Il Pd si spacca sui precari degli Atenei

dalema-fassinoLa nausea ragazzi.

Attacchi di vomito violenti che il disgusto ha il sopravvento.  Di questi, una feccia putrida e limacciosa, viscida e  più opportunista dei peggiori DC, non ce ne liberiamo più.

Oltre un terzo dei PD ha votato contro la proposta di destinare ai precari degli atenei una parte del finanziamento pubblico ai partiti.

E dire che ai microfoni delle TV avevano sbandierato di tutto … a parole.

“Il Pd darà battaglia contro il ddl Gelmini sull’Università”, “provvedimento arretrato, sbagliato, iniquo”, e ancora “i baroni sono gli unici rimasti a difendere la riforma”, “è un disastro omeopatico, smantella l’università pezzo a pezzo”.

Queste le dichiarazioni combattive degli esponenti del Partito democratico alla vigilia della votazione alla Camera sulla riforma dell’Università.

Tutti certi che  “le riforme senza popolo non si possano fare”, e Bersani che fa il bel gesto e si arrampica sui tetti di Architettura a dare una mano perché: “noi siamo un partito reale e facciamo le riforme di cui la gente ha bisogno”. E poi via a dichiarare che in tema di risorse e di risanamento dei conti, non ha alcun dubbio e fermo risponde: “non si può chiedere di scomodarsi sempre agli stessi”.

Ma evidentemente non gli sta bene che a scomodarsi siano i Partiti ed i deputati, che in 64 democratici  hanno fatto affossare l’emendamento promosso dalla rutelliana Alleanza per l’Italia.

Il testo redatto dai deputati Marco Calgaro e Bruno Tabacci prevedeva di finanziare i contratti di ricercatore a tempo indeterminato, ricorrendo ai fondi per il finanziamento pubblico ai partiti. Concretamente si trattava di sottrarre 20 dei 100 milioni di euro stabiliti per i rimborsi elettorali annuali.  Ma figurati se la casta si lascia sottrarre il grisby e,  più che garantire lo stipendio ai precari e lo sviluppo della ricerca tanto decantati, ha preferito salvaguardare i propri interessi.

Qualcuno come Franceschini ha anche provato di evitare la squallida figura, ma un manipolo di deputati dei Ds come Sposetti, Fioroni, Livia Turco, Antonio Misiani, Sergio D’Antoni e Gianni Cuperlo, non hanno voluto sentire ragioni. Si tratta di “una norma indecente, un emendamento demagogico” hanno dichiarato i più.

Franceschini è stato ascoltato e seguito da Walter Veltroni, Verini, Minniti e Melandri,  dai prodiani Enrico Letta, Arturo Parisi e Roberto Giacchetti, ma i sì a favore dei ricercatori si sono fermati a quota 143.  Spaccando il partito.

Ma alla bocciatura dell’emendamento hanno contribuito in modo ancor più infingardo, astenendosi, anche Massimo D’Alema, Piero Fassino, Andrea Orlando e Marianna Madia… ex ricercatrice ormai troppo lontana dalla ricerca che difende il suo nuovo lavoro di professionista della politica.

Ma il massimo ce lo offre il Segretario Pierluigi Bersani, assente alla votazione ma presente in aula. L’uomo dei tetti c’è ma non si vede e come lui latita pure l’ex ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, che fa pure lo spiritoso: “mi è venuto un crampo alla mano”.

Di fatto più del 30% del Pd ha affondato l’emendamento anticasta.

Parisi afferma:  “La divisione del gruppo Pd sull’emendamento dà la prova definitiva di che cosa intenda chi accusa il partito di essere privo di bussola. Solo in un partito privo di bussola il Segretario vota in difformità  dal proprio gruppo parlamentare“.  :roll:


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 2 dicembre 2010

    Bersani sui tetti

    Ora per cortesia, piantiamola con le ipocrisie e le sceneggiate sui tetti.

    L’indicazione ufficiale della Segreteria PD era di votare a favore (e così ha fatto la gran parte dei deputati, guidata da Franceschini), ma 25 onorevoli del Pd hanno invece votato contro, seguendo la dichiarazione di Ugo Sposetti, il tesoriere del partito, che per questo ha platealmente litigato con Franceschini.

    Ci sono poi stati 17 astenuti, sempre nel Pd, tra cui Massimo D’Alema e Piero Fassino. Assente al voto (ma presente in aula) Pierluigi Bersani, in missione Rosi Bindi.

    L’Italia dei Valori ha votato compattamente a favore (tranne Barbato assente e Razzi in missione).

    Defezioni invece nella pattuglia di Futuro e Libertà: hanno votato contro Barbareschi, Barbaro, Catone, Consolo, Lamorte e Moffa, sei su 26 del Fli presenti.

    Ha votato contro anche Casini e con lui la maggioranza dell’Udc (15 su 22 presenti).

    Ecco comunque i nomi dei parlamentari del Pd che hanno votato contro, non seguendo l’indicazione del partito.

    AGOSTINI Luciano
    ALBONETTI Gabriele
    BERRETTA Giuseppe
    BORDO Michele
    CALVISI Giulio
    CUPERLO Giovanni
    D’ANTONI Sergio
    ESPOSITO Stefano
    LOLLI Giovanni
    LULLI Andrea
    MARCHIGNOLI Massimo
    MARINI Cesare
    MISIANI Antonio
    OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
    PORTAS Giacomo Antonio
    QUARTIANI Erminio Angelo
    RAMPI Elisabetta
    ROSSA Sabina
    SPOSETTI Ugo
    TULLO Mario
    TURCO Livia
    VANNUCCI VELO Silvia
    VICO Ludovico
    ZUNINO Massimo

    Questi invece gli onorevoli del Pd che si sono astenuti

    BARETTA Pier Paolo
    D’ALEMA Massimo
    DAL MORO Gian Pietro
    FASSINO Piero
    LO MORO Doris
    LUONGO Antonio
    MADIA Maria Anna
    MARANTELLI Daniele
    MARCHI Maino
    MIGLIAVACCA Maurizio
    MIGLIOLI Ivano
    ORLANDO Andrea
    SANGA Giovanni
    SANI Luca
    SERVODIO Giuseppina
    SORO Antonello
    VENTURA Michele

    Erano invece assenti, (* si fa per dire) sempre nel Pd

    AMICI Sesa
    ARGENTIN Ileana
    * BERSANI Pier Luigi
    BOCCIA Francesco
    BRESSA Gianclaudio
    COLANINNO Matteo
    FIORONI Giuseppe
    GARAVINI Laura
    GIACOMELLI Antonello
    LENZI Donata
    MARROCCU Siro
    MARTELLA Andrea
    MASTROMAURO Margherita
    NARDUCCI Franco
    PELUFFO Vinicio
    PEPE Mario
    PISTELLI Lapo
    PIZZETTI Luciano
    RECCHIA Pier Fausto
    STRIZZOLO Ivano
    VACCARO Guglielmo

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  2. avatarBsaett - 2 dicembre 2010

    La vera opposizione in questo momento sta per strada a manifestare, con gli scudi coperti dai titoli di libri famosi, e guarda avanti, ad un futuro che gli ultimi 15 anni di politica, destra e sinistra nessuno escluso, hanno profondamente ipotecato. Il futuro non è in quelle aule polverose, tra quei banchi asettici, e non sono certo quelle vecchie cariatidi astiose verso i giovani. Il futuro bussa una sola volta, o gli apri oppure rimani il passato. Il Pd ha scelto di non aprire!

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  3. avatarZeitgeist - 2 dicembre 2010

    Non ho parole…………… 😥

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