Così, tanto per ricordarci chi è l’individuo
Ultimo aggiornamento: sabato, ottobre 27, 2012
“Rio bo, biancaneve, è una congiura, Romolo e Remolo, giuro sulla testa dei miei figli, è un paese di merda, mi sacrifico per il bene del paese, magistratura comunista “.
I Giudici: “propensione a delinquere” per il puttaniere e lo condannano a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione ai pubblici poteri.
Da ieri dunque è ufficialmente un delinquent e.
Dopo 18 anni di contorcimenti e di uso strumentale del Parlamento e delle leggi per fermare la Magistratura, che lo inseguiva dalla tangentopoli del 1992, assieme a Craxi, Forlani & Co. ma sempre bloccata da leggi ad personam, depenalizzazioni su misura e prescrizioni (debitamente accorciate sempre ad personam), la Giustizia ricomincia finalmente a fare il suo corso.
L’uomo è noto per aver avviato la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell’edilizia ottenendo una fideiussione dalla Banca Rasini, indicata da Michele Sindona e in diversi documenti della magistratura come la principale banca usata dalla mafia nel nord Italia per il riciclaggio di denaro sporco e fra i cui clienti si potevano elencare Totò Riina, Bernardo Provenzano e Pippo Calò. Forte poi di ulteriori finanziamenti occulti, provenienti da conti svizzeri alla Fininvest negli anni 1975-1978, dalla fondazione all’articolazione in 22 holding (i quali ammontavano a 93,9 miliardi di lire dell’epoca) sbancò e si appropriò di Rete 4 e Italia 1.
Nel 1993, in piena tangentopoli, inseguito dai Giudici per diversi reati tra cui la mega tangente a Craxi e la corruzione di Giudici, e praticamente fallito con le banche che lo inseguivano per £. 4 mila miliardi di deficit (presentava 6 mila miliardi di £. di debiti a fronte di un capitale inferiore ai 2 mila miliardi), l’articolo scende in campo .
Sta al governo 9 mesi (fatto poi cadere dalla Lega). Alla fine di quel pur breve periodo, il suo capitale presenta un attivo di 4 mila miliardi; in soli 9 mesi di Governo è riuscito a far cambiare posto a 8 mila miliardi di lire: dalle tasche dei cittadini alle sue.
Il resto è cronaca … da non dimenticare.
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È una festa come a Capodanno o carnevale. I cittadini l’hanno pedinato tutta la giornata accompagnandolo nei suoi spostamenti con cori di slogan e insulti: ‘buffone, vattene a casa… a casa, a casa buffone, via la mafia dallo stato’, proprio come al Raphael di Craxi il 30 aprile 1993. E la rabbia, incontenibile, stasera si sfoga liberatoria su tutta la sua cerchia di ruffiani. Straquadanio e Nitto Palma ricevono la loro dose di ‘buffone’. Fitto, Lupi e Cicchitto sono sommersi di fischi. Qualcuno indica alla Meloni di dedicarsi al ‘bunga bunga’. E loro, stupiti, perdono le staffe: Sacconi saluta col dito medio e Formigoni fa lo stesso, aggiungendo però le corna. Anche la Carfagna reagisce alle critiche di una donna sul retro di Palazzo Grazioli.
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Al Quirinale il differentemente alto entra dall’ingresso principale e la folla è incontenibile, preme sulle transenne e cerca di farsi sentire dall’asfaltato dimissionato. Il grido quasi unanime è uno: «Buffone, mafioso, in galera». Poi arriva la notizia, liberatoria e definitiva, quella più attesa dai cittadini: il Buffone si è dimesso .
Ma l’ormai ex premier non affronta più l’entusiasmo dei cittadini acclamanti , e difatti fugge da una porta secondaria e scompare nella notte romana. Non ha così la possibilità di rivedere il cartello «Game over» che campeggia sulla facciata del Quirinale, che da l’ultimo affettuoso saluto, all’imputato-deputato Berlusconi Silvio.
In questo ultimo anno fuori dal governo, (e pure negli ultimi precedenti) alla deriva nel mare tempestoso degli impetuosi eventi principalmente del suo lacerato-lacerante partito, il delinquente ha mostrato reazioni incontrollate e scomposte miste a sortite allucinanti, cambiamenti di rotta improvvisi e proposte assurde, e poi i minacciosi anatemi ripetitivi, dando la chiara impressione del suo stato di stordimento e di incoerenza totale, come un pacchettino galleggiante sballottato nella stiva d’una nave naufragata alla deriva, che imbarca copiosamente acqua dalle falle del suo fasciame disfatto.
È apparsa evidente la disastrosa disgregazione del Pdl, ed è pure apparso evidente che il Padrone e Capo Supremo di quel partito non era più in grado di comandare nulla e nessuno, così come altrettanto evidente è apparso che nessuno lì dentro era in grado di sostituirlo. Il partito di fatto autosbranato ed imploso, nulla più come prima e non vedremo mai più questo Pdl.
Quei pozzi avvelenati, dalla giustizia alla Rai
Per molto tempo rimarrà tra noi come categoria dello spirito, perchè durante questo ventennio ha terremotato l’apparato statale infilandovi dentro la Lega antistatale e secessionista. Dalle abitudini al linguaggio, ha “smontato” lo Stato.
” Per molto tempo rimarrà tra noi come categoria dello spirito. Ecco perché ci vorrebbe una banca centrale della civiltà per commissariare il Paese dove Berlusconi “ha tolto l’aureola a tutte le attività fino a quel momento rispettate e piamente considerate. Ha trasformato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l’uomo di scienza in salariati da lui dipendenti”.
Dunque neppure nello storico giorno in cui è stato accompagnato fuori con il suo grumo di rancore invincibile e lo sguardo per sempre livido, è stato possibile accorarsi e simpatizzare. Non c’è da intonare il requiem di Mozart o di Brahms per l’uomo più ricco d’Italia che ha comprato metà del Parlamento e ha ordinato di approvare almeno 25 leggi ad personam. E ha terremotato lo Stato infilandovi dentro la Lega antistatale e secessionista. E mentre i suoi ministri leghisti attaccavano la bandiera e l’unità dello Stato, Berlusconi organizzava la piazza contro i tribunali di Stato, la Corte costituzionale, il capo dello Stato. Anche il federalismo non ha preso, come negli Usa e in Germania, la forma dello Stato ma dell’attacco al cuore dello Stato. Avevamo avuto di tutto nella storia: mai lo statista che lavorava per demolire lo Stato. Quanto tempo ci vorrà per rilegittimare i servitori dello Stato, dai magistrati ai partiti politici, dagli insegnanti ai bidelli ai poliziotti senza soldi e con le volanti a secco?
E quante generazioni ci vorranno per restituire un po’ di valore all’università, alla scuola e alla cultura che Berlusconi ha depresso e umiliato: contro i maestri, contro gli insegnanti, contro tutti i dipendenti pubblici considerati la base elettorale del centrosinistra, e contro la scuola pubblica, contro il liceo classico visto come fucina di comunisti. E ha degradato la più grande casa editrice del Paese a strumento di propaganda (escono in questi giorni i saggi di Alfano, Sacconi, Bondi, Lupi….). Ha corrotto una grande quantità di giornalisti come mai era avvenuto. Ha definitivamente distrutto la Rai affidata ad una gang di male intenzionati che hanno manipolato, cacciato via i dissidenti, lavorando in combutta con i concorrenti di Mediaset. E con i suoi giornali e le sue televisioni ha sfigurato il giornalismo di destra che aveva avuto campioni del calibro di Longanesi e Montanelli. Con lui la faziosità militante è diventata macchina del fango. Testate storiche sono state ridotte a rotocalchi agiografici. E ha smoderato i moderati, ha liberato i mascalzoni dando dignità allo spavaldo malandrino, ai Previti e ai Verdini, ai pregiudicati, e c’è un po’ di Lavitola, di Lele Mora e di Tarantini in tutti quelli che gli stanno intorno, anche se ora li chiama traditori. Berlusconi, che fu il primo a circondarsi di creativi, di geniacci come Freccero e Gori ha umiliato la modernità dei nuovi mestieri, della sua stessa comitiva, l’idea di squadra che all’esordio schierava a simbolo Lucio Colletti e alla fine ha schierato a capibranco Tarantini, Ponzellini, Anemone, Bisgnani, Papa, Scajola, Bertolaso, Dell’Utri, Verdini, Romani, Cosentino. Eroi dei giornali di destra sono stati Igor Marini e Pio Pompa. I campioni dell’informazione berlusconiana in tv sono Vespa, Fede e Minzolini. Persino il lessico è diventato molto più volgare, il berlusconismo ha introdotto nelle istituzioni lo slang lavitoilese, malavitoso e sbruffone. E’stato il governo del dito medio e del turpiloquio, è aumentato lo ‘spread’tra la lingua italiana e la buona educazione.
E la corruzione è diventata sacco di Stato e basta pensare agli appalti per la ricostruzione dell’Aquila, assegnati tra le risate della cricca. Berlusconi ha dissolto “tutti i tradizionali e irrigiditi rapporti sociali, con il loro corollario di credenze e venerati pregiudizi. E tutto ciò che era solido e stabile è stato scosso, tutto ciò che era sacro è stato profanato”. Persino la bestemmia è diventata simonia spicciola, ufficialmente perdonata dalla Chiesa in cambio di privilegi, scuole e mense. Toccò, nientemeno, a monsignor Rino Fisichella spiegare che, sì, la legge di Dio è legge di Dio, ma “in alcuni casi, occorre “contestualizzare” anche la bestemmia”. E quanto ci vorrà per far dimenticare la diplomazia del cucù e delle corna, lo slittamento dal tradizionale atlantismo verso i paesi dell’ex Unione Sovietica, la speciale amicizia con i peggiori satrapi del mondo?
E mai c’era stata una classe dirigente maschile così in arretrato di femmina verrebbe da dire con il linguaggio dell’ex premier: femmina d’alcova, esibita e valutata come una giumenta, con il Tricolore sostituito con quella grottesca statuetta di Priapo in erezione che circolava – ricordate? – nelle notti di Arcore. Persino il mito maschile della donna perduta e nella quale perdersi, persino la malafemmina italiana è stata guastata da Berlusconi, ridotta a ragazza squillo della politica: l’utilitaria, il mutuo, seimila euro, l’appartamentino, un posto di deputato e forse di ministro per lucrare il compenso – “il regalino” – agli italiani. Lo scandalo del berlusconismo non è stato comprare sesso in un mondo dove tutto è in vendita ma nel pagare con pezzi di Stato, nell’uso della prostituzione per formare il personale politico e selezionare la classe dirigente. E non è finita: se la prostituzione ha cambiato la politica, anche la politica ha cambiato la prostituzione. La Maddalena ha perso la densità morale che fu una forza della nostra civiltà, è diventata la scialba ragazzotta rifatta dal chirurgo ed educata dalla mamma-maitresse a darla via a tariffa.
Il berlusconismo è stato l’autobiografia della nazione per dirla con Croce, non un accidente della storia. Non basta certo una giornata solennemente normale per liberarcene. C’è bisogno di anni di giornate normali. E per la prima volta non saranno gli storici a mettere in ordine gli archivi di un’epoca. Ci vorranno gli antropologi per classificare il berlusconismo come involuzione della specie italiana, perché anche noi, che siamo stati contro, l’abbiamo avuto addosso: “Non temo il Berlusconi in sé – cantava Gaber – ma il Berlusconi in me”. ”
La storia di Berlusconi Berlurepubblica (1993-2011): Caduta del governo Berlusconi 5 puntate
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E poi …
Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Per un nuovo miracolo italiano. L’Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. La rivoluzione liberale. Il Polo delle Libertà. Il decreto Biondi. Vendo le mie tv. Golpe giudiziario. Giuro sulla testa dei miei figli. Lasciatemi lavorare. Sono l’unto del Signore. Ribaltone. Scalfaro è comunista. Con Bossi mai più nemmeno un caffè. Mai detto che sono l’Unto del Signore. Dini è comunista. Il popolo è con me. Prodi utile idiota dei comunisti. Visco Dracula. Toghe rosse. D’Alema è comunista. L’amico Massimo. La Costituzione è comunista. La grande riforma della Costituzione. La Casa delle Libertà. Il premier non ha poteri. La grande riforma della giustizia. L’amico Vladimir. L’amico George. L’amico Muammar. Gheddafi leader di libertà. Nessun condono. Concordato fiscale. Scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. Letta è una benedizione di Dio. Romolo e Remolo. All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. La proporrò per il ruolo di kapò. Turisti della democrazia.
L’Islam civiltà inferiore. Meno tasse per tutti. Tutta colpa dell’euro. La mafia, poche centinaia di persone. Grandi opere. Sono stato frainteso. Tutta colpa delle torri gemelle. Lei è meglio di Cacciari, le presenterò mia moglie. Il circuito mediatico-giudiziario. Fede è un quasi eroe. L’amico Bossi. Uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti. L’amico Pollari. Le rogatorie. La Piovra rovina l’Italia all’estero. L’amico Pompa. Il falso in bilancio. Mangano si comportava bene, prendeva la comunione nella cappella di Arcore. La legge Cirami. Dell’Utri è perseguitato. Legittimo sospetto. Previti è perseguitato. Il lodo Maccanico. Il Ponte sullo Stretto. Il lodo Schifani. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po’ più uguale degli altri. Ciampi è comunista. Il decreto salva-Rete4. I poteri forti. La legge Gasparri. L’Economist è comunista. Che ne direbbe di una ciulatina? I direttori dei giornali devono cambiare mestiere. Bertolaso uomo della Provvidenza. La legge Cirielli. Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sempre stato assolto. La stampa estera copia da Unità e Repubblica. Napolitano è comunista. Giustizia a orologeria. L’amico Minzo. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana.Telekom Serbia è tutta una tangente.
I brogli di Prodi. La commissione Mitrokhin. La giusta amnistia. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi. Sarkozy ha imparato da me. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani. Il Popolo delle Libertà. Obama abbronzato. Il miracolo della ricostruzione dell’Aquila. Evadere è un diritto naturale che è nel cuore degli uomini. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo dei tombeur de femmes. Il Family Day. Che fate, ragazze, mi toccate il culo? Mille giudici si occupano di me. Agostino,trova una parte ad Antonella:è impazzita, racconta cose in giro. Lodo Alfano. La Consulta è comunista. Legittimo impedimento. Partito dell’Amore e sinistra dell’odio. Il padre di Noemi autista di Craxi. Prescrizione breve. Mai frequentato minorenni. Le mani nelle tasche degli italiani. La signora Lario mente. Processo breve. Vedi, Patrizia, tu devi toccarti. La privacy. Processo lungo. Candido Lampedusa al Nobel per la Pace. Caro dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Ruby nipote di Mubarak. Non chiamo Gheddafi per non disturbarlo. La legge anticorruzione. La mia fidanzatina. Siamo tutti intercettati. Solo cene eleganti. Riformare le intercettazioni. Pagavo Ruby perchè non si prostituisse. La rapina Mondadori. L’amico Lavitola. Me ne vado da questo Paese di merda. Il miglior premier degli ultimi 150 anni. Culona inchiavabile. L’amico Gianpi.Faccio il premier a tempo perso. La maggioranza è coesa. Ho i numeri alla Camera. Traditori.
Mi dimetto. … Democrazia finita, così non si va avanti, sto pensando ad espatriare.
Sic transit gloria immundi .
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