Breve riflessione sul nucleare

Crossover solare nucleare Più si avvicina la data fatidica del referendum del 12 e 13 giugno, più si nota un proliferare continuo di articoli che riguardano ora l’uno ora l’altro dei quattro referendum, tendenti in qualche modo a contrastarlo, screditarlo, strumentalizzarlo. Per quanto riguarda il referendum sul nucleare, fermo restando che di questo argomento già abbiamo parlato in passato, si sono presentate numerose argomentazioni che, sinceramente, non sembrano del tutto conferenti. Ad esempio nel recente dibattito tenuto ad Annozero, per rispondere a Giuseppe Onofrio che ricordava i 4000 bambini contagiati dalle radiazioni a Chernobyl, un esponente del forum per il nucleare con una certa malizia faceva notare che, però, di quei bambini solo 15 erano morti!
Come se l’avere un cancro od una leucemia in conseguenza dell’assorbimento massiccio di radiazioni nucleari forse la massima aspirazione di un essere umano.
Mi pare evidente che questa è la classica argomentazione boomerang, nessun genitore può rimanere indifferente rispetto ad una affermazione così scellerata.

Tra la tante argomentazioni solo una mi è parsa abbastanza seria da meritare un approfondimento ulteriore rispetto a quanto avevo già approfondito in passato sulla materia dibattuta.
Alcuni opinionisti hanno infatti sostenuto, anche di recente, che il costo del fotovoltaico sarebbe ancora superiore rispetto al costo della dell’energia prodotta con il nucleare. Fermo restando che tale argomentazione non è mai stata realmente provata, e in genere i dati forniti a supporto sono piuttosto datati nel tempo, e soprattutto non vengono inseriti nel conteggio i costi occulti del nucleare, cioè l’inquinamento ambientale dato dalle scorie in particolar modo la stessa centrale nucleare che di per sé è anch’essa un’enorme e costosissima scoria quando giunge a fine vita, ma soprattutto il costo delle conseguenze sull’uomo dell’industria nucleare, come Chernobyl ci ha dolorosamente insegnato.
Però il problema merita approfondimento, anche se non è così semplice come potrebbe pensarsi, perché di dati in materia ce ne sono tantissimi, e sono tutti più o meno diversi tra loro. La differenza è data sempre dai sovvenzionamenti statali, che spesso vengono sottratti al bilancio.

Quando si parla di nucleare l’argomento principale in realtà è una contro argomentazione, cioè una semplice domanda che viene posta all’interlocutore: e che facciamo se non costruiamo le centrali nucleari? Forse vogliamo più centrali a gas o a carbone?
Già tale modo di porsi, in considerazione del fatto che il nucleare dovrebbe essere la risposta al gas e al carbone, denota come il nucleare sia un totale fallimento perché non riesce nemmeno ad imporsi come alternativa alle vecchie centrali a gas o a carbone. E del resto che il nucleare sia un fallimento manageriale è evidente se solo si verifica che il picco della costruzione delle centrali si è avuto a metà degli anni ‘80, mentre da quel momento in poi il numero di centrali nucleari costruite nel mondo si è sensibilmente ridotto fin quasi ad azzerarsi ai giorni nostri.
Il punto essenziale, cosa che raramente ci dicono, è che non esiste sufficientemente uranio in natura per alimentare le attuali centrali (figuriamoci se ne costruiamo altre) per più di 30 anni, in natura c’è meno uranio rispetto al petrolio!
Il motivo per il quale spingono sul nucleare, invece, è ben altro, infatti la cosiddetta nuova tecnologia dell’industria nucleare non è altro che una riedizione della vecchia tecnologia con un adattamento a livello di combustibile. Infatti le nuove centrali si differenziano, rispetto alle vecchie, per il combustibile che usano, che è principalmente il cosiddetto Mox.
Il Mox non è altro che una miscela di uranio impoverito e di plutonio, definito anche come la sostanza più tossica conosciuta dall’uomo. Le centrali nucleari di nuova generazione, quindi, sono alimentate principalmente dagli scarti delle armi nucleari smantellate a partire dalla fine della guerra fredda, scarti che se non fossero smaltiti in questo modo finirebbero per gravare sui bilanci delle tante aziende e dei governi che hanno prodotto l’escalation nucleare ai tempi della guerra fredda. Quindi l’industria nucleare di nuova generazione non ha altro scopo che ammortizzare i costi dell’escalation nucleare, scaricando sui cittadini il costo delle armi nucleari che mai i cittadini hanno autorizzato.

Torniamo però all’argomenti costi dell’energia, partendo dalla convinzione che qualsiasi dato sia presentata in questa sede potrebbe essere contrapposto ad altri dati completamente differenti. E partiamo ammettendo, per il momento, che il punto sia vero. Cioè ragioniamo come se fosse vero che il costo dell’energia nucleare sia più basso di quella prodotta dal fotovoltaico.
Bene pensiamoci sopra e cerchiamo di capire cosa c’è di sbagliato in questa argomentazione.

In realtà, non c’è nulla di sbagliato perché se ci pensiamo bene è normalissimo che una nuova tecnologia nel momento in cui entra nel mercato abbia costi più elevati della vecchia tecnologia che va gradualmente a sostituire. È accaduto per tutte le tecnologie, è accaduto per i DVD che hanno soppiantato le videocassette, è accaduto per i televisori LCD che hanno soppiantato i vecchi CRT, accadrà in futuro, se ci arriveremo, per le macchine elettriche che soppianteranno quelle a benzina, e lo stesso ragionamento si può fare per qualsiasi tipo di tecnologia che va a sostituire una tecnologia precedente.
Una qualsiasi tecnologia nel momento in cui entra sul mercato a sostituire una tecnologia precedente se porta da un lato maggiore comodità, sicurezza o comunque qualche miglioramento, dall’altro inizialmente porta sempre maggiori costi, per il semplice motivo che all’inizio, poiché si sono venduti pochi “pezzi”, il costo della ricerca va distribuito su un basso numero di prodotti. Man mano che quella tecnologia si diffonde il costo diminuisce.
Pensiamo ai primi esemplari di smartphone, tanto per parlare di una tecnologia ampiamente diffusa in Italia, i primi esemplari avevano costi proibitivi, eppure nessuno si è mai sognato di sostenere che avremmo dovuto continuare ad usare i vecchi cellulari per questo motivo.
Dovremmo allora fermare tutti gli aggiornamenti tecnologici per motivi di costo? Se fosse così staremmo ancora a viaggiare sui cavalli, che rispetto ad un’auto, quando le prime auto furono introdotte, certamente costavano molto di meno.

Ecco perché non ha molto senso sostenere che il nucleare è più conveniente per fotovoltaico, raffrontando il costo del nucleare col fotovoltaico (che si dice più alto) da un lato, ma quando si parla di inquinamento invece il raffronto viene artatamente fatto con le vecchie centrali a carbone.
Questo è sbagliato, non è onesto intellettualmente, il raffronto va fatto sempre con la nuova tecnologia, il fotovoltaico, che forse (dico forse) adesso costa di più, ma di certo è meno inquinante e pericolosa, anche se il nucleare in fondo ammazza solo 15 bambini su 4000 (che culo per gli altri 3985!!).

Ecco sono queste le domande da porsi, per comprendere realmente cosa c’è dietro la battaglia sul nucleare.
E se a questo punto qualcuno volesse informarsi, ma sul serio, se il costo del nucleare è davvero più basso dell’energia prodotta da fotovoltaico, potrebbe partire da una ricerca dell’agosto del 2010 della Duke University del North Carolina, nella quale si sostiene che per la prima volta nella storia l’energia solare fotovoltaica ha effettuato il cosiddetto crossover verso il basso rispetto ai costi di produzione di energia nucleare. Il crossover si sarebbe verificato a 16 centesimi per kilowattora.

Costi nucleare e solare

Questo elemento è significativo per screditare le argomentazioni di cui sopra, che basavano la comparazione tra costo del nucleare costo del fotovoltaico stabilendo un prezzo del nucleare a 7-8 centesimi e quello del fotovoltaico a 27 centesimi, facendo un raffronto, però, con piccoli impianti fotovoltaici, mentre è ovvio che più gli impianti sono grandi minore è il costo.
Quello che non ci dicono è che il costo di produzione dell’energia nucleare in realtà sono anni che cresce ed è destinato a crescere sempre di più, e non solo perché si è dovuto riadattare l’intera industria nucleare per la scarsità dell’uranio natura, elemento che raddoppiato il suo prezzo negli ultimi quattro anni, in modo da consentire l’utilizzo delle armi nucleari dismesse, ma anche perché col tempo ci si è resi conto dell’impossibilità di smaltire le scorie nucleari, compreso la stessa centrale che rimane per secoli in piedi, controllata giorno per giorno, come la più classica cattedrale nel deserto.

Decadimento scorie nucleari

È evidente che il vero costo del nucleare è prevalentemente occulto per il semplice motivo che se non fosse così ci sarebbe stata la fila di privati per poter costruire delle centrali nucleari, ad esempio negli Usa dove il mercato è liberalizzato. Eppure nessun privato si è fatto avanti.
Oppure in Inghilterra dove la Thatcher provò a sbolognare, il caso di dirlo, le centrali nucleari ai privati, prima svendendole poi dandole gratuitamente, con l’unico obbligo di accollarsi i costi di gestione. Nessun privato si è mai fatto avanti.
Ma allora, se il nucleare è così conveniente, perché il nucleare esiste solo in quei paesi nei quali è lo Stato che paga?
Pensiamo alla Francia, dove le due aziende che costruiscono centrali nucleari sono di proprietà statale, e tra l’altro pesantemente indebitate.
Di contro per il fotovoltaico c’è la fila dei privati che si vogliono inserire nel mercato. E visto che privati tendono a gettarsi lì dove c’è possibilità di guadagno, non è questo l’argomento che dovrebbe farci riflettere?
La soluzione dovrebbe essere ovvia, casomai se problema c’è è quello di evitare che nel nascente mercato per le energie rinnovabili si infilino i soliti noti impedendo una sana concorrenza.


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 6 giugno 2011

    Ottima esposizione caro Bruno.

    Evidenzierei due importanti aspetti di cui abbiamo in parte già trattato a cui gli “esperti”  presenti recentemente nei vari talk show non sanno rispondere:

    * a novembre, alle 7 di sera c’è il picco di richiesta di energia; come poterlo soddisfare con il solare?

    Nessuno in studio ha saputo rispondere.
    E’ ovviamente un allarme strumentale e falso in quanto:

    1. l’energia prodotta in eccesso durante il giorno può essere immagazzinata in batterie che oggi hanno una autonomia senza sole di 7/10 gg. e vista la prossima enorme domanda, saranno via via sempre più efficienti, meno ingombranti e a buon mercato.

    2. esistono già pannelli fotovoltaici che funzionano con la sola luce, anche senza sole.

    3. esistono già sistemi come Desertec capaci di riscaldare fluidi speciali a oltre 700°  conservando  il calore per molti giorni e quindi capaci di generare vapore (e quindi energia) anche di notte.

     

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  2. avatarBsaett - 6 giugno 2011

    In realtà sul punto c’è molta disinformazione. Basta controllare i dati di Terna (stranamente fermi al 2009), dove il picco è di circa 51MW, con una media giornaliera di 40MW. La potenza erogabile a pieno regime sfiora, invece, i 100MW, per cui teoricamente l’Italia è più che autosufficiente.
    Il problema italiano è che durante la giornata alcune centrali vengono spente, altrimenti produrrebbero a vuoto, e poi riattivarle durante le ore di picco non è conveniente economicamente, per cui talvolta si preferisce prendere energia dall’estero (circa il 14%). Queste centrali vengono attivate di inverno, oppure nel caso altre siano in manutenzione. 
    In questo quadro si dimenticano due cose. Primo, una centrale nucleare non può essere spenta. Per questo le centrali nucleari sono attive di giorno e di notte, e quindi se prendiamo energia dall’estero alla fine è spesso energia nucleare perchè queste ne producono sempre (in sovrabbondanza potremmo dire), e questo è il motivo principale per cui a lungo andare quell’energia costa meno (proprio perchè ne è prodotta in quantità superiore al fabbisogno). Ecco perchè talvolta non conviene accendere le nostre centrali e prendere l’energia dall’estero, poichè costa di meno secondo la legge della domanda e dell’offerta.
    Secondo, l’Enel è proprietaria di centrali nucleari (e non) all’estero, per cui parte dell’energia che prendiamo dall’estero di fatto è sempre la nostra (anche se la inseriscono per ragioni propagandistiche nell’energia che compriamo all’estero!).

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  3. avatarCotti Fausto - 6 giugno 2011

    Vorrei ricordare un aspetto che tutti evitano accuratamente. Il fatto che per forza si debba aumentare in modo esponenziale nel tempo la produzione di energia…su questo sono tutti d’accordo.  Ritorno ai concetti espressi nel mio vecchio articolo “ricordate i fricchettoni“.

    L’esigenza sempre maggiore di energia, è  una prerogativa fondamentale del capitalismo e del consumismo, concetti ormai diffusi inesorabilmente a livello mondiale. Una gran parte dell’energia viene utilizzata per produrre beni inutili o rapidamente deperibili, viene sprecata in centinaia di modi diversi che non hanno alcun senso.

    Un esempio eclatante è   Las Vegas, città del tutto inutile che ciuccia miriadi di kilowattora .  Non possiamo immaginare un futuro che si sviluppa in questa aberrante direzione…se non cambia qualcosa a livello mondiale, la nostra razza è destinata all’estinzione.

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