Ecosistema; Sindaci virtuosi possono salvarlo

fotovoltaicoQuando Bologna era considerata di gran lunga una delle città più civili e vivibili, ricordo che un detto accreditava ai suoi cittadini l’immagine pulita della città; “siccome ogni bolognese ogni giorno pulisce il portico davanti alla sua porta tutta la città è pulita”.

Ed era vero; era normale vedere ogni giorno le massaie e i bottegai virtuosi uscire dai portoni e dai negozi e pulire i portici sino in strada.

Con lo stesso spirito da Sindaci ed Amministratori virtuosi possono essere affrontati problemi enormi come il risparmio energetico, la produzione di energie rinnovabili e non inquinanti e la conseguente riduzione delle emissioni, nocive e climalteranti.
Gli Enti Locali possono svolgere un ruolo trainante in questa sfida; se ogni Sindaco “pulisce” il proprio Comune in tutto il suo territorio, tutto il Paese sarà pulito.

I Sindaci dunque hanno la possibilità di porre in essere azioni strategiche sostenute da adeguati finanziamenti capaci di modificare in poco tempo l’attuale critica situazione nazionale, applicando innanzitutto livelli avanzati della raccolta differenziata dei rifiuti e promulgando normative tali da contenerne la produzione a monte, innanzitutto per gli imballaggi.

A livello energetico un esempio molto positivo a riguardo ci giunge dalla Puglia, che recentemente ha raggiunto e superato il suo fabbisogno energetico con l’uso dell’eolico e del solare. I Comuni hanno gli strumenti per mirare alla diminuzione della domanda energetica ed eliminazione degli sprechi attraverso interventi di ristrutturazione di tetti e finestre ed involucri in genere, identificando produzioni di energia da fonti rinnovabili presenti nel territorio ed implementando una filiera breve dei flussi energetici, dove l’energia prodotta è utilizzata sul posto.
Il buon esempio innanzitutto; pulire il portico davanti alla propria porta.

Ricordo quando nella mia cittadina si constatò il degrado delle vecchie case che si affacciavano sulla piazza principale; intonaci e persiane cadenti offrivano un’immagine povera e decrepita a cui il palazzo comunale e la chiesa collegiata non si esimevano.

Sensibilizzato il parroco, in breve tempo Chiesa e Comune si rifecero il maquillage ristrutturando e ridipingendo completamente le relative costruzioni ed in breve tempo tutte le altre abitazioni private presenti sulla piazza seguirono l’esempio, ben presto generalizzato a quasi tutto il centro storico, che ora appare una gradevole bomboniera.

Dunque il primo passo è munire tutti gli edifici comunali, il palazzo, gli uffici, le scuole, i centri sportivi ecc. di impianti solari e fotovoltaici e solo dopo procedere ad una capillare sensibilizzazione dei cittadini, fornendo loro informazioni adeguate e canali di finanziamento, assieme all’identificazione di ulteriori fonti rinnovabili e dei luoghi idonei al loro impianto, nonchè vincolando le nuove licenze edilizie alla presenza di questi impianti.

Inoltre al momento esistono agevolazioni come il Conto energia (DL 387/2003) che premiano l’installazione di moduli fotovoltaici su edifici pubblici rendendo economicamente conveniente per un’amministrazione pubblica investire in fotovoltaico.

CammelloL’applicazione di queste tecnologie e la consapevolezza della loro importanza sono molto più diffusi nel mondo di quanto si creda nel nostro guscio locale.

Che ne pensano tecnici,  Amministratori e Sindaci ?


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarLorenzoGT - 10 aprile 2010

    Innanzitutto cosa penso? Che mi cadono le braccia. :-(
    Questo perchè il tema del risparmio energetico viene ancora visto dagli occhi dei cittadini come una cosa superflua, o “cosa da ricchi”, o, anche se interessante, poco praticabile visti i talvolta eccessivi adempimenti autorizzativi che comporta.
    Caro Andrea, in un solo post sei stato capace di condensare un bel pò di argomenti su cui vale la pena discutere. Andiamo per gradi:
    “Il senso di appartenenza” dei cittadini alla vita della propria comunità:
    Hai fatto l’esempio della città di Bologna, dove i cittadini, dopo aver pulito il loro salotto scendono al pianterreno e puliscono il salotto comune… questo perchè vedono ancora gli spazi pubblici come naturali prolungamenti delle loro abitazioni.
    Nella città moderna, tranne in alcuni casi come può essere quello di Bologna, errate scelte urbanistiche hanno nel tempo reso l’individuo sempre più ghettizzato all’interno dei propri spazi, della propria “gabbia dorata”, anche se arredata con cura. Questo perchè la città è cambiata; basta ad esempio rivedere vecchi film per notare la differenza che c’era nell’uso – e nel godimento – degli spazi pubblici; nella buona e nella cattiva sorte le piazze cittadine (vere e proprie “agorà”) nonchè i bar e le osterie da quattro soldi rappresentavano gli spazi ideali dove si socializzava e si interagiva tra cittadini. Tale fenomeno si può ancora percepire in qualche Centro Storico  e sicuramente nei paesi… ma è totalmente sconosciuto nei nuovi insediamenti urbani, dove la speculazione edilizia ha portato alla costruzione di interi quartieri o invivibili o comunque privi dei necessari spazi dove socializzare. In un’altro articolo che ricalca questa stessa tematica avevo scritto: “Meglio un appartamento nella Palazzina “C”, scala “F” int 23, o un loculo in un complesso non ben definito di villettopoli?” Questa è l’attuale alternativa che un comune mortale si deve porre quando deve acquistare una nuova casa  in un medio quartiere di una grande città: o un appartamento posto all’interno di un “condominio-alveare” oppure una villetta, progettata con la tecnica del copia ed incolla con annesso scantinato e mansarda  abitabili per finta. Al di fuori dei complessi edilizi è terra di nessuno e gli unici momenti di svago e di finta socializzazione avvengono i quei mega centri commerciali che stanno sorgendo come funghi o in alternativa in strutture tipo MC Donalds. Come pretendere quindi che questi cittadini scendano per strada per pulire il nulla?
    2) il risparmio energetico e i Comuni virtuosi
    In base a quanto premesso nel punto 1, dubito che nella nostra Italia il tema del risparmio energetico possa prendere seriamente piede, fatta eccezione per alcuni progetti pilota come quello della Puglia, oppure come quello ovvio del Trentino.
    Perchè? Non c’è cultura da parte di tutti – cittadini ed amministratori – sull’argomento. Si bada unicamente all’apparenza; il cittadino medio, se avesse un tot da spendere per migliorare la propria casa, invece di installarsi un pannello solare o di coibentarla con un cappotto esterno, preferirebbe sostituire magari le tegole con un modello finto-anticato, oppure realizzarsi un bel portichetto – magari abusivamente – che da tanto prestigio, oppure allargarsi per sgraffignare più spazio possibile.
    La normativa attuale – vedi Piano Casa ed ultimamente la deregulation di alcuni interventi edilizi – mira proprio ad assecondare quello che è il volere collettivo. Poco spazio c’è per il risparmio energetico, anche se da qualche anno è possibile godere di detrazioni statali. L’ultima manovra di facciata, introdotta proprio in questi giorni, è stata quella di incentivare l’acquisto di immobili con classe A e B . Peccato che di immobili di classe A e B (ma anche C e D) in Italia ce ne siano pochissimi. In base alla mia esperienza posso dire che sia vecchi che nuovi edifici costruiti con la tecnica edilizia tradizionale (quindi il 99% degli edifici) che ho certificato mi hanno sempre dato come risultato per la stragrande maggioranza la classe G (la peggiore) e talvolta le F e la E.
    Se questo lo sa un insignificante tecnico, lo sapranno bene certamente i nostri governanti che hanno inserito agevolazioni che in pochissimi potranno usufruire.
    I comuni di regola  non si comportano molto diversamente: se installano qualche pannello solare o fotovoltaico non è per la loro sensibilità “verde”, ma è dovuto probabilmente a qualche legge regionale che glie lo impone. Da più ritorno elettorale installare dei pannelli solari su una scuola, che nessuno vede, oppure realizzare il solito marciapiede o il solito giardinetto… o la solita rotatoria?
    Per concludere: non mi dispiacerebbe che si concretizzi quanto hai detto nel tuo post ; ad essere sincero ci credo assai poco… a meno che qualche intervento possa dare un ritorno in termini elettorali, allora diventano sì tutti ecologisti…
    “Lo smaltimento dei rifiuti” :
    Proprio oggi stavo vedendo un video di Beppe Grillo che parlava dello smaltimento delle ceneri provenienti dall’inceneritore di Brescia; ebbene, secondo quanto da lui denunciato, le ceneri di risulta, per risparmiare 9 euro a tir, venivano spedite in Germania, invece di conferirle in strutture esistenti nella stessa regione. Tale comportamento quanto inquinamento produce? Ne è valsa la pena risparmiare quei 9 euro?
    Come si può quindi sensibilizzare un comune cittadino ad un responsabile smaltimento dei rifiuti se poi le stesse amministrazioni comunali non danno il buon esempio?
    “Le energie rinnovabili” :
    Io, tu e una manciata di cittadini riteniamo che queste costituiscano il nostro futuro.
    I nostri governanti – ovviamente – no; il futuro è nelle centrali a carbone (me ne stanno tra l’altro costruendo una a 40km da casa :-(  ) e nel nucleare (forse me ne costruiranno una a 50 km da casa :-( )
    L’eolico e il fotovoltaico invece non vanno bene perchè danno un brutto impatto paesaggistico. Infatti fanno di tutto per scoraggiarlo imponendo procedure e balzelli.
    Caro Andrea, forse ci toccherà emigrare in Germania!
     
     

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  2. avatarbalba - 11 aprile 2010

    Martedi sera in consiglio comunale avremo la comunicazione da parte dell’assessore all’ambiente Andrea Morisi che prenderà il via tra pochissimo tempo l’operazione che cambierà il sistema di raccolta rifiuti a San Giovanni. Si passerà per gradi e percorsi condivisi con la cittadinanza al porta a porta con il duplice obiettivo di 1)aumentare la raccolta differenziata dal 50% attuale al 70% richiesto dai parametri europei 2) diminuire la produzione dei rifiuti che a San Giovanni è veramente alta. Da giugno 2010 si comincerà dalle campagne, mentre capoluogo e frazioni partiranno nel 2011. Nelle “Cronache dal Consiglio” che usciranno giovedì prossimi darò qualche dettaglio in più.

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