Persiceto: dialisi e non solo

Stamattina sono andato alla inaugurazione del nuovo centro Dialisi.
Mi spingeva sia il medico – che sia pure da pensionato è ancora  me – sia il cittadino che, per poter farsi una opinione non solo mediata, vuole “toccare con mano” quello che accade.

All’arrivo la scena mi appariva come già vista tante altre volte: addetti ai lavori con la faccia di circostanza, curiosi e basta, curiosi per cogliere le critiche da fare, curiosi per cogliere gli aspetti positivi, la platea con sedie ordinate, in fondo il tavolo delle autorità  e oggi erano tante !

Confesso il primo pensiero è stato che noia rivedere il solito copione, spero facciano presto per poi salire a visitare il reparto, ma non è stato assolutamente così.
La inaugurazione è stata l’occasione per trasmettere alcuni concetti che ritengo assolutamente condivisibili e in cui l’esempio della dialisi si presta benissimo; riassumiamoli rapidamente per punto.

–  E’ in corso un profondo cambiamento del bisogno assistenziale e quindi l’organizzazione sanitaria deve radicalmente cambiare.
Le migliori condizioni di vita, la tecnologia, la ricerca scientifica hanno aumentato  rapidamente la durata della vita, le patologie curabili in assoluto o senza necessità di ricovero ospedaliero, ma per contro è aumentata la cronicità di tante situazioni cliniche, in poche parole si vive molto di più, ma quadri clinici fino ad alcuni anni fa incurabili oggi si stabilizzano in cronico.
Ecco allora che come detto tante volte, ma non sufficientemente inteso: meno ospedali per acuti più assistenza territoriale, più prevenzione.
Ecco allora che le “mura” della nostra struttura per il nostro bene non debbono più contenere un ospedale come lo intendavamo fino a pochi anni fa, ma una offerta sanitaria che dia risposta in termini di cronicità e prevenzione, ad altri contesti a noi comunque vicini trattare la patologia medica e chirurgica  acuta. Una struttura come la Dialisi si inserisce perfettamente in questo contesto facendo rimanere nel territorio pazienti critici

– Razionalizzazione, non risparmio, è stato detto ripetutamente e devo dire anche con estrema forza dal Presidente della Regione: in Italia e in Emilia Romagna abbiamo storicamente una delle migliori sanità al  mondo spendendo molto meno di altri; il nostro compito ora non è fare ulteriori risparmi, ma razionalizzare le risorse superando le comprensibili resistenze dei dubbiosi.

– Terred’acqua non deve essere una manovra di immagine ma una cornice di contenuti.
La Dialisi ne è un esempio, una struttura di Terred’acqua per tutti i cittadini di Terred’acqua. Non sarebbe stato possibile (tecnicamente non economicamente!) realizzare un’opera come questa se si fossero fatte più sedi.
Parliamo di Dialisi, ma questo può interessare anche strutture e organizzazioni di settori completamente diversi.

– Operatori sanitari: chi lavora in sanità fa inevitabilmente un lavoro diverso;  ci si  rapporta non solo con lo Stato datore di lavoro, ma anche col cittadino che ti chiede aiuto e che un giorno potresti essere tu o un tuo caro.
Umanizzazione è un “quid” in più che deve esistere e che strutture come questa richiedono e facilitano.
Non è buonismo, ma consapevolezza che deve avere chi decide di fare questa scelta di vita e parimenti deve avere la società quando a vario titolo si rapporta con il mondo della sanità.
Se questo non avviene il fallimento è assicurato e tutti, da malati e non, ne subiremo le conseguenze.

– Presa in carico anticipata delle persone affette da insufficienza renale progressiva. E’ un progetto Regionale di Prevenzione della insufficienza renale  progressiva. Cosa significa  ?
Significa che il Medico di Famiglia sulla base di criteri stabiliti dalla ricerca scientifica attuale definisce quali sono i suoi assistiti a rischio di insufficienza renale progressiva, li invia al consulente nefrologo e assieme a lui ne segue l’evoluzione.
Questo percorso facilita il paziente, razionalizza l’iter diagnostico terapeutico con miglioramento del risultato: nel 2006 erano 763 i cittadini della nostra regione che entravano in dialisi, nel 2012  sono calati a 558.
Presa in carico non riguarda solo i nefropatici, ma tanti altri quadri clinici: ecco un altro esempio di cosa si intende per cambiamento della sanità.

Concetti importanti , molto importanti
Tutto bene allora ?  No, certamente vi è tanto lavoro da fare, ma questa è la strada, non Ospedale SI’ ospedale NO, secondo modelli che fortunatamente sono stati superati!

E il reparto ?
La tecnologia è di alto profilo, l’aspetto non allontana anche se  è pur luogo di malattia, il resto lo facciamo noi nei diversi ruoli: cittadini sani, ammalati, operatori sanitari, amministratori.
Un passo avanti per Persiceto, anzi noi per TERRED’ACQUA,  grazie a chi ci ha creduto e ora continuiamo nel cambiamento possibile e necessario.


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