Il canale della “braglia” era pulito

 

Ogni paese ha i suoi vagabondi, personaggi strani un pò matti con strani soprannomi e di solito molto poveri e quasi sempre ubriaconi. Chi non ricorda il “peco”? Oppure “gùri” o “tajadèla” o “giari”.
Fra i ricoverati alla casa protetta (allora considerato manicomio) “onorato” “franchino” e “rumanàt”
Onorato era un matto che quando trovava un bambino gli accarezzava la testa e la baciava ripetendo la frase “testaggiovane nata a Persiceto” Sapeva sempre l’ora e se gli chiedevi di vedere il suo orologio apriva una scatola di pastiglie “valda” e dentro, avvolto nell’ovatta ti mostrava con orgoglio un vecchio orologio a cipolla.

C’è una storia che mi sono fatto raccontare da varie persone.
Molti persicetani la conoscono e tutti ne danno versioni leggermente diverse..racconterò la più diffusa.
E’ un episodio successo veramente a Persiceto quando io ero bambino.
Niente di eccezzionale ma degno di una storia “zen”.

Un maestro elementare che viveva e lavorava a Persiceto, si era impegnato tanti anni e firmato montagne di documenti per far uscire dal manicomio (non so di che paese) il fratello Mauro considerato dagli psichiatri molto pericoloso.
Per liberarlo, il maestro aveva dovuto prendersi tutte le responsabilità a riguardo e l’impegno a pagare qualsiasi danno eventuale procurato dal fratello pazzo.
Finalmente uscito dall’ospedale psichiatrico, lo fece alloggiare in un piccolo appartamento di sua proprietà adiacente al suo.

Mauro era un uomo magro, di mezza età e taciturno, dopo qualche anno tutto il paese lo conosceva e la gente lo evitava temendo la sua condizione mentale.
Finalmente Mauro dopo tanti anni di internamento poteva coronare il sogno di tutta una vita: andare a pesca.
Tutte le mattine prendeva il motorino e si recava lungo l’argine del canale della “Braglia”, un fiumetto non distante da casa mia con acqua limpida e anche tanti pesci dentro.
Per pescare utilizzava il “bilancino”, una rete quadrata tenuta da quattro archetti e un manico.
A mezzogiorno si mangiava il panino e anche se non prendeva niente, rimaneva fino a sera. Infine andava a casa contento.
Tutti i pescatori che passavano vedendolo, sapevano che la pesca col bilancino era vietata, ma si guardavano bene dal dirgli qualcosa..anzi,  si tenevano  lontani.
Dopo qualche tempo, tutto il paese sapeva (compreso il guardiapesca) della pesca “illegale” di Mauro, ma si preferiva tacere.
Una sera nel bar da “Checco”, il guardiapesca stava prendendo un caffè, quando un pescatore gli disse a voce alta e davanti a tutti che Mauro pescava illegalmente.
A questo punto il guardiapesca era costretto pur controvoglia ad affrontare la pazzia di Mauro.

Il mattino dopo infatti il guardiapesca, per niente tranquillo, raggiunse Mauro che era già appostato con il
bilancino immerso nell’acqua. Fra le gambe, vicino al manico, il secchio per i pesci….

-Adesso puoi alzare il bilancino cosi’ ti faccio la multa..
-Io il bilancino lo alzo quando mi pare..
-Va bene… io sto qui finchè non lo alzi, poi ti faccio la multa…

Mauro rimase in silenzio..i due rimasero lì tutto il giorno, ogni tanto il guardiapesca brontolava ormai rassegnato camminando avanti e indietro lungo l’argine.
Verso sera finalmente, Mauro iniziò lentamente a raccogliere le sue cose, finchè alzò il bilancino.
Il guardiapesca tirò fuori il libretto delle multe preparandosi, ma rimase di stucco:
la rete non c’era!
Solo una corda teneva in tensione i 4 archetti, dando l’illusione di una rete piena.
Esclamò:
– ma .. non c’è la rete..!
E Mauro:
– sei MATTO? è proibito!!!

Alcuni dicono che poi, Mauro si avvicinò all’orecchio del guardiapesca rimasto attonito e gli sussurrò:
-I pesci sono miei amici, salgono lungo la corda fino al manico e cadono nel secchio. Se tu non avessi fatto tutto quel baccano ne avrei presi tanti.


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 21 ottobre 2011

    Me lo ricordo il canale della Braglia quando una quarantina d’anni fa mostrava l’acqua pulita.

    Adesso è torbida ma molto meglio di quando nel ’70-’80 cominciò a puzzare proprio di marcio. Ma appare pur sempre torbida.
    Strano però, perchè canali molto simili come quello che da Castelfranco va verso Recovato e poi passa sopra Sant’Agata, mostrano un’acqua limpidissima, con belle alghe verdi volteggianti, proprio come quelle dei nostri canali di circonvallazione, quando le arzdore ci andavano a lavare i panni. 

    Sarebbe interessante capire cos’è che rende torbido il nostro canale.

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  2. avatarGabriele Tesini - 21 ottobre 2011

    Caro Fausto, erano splendidi quei personaggi che davano colore al paese e erano benvoluti da tutti.
    Oggi non ce ne sono più come loro, anzi, forse uno sì, un certo Felice che vive e vaga costantemente in piazza ma che non gli assomiglia per il modo e le maniere in cui loro si presentavano alla gente per così dire “Normale”.
    Eee sì, caro Andrea, non ci sono più i personaggi pittoreschi di una volta e nemmeno l’acqua pulita della Braglia. 
     

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  3. avatarGualtiero Belardetti - 25 ottobre 2011

    Che personaggi.
    Ricordo il “Peco” che dormiva spesso sulle panchine in particolare quelle che di Viale Marco Minghetti e che  su Borgo Rotondo di alcuni anni fa gli anno dedicato la copertina ed un bellissimo articolo.
    Io ero poi anche amico di un ragazzo soprannominato “dieci” che abitava, credo, pure lui alla casa protetta, aveva sempre con se un pallone con cui giocavamo sempre in “Sede”.
    Bei ricordi…… grazie per averli riportati alla luce.
     

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