Il nucleare

Inquinamento nucleare

Inquinamento nucleare

Con una decisione incresciosa che calpesta la volontà popolare liberamente espressa con il Referendum del 1987, dove l’80,60% dei cittadini si espresse contrario e cancellò il nucleare in Italia, il Governo Berlusconi ha arbitrariamente deciso di costruire nuove centrali nucleari nel nostro Paese.

Sono evidenti le spinte di lobby di famelici costruttori senza scrupoli che vedono nella costruzione di centrali nucleari un enorme business, così come lo vedono i politici del loro entourage.

Vediamo alcuni aspetti relativi a questa problematica.

Necessità di energia
Uno dei maggiori argomenti usati per dimostrare come urgente la costruzione di centrali nucleari è il fabbisogno energetico per le città e l’industria.
In realtà la produzione ed il commercio dell’energia è uno dei tanti business a cui i cittadini devono sottostare, invitati continuamente a consumare di più. Tutta la nostra tecnologia è basata sullo sperpero di energia partendo dalle lampadine fino ai motori a scoppio che disperdono quasi il 90% dell’energia consumata.
Con un mirato risparmio energetico è possibile contenere il consumo d’energia di oltre il 30% abbattendo costi, emissioni e … guadagni di chi specula sullo sperpero.

Sicurezza
Non sono mai state nè progettate nè costruite centrali nucleari sicure. Non c’è una sola assicurazione al mondo che abbia mai accettato di assicurare una centrale nucleare, in nessun Stato.
Problemi di natura sismica e di dissesto idro-geologico rendono l’Italia particolarmente insicura a questo tipo di centrale.
Se un incidente come quello di Chernobyl dovesse succedere in una centrale nucleare in Italia, ad esempio a Trino Vercellese, la vita scomparirebbe nel raggio di 300 km. e per centinaia di anni.

Produttività e costi
Il nucleare è fortemente antieconomico. E’ molto più costosa la costruzione, la gestione e lo smantellamento di una centrale nucleare dell’energia che essa produce. Il costo del nucleare è comunque pagato dai cittadini come costo extra sulla bolletta, oppure con le tasse. L’energia nucleare si ottiene dall’uranio, che è una risorsa limitata (finirà entro 50 anni) presente solo in 4 – 5 Stati del mondo, tra i quali non c’è l’Italia che dovrà comunque acquistarlo e pagarlo.
Oggi il resto del mondo abbandona il nucleare per le energie rinnovabili e pulite, e va ricordato che al momento la produzione di energie rinnovabili ha superato quella del nucleare nel mondo. Gli Stati Uniti da anni non costruiscono più centrali nucleari e investono solo nel solare e nell’eolico. Ma questi impianti rinnovabili, pur garantendo una forte occupazione proiettata nel tempo, costano estremamente meno, offrendo opportunità di fare affari e speculazioni molto più contenute e per questo appaiono prive di interesse per i nostri politici.

Costruzione ed appalti
Il tipo di Centrale Nucleare che il Governo ha deciso di costruire con le aziende francesi, l’Epr, non solo non appartengono all’ultima generazione e sono considerate obsolete da molti, ma centrali simili in costruzione in Finlandia hanno manifestato tali e tante insicurezze (2.100 non conformità in cantiere a Olkiluoto) da portare all’arresto del progetto.
Dobbiamo poi ricordare che la costruzione in Italia subirebbe l’influenza di note aziende come Ipregilo e politici del tipo di Mastella, Bassolino o Gasparri e quindi di come appaia semplicemente impensabile mantenere le cosche mafiosi al di fuori della costruzione e della gestione delle centrali. Ciò che è accaduto per la raccolta dei rifiuti a Napoli, per la gestione degli inceneritori, e per l’interramento generalizzato di rifiuti tossici, anche radioattivi in quasi tutte le regioni del sud, ed ora scopriamo anche nel mediterraneo, sarà ripetuto drammaticamente con le centrali nucleari.

Indebitamento per i nostri figli
Gli stanziamenti necessari al finanziamento delle centrali nucleari si otterranno con prestiti che saranno dimenticati dai governi attuali, che difficilmente saranno ancora qui tra un decennio, e l’indebitamento dovrà essere gestito dalle generazioni future sulle spalle delle quali saranno appoggiati i debiti. Lo stesso avviene per lo smaltimento delle scorie radioattive (per le quali al momento nessuna soluzione è stata ancora trovata) e delle centrali stesse, che dovranno essere smantellate dopo 20 anni. Lo smantellamento di una centrale richiede tempi estremamente lunghi e diverse volte superiori al suo tempo di costruzione e di funzionamento. Ad esempio l’Autorità inglese per il decommissioning ritiene che per il reattore di Calder Hall a Sellafield in Gran Bretagna, chiuso nel 2003, i lavori potranno terminare all’incirca nel 2115, cioè circa 160 anni dall’inaugurazione, avvenuta negli anni ’50. Naturalmente deve anche essere trovato un sito atto ad accogliere le scorie ed i materiali provenienti dallo smantellamento.