Giustizia e legalità: strade separate da qui all’Eternit/à

10410193_4724119157064_2551187003587412752_nGiustizia e legalità procedono speditamente su due piani separati e ben distinti. Prima di qualunque discorso o dibattito politico, bisognerebbe riflettere che nella storia recente italiana la legalità è un principio la cui ragione risiede nella conservazione dello Stato, e del sistema economico liberista su cui esso si regge.

La vicenda Eternit è l’ennesima dimostrazione di quanto io affermo, di quello che si “replica” in continuazione, e a vari livelli. Lo Stato, ha infatti fornito logistica e copertura, alla multinazionale ETERNIT, la prescrizione, è solo una scappatoia creata e mantenuta ad arte, per evitare una condanna, sia in sede civile che penale, per “disastro ambientale” non solo all’anziano Schmidheiny (il suo socio De Cartier è morto prima della sentenza), ma anche evitare una condanna ad un sistema, in cui lo Stato è connivente.

La sentenza di condanna, ed il risarcimento ai famigliari delle vittime, viene oggi annullata, non perchè i fatti e le responsabilità non siano stati accertati… anzi!!! Tutto, viene cancellato, perchè è passato troppo tempo, il reato di DISASTRO AMBIENTALE, infatti, non è immediatamente contestabile, come per esempio può essere il crollo di una casa, ma i danni dell’amianto si manifestano solo dopo molti anni dall’esposizione. Questo PERIODO DI LATENZA, protegge da un lato chi ha commesso il crimine, ed era consapevole dei danni che l’esposizione all’amianto poteva causare. Dall’altro, pone fuori dal diritto e dalla tutela legale, le 932 PARTI LESE, quindi chi , ha perso la vita, chi i propri cari, chi ha sofferto, a causa della multinazionale dell’amianto e di chi gli forniva logistica e copertura, e sapeva, o poteva sapere della pericolosità dell’amianto, e non ha predisposto gli strumenti idonei, fornito informazioni, per evitare danni irreversibili e sofferenze alle persone.

La vicenda Eternit, è di centrale importanza , esula dalla vicenda in se, e va oltre il dramma di chi è stato direttamente o indirettamente coinvolto nella vicenda, perchè, questo sistema economico è causa continua non solo di disastri sociali, ma anche di disastri ambientali con cui stiamo già facendo i conti, e che negli anni a venire, purtroppo, dovremmo farli dolorosamente sempre di più. Il nostro territorio, infatti, è disseminato da fabbriche di veleni e di morte, che spesso hanno le sembianze e le forme delle multinazionali, e che talvolta mettono il “vestito buono”, di chi offre lavoro e che poi, dopo aver avvelenato l’ambiente e avere incamerato i profitti, trasformano l’offerta in ricatto occupazionale o delocalizzano.

Il quadro, diventa ancora più inquietante, alla luce di quello che sta accadendo a livello legislativo e istituzionale, dove tra riforme, decreti, accordi economici, lo Stato italiano si sta trasformando in un grande latifondo delle multinazionali. Con la JOBS ACTS , infatti, il governo “offre ai grandi investitori esteri, un mercato del lavoro più snello , con meno vincoli per i datori di lavoro, a bassa tutela per i lavoratori, e con i sindacati sempre più a margine. Con lo “slocca italia”, poi, si assisterà ad un aumento indiscriminato delle estrazioni petrolifere nell’Adriatico ed in Basilicata, che con le trivellazioni trasformeranno l’Italia in un colabrodo, con gravi danni per l’ambiente e per la salute, e assicureranno alle multinazionali del petrolio lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi anche attraverso il devastante sistema fracking, e pagando tasse di concessione tra le più basse al mondo.

Infine, il TTIP (trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti ) rappresenta un attacco senza precedenti alle normative sociali ed ambientali, tramite nuove deregolamentazioni e privatizzazioni, che porterebbero ancora più benefici a chi ha già delle posizioni dominanti sul mercato. Si parla di istituire tribunali privati di arbitrato che permetterebbero alle multinazionali di portare in giudizio i governi che mettono a rischio i profitti delle imprese. La tutela dell’ambiente e la salvaguardia del territorio dovrebbe essere, non una questione fra le tante, ma dovrebbe essere quella principale, poichè in essa risiede anche “la chiave” per liberarsi dalla schiavitù del capitalismo e del neoliberismo.


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