Killing Euro … Mi sveglio e vedo la Lira ?

 La Grecia in sostanziale default? Le banche spagnole trasformate in agenzie immobiliari? L’Italia membro storico della fondazione della Comunità Europea incapace di far fronte al rifinanziamento del proprio debito pubblico?

Queste le domande che ci vengono poste dai media ed alle quali i politici paiono impreparati. Ma la vera domanda da porsi, forse è sapere cosa accadrà quando tutto questo dovesse accadere. Uno studio di Nomura (Merchant Bank asiatica) ha stimato e simulato quanto potrebbero valere le divise delle varie nazioni europee ad un uscita in gruppo dall’Euro, rispetto al valore attuale. Per semplificare, nel cambio Euro/$ a 1,34 Euro, la Nuova Lira varrebbe il 27,3% in meno.

Ora al di là di ogni considerazioni sulla vertà di quanto stimato, mi permetto di sottolineare alcuni elementi del recente passato:

1- storicamente in situaizoni di crisi interna la Lira è stata sempre svalutata per migliorare la concorrenza sui mercati internazionali ed abbattere in termini reali il valore del debito pubblico;

2- l’Italia è ancora la seconda manifattura europea, caratterizzata da un tasso di imprendioria elevato e polverizzato e pertanto dinamico nelle scelte, pertanto un processo svalutativo porterebbe le nostre aziende ad aumentare in termini nominali l’esportazione;

3- tutti i Paesi europei sono parte del WTO, ovvero hanno a livello internazionale accordi di libero scambio (ma non monetari) fra tutte le nazioni che aderiscono;

4- le Banche Centrali riassumerebbero autonomia decisionale, soprattutto in termini di deficit e tasso di inflazione, tale autonomia renderebbe più difficile attacchi speculativi, in quanto è vero che i singoli Stati sono più piccoli e pertanto finanziariamente più deboli, ma la variabilità delle possibili politiche attese, renderebbe più difficile per gli speculatori determinare le tattiche di attacco.

Questi solo alcuni elementi che in un caldo Sabato di Maggio mi sovvengono, e non per questo mi dichiaro favorevole allo smembramento della moneta unica, ma ritengo estremamente importante per chi si pone certe domande, contestualizzare i concetti espressi, simulando il futuro partendo dall’unico dato certo, la storia recente (ancorchè non sempre ripetibile).

E se una mattina mi sveglio e trovo la Lira … cambierà l’unità di conto ma non quello che sappiamo fare.

 

 


Commenti
Sono stati scritti 5 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 26 maggio 2012

    Temo caro Fausto che cambierebbe anche il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, privi di scala mobile e di altre forme efficaci di aggiornamento dei salari al costo della vita e alla svalutazione.

    E con esso il volume degli acquisti al dettaglio, già così duramente provato, con ripercussioni sull’economia generale non facili da prevedere.

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  2. avatarFausto Forni - 26 maggio 2012

    Vero infatti la soluzione può passare esclusivamente da un processo di crescita (sostenibile) attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari quali gli eurobond che sono un qualcosa tutt’altro che lontano dal nostro quotidiano, in quanto uno sviluppo sostenibile passa per un miglioramento, necessario, della infrastrutture esistenti, mediato una riqualifica del territorio (città e ambiente), riqualificando la più grande delle risorse dell’Italia, il nostro patrimonio culturale ed artistico di cui i nostri Comuni ne sono valido esempio; cito in tal senso la rivisitazione della storia della Chiesa di San Francesco che da un’analisi approfondita del pavimento risulta contemporanea al Santo.
    Ma come sempre divago, ma ogni cosa e’ collegata e come un imbuto dal grande si va al piccolo.

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  3. avatarG_lewis - 27 maggio 2012

    … Il fallimento dell’Argentina nel 2001 è un ricordo ancora vivo nei risparmiatori italiani che avevano nel proprio portafoglio i tango bond: divennero carta straccia. La popolazione e risparmiatori hanno pagato a caro prezzo le scelte economiche e politiche – sbagliate – della Casa Rosada.  A parte questa prefazione mi chiedevo se fosse davvero possibile che l’euro fallisca e che l’Eurozona si frantumi? I leader europei hanno difeso a spada tratta la moneta unica, sostenuti anche dalla Banca centrale europea. La cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha dichiarato pubblicamente: bisogna evitare la fine dell’euro perché vorrebbe dire la fine dell’Europa. Ci sono troppi interessi e dunque non è solo una questione economica ma anche politica, connessa al processo di integrazione europeo. Difesa dai capi di Stato, la moneta unica subisce però lo scetticismo dell’opinione pubblica (ndr). 

     A settembre il 76% degli elettori tedeschi non condivideva il potenziamento del Fondo salva Stati. E in Grecia più volte gli slogan della piazza hanno invocato l’uscita dall’euro. Un default disordinato di Atene avrebbe delle conseguenze pesanti in tal senso, perché aumenterebbe la pressione per liberare il Paese dalla moneta unica.

    Certo, spero si tratti per ora di uno scenario alquanto improbabile. E poi la Bce non ha ancora messo in atto tutti gli strumenti a sua disposizione: potrebbe iniziare a comprare sul mercato titoli europei come ha fatto la Fed?

    ….caro Fausto piuttosto che uscire dall’euro meglio che qualcuno si preoccupi di rilanciare economia, aumentando i salari, così inevitabilmente accrescerebbe il potere di acquisto di ognuno di noi.

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  4. avatarAndrea Cotti - 27 maggio 2012

    G_Lewis:

    ” …caro Fausto piuttosto che uscire dall’euro meglio che qualcuno si preoccupi di rilanciare economia, aumentando i salari, così inevitabilmente accrescerebbe il potere di acquisto di ognuno di noi.”

    L’aumento dei salari per rilanciare l’economia.

    E’ un argomento che trattiamo da tempo, ovviamente con i limiti di conoscenza di noi comuni cittadini:

    A. al momento occorrono 40 miliardi di €. solo per ripianare il deficit.

    B. un serio piano di rilancio del lavoro e dell’economia, degli investimenti e dei consumi, e di sostegno alle famiglie comporterebbe un costo di 60-80 miliardi di €.

    C. una ben dosata riduzione della pressione fiscale, specialmente sul costo del lavoro, comporterebbe minori introiti per 30-40 miliardi di €. ma rilancerebbe occupazione, produzione e consumi.

    D. il rilancio dell’economia porterebbe ad una crescita del Pil, quindi delle entrate fiscali, che consentirebbero una riduzione del debito pubblico e del pagamento dei relativi interessi.

    Senonchè al momento il Governo Monti non è riuscito a porre in essere nessuno degli interventi che ipotizzavamo un anno fa per reperire i fondi necessari, ma gli è stato concesso esclusivamente l’imposizione di aumenti della tassazione alla fasce più deboli, con ovvi deludenti risultati depressivi dell’economia.

     

     

     

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  5. avatarFausto Forni - 27 maggio 2012

    Uscita dall’Euro assolutamente non auspicabile, la simulazione di Nomura voleva solo essere un esercizio economico su possibili scenari, mi associo alle osservazioni di Andrea Cotti, quando sinteticamente fa la “liste della spesa” con un totale a somma veramente da brivido.
    Nel nostro quotidiano, non potendo incidere sulle esigenze macro, l’idea di costituire una Banca Locale va in questo senso, ricordando come la crisi attuale non è una crisi da capacità produttiva, ma per eccessi di carta “straccia” in circolazione, la creazione di un istituto locale, serio e assolutamente radicato nel territorio vuole essere una risposta alle sempre più numerose turbolenze esterne che ci colpiscono. L’obiettivo è quello di avere la banca come partner e con come competitor. Da ciò un’idea che alcuni amici da tempo mi sollecitano; a breve aprirò un post dove chi vuole elencherà cosa vuole e non vuole dalla propria banca ideale, considerando che alcune indicazioni sono già emerse, così che la costituenda BCC Banca Felsinea possa trarne validi spunti di riflessione .

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