Il 24 e 25 si vota per 23 e anche per “solo” 18

 Finisce la guerra, termina una dittatura, rimane una nazione distrutta in tutto, un popolo insufficientemente scolarizzato, non abituato al confronto democratico.

Si superano le divisioni ideologiche, uniti si fanno cose straordinarie: si sceglie la Repubblica, si scrive una ottima Costituzione, si fanno libere elezioni confrontandosi duramente, ma democraticamente su progetti politici distinti, poi ci si divide e si fa il percorso che ha portato ai tempi nostri.

Tutto è cambiato da allora: cultura  diffusa, enorme progresso tecnologico, benessere economico (allora la povertà era reale) democrazia, fine della conventio ad exludendum che impediva ad una parte della sinistra di andare al potere, dovremmo, ora, vivere in un paese normale.
La realtà non è così, non viviamo in un paese normale.

Tutti, indipendentemente della parte politica, ritengono indispensabile una radicale riforma dello stato che passi anche attraverso la applicazione di gran parte della Costituzione.
Tutti, indipendentemente della parte politica, credono che la nostra nazione sia bloccata da una diffusa corruzione, clientelismo, difesa delle rendite di posizione,  da un sistema giudiziario inadeguato, da una macchina burocratica farraginosa.
Una nazione normale, ispirandosi anche alla propria esperienza dell’immediato dopoguerra, troverebbe la capacità di coagulare le forze per dare una risposta reale, differenziandosi certamente, ma unendosi dove le divisioni ideologiche sono meno significative.

E invece ?
Affronteremo le elezioni con 23 liste per la Camera e 18 per il Senato !

E’ credibile che vi siano davvero divisioni ideologico/programmatiche così forti da giustificare una tale pletora di liste?
Non è forse lecito pensare che interessi privati di svariata natura prevalgano su schieramenti che sappiano mutuare in pragmatica, concreta proposta politica solidi riferimenti ideologici, programmatici?
La democrazia è certamente negata dalla dittatura, ma anche la confusione non permette ai cittadini una reale scelta della classe dirigente.
La dispersione fa emergere le individualità, non permette la sintesi, non dà voce parlamentare a temi meritevoli di democratica, istituzionale valutazione.

Il 24, 25 in occasione di una tornata elettorale tra le più importanti della nostra storia repubblicana (qualcuno sostiene la più importante dopo quella del 1948) ci presentiamo  cosi :
23 + 18 ?? !!
Così non va, così non si riforma uno stato, non si gestisce il presente non si crea il futuro.

Da sempre ideologicamente vicino ad una sinistra europea voterò PD consapevole dei grandi limiti attuali di questo partito, ma con la speranza che alcuni segnali di cambiamento siano l’inizio per creare un partito di sinistra che ancora non c’è, ma di cui l’Italia ha assoluto bisogno: un partito laico in cui il credo religioso, il passato di pregressa appartenenza  politica, il sesso degli iscritti e dei dirigenti non sia più un ostacolo, un elemento di divisione, di spartizione, di lobbistico compromesso in ogni scelta, ma una ricchezza per costruire un progetto condiviso di sinistra moderna .

Laicità, progetto, le parole chiave per fare forse rientrare in un grande partito divisioni che isolate sono una criticità e non una risorsa .
Ma quale sarà l’esito delle elezioni ?
Mi sbaglierò clamorosamente, ma non credo che vi sarà un forza politica capace di ottenere una maggioranza solida per governare in autosufficienza e probabilmente anche se così fosse, la complessità dei problemi è tanta che in molti casi la condivisione con forze di opposizione su temi trasversali sarebbe auspicabile per riforme che sappiano investire sul futuro e non solo nella pur necessaria gestione del contingente .

E allora aldilà delle scelte personali, la mia l’ho espressa, se si verificasse che sia  numericamente necessaria, per una reale governabilità, una collaborazione che vada da Vendola a Monti dobbiamo saperla accettare .
Non vedo in nessuno di questi tre leader dei statisti, ma pur nella diversità, politici affidabili e con grande senso dello Stato .
Per ora può essere sufficiente per fare alcune riforme in grave ritardo con la storia .

E gli altri?
Altra grande responsabilità affidata a questi tre leader.
A sinistra Vendola e Bersani sapere coagulare la sinistra in un grande partito laicamente europeo e di governo.
A destra la medesima cosa annullando la deriva berlusconiana.
Personalmente non credo che Grillo reggerà alla prova della attività parlamentare e gli eletti in quella liste rientreranno nei partiti maggiori se a sn e a dx si sapranno creare formazioni  partitiche credibili.

Non è utopia perchè così funzionano le grandi democrazie.
Ora al voto e poi speriamo che questa campagna elettorale povera di proposta, ricca di individualità, di slogan, di annunci da “Piazzola”, di chiasso, ci dia uno Stato moderno.
E il prossimo anno si voterà a Persiceto, ma questa è un’altra storia … a  breve.

 


Commenti
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  1. avatarGabriele Tesini - 23 febbraio 2013

    Caro Paolo, non so come andrà a finire, solo lunedì sera o martedì si saprà la verità. La speranza è che, se vogliamo uscire dal triste ventennio, la Sinistra vinca su tutti i fronti e finalmente tiri fuori le palle. Se sarà così, finalmente tutto il resto si dissolverà come una bolla di sapone. M5S? Spero che i tanti “normali” cittadini puliti e fuori dalle caste, che porterà in Parlamento, siano collaborativi con la Sinistra almeno sulle cose che ci uniscono, ma sopratutto siano controllori attenti a denunciare ogni nefandezza che si tenterà di riproporre al Palazzo da parte di ogniuno. Gli strumenti non censurabili come le Televisioni e i Giornali ce li hanno, e spero che ne facciano ampio uso, questa è la novtà di cui la vecchia politica ha paura. Anche noi piccoli “Internauti” useremo i nostri strumenti per denunciare il malaffare, i ladri e l’antipolitica. Poi inizierà l’altra storia elettorale che ci vedrà sicuramente protagonisti… 😈

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