Condannato Sindaco di Cento: corruzione

L’ex sindaco di Cento è stato condannato a due anni per aver comprato i voti in consiglio comunale

Il giudice lo ha ritenuto colpevole  e il Berlusconi centese (come era definito) Flavio Tuzet è stato condannato a due anni e un mese per istigazione alla corruzione e minacce. Un anno e quattro mesi per gli altri due imputati, il consigliere della lista di centrodestra di Rinascita Centese Alessandro Gennari e l’imprenditore Marco Ferrari, vicino agli ambienti dello stesso gruppo politico.

I fatti oggetto di dibattimento risalgono a marzo 2008, quando Tuzet era a capo della giunta da due anni e improvvisamente i tre consiglieri di Rinascita centese gli tolsero l’appoggio. Si aprì lo spettro del commissariamento e iniziarono ad essere offerti posti nei Cda di aziende partecipate e di poltrone in Consiglio Provinciale.

Tra gli altri, ad Arturo Orlandini, sfidante dello stesso Tuzet al ballottaggio per il centrosinistra, fu affidata improvvisamente la carica di Presidente del Consiglio Comunale,  dopo che votò a favore di Tuzet.  Ma Rudi Rodolfi di Rinascita Centese non ha ceduto alle tentazioni ed anzi ha registrato lo offerte ricevute dal sindaco e le ha portate ai carabinieri.

Ma Tuzet andò oltre e, durante una riunione con esponenti dell’opposizione, arriva a minacciare di licenziamento la madre (dirigente del settore ragioneria del Comune di Cento) di Carlotta Gaiani (allora consigliere comunale del Pd e oggi assessore alle Attività produttive della Provincia di Ferrara)  se non avesse accettato di sostenere la posizione del Sindaco.

Un quadretto decisamente mortificante, tipico d’altronde del modo di “fare politica” del berlusconismo.

Temo che anche a Persiceto, conoscendo un po’ gli elementi, in caso di vittoria di quello schieramento alle prossime elezioni comunali, ci troveremmo presto a dover far fronte alle stesse problematiche, e a quello stesso stile di “politica” che non possiamo certo definire di destra (che alcuni di noi considerano parimenti dignitosa alla sinistra) ma solo un’accozzaglia di malfattori.

Ed è un timore tutt’altro che remoto questo.

A Persiceto il Partito Democratico lavora forse nel migliore dei modi possibili, praticamente da sempre. Esprime ed ha espresso Sindaci ed Amministratori bravi ed onesti, capaci di rendere il nostro un Comune modello.
Ma questo lavorare bene, a livello politico evidentemente (e da tempo) non è più sufficiente. E’ un PD quello persicetano che vanta ampie presenze giovanili ma che di fatto non riesce a muovere nè a coinvolgere, salvo casi isolati, e nelle riunioni ed assemblee, anche quelle che contano come le ultime Primarie 2008, l’età media dei partecipanti è di 70 anni.  Un partito insomma che non riesce a parlare ai giovani i quali, disgustati dai leader Pd nazionali, non solo non partecipano alle iniziative, ma si astengono infine dal voto.

E sono tutti voti potenziali di sinistra.
Voti che non vengono intercettati e che mancano; guardiamo i risultati elettorali degli ultimi anni a Persiceto:
* Elezione Paola Marani -2004- voti 10.156
* Elezione Renato Mazzuca -2009- voti 9.098
* Elezione Vasco Errani -2010 – voti 8.005

Il Pd perde 1000 voti a botta e su questa strada presto il Comune [il nostro gioiello, la nostra isola felice… casa nostra !!!] verrà consegnato alla teppaglia affarista e mascalzona leghista-berlusconiana.

Non ad una destra liberale ed europea, legale e professionale che rispetteremmo, ma ad una manica di turlupinanti imbroglioni.

E allora tocca fare politica, quella vera, anche qui nel nostro Comune.
Per far arrivare ai giovani un progetto fresco e pulito e l’intenzione di voler guardare avanti, e spiegare ai nostri vecchi (le nostre truppe cammellate) che non si può continuare ad appoggiare la vecchia casta Pd, perchè come insegnavano ai quadri intermedi fin dal PCI, fin dalle prime scuole di partito, “il primo compito di un dirigente è creare la sua alternativa”.


Commenti
Sono stati scritti 6 commenti sin'ora »
  1. avatartiziana ferrari - 11 novembre 2011

    La riflessione è ottima, i giovani si rifiutano di votare e non ci vuole molto a capire che non è la loro indifferenza (che non esiste) ma l’indifferenza di chi dovrebbe rappresentarli il vero problema dell’Italia. I giovani sono colti perchè abbiamo insegnato loro che dovevano studiare e capire le cose per non essere truffati, loro non accetteranno mai di fare come la classe dei pensionati che vota quello che il partito gli dice di votare… i giovani pensano, vedono, parlano, conoscono e non hanno intenzione di lasciarsi imbrogliare, per questo a mio avviso si allontanano dalla politica in generale e dal PD in particolare. Il discorso locale è differente, ma se non si cambia al vertice si è destinati a finire con un pugno di voti.
    Per quannto riguarda l’ex sindaco si Cento non c’è nulla di nuovo per me, andate a fare un giro la domenica in piazza a Cento, ci sono persone di “UNIRE LA SINISTRA” gentilissime  e attivissime che vi spiegheranno bene molte cosine… per esempio i leghisti che venivano direttamente dal Veneto/Lombardia a picchiare gli immigrati (fatti mai denunciati, ma che tutti conoscono) ovviamente chiamati da qualcuno…
    e Cento è qui proprio di fianco a noi!

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  2. avatarFrancesco Ziosi - 11 novembre 2011

    Caro Andrea, perfetto: a parte la “pari dignità” di destra e sinistra su cui sai che abbiamo idee diverse. Poco da fare: il PD in Emilia Romagna sta perdendo il suo appeal alla velocità della luce: Grillo 10 % a Bologna con una campagna elettorale da 4000 euro dovrebbe far riflettere un po’ di più. Senza entrare in una questione che ci porterebbe lontanissimo, dico tre cose: 

    1- Il PD locale si presenta come un luogo parecchio noiosino in cui si entra solo se si ha voglia di applaudire il capo. Poi magari il capo ti lascia libero di proporre delle cose, ma la “dialettica” è sempre vista come una roba da rompicoglioni.  

    2- Una prassi amminstrativa ininterrotta porta ad avere contatti prolungati con aziende, interessi, etc… é indubitabile che, a lungo andare, il partito locale si trovi a rendere conto più a questi interessi, che sollecitano il partito su ciò che preme loro, che agli elettori. Anche perché finora, per tradizione, dalle nostre parti ciò che propone il partito è stato sempre approvato in maniera plebiscitaria e senza discussioni: dunque, l’elettorato non fa più “paura”. 

    3 – Il PD dà l’impressione di pensare solo alla sopravvivenza di se stesso senza curarsi di quello che succede fuori. Le perfette parole di Prodi sull’incapacità di “uscire” di Bersani si applicano splendidamente alla situazione del PD a Persiceto e più in generale in Emilia-Romagna. 

    Come se ne esce? Da queste parti ci piace dire che il PD è un’altra cosa rispetto a quello nazionale perché è “concreto” e fa le cose. Secondo me il problema enorme è proprio questo: si scambia la prassi amministrativa con la politica: si dice “io faccio funzionare la baracca e quindi votami”. é una tautologia. Se non si riprende a discutere, ad accettare la critica e il dissenso inevitabilmente si finisce per diventare “la casta”. 

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  3. avatarAndrea Cotti - 12 novembre 2011

    Benvenuta cara Tiziana e grazie ad entrambi per gli ottimi commenti che condivido in pieno e che arricchiscono l’argomento iniziale di interessanti analisi.

    Sinceramente speravo che questi punti di vista fossero commentati dai boss locali del Pd, che qui hanno espresso il loro dissenso alle posizioni espresse nell’articolo.

    Qualcuno di loro (Tommaso Cotti) è anche intervenuto con una certa superficiale quanto abituale durezza, a cui ho risposto qui
    Che vi posso dire … mi sembrano i nostri governanti in TV; guai a contraddirli e per loro tutto va sempre bene. I giovani? … e via una fila di foto che li ritrae felici e beati alle manifestazioni PD. – Saremo stupidi noi che non vogliamo capirlo?

    Circa la “pari dignità” di destra e sinistra caro Francesco, su cui so che abbiamo idee diverse, ti consiglio la lettura di Bobbio: Destra e sinistra, che ti consentirebbe di meglio comprendere cosa intendo per pari dignità tra le due posizioni politiche.  😉

     

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  4. avatarFrancesco Martinelli - 15 novembre 2011

    Ciao a tutti.

    Innanzitutto complimenti per il blog.

    Ho deciso di scrivere perchè mi sento chiamato decisamente in causa da questa discussione.
Io sono uno dei quei ragazzi della famosa e oserei dire ormai gloriosa mozione Marino capitanata dal buon Ziosi. 
Decisamente di sinistra, fatico a volte a ritrovarmi nell’operato del PD. Però vado a votare e credo fermamente nell’operato del PD a livello persicetano. 
Non sono d’accordo con Cecco Ziosi quando scrive:

    Il PD locale si presenta come un luogo parecchio noiosino in cui si entra solo se si ha voglia di applaudire il capo. Poi magari il capo ti lascia libero di proporre delle cose, ma la “dialettica” è sempre vista come una roba da rompicoglioni.”

    Nella mia esperienza personale è successo diametralmente l’opposto. Quando in quella famosa riunione relativa alla votazione per le primarie, feci il mio intervento ad alzo zero su D’Alema (per me il simbolo della casta di sinistra) l’allora segretario del PD persicetano (Maccagnani), mi invitò ad un incontro per capire il mio pensiero e il mio punto di vista. Da allora, tra un viaggio e l’altro, ho partecipato (e per il buon Tartari fin troppo saltuariamente) a riunioni e all’organizzazione di alcuni eventi. E soprattutto mi hanno sempre esortato a dare il mio contributo con un’assoluta libertà di critica e d’iniziativa.

    Le collusioni con il mondo degli affari ci sono e ci saranno sempre (ma lasciatemi dire che è così in tutte le democrazie occidentali e temo sia un difetto intrinseco ad esse), però sinceramente fatico a trovare esempi a livello persicetano che non siano semplici voci di mercato. Se poi andiamo a livello regionale-nazionale, sono il primo a dire che a volte il PD “ha pisciato fuori dal vaso”: vedi caso Penati e, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, la ricandidatura extra statuto di Errani.

    Infine il discorso di Prodi sulla capacità di “uscire” che si può applicare al PD persicetano ed emiliano: sicuramente concordo a livello nazionale, ma per quanto riguarda Persiceto, è un’affermazione a mio avviso ingenerosa. La fondazione dei GD persicetani mi sembra un chiaro esempio della volontà del PD di uscire. Nel 2011 riuscire a coinvolgere una decina di ragazzi tra 17 e 26 anni non è un brutto risultato, anzi! Tutto è migliorabile, ma preferisco pensare in modo positivo e non negativo.

    Preferisco sempre ricordarmi da dove vengo e quanta strada sono riuscito a fare (con bene poche risorse), piuttosto che pensare solo a quanta ne devo fare ancora.

    Infine Cecco sono totalmente in disaccordo con le tue conclusioni: mi verrebbe da dire: ma scusa, non son lì per quello?! Qual è il compito di una giunta se non amministrare al meglio il territorio di competenza?! Io ti voto perché tu amministri al meglio il mio comune. E scelgo te di sinistra perché mi aspetto che agisca (e quindi spenda i soldi pubblici) secondo determinati valori ed ideali.

    Mi sembra che tu dia un po’ troppo per scontata la prassi amministrativa e sottovaluti come questa sia determinata da scelte politiche, perché come e dove allocare le risorse in un budget comunale è una scelta politica (a maggior ragione in tempi di crisi). Magari tutti i comuni d’Italia espletassero al meglio la prassi amministrativa. Poi mi ripeto: tutto è migliorabile.

    Infine anche i dati elettorali che riportate andrebbero esaminati un attimino più approfonditamente. Sul discorso regionale non mi soffermo perché diventerei ancora più prolisso di quanto sono stato, ma tendenzialmente concordo sul fatto che c’è da lavorare.
    Sul dato persicetano bisogna fare dei distinguo. Innanzitutto sarebbe più corretto a livello statistico e politologico comparare i risultati del primo mandato della Marani con quelli del primo mandato di Mazzuca. In secondo luogo, le elezioni comunali dipendono molto dalla personalità e notorietà del candidato: direi che la Marani del secondo mandato aveva raggiunto livelli di stima non indifferenti fra i persicetani. Al contrario Mazzuca era abbastanza sconosciuto quando è stato candidato o quantomeno non aveva la notorietà della Marani del primo o secondo mandato.

    Infine chiudo in tono volutamente polemico: ma tutte queste riflessioni e discussioni non si possono fare dall’interno del PD? Anziché criticare da fuori, non è forse meglio provare a cambiare le cose da dentro? 
    Grazie dello spazio e della pazienza.

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  5. avatarAndrea Cotti - 15 novembre 2011

    Benvenuto caro Francesco M. e grazie per la tue interessanti argomentazioni.

    Sono davvero lieto che tu abbia trovato le condizioni per partecipare attivamente alla vita politica del Pd.

    Come puoi leggere nell’articolo d’apertura, personalmente ritengo (come penso ritengano anche gli altri autori del blog) che a  Persiceto il Partito Democratico lavora forse nel migliore dei modi possibili, praticamente da sempre. Esprime ed ha espresso Sindaci ed Amministratori bravi ed onesti, capaci di rendere il nostro un Comune modello.
    Penso anche (e ho scritto) che quello persicetano sia un PD che vanta ampie presenze giovanili.

    Dunque, pensiamo questo innanzitutto. Mi farebbe piacere notare che queste posizioni venissero tenute presente nei commenti e nelle osservazioni.  :)

    Poi … oltre al tuo caso positivo,  esistono i tanti casi personali che presentano una realtà e problematiche ben differenti da quelle da te esposte.
    Dovrebbero forse essere ignorate?
    Siccome la tua esperienza è stata positiva, e come la tua quella dei tanti giovani che partecipano attivamente alle tante iniziative del Pd, dovremmo forse non più considerare le perplessità che tanti altri giovani espongono a proposito del Pd persicetano?

    Ciò che ci preoccupa è che il bicchiere non sia mezzo pieno, ma che sia già mezzo vuoto e pure in calare.

    E’ questo che ci preoccupa e che vorremmo tentare di discutere.

    E’ quindi benvenuto il tuo messaggio e di quanti altri vorranno esprimersi in senso positivo per il loro coinvolgimento nel Pd locale, ma è a chi non c’è riuscito, ai tanti che pur desiderandolo non hanno trovato le condizioni per inserirsi che vorremmo innanzitutto dedicare questi spazi e il nostro interesse, e con essi aprire e mantenere un dialogo ed un confronto.  (Perchè siamo convinti che … Democrazia è Partecipazione).

    E sarei davvero lieto di poterlo fare assieme.  :)

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  6. avatarFrancesco Ziosi - 15 novembre 2011

    Chicco carissimo, grazie per il tuo commento. 


    La politica “dall’interno” è il luogo della mediazione. Dopo la mozione Marino e dopo alcune chiacchiere con amici – tra cui voi – ho capito che non è il mio luogo. Come sai, non metto in discussione la tua adesione, o quella di Chetti o di chiunque, anzi: bravi, e complimenti per l’iniziativa universitaria dell’anno scorso. Detto ciò, tre chiarimenti: 

    1- Ogni conoscenza si basa sull’ammissione della propria ignoranza, ogni progresso sulla considerazione della propria insufficienza. Dalle nostra parti invece – non solo a Persiceto, credo sia un modo di fare molto diffuso in tutta l’E-R – ci piace molto dire che “è l’una di notte e tutto va bene”, e che questo sia sostanzialmente il migliore dei mondi possibili. Io non sono d’accordo: nel merito (paragoniamoci una volta tanto alla Baviera invece che alla Calabria) che nel metodo. A non volere ammettere le proprie manchevolezze si rischia fortissimamente di fare la figura del sindaco di Genova: muoiono 7 persone per un rigagnolo in piena? “ah ma io avevo fatto tutto eh! l’avevo detto eh! sono i cittadini che non capiscono…” A me piacerebbe un’amministrazione che invece che cantarsela e suonarsela dicesse: “sì, è vero, ci sono un sacco di cose da fare e spesso non sono in grado di farle. però ce la metto tutta, con il massimo dell’onestà”. Ma qui si tratta forse di differenze caratteriali. Io credo che fino all’ultimo attimo della propria esistenza ognuno di noi debba guardare la strada da fare, e non quella fatta.

    2- Non sottovaluto la prassi amministrativa, figurati. Però mi sembra che la guida politica della prassi amministrativa a volte latiti. O quanto meno non è chiara a chi non c’è dentro. Se ci limitiamo al punto di vista pratico, esistono paesi a giunta leghista che sono amministrati splendidamente, forse anche meglio di Persiceto.

    3- E qui secondo me sta il punto: io non credo affatto che il PD debba tesserare tutti i giovani, anzi. Vorrei piuttosto che ci fosse una forza politica di sinistra capace di fare battaglia culturale anche presso le persone che legittimamente non vuole esserci dentro. E questo si ottiene con la chiarezza delle idee, e con nient’altro. Anche a livello locale. E qui entriamo in cortocircuito. Perché a livello locale il PD non è più in grado di fare politica. Perché? Perché la parte politica la gestiscono le segreterie (comunale-provinciale-regionale su fino a Roma: il famoso “centralismo democratico”). E le segreterie sembrano solo interessate all’autotutela, anche perché ad ogni discussione politica seria (scuola pubblica, scelte economiche, politica estera) rischierebbero di saltare per aria. E allora tutto il castello di carte sul fatto che a Persiceto il PD è diverso crolla. Il non vedere quest’assenza di politica vera, il non volersi soffermare sui risultati di Grillo, Pisapia, De Magistris etc… e in piccolo anche i risultati persicetani che citava Andrea, secondo me è molto grave. E credo che il PD dovrebbe porsi questo problema proprio nelle realtà in cui la situazione, all’osso, non è ancora marcia, come ad esempio qui. 

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