola Amelia Frascaroli è una becera mercatista oppure una che che con un po di realismo sa che i diritti hanno bisogno di coperture economiche?
      • Fabio RoveriMa non è vero! I bimbi extracomunitari hanno una tariffa ridotta, come del resto gli “italiani” in difficoltà. Poi vengono fatte delle classifiche in base alle necessità e alla data di iscrizione. Guardate i dati di accettazione tra pubblico e privato! Le paritarie hanno un numero quasi irrisorio di bimbi extracomunitari. Ma che paese stiamo diventando? Valori cattolici? Vi ricordo che la Chiesa è andata in crisi, compreso il cambio-papa proprio sulla pedofilia!

      • Persiceto CaffeFabio, hem … Fausto era ironico col suo “sporchi bambini negri e quelli bianchi sono abbandonati nella spazzatura…non li mettono nemmeno nella differenziata..senza fare un pensiero razziale naturalmente”. Ironizzava sulle solite insinuazioni razziste e xenofobe di Andrea ghelfi
      • Fabio Roverinon mi rivolgevo a fausto ma ad andrea ghelfi

      • Persiceto CaffePerfetto.
        Così ora abbiamo precisato entrambi.
        E siccome gli capita spesso, al razzista, di fare uscite simili … lo abbiamo pure cancellato.
      • Fausto CottiAllora, riassumendo. Se ho ben capito gli asili pubblici optano per i bambini extracomunitari cercando di scartare gli italiani e le suore preferiscono gli italiani ai negri?

      • Andrea MasiniNemmeno io sono un fervente cattolico. Però vedo la realtà del mio paesino: se domani chiudessa la scuola privata paritaria i dei circa 120 bambini almeno i 3/4 resterebbero a casa non potendosi permettere la retta completa. A quel punto, la scuola pubblica non saprebbe come rispondere alla domanda di nuovi posti se non RIFIUTANDO i bambini. Negli anni c’è stato un progressivo allontanamento del pubblico dalla scuola materna, tant’è vero che nel mio paese le insegnanti dipendenti del comune sono rimaste (credo) in DUE, tutto il resto del corpo docente è in appalto a una cooperativa. Perchè? Per una questione di GESTIONE e di COSTI. Quindi anche la scuola pubblica è un po’…privata. Infatti, alla fine nelle scuole pubbliche il servizio mensa è affidato a una cooperativa esterna, le pulizie anche e il corpo docenti…pure. Perciò, di quale pubblico si parla? Quello che il comune di Bologna risparmierebbe NON dando più i contributi ai privati basterebbe per il 10% degli attuali occupanti della scuola privata. E il restante 90% dove lo mettiamo? A casa coi nonni? Chi ce li ha!! E gli altri? PARE (fonte: il resto del carlino di oggi) che si tratti di 1 milione di euro, chhe sempre per le stesse fonti basterebeb a coprire i costi per circa 175 bambini. Solo che il privato con quei soldi mette a disposizione oltre 1700 posti. Ecco perchè il comune è favorevole alle convenzioni. Al di là delle questioni politco-religiose, io ritengo che prima di togliere i fondi al privato occorra fare BENE i conti.

      • Fabio RoveriPiù che gli italiani ai benestanti, perchè comunque una certa quota la devono sborsare, i privati non fanno filantropia ma profitto, com’è giusto che sia.

      • Persiceto CaffeMa fatti i conti … (tornando al quesito iniziale), fossero islamici quegli asili, saremmo pronti a finanziarli e mandarci i nostri bambini, tutti assieme laici, atei, cattolici, buddisti ed islamici in un bell’asilo musulmano, con delle belle “suore” islamiche in chador a recitare preghiere musulmane 5 volte al giorno tutti rivolti verso la Mecca?

      • Fausto Cottia cul busoni?

      • Persiceto CaffeSi certo. Tutti “a cul busoni” a pregare 5 volte al giorno verso la Mecca e a lavarsi la faccia senza l’acqua. (E poi con prudenza per le ovvie proposte di infibulazione per le bambine, lapidazione per quelli che manifestino tendenze omosessuali ecc. )
      • Fabio RoveriArt. 8
        Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
        Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi
        secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico
        italiano.

      • Fausto CottiE comunque se oggi senza le scuole private i bambini sarebbero in mezzo alla strada, dovremmo chiederci il motivo. Se 20 anni fa non c’era questo problema, fra 20 anni ci troveremo tutti i bambini per strada?

      • Persiceto CaffeNo Fausto, assolutamente.
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      • avatarAndrea Cotti - 24 maggio 2013

         


        • Persiceto CaffeNo Fausto, assolutamente.
          … tutti alle scuole private. Che solo quelle resteranno.

        • Fausto CottiBè, allora applichiamo la legge anche sugli ospedali: chi ha i soldi guarisce, chi non li ha, crepa.
        • Andrea MasiniPersiceto Caffe, IO mio figlio in un asilo islamico non lo manderei perchè non condivido molte parti di quella religione. Così come gli islamici non mandano i loro figli in un asilo cattolico. Però, se ci sono abbastanza persone che glieli mandano, e se la mia libertà di mandare mio figlio all’asilo del comune, quello delle suore e quello musulmano resta, appunto, una libertà…perchè no? Se hanno abbastanza iscritti, magari non ci andrà mio figlio ma altri bambini si. E per mio figlio si libera un posto nella scuola pubblica.
        • Andrea CottiDifatti. Anche la sanità è da tempo in via di privatizzazione; se hai i soldi fai gli esami altrimenti aspetti anche anni.
          D’altra parte dopo la privatizzazione della Protezione Civile, Gasparri e La Russa stavano persino privatizzando la Difesa http://it.peacereporter.net/articolo/19518/

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        • Andrea CottiAndrea Masini, in effetti questo è uno dei problemi maggiori; genitori atei o agnostici che sono costretti a mandare il bimbo “dalle suore”.

        • Fabio RoveriIl neo-liberismo, avvallato anche dalla sinistra, sta producendo danni incalcolabili. Ci sono cose che DEVONO appartenere al pubblico e sono: l’istruzione, la difesa, la sanità, l’energia, l’acqua, l’ambiente e batter moneta. Non ci sono cazzi. Lo sa anche Obama che si sta battendo al congresso.

        • Fausto CottiAllora sarebbe giusto pagare le tasse per sovvenzionare anche gli asili islamici, ortodossi, buddisti, scintoisti, e taoisti?

        • Fausto CottiBravo Fabio, la politica liberista ha partorito solo ladri e truffatori che portano il denaro all’estero e fanno fallire le aziende perchè sanno che tutto sommato se la caveranno. Se l’Italia è messa male è anche per questo.

        • Fabio Roverititolo II Art. 33.
          Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

        • Fabio RoveriLa vogliamo imparare la costituzione?
        • Fausto CottiInfatti la vogliono cambiare…

        • Andrea MasiniAndrea Cotti, perchè genitori atei o agnostici dovrebbero mandare il figlio dalle suore?? Esiste la scuola pubblica. Se nella pubblica non c’è posto è colpa del privato? Ho proprio paura di no, anzi. Il problema è che se chiudi i privati poi come fai? Bisogna PRIMA strutturare adeguatamente il pubblico, POI semmai togli le convenzioni ai privati. Almeno, io farei così. Nella sanità, come giustamente dici tu, succede un po’ la stessa cosa. Qui ho un po’ più dati perchè è il mio settore. I tempi di attesa, per esempio per una RM sono molto minori nel privato convenzionato rispetto al pubblico. Non parliamo degli interventi: in ortopedia c’è una differenza abissale. Anche in questo settore sarebbe auspicabile un MONOPOLIO del pubblico (sono favorevolissimo a sanità, scuole, previdenza e acqua pubblica) ma PRIMA occorre strutturare e/o ri-strutturare il pubblico. Perchè così come è oggi il pubblico è, DI NORMA (quindi fatte le dovute eccezioni) sprecone e inefficiente, nonchè gestito da cani. Spazzare via il privato con un referendum sarebbe una catastrofe.

        • Lice MuzziIo non riesco piu’ a seguirvi percio’vi faccio un po’ arrabbiare.il mio partito non ha paura degli altri, è curioso.iIl mio partito abbatte i muri, non alza i ponti.il mio partito non ha la puzza sotto il naso,ma vuole bene ai cittadini. il mio partito è tante altre cose, ovviamente quello che ho scritto non è farina del mio sacco ma copiato da un libro appena uscito. Secondo voi che partito sarà il mio e chi è l’autore di tale libro. Per favore siate clementi.
        • Fabio RoveriLice, la lista “più crema nei krafen?”

        • Lice MuzziSono corta non capisco cosa mi vuoi dire.
        • Fabio Roveriti mando un post
        • Fausto Cotti” ri-strutturare il pubblico” cosa significa? Forse che è stato distrutto? E chi lo dovrebbe ristrutturare? Lo stato? Quello stesso stato che lo ha distrutto? Tutta aria fritta.

        • avatarAndrea Cotti - 24 maggio 2013

           

          • Andrea CottiAndrea, come già ampiamente trattato, se nella pubblica non c’è posto NON è colpa del privato, ma di quegli amministratori in qualche modo intrallazzati con quel privato che da 20 anni finanziano quello, togliendo risorse (e posti disponibili) al pubblico. Il problema (la proposta) NON è chiudere i privati, ma solo smetterla di dargli i fondi tolti al pubblico (che qualche privato si intasca). Solo così con quei fondi, si potrà strutturare adeguatamente il pubblico.

          • Andrea MasiniFausto Cotti, ri-strutturare il pubblico vuole dire ADEGUARLO alla domanda, sia FISICAMENTE cioè in termini proprio di strutture (scuole) in grado di accogliere più bambini (oggi non sarebbe possibile), sia in termini di PERSONALE, docente e non. Sono d’ accordo con te sul fatto che chi lo dovrebbe ristrutturare è la stessa entità che ha fatto in modo di arrivare a questa situazione, per vari motivi, e quindi è il meno adatto a farlo.
          • Andrea MasiniAndrea Cotti: io non la vedo così semplice. Con i fondi che oggi si danno ai privati si riuscirebbe a fare ben poco. Certamente molto, ma MOLTO meno di quel che serve. Andrea, per fare fronte alla domanda servono scuole più grandi, e nuovo personale. Non ce la fai con i soldi che oggi danno ai privati. Sul giornale di ieri si parlava, per Bologna, di un milione di euro. Cosa ci fai con un milione di euro? una scuola nuova no di certo. Ci paghi il personale occorrente? Beh si, FORSE quello si. Ma bisogna considerare che nel pubblico TUTTO costa di più. Perchè? Ah beh. Bel mistero. Però è così. Forse la ristrutturazione dovrebbe partire anche da lì, dagli sprechi che ci sono in quasi tutte (per non dire TUTTE) le amministrazioni pubbliche. Allora sì che non ci sarebbe più bisogno dei privati e si potrebbe iniziare a parlare di gestione totalmente pubblica.
          • Andrea CottiCaro Andrea, ti suggerisco di verificare, storicamente, come sono andate le cose; come i posti per i bambini erano sufficienti 20 anni fa [già ampiamente riportato qui] e come hanno smesso di esserlo via via che sono stati dirottati i fondi alle private. Forse dopo detta verifica potrai vederla così anche tu.
            Se è vero che a questo punto, a situazione già devastata, con quel milione ci fai poco, è anche vero che è urgentissima una inversione di questa devastate tendenza alla privatizzazione (come per sanità sicurezza, difesa ecc.) che sta mettendo tutto nelle mani dell’affarismo a scapito dei cittadini.
            Dire “siccome oramai non possiamo più farne a meno” non è la soluzione ma è arrendersi a questa ignobile manovra oramai generalizzata dall’affarismo berlusconiano.

          • Fabio RoveriCondivido in parte: è vero che occorre rivedere gli sprechi che ci sono sicuramente, o un migliore utilizzo del personale, bada bene però che nel pubblico ci sono costi che i privati bypassano come per esempio i diritti sindacali, la sicurezza, le tutele assicurative.
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        • avatarMassimiliano Navacchia - 25 maggio 2013

          Sta di fatto che l’amministrazione comunale di Bologna aveva 2 strade: la prima era consultare preventivamente i propri cittadini con procedimenti magari innovativi, la seconda impartire il verbo della linea ai cittadini e, purtroppo, ha vinto la seconda come al solito.
          I cittadini, di tutti i partiti, stanno iniziando a spazientirsi e gli zoccoli duri sono sempre più corti e sempre più molli.
          Questo se ci fossero degli analisti politici capaci di intendere e volere a Bologna dovrebbe essere più che un campanello d’allarme una sirena d’allerta bombardamenti.

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