Totoelezioni: una pizza in palio

Tutti in campagna elettorale hanno la formula magica da raccontare ai cittadini per uscire dalla grave crisi che ha investito il nostro Paese. Lo stesso Berlusconi assieme ai suoi ritrovati amici (leghisti) giurano e spergiurano che a loro non è da imputare nessuna colpa, anche se ininterrottamente da vent’anni, o quasi, sono stati al governo.

La parola magica, o meglio l’unico specchietto per le allodole di questa campagna elettorale ha un nome, riduzione delle tasse, anzi soppressione delle stesse, prime fra tutte IMU e IRAP.

A chi sommessamente gli chiede dove prenderanno i soldi per compensare queste mancate entrate, rispondono con le formule più bizzarre, sapendo che non sarà possibile mantenere la parola data a meno di non sfasciare letteralmente, e ancora maggiormente, il Paese.

Ancora più grave è che molte delle tasse in oggetto, sono state avvallate, e spesso “concepite” proprio da loro stessi che ora propongono di togliere.

Grave è anche questa campagna diffamatoria messa in atto dal Cavaliere e dalla Lega contro la Germania, con veri e propri “siluri” contro questa Nazione, senza valutare fino in fondo le conseguenze economiche che possono creare per un’economia debole quale è la nostra, facendo finta di non conoscere quel detto, che chi semina vento, prima o poi raccoglierà tempesta.

Grave è anche pensare di potere uscire dal tunnel della recessione senza la partecipazione di tutti gli stati della Unione Europea, facendo credere che una nostra uscita dalla zona dell’euro, produrrebbe a noi grossi e indiscussi benefici. Pura fantasia.

Ma il populismo, specialmente in questi frangenti paga. Paga il populismo di Berlusconi della Lega e di Grillo.

Abbiamo una grande opportunità con queste elezioni, far emergere una forza laica e progressista, e solo quella del centrosinistra che vede in Bersani il suo leader può offrire questa opportunità.

Bersani e Vendola hanno la reale possibilità di farci uscire da questa spirale di qualunquismo che stiamo vivendo, vogliamo che lo facciano senza promettere false illusioni, sapendo che non potranno essere mantenute, puntando decisamente di volere restare nell’alveo europeo, impegnandosi, come hanno sempre ribadito, di fare ogni sforzo affinché il primo articolo della nostra Costituzione, il lavoro, sia la prima priorità da affrontare e risolvere.

Solo creando lavoro potremo uscire da questo tunnel, solo offrendo occupazione potremo guardare al futuro con più serenità.

Ma ci sono problemi che oggi a meno di due settimane prima del voto, appaiono insormontabili. Come quello che il centrosinistra vinca le elezioni solo in una delle due Camere, quindi non sufficiente per governare da solo il Paese.

In questo caso si dovrà ricercare alleanze ( a meno di non ritornare al voto). Se escludiamo ( e credo sia ovvio) qualsiasi possibilità di dialogo con PDL e LEGA, non rimangono che il Centro di Monti, il populismo di Grillo e il “libro dei sogni” di Ingoia ( libro dei sogni perché è pura utopia che la loro politica possa determinare la guida di un paese).

Personalmente sono rimasto deluso da Monti, la sua “salita” in campo l’ho trovata inopportuna, lo avevo considerato una “risorsa” del paese, (parole di Bersani), sarebbe stato più opportuno si fosse comportato come Cincinnato attendendo la chiamata.

Monti ha voluto mettersi alla guida di questo nuovo Centro, che non si può dire nuovo avendo Fini e Casini ancora in campo, e tutti e tre non intendono fare accordi con Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola, troppa sinistra, troppo radicalismo dicono. A Bersani non resta altro da fare che ribadire il sostegno e la non trattabilità della sua coalizione, quindi Vendola non si discute, anche se i maligni dicono per ora.).

Una cosa allo stato attuale appare più che probabile, se queste due forze (centrosinistra e Centro) non dovessero trovare un’intesa dopo le elezioni, quasi certamente si tornerebbe alle urne. Occorre quindi se vogliamo vincere restando realisti, che avvenga il “miracolo”del riavvicinamento di Monti e Vendola. Come? Monti faccia, politicamente, un piccolo passo avanti verso Vendola, e Vendola, un piccolo passo indietro verso Monti. Entrambi rinuncino ad una piccola parte dei loro programmi.

La politica ammette questi piccoli compromessi se fatti nell’interesse per il bene del Paese. Ottenere il massimo del possibile tra vedute diverse, per non perdere tutto è la regola primaria della politica. In dialetto villico si traduce in: piò che gninta l’è mei poch.

Solo questo significherebbe la fine definitiva del ventennio berlusconiano e del suo populismo. Esiste anche l’opzione Bersani- Grillo, ma personalmente non ci credo.

Per raggiungere questa quadratura del cerchio forse, e sottolineo forse, potrebbe essere di aiuto un certo Menenio Agrippa senatore romano di origini plebee vissuto oltre duemila anni fa diventato famoso per il suo apologo (o favoletta).

 

“Una società organica è come un corpo umano, costituisce un unicum, composto però di parti diverse. Il destino di ogni membro è identico a quello dell’intero corpo, e, piaccia o non piaccia, lo sciopero delle braccia non danneggerebbe solo lo stomaco, che non riceverebbe il necessario nutrimento, ma le braccia stesse che, com’è logico, morirebbero insieme all’organismo tutto. Il servizio reso dalle membra allo stomaco, lungi dal costituire un’intollerabile forma di sfruttamento, giova alle stesse membra che, a loro volta, senza lo stomaco non potrebbero ricevere ciò che gli necessita per vivere. “


Commenti
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  1. avatarGabriele Tesini - 9 febbraio 2013

    Oh, Mauro, ma chi ha scritto l’ultimo pensiero, quello in neretto:roll:

    Perchè se è roba tua, ti promuoverei, e chiedo il conforto anche degli altri componenti il Comitato di Redazione:“Dottore in Anatomia e Stomatologia”, con 10 e lode…, Azzo che roba? Splendido trattato… 😯  

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