Discorsi da comunista

Mi è arrivata la consueta lettera del PD che mi invita come ogni anno a partecipare attivamente alla festa della ex unità.
Nel passato andavo a dare una mano al ristorante tradizionale, un pò per tradizione e un pò per simpatia verso i compagni.
Lo facevo perchè anche se non li conosco profondamente, loro sono le radici della nostra classe lavoratrice, degli operai e contadini persicetani.
Quando ero con loro a dare una mano, spesso mi chiedevano come stava la mamma o il babbo e mi dicevano: “non ti ricordi di me? Io ti ho tenuto in braccio che eri grande così”.

Ricordo che negli anni 70′ quando partecipavo al festival della FGCI, molti di loro c’erano a darci una mano, ma a quel tempo l’aria era molto diversa.
Quelle feste avevano come scopo principale fare politica.
Certo, i ristoranti, la pesca ed i vari stand, servivano ad aiutare finanziariamente il PCI, ma era un fattore secondario.
Non c’erano persone pagate, tutti erano volontari e…creativi.
Ogni anno c’erano cose nuove, si cambiava la disposizione degli stand, si pitturavano nuovi cartelloni sempre più giganteschi con le immagini del “CHE” o di Berlinguer o di Allende.
Ma più di tutto si parlava di politica. Non solo nei dibattiti o nei comizi, ma anche  tra di noi mentre si lavorava o dopo aver servito al ristorante quando si mangiava tutti insieme gli “avanzi”.

Queste persone non sono cambiate, il cuore è sempre quello. Il cuore dell’antifascismo, delle lotte bracciantili, del ricordo dei morti persicetani che si sono battuti per la libertà.
Gli ultimi anni che sono andato a dare una mano ero ormai distante dal PD e andavo solo per aiutare i compagni.
Inutile dire quanto sia cambiato tutto quanto. Ormai i volontari scarseggiano e di fatto lo scopo principale sta nella competizione fra ristoranti a chi incassa di più.
So che loro ormai preferiscono far finta di niente. Se provavo di fare una critica al partito, non lo difendevano ma preferivano cambiar discorso.
Ciò che li spinge a continuare non è più lo scopo politico. Ma la festa in sè, lo stare ancora insieme, come dire: “che il partito faccia quello che vuole, noi siamo sempre qui.”
Voglio bene a tutti questi compagni, ma non riesco più ad andare ad aiutarli.

Nella lettera di invito c’era (come sempre) la parola “compagno”.
Eppure da anni il PD ha rinnegato questa parola. E’ stata persino messa in discussione in SEL.
Oggi la parola “compagno” viene inteso più come “bolscevico-mangia bambini-ammazzapreti”.

Cosa significa compagno? IL “compagno” è qualcosa più grande di “amico”.
Di un amico ti fidi perchè lo conosci profondamente ma un compagno, anche se non lo conosci di persona è qualcuno che sai condividere il tuo pensiero, qualcuno a cui dài del “tu” anche se è il presidente della Repubblica.
Posso dare del “tu” ad una autorità del PD non conoscendolo personalmente? Una volta lo facevo spontaneamente…e ora?

Tanto per dire l’ultima, mentre il paese sprofonda e la gente si suicida, sono Solo sette i senatori del Pd che hanno votato per ridurre le pensioni d’oro.

Come potrei dare del compagno a Fioroni, o Enrico Letta, o Chicco Testa?
Pensa un pò, Chicco Testa è stato l’ultimo sostenitore del nucleare. Tutti gli altri avevano smesso, compresi i servi del nano. c’era rimasto solo lui.

Se tu chiedi ad un rappresentante del PD come mai ci sono queste divergenze interne, ti risponderà che il partito ha molte anime, che è un partito nato da poco, che c’è libertà e democrazia.
Se domani uno del PD propone di cancellare l’articolo 18 o di ripristinare la pena di morte cosa ci diranno, che è solo una delle molte anime del partito?


Commenti
Sono stati scritti 7 commenti sin'ora »
  1. avatarAlessandra Tricolore - 6 maggio 2012

    Già pare abbiamo oramai rinnegato tutto, tranne la bugia che il PD è un partito di sinistra. Se i suoi elettori, nonostante sia palese, si accorgessero che sono una massa di democristiani raccattati beh forse farebbe la fine dell’UDC e allora meglio far credere cose aliene :mrgreen:

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  2. avatarLauro De Bosis - 6 maggio 2012

    Cosa significa compagno? IL “compagno” è qualcosa più grande di “amico”.Di un amico ti fidi perchè lo conosci profondamente ma un compagno, anche se non lo conosci di persona è qualcuno che sai condividere il tuo pensiero, qualcuno a cui dài del “tu” anche se è il presidente della Repubblica.

    Non mi ero mai soffermato su questa parola, grazie per avercela descritta in questa bella maniera. 

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  3. avatarFausto Cotti - 6 maggio 2012

    :-)

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  4. avatarGabriele Tesini - 7 maggio 2012

    Ottimo Fausto, condivido quello che dici, anche io ho fatto la stessa cosa e ho smesso per le stesse ragioni.

    COMPAGNO? Ma non era quello del banco di scuola? :roll:  

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  5. avatarFausto Cotti - 7 maggio 2012

    E’ un bel problema Gabri…forse “compagno” se lo dicevano i comunisti perchè i fasci si dicevano “camerata”. Solo che camerata deriva dalla caserma mentre appunto compagno sa molto di scuola.

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  6. avatarAndrea Cotti - 8 maggio 2012

    Tranquillo Fausto, quelli lì che hai elencato non sono mica compagni eh.

    Non sono neanche dei (mi si perdoni il francesismo alla Bonazzi) cumpàgn dal càz, quelli che mentre noi piantavamo dei pali alla festa dell’Unità o distrubuivamo l’Unità la domenica mattina, loro se la tiravano e facevano i fighetti.

    No, quelli son proprio i complici dei malviventi che han devastato l’Italia in quest’ultimo ventennio. Na cosina da poco insomma.

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  7. avatarFrancesco Ziosi - 9 maggio 2012

    Fausto, questo l’avevo perso, è un post bellissimo. Grazie. 
     

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