Bruno Tabacci

tabacciBruno Tabacci è un vecchio democristiano uscito praticamente pulito da tangentopoli.

La sua carriera politica appare movimentata e ricca di colpi di scena, con diversi cambiamenti di collocazione politica (ma non di posizione), che  non gli hanno mai portato l’accusa di voltagabbana, consolidandogli invece un’immagine di un certo rigore, trasparenza e coerenza politica.

Dal 2001 collabora con la Casa delle Libertà, per la quale è eletto deputato  e si presenta come uno degli esponenti dell’ala “sinistra” dell’UDC,  perseguendo dal 2006 iniziative autonome nell’opposizione al Governo Prodi II.

Subito prima delle elezioni politiche del 2008,  prende atto della scelta di Casini e di Lorenzo Cesa di appiattirsi su posizioni berlusconiane (delle quali era fortemente ostile) cambiando così la linea del partito e con Mario Baccini lascia l’UDC.  Nel tentativo di non consegnare il Paese a Berlusconi, sostiene senza successo il tentativo di un Governo tecnico “di scopo” di Marini. Contemporaneamente si prepara alle imminenti elezioni politiche creando con Mario Baccini e Savino Pezzotta il movimento politico Rosa Bianca, ben smarcato da Berlusconi.

Oramai giunti in prossimità delle elezioni del 13/14 aprile 2008, avviene il clamoroso colpo di scena; Berlusconi sigla con Fini un accordo elettorale che prevede la fusione della Casa delle Libertà e di Alleanza Nazionale nel Popolo delle Libertà, e la completa esclusione dell’Udc di Casini e Cesa, che si trovano così abbandonati a sè stessi a pochi giorni delle elezioni.

Visto il rischio di essere esclusi dal Parlamento per via della soglia di sbarramento al 4%, Casini e Cesa sono così costretti a mendicare un accordo con la Rosa Bianca, raggiunto il quale i due partiti decidono di partecipare insieme alle elezioni politiche del 2008 con uno schieramento denominato “Unione di Centro“.

Bruno Tabacci è  eletto alla Camera ma  il 9 novembre 2009  lascia l’UDC per confluire nel gruppo misto assieme a Francesco Rutelli e Gianni Vernetti del PD.

L’11 novembre 2009 aderisce a Alleanza per l’Italia.

Il 26 maggio 2011, durante la trasmissione di Santoro Annozero, Tabacci si distingue dalla posizione neutrale di Casini sulle elezioni comunali  dichiarando il suo voto per Pisapia Sindaco di Milano.


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarBlog di Andrez » Blog Archive » Bruno Tabacci - 27 maggio 2011

    […] (delle quali era fortemente ostile) cambiando così la linea del partito e con … Leggi tutto: Articoli correlati:Blog di Andrez » Blog Archive » Assieme a Berlusconi cadrà mezzo […]

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  2. avatarcarmengueye - 27 maggio 2011

    C’è quell’adesione al berlusconismo che non si spiega in un uomo come lui, ma ieri [ad Annozero] ha di nuovo confermato il suo valore. 
    Per parlare di Bruno Tabacci occorre mettersi il vestito istituzionale, non lasciarsi andare a uscite da grillini, Salvini o peggio radicali e parlare della politica italiana come fosse una cosa seria.

    Originario del mantovano, classe 1946, egli è un politico di lungo corso, un democristiano nato, un democristiano dentro. Oggi si usa questo aggettivo con scherno, ma quel partito, la Balena Bianca, fu il collante che tenne insieme un’Italia ora sappiamo quanto poco unita e stabile. Una sorta di stupefacente alla buona, che a suon di compromessi, stangatine, elargizioni e spartizioni accontentava un po’ tutti. E se per votarla, usando le parole di Montanelli, bisognava “turarsi il naso”, pare che non fosse gran fatica per gli italiani ancora bonaccioni e un po’ agricoli, quelli del Musichiere, il Rischiatutto e Domenica In. Tanto, ci pensava il divo Giulio a sistemate le cose; una pacca da Nixon, un inchino allo sceicco e una visita al Muro del pianto, e stavamo bene con tutte le casacche.

    Dunque Tabacci , laureato in economia, consulente aziendale e ministeriale (industria, agricoltura), è prima politico locale (noto per gli ottimi rapporti con l’est europeo), poi, dal 1992, di rango nazionale. Passa dalla collaborazione con Ciampi (governo tecnico 1994) al grande salto con la casa delle Libertà nel 2001, passando per incarichi in consigli di amministrazione. Si tratta di un curriculum da prima repubblica, interrotto dallo sgambetto di quegli zuzzurelloni di Mani Pulite, terremoto da cui uscì cristallino: circostanza che ricorda senza compiacimento e solo se i berluscones proprio vanno a grattargli il naso.

    Quell’esperienza però non deve essere passata invano, se il nostro transita nell’Unione di Centro e poi si stacca da Casini per fondare la consociata, ma separata “Rosa Bianca” con l’ex sindacalista CISL Savino Pezzotta, con la quale è stato eletto deputato nel 2008. Ne ha pure per Follini, di cui non apprezza il passaggio al PD. Cattolico di ferro, non prende mai posizioni oltranziste.

    L’uomo sembra aver maturato una crescente insofferenza nei confronti dell’attuale premier. Lo accusa giustamente di tutte le incoerenze di cui si è reso protagonista, come utilizzare Tangentopoli per promettere aria nuova, e poi imbarcarsi tutti i quaranta ladroni come niente fosse; di odiare Di Pietro, dopo aver tentato di comprarlo offrendogli un ministero; di aver riso quando tiravano monetine al suo amico Craxi, perché interessato solo al potere.

    Parole sante, ma inutili con la testa d’asfalto di Arcore. La rettitudine morale dell’onorevole Bruno Tabacci è riconosciuta. Speriamo solo abbia agito in buona fede quando credette in colui che ora disprezza tanto. Nessuno è perfetto.

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