Il nucleare che verrà

Nucleare oggiCome promesso ritorniamo a parlare di nucleare, date le numerose novità in materia delle quali, tanto per cambiare, i media nazionali non riportano nulla o quasi.

Cominciamo dalla centrale di nuova generazione di Olkiluoto in Finlandia, primo esemplare in assoluto di EPR, cioè il tipo di centrale nucleare che dovrebbero costruire in Italia. Purtroppo nonostante il progetto prevedesse il termine della costruzione per il 2009 (4 anni, quanto si ritiene che ci vorrebbe per costruire una centrale in Italia), la centrale è ancora lungi dall’essere completata. Siamo ancora in alto mare, quindi, e non abbiamo ancora le centrali di nuova generazione in nessun paese del mondo. In verità in questi anni alcune cose sono venute fuori, è significativo innanzitutto lo sforamento dei tempi, praticamente un raddoppio, ma anche dei costi, anche qui un raddoppio, della centrale, indice del fatto che questo tipo di centrale è ancora un prototipo, e nessuno sa esattamente come costruirla, come funzionerà o che problematiche potrebbe portare.
Nel paese vicino alla centrale, Olkiluoto appunto, aleggia una barzelletta secondo la quale l’unica cosa che la Finlandia otterrà dal costruttore esattamente come la voleva sarà il colore della cupola del reattore, per il resto le modifiche in corso d’opera sono state talmente tante che si fa fatica a riconoscere il progetto iniziale.
Secondo le voci correnti, il “bidone nucleare”, come anche è stato apostrofato, avrebbe accumulato circa 4.000 errori, dal cemento delle fondamenta troppo umido alle saldature del guscio non a norma, fino alle specifiche di sicurezza che non convincono l’autorità di controllo.
Al momento la Siemens ha annunciato di voler abbandonare il progetto, per cui a terminare la centrale rimarrebbe la francese Areva, la quale non ci pensa nemmeno a riproporre la formula di Olkiluoto, cioè “chiavi in mano e prezzo fisso”, come i saggi finlandesi hanno spuntato, così i 3 miliardi, fin’ora, di sovrapprezzo lo pagheranno i francesi.

Ma le cose non vanno meglio altrove, ad esempio la Bulgaria ha ridotto le previsioni iniziali, partendo da 4 miliardi di euro volevano costruire due centrali, oggi ritengono di poterne costruire una sola con 9 miliardi. E addirittura anche i proverbiali cinesi dalla puntualità svizzera in materia di costruzioni, capaci di far crescere i loro grattacieli immancabilmente d’un piano per notte, si sono arenati alle prese con la loro centrale nucleare. La centrale di Tianwan, infatti, sarà inaugurata con ben due anni di ritardo, e l’inizio della produzione elettrica è stimato per dicembre 2013, costo: 8 miliardi di euro.
Viene il dubbio di cosa potrebbe accadere in Italia, visto che non siamo così disciplinati come i finlandesi o i cinesi, se davvero dovessimo procedere con le sperimentazioni nucleari, forse la nostra centrale farebbe la fine della Salerno-Reggio Calabria o del Ponte sullo Stratto!!

Tutta questa voglia di nucleare, quindi, semmai c’è stata, pare stia progressivamente scemando un po’ dappertutto. In Francia, a Flamanville (dove l’Enel italiana è proprietaria del 12,5% dell’impianto), c’è la gemella di Olkiluoto, anzi dovrebbe esserci visto che anche questa centrale è ben lungi dall’essere completata, avendo anch’essa numerosi problemi, con un aumento dei costi di circa il 30%. In compenso la Francia ha deciso di chiudere 12 centrali. Negli Usa si stanziano soldi per due reattori (cioè 8,3 miliardi a fronte di 160 miliardi per l’energia rinnovabile!!!!), ma in compenso ne chiuderanno 28. in Giappone se ne prevede una da costruire, ma se ne chiudono cinque.
Anche i finlandesi, forse, non avrebbero fatto questa scelta se avessero avuto altre possibilità, ma si sa che data la loro posizione geografica, l’alternativa per loro era approvvigionarsi dalle centrali nucleari russe. E allora, nucleare per nucleare….

Europa nucleare tra 15 anni
Il punto è che da tempo non è più conveniente puntare sul nucleare, da quando, alla metà dello scorso anno, il costo dell’energia prodotta dal fotovoltaico ha incrociato verso il basso quello del nucleare, rivelando così finalmente più vantaggioso ricorrere a tale tipo di energia. Ma il punto essenziale è che l’energia solare è davvero pulita, mentre quella nucleare non lo è, e nasconde anche costi occulti, cioè generalmente non conteggiati, tipo l’inquinamento ambientale dato dalle scorie (compresa la centrale che è anch’essa un’enorme e costosissima scoria, quando giunge a fine vita), e soprattutto il costo delle conseguenze sull’uomo, come Cernobyl ci ha dolorosamente insegnato.
Se proprio vogliamo costruire centrali sul modello francese, speriamo di non gestire anche le scorie secondo il modello francese, considerato quando rivelato da un’inchiesta della rete televisiva di stato France3 che nel 2009 ha mostrato come fra il 1945 ed il 2001 le 210 miniere d’uranio sul suo territorio hanno prodotto 300 milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi che sono stati abbandonati nelle campagne senza alcuna misura di protezione, anzi una parte di tali materiali sono stati utilizzati per costruire strade, parcheggi, abitazioni, scuole e giardini. Vero è che si tratta di materiale proveniente da miniere, non direttamente dalle centrali nucleari, ma l’uranio per quale motivo viene estratto dalle miniere?
C’è da dire che noi italiani, in quanto a pessima gestione dei rifiuti non siamo secondi a nessuno!

Alla fine si tratta di una questione meramente economica, se vogliamo, una centrale nucleare ha un rischio elevatissimo, e finanziariamente non conviene, infatti nessun privato di nessun paese al mondo si è mai voluto assumere detto rischio, anche se in alcuni paese (come gli Usa) ciò è giuridicamente possibile. Nel mondo, e questo è un dato di fatto, le centrali nucleari nascono solo dove è lo Stato che interviene, e finanzia, e ciò accade in quei paesi che hanno armi nucleari. Il costo nucleare ha un senso, quindi, laddove serve a mantenere un armamento nucleare, insomma si maschera l’utilizzo militare.
Oggi praticamente nessuna banca finanzia un progetto del genere, nemmeno la Banca Mondiale, per cui una centrale nucleare si fa solo se i soldi ce li mette uno Stato.

Ma la tecnologia nucleare sconta un altro problema di non poco conto. Dato l’elevatissimo costo una centrale nucleare non può essere spenta momentaneamente, anche perché ci sarebbero rischi di sicurezza, per cui non ha alcuna flessibilità, mentre il carico dei consumi durante la giornata è notevolmente variabile. Ciò comporta, ad esempio, che la Francia, avendo le sue centrali sempre accese al massimo regime, durante le fasi non di picco della giornata è un esportatore di energia (ma il costo è basso proprio perché l’energia è in surplus), ma durante i momenti di picco non è comunque in grado di fornire tutte l’energia che occorre e deve importarla dall’estero (e in questo caso il costo è alto). Nel Natale del 2009 la Francia ha rischiato dei black out in Bretagna, che si sono verificati realmente in Costa Azzurra e Provenza.
Questo spiega la strana situazione italiana, paese che in realtà ha una produzione di energia sufficiente per coprire il suo fabbisogno, eppure in alcuni momenti importa energia dall’estero, principalmente dalla Francia (quindi energia delle centrali nucleari), proprio perché in quei momenti, quando la Francia è in fase di sovrapproduzione, il costo dell’energia francese è più basso rispetto a quella prodotta in Italia, per cui è più conveniente importarla spegnendo nel contempo alcune centrali in Italia. Invece nelle fasi di sottoproduzione francese è l’Italia, tra gli altri paesi, ad esportare energia verso la Francia, però facendosi pagare di più.

In conclusione l’accordo con la Francia per costruire delle centrali nucleari in Italia, che dovrebbero essere come quella di Olkiluoto, genera fin troppi dubbi. Prendiamo esempio da un paese che ha costantemente fame di energia, e non è affatto autosufficiente, che non ha una gestione corretta delle scorie, che ha gravi problemi con 34 delle centrali in funzione, che non riesce ancora a completare un EPR e non è riuscito a venderne nemmeno uno, oltre Olkiluoto, all’estero. Ecco, forse dovremmo renderci conto che il nucleare è una tecnologia piuttosto datata, e capire che i 400 milioni di euro che paghiamo ogni anno per il riprocessamento delle scorie delle vecchie centrali italiane dismesse da anni, sono già abbastanza per una scommessa persa.
L’accordo con la Francia sembra più che altro un favore all’amico Sarkozy, in difficoltà elettorali, il quale non poteva portare i conti disastrosi del nucleare in Parlamento e chiedere la sua rielezione, e che nel contempo consente all’italiana Enel di fare un po’ di soldi, tutto a spese degli italiani che alla fine, forse, si ritroveranno una tecnologia che ormai hanno abbandonato tutti ad un costo astronomico.
Oltretutto c’è da dire che a noi il nucleare non serve, a parte il fatto che siamo sostanzialmente indipendenti dal punto di vista energetico (anche se ci dicono spesso il contrario), basterebbe diminuire gli sprechi (tipo passare alle lampadine di nuova generazione….) per migliorare la resa. Ma essenzialmente il nucleare a noi servirebbe per diminuire le emissione di gas da fonti fossili, secondo quanto ci impongono gli accordi europei, e tale diminuzione deve immancabilmente avvenire entro il 2020. Purtroppo la prima centrale nucleare italiana non sarà pronta prima del 2020.
I conti non tornano!


Commenti
Sono stati scritti 7 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 16 febbraio 2011

    Temo che il nucleare aumenti solo un probelema già esistente: di farci sedere su un immenso parco di scorie, altro che passeggiate in campagna.

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  2. avatarZeitgeist - 17 febbraio 2011

    Sono pienamente d’accordo, cara Carmen.
    Le centrali è meglio che non ci siano, ma se ci sono, stiano al di là delle Alpi.
    La bolletta elettrica non è la spesa più preoccupante in una famiglia; non è forse quella del Gas?
    Allora, preoccupiamoci del Gas che anche del quale siamo dipendenti dall’estero e costa un casino, o no! 😈

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  3. avatarcarmengueye - 18 febbraio 2011

    Capiasci bene che la gente è convinta di farsi le vacanze nella natura e poi è seduta sul veleno. Una volta lo scoprii appunto passeggiando su una collina circostante, negli anni novanta. Il popolo non vuol sapere, forse ha ragione, sennò smette di vivere.

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  4. avatarsimoneplp - 14 marzo 2011

    Zeitgeist anch’io sono contro il nucleare ma le affermazioni tue sono sbagliate , se lo stato ci facesse pagare quanto paga lui a kw l’energia elettrica l nostro stipendio durerebbe una settimana , ti spiego  meglio
    Lo stato compra a 0,80centesimi  a kw dalla Francia
    Lo distribuisce a solo 13-15 centesimi a kw, se fai 2 conti una bolletta di 100 euro la pagheresti circa 700 euro
    questo spiega anche il perchè delle tante tasse in Italia , da qualche parte devo prenderli questi soldi .
    Lasciando da parte il nucleare , le energie pulite alternative funzionano solo che il nostro governo ha interessi economici verso il nucleare , per fare una centrale ci vogliono soldoni e sanno già a chi appaltarle
    ciao

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  5. avatarAndrez - 14 marzo 2011

    Ciao Simoneplp e benvenuto sul blog.  :)

    E’ buona norma riportare le fonti quando si sostengono tesi, specialmente quando nel farlo si accusa altri di  affermazioni sbagliate.

    Abbiamo già trattato questo argomento e ad esempio nel caso specifico da te citato dell’acquistare energia prodotta dal nucleare da Francia e Svizzera:

    * l’Italia è tecnicamente autosufficiente; le centrali esistenti a tutto il 2009 sono infatti in grado di erogare una potenza massima netta di circa 101 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW  (wikipedia)

    * Secondo i dati 2009 tale potenza massima teorica non è sfruttata interamente e la potenza media disponibile alla punta stimata è stata di 67 GW. La differenza tra la potenza teorica massima e la stima della potenza media disponibile è dovuta a fattori tecnici e/o stagionali come guasti, periodi di manutenzione o ripotenziamenti, così come fattori idrogeologici per l’idroelettrico o stime sull’aleatorietà della fonte per l’eolico, ma in gran parte è dovuta al fatto che alcune centrali (soprattutto termoelettriche) vengono tenute ferme “a lungo termine” in quanto, con gli impianti in esercizio si è già in grado di coprire la richiesta.

    (…perchè teniamo fermi gli impianti e compriamo da Francia e Svizzera?!)

    * Questo non fa che confermare le preoccupanti notizie su varie forme di speculazione anche nell‘acquisto indotto dell’energia; i politici tengono ferme le nostre centrali per acquistare energia all’estero su tangenti.

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  6. avatarBlog di Andrez » Blog Archive » Quell’unusual event che ferma il nucleare - 17 marzo 2011

    […] si parla di centrali di terza generazione, perché la quarta non esiste ancora, e se è per questo nemmeno la terza, visto che solo due […]

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  7. avatarBlog di Andrez » Blog Archive » Breve riflessione sul nucleare - 6 giugno 2011

    […] screditarlo, strumentalizzarlo. Per quanto riguarda il referendum sul nucleare, fermo restando che di questo argomento già abbiamo parlato in passato, si sono presentate numerose argomentazioni che, sinceramente, non sembrano del tutto conferenti. […]

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