Auschwitz, razzismo e omofobia

La Giornata della memoria è necessaria perchè evidentemente c’è chi dimentica.

Ma c’è anche chi non ha mai saputo o peggio, pur sapendo preferisce pensare ad altro.

Il razzismo e l’omofobia, oggi tanto di moda ed altrettanto diffusi, ma sempre ipocritamente nascosti dietro frasette del tipo “io non sono razzista, però…” (vedi filmato sotto),  trovano spazio proprio a seguito di queste dimenticanze, e rendono possibile il drammatico ripetersi della storia.

Razzista è chi giudica le persone non dal loro comportamento civile ma dalla loro etnia. Così come Omofobo è chi giudica una persona non dal suo comportamento civile, ma dalle sue private abitudini sessuali.

Per il razzista o per l’omofobo si etichettano dunque le persone per “appartenenza” e non per “comportamento“.  Esattamente come fecero i Nazisti, e come fanno oggi i leghisti,  distinguendo, “etichettando” le persone secondo canoni tutti loro e considerando gli etichettati inferiori e successivamente persino eliminabili.

Ma Francesi o Rumeni, zingari o valdostani, omosessuali o italiani, eterosessuali o albini, obesi e anziani, alti e bassi sono malfattori o persone in gamba indipendentemente dalla loro etnia, dalle loro caratteristiche fisiche o dalle loro abitudini sessuali.  E’ quando si vuole mettergli l’etichetta che si diviene razzisti, o omofobi. Che poi, una volta accettato il principio dell’Etichetta sono i mostri a decidere su tutti.

Con il principio delle “etichette” tutto dipende sempre da chi è che le mette e chi le subisce. Abbiamo visto l’esempio del regime nazista, ma ogni tipo di regime ha le sue etichette da imporre. Se ad esempio dovesse arrivare a comandare qualcuno che odia i biondi perchè che so…  “sono devianti in quanto inizialmente l’homo sapiens aveva capelli neri” ecco che i biondi si beccherebbero subito la loro bella etichetta; all’inizio sarebbero denigrati e messi alla berlina, poi sempre più sputtanati da “tutti” (quelli che accettano il concetto di etichette ovviamente) ed infine emarginati. Ed in base al potere raggiunto da quel regime, pure internati ed eliminati.  

Ci sono uomini e donne che, per la loro limitatezza mentale, hanno paura del “diverso” e quindi anche dell’omosessualità; Mr. Obama che è un maschio vero (e per giunta un sex symbol),  ci ha mostrato che non ha nessuna paura dell’omosessualità nè del razzismo (nel senso che non teme i bianchi).

Perchè una persona deve arrivare a massacrare un’altra persona solo perchè non ne condivide lo stile di vita, il colore della pelle, i cibi di cui si alimenta o le abitudini sessuali? Dietro queste paure c’è solo il terrore dei propri limiti, che nessuno picchia e uccide più facilmente di un maschio insicuro e spaventato.


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarPaolo Grandi - 27 gennaio 2013

    Andando oltre alle fanfare retoriche, anche questo è un buon modo per celebrare la giornata della memoria.

    Etichetta è una parola semplice, banalizzata  dall’uso quotidiano, parola che al contrario può dare vita o dare morte.
    Etichetta, parola di vita  se è spirito di appartenenza, testimonianza  di valori, di ideali, di capacità intelettuali o materiali, se è l’immagine non formale  e vuota che  rappresentare un singolo o un gruppo, se non è stampata per sempre, ma ha la disponibiità, la capacità di ridisegnarsi.

    E’ parola di morte  se chiude, respinge, condanna, impedisce di andare oltre  l’apparenza, uccide la ragione, protegge chi non ha il coraggio di  vedere .
    Il giorno della memoria può essere l’occasione  per ognuno di noi per fermarci un attimo e chierdeCI, ma IO aldilà delle enunciazioni  formali  che uso faccio della parola etichetta ?

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  2. avatarGabriele Tesini - 27 gennaio 2013

    Purtroppo la memoria corta delle ultime generazioni provoca danni catastrofici morali e materiali alla nostra Nazione, ma avere la memoria corta su quanto e’ successo negli anni del Nazismo, del Fascismo e dell’Olocausto, e’ a dir poco, “CRIMINALE” e criminali sono tutti coloro che fanno finta che nulla sia successo sopratutto se questi loschi figuri sono dei politici.
     
    Quindi e’ estremamente importante non dimentica affinche’ quelllo che e’ successo allora non accada mai piu’! 

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  3. avatarAndrea Cotti - 27 gennaio 2013

    Vediamo alcune “dimenticanze”:
     

    Giovanardi nega che ci sia mai stato un Olocausto dei gay 

     
    Wikipedia:

    “…La persecuzione nazista degli omosessuali venne portata a termine principalmente attraverso l’inasprimento delle leggi omofobiche, il tristemente conosciuto paragrafo 175, in nome del quale 100.000 gay vennero arrestati, 60.000 condannati a pene detentive e un numero sconosciuto internati in ospedali psichiatrici.

      Il triangolo rosa era il marchio di stoffa che veniva cucito sulla divisa degli internati per omosessualità maschile, in base al paragrafo 175, nei campi di concentramento nazisti

    Il numero di persone omosessuali uccise nei campi di concentramento durante la shoah varia in maniera tra le 10.000 e le 600.000. 
    I gay soffrirono di un trattamento particolarmente crudele all’interno dei campi di concentramenti. Questo può essere attribuito sia al duro atteggiamento delle SS di guardia nei confronti dei gay, come pure agli atteggiamenti omofobici ben radicati nella società nazista. L’emarginazione inflitta agli omosessuali nella vita sociale tedesca dell’epoca si rifletteva nei campi di concentramento. Alcuni morirono a seguito di feroci bastonature, in parte effettuate da altri deportati. Il tasso di mortalità tra gli internati omosessuali fu di circa il 60%.

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